Recensioni per
La Morte e alcune storie su di essa
di sfiorisci

Questa storia ha ottenuto 28 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/01/16, ore 21:36

Buonasera!
Dopo la lettura del prologo, non potevo che leggere il continuo di questa tua idea che ti dico già in partenza, continua a stupirmi e stuzzicarmi per la sua introspettività particolare, per il fatto che si interroghi e metta in campo delle domande e delle questioni praticamente personali.
Mi piace il fatto che questa donna viva un'esistenza abbastanza strana e particolare per certi versi, che metta nella fede per un qualcosa di superiore la speranza di vedere luce in un ambiente e in un posto che l'ha privata di tutto quello che apprezzava e amava dal profondo del suo cuore, ma proprio ogni persona e ogni cosa che potesse renderla migliore.
Domandarsi che senso abbia la vita senza niente che possa renderla migliore, del perché è sopravvissuta lei piuttosto che tutti quelli per cui ha pregato, perché appunto la morte non l'ha mai toccata particolarmente, nemmeno per sbaglio... sono tutte questioni personali che potrebbe richiedere tanto fiato e tanti pensieri contrastanti, ma comunque tutti armonici tra loro.
È come se la vita la portasse a continuare a vivere con la "casualità/speranza" di trovare qualcosa di nuovo tra il caos interiore e non, a trovare una cura genuina per il suo vagare a vuoto e la sua solitudine forte e percettibile.
Ho apprezzato molto il distacco dal prologo in quanto penso che denoti una certa personalità da parte tua e parli dell'argomento principale con varietà ed attenzione, una visione della morte a seconda di esperienze, particolarità e spontaneità nel vivere e nel pensare osservando la realtà circostante.
Questa flash, per quello che mi riguarda, è introspettiva, abbastanza spirituale e al confine tra l'inquietudine e la consapevolezza di una vita che non guarda in faccia nessuno e che ci sono questioni molto più spinose del dovuto... e mi piace assai.

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Master
19/01/16, ore 12:26

Eccomi!
Vedo un netto distacco dal prologo: hai fatto bene.
Perché questa è una storia, una storia che hai voluto narrarci e che apre gli occhi.
“La morte non guarda in faccia a nessuno”, potresti quasi intitolarlo. La donna, poverina, avendo pregato quel Dio, essendo stata ascoltata, è costretta a vivere per sempre. E questa è la sua risposta alla domanda posta al cielo: perché dobbiamo morire? Lei non muore, vede gli altri farlo, rimane sola, unica donna al mondo, unica superstite dell’umanità.
Hai descritto bene questa solitudine, questo suo vagare quasi eterno, destinata a cercare una risposta alla sua domanda. È sola: non può desiderare ancora di vivere a lungo.
Ora vuole morire.
Allora ha capito, e noi con lei.
Brava, con poche frasi riesci a stupire, a far riflettere, e lo fai senza errori!
A presto!

Recensore Junior
18/01/16, ore 23:55

Lasciamelo dire: stupenda! Davvero, davvero stupenda! Mi ha commossa all'inverosimile. Il mio punto preferito è sicuramente questo: "Vive di ciò che scrive e allo stesso tempo scrive per vivere e, quando muore è lì, il miracolo: ha messo così tanta anima nelle sue parole che, in realtà, non muore mai, ma si trasforma e il suo cuore non è più il suo cuore, ma quello del lettore, che batte, batte, batte, emozionato dalle parole del libro che sta leggendo."!
Leggendo questo passo mi sono scese lacrime che bruciavano di orgoglio. Scrivendo si vivono milioni di vite, si trasmette la propria anima a chi legge...che verità stupenda!
Non ho assolutamente niente da sottolineare per quanto riguarda grammatica o sintassi, che trovi quindi perfette!

Un abbraccio,

-mmh

Recensore Master
18/01/16, ore 21:41

Ciao! Eccomi per lo scambio.
Allora, è un argomento molto complesso e ammetto che la prima non mi è piaciuto poi così tanto, ma questa sulla donna mi è piaciuta veramente tanto!
Stai cercando di analizzare la morte da diversi punti di vista e non è affatto facile.
Soprattutto perché non puoi immergerti più di tanto, ma allo stesso tempo devi sembrare intensa.
Complimenti perché non è affatto facile.
Non ho trovato nessun errore grammaticale o sintattico.
Bravissima!
Un abbraccio e a presto,
Juliet

Recensore Veterano
11/01/16, ore 23:54

Perché l'inizio mi ricordava la storia deitre fratelli, mme lo dirai un giorno tu, ma comunque è curiosa e sì, fa riflettere, ma la cosa che mi inquieta di più è questo Dio di cui non capisco a quale modello (ebraico/cristiano) si possa ispirare,m ma non ti nascondo che mi lascia un amaro in bicca, un'infelicità che è dovuta a ricordarsi che la vita è il periodo prima della morte, che sia una visione positiva o negativa, sta a noi, giorno per giorno, stabilirlo.

Irene

Recensore Master
05/01/16, ore 14:51

Eccomi!
Se non ti offendi, vorrei cominciare segnalandoti una sciocchezza, che in un testo così breve può comunque essere importante:
“quella che, un giorno, l’insieme di dolori e frustrazioni che chiamiamo vita finirà” (riformulerei in questo modo: “un giorno, l’insieme di dolori e frustrazioni che chiamiamo vita, finirà”. Aggiungendo una virgola prima di finirà e spostando un giorno).
Poi: hai usato “saremmo”, ma dato che parli di un futuro certo, sarebbe corretto usare “saremo”.

La riflessione è giusta: viviamo, ci affanniamo, per cosa? È un po’ come in un gioco di ruolo, dove fai crescere il tuo personaggio, gli lasci guadagnare punti, per poi finire… Perché prima o poi una conclusione arriva. Per tutto.

Ho anche pensato alla fretta.
Quando sai che manca poco, che il tempo scorre, ti accalchi maggiormente, ti impegni di più, perché tutto finisca come hai programmato. Ma è la vita… Programmare non è mai una scelta.
Interessante questa raccolta.
A presto, spero!

Recensore Master
04/01/16, ore 10:14

Ciao, sono qui per lo scambio ^^
Premesso che ho trovato la riflessione molto corta, sono il tipo che commenta ogni capitolo, quindi non mi limiterò a commentare solo questo.
Un pensiero in parte scontato e in parte profondo. Non fraintendermi, ogni cosa ha un'inizio e una fine, compresa la vita, è normale, quello intendevo ^^ Condivido appieno questa parte della tua riflessione, è vera e si può toccare con mano, ma la vedo diversamente sull'affannarsi.
Vero, abbiamo un tempo limitato e cerchiamo di sfruttarlo al meglio, anche se questa certezza spesso non ci occupa la testa, impegnati come siano nelle nostre mansioni quotidiane.
Ma c'è anche chi non s'affanna proprio per questo, un pensiero che spesso mi è saltato alla mente: che senso ha fare tutto questo casino se poi un giorno non rimarrà nulla?
è una domanda alla quale non ho risposta, non capisco né l'uno, né l'altro modo di vedere la vita, credo solo che l'unico modo per darle un senso sia essere sé stessi e fare ciò che si sente di fare.
Purtroppo questo ci viene impedito e spesso ci somigliamo quasi tutti, grazie a regole sociali che tendono a normalizzare i nostri comportamenti, rendendoci tutti uguali anche quando le nostre anomalie non siano pericolose. La vedo un po' come in The Wall dei Pink Floyd - un po' TANTO, direi.
Comunque sia è stato un'ottimo spunto di riflessione, mi piacciono le cose che fanno pensare e riflettere, credo mi arricchiscano ^^
Alla prossima!

- A.

Recensore Veterano
03/01/16, ore 00:35

Ciao,
Ho trovato questa flash molto interessante, insomma il tema in generale mi sembra molto interessante e spero di leggere le altre flash che faranno parte della raccolta.

Per quanto riguarda il testo mi ha colpito e in parte mi ha mostrato un lato differente del morire, questo scritto dà la possibilità di fare riflessioni e mettere in discussione (in un certo senso) la concezione personale della morte.
Io credo che non si debba avere paura della morte perché è inevitabile e non può essere controllata, si deve cercare di sfruttare al meglio i giorni che passiamo vivere per poi non avere rimpianti. Questo mio pensiero l’ho ritrovato nella tua flash, soprattutto nell’ultimo paragrafo. Il paragone con le formiche mi è piaciuto molto e l’ho trovato particolarmente azzeccato.

Per quanto riguarda la parte grammaticale/lessicale ho notato, a mio parere, un piccolissimo errore. Nella frase “… un'unica vera consapevolezza al di sopra tutte le altre” seconde me ci deve essere aggiunto un “di” tra “sopra” e “tutte”.

Complimenti e alla prossima.

Alex

Recensore Master
03/01/16, ore 00:13

Buonasera!
Che dire, con questa flashfic hai riassunto abbastanza fedelmente come la vedo io, la mia maturazione in merito alla vita e al rapporto che c'è tra di essa e la morte in sé.
Quando l'innocenza inizia a mischiarsi con la cattiveria - anche quella gratuita, graffiante - tutto non potrà mai essere come sempre e crescono gli interrogativi, le domande su una vita abbastanza strana, ingiusta e piena più di buio che di luce, se la si vede con cura.
Il fatto che sostanzialmente facciamo i conti con un finale già scritto nella sua concezione generale, questo non dovrebbe attanagliarci ma renderci consapevoli di quanto abbiamo tanto da fare e non dovremmo mai sprecare niente, pentirci di niente.
Siamo tutti uguali a discapito dei titoli, della ricchezza e dei pareri degli altri, siamo piccoli in un universo che fa il suo gioco e scorre inesorabilmente: a noi batte il cuore e cerchiamo di fare qualcosa che ci rendi buone persone, per qualcosa e per qualcuno oppure egoisticamente per noi stessi e basta.
Sei stata incisiva e perfettamente riassuntiva, dicendo esattamente la tua opinione in merito con una penna assolutamente severa ma giusta, con parole che circolano attraverso uno stile sì semplice ma corretto e senza intoppi vari, grammaticalmente ed ortograficamente parlando.
La morte sembra la fine ma può essere anche un inizio di un percorso invisibile agli altri, a chiunque altro ma visibile e piacevole per noi, in modo tale da renderci un tutt'uno con i nostri sogni, obiettivi, abbattendo i conflitti interiori facendoci raggiungere un finale assolutamente adatto, che ci starà addosso per sempre (senza scomodare religioni varie e visioni affini, si parla di essenza spirituale).
Crudo, d'impatto ma realista.

Buon fine settimana!

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Junior
03/01/16, ore 00:00

Allora, comincio dal dire che così, a pelle, l'introduzione mi intriga moltissimo, per il semplice fatto che come argomento sebbene piuttosto macabro mi è sempre piaciuto, e appunto in questa piccola introduzione rendi il concetto di morte, nella sua assolutezza.
Il tuo stile mi piace, per utilizzare le tue stesse parole è "Semplice, chiaro e lineare" proprio come piace a me, frasi brevi e concise, così da evidenziare il tema che si sta trattando.
Mi piace molto la figura degli esseri umani come formiche, però ti faccio un appunto insignificante che ho notato io ma che potrebbe semplicemente essere suonato male solo a me:quando fai riferimento alla scarpa che "spiaccica" le formiche, non so, non mi convince. Hai utilizzato in tutto il testl un linguaggio abbastanza "elevato", e per me il verbo spiaccicare è bruttino, capisco che vuoi rendere un uccisione bruta, ma avrei usato qualcos' altro per rimanere in linea con il resto.
Detto questo cone introduzione è comunque interessante, aspetterò l'inizio delle flash-fic ;)
Baci
Balim

Recensore Master
02/01/16, ore 20:42

Ciao!
Eccomi qui!
La morte è un concetto spaventoso quanto affascinante, in un certo senso è decadente. Ci fa pregustare gli attimi della vita, quegli attimi che non torneranno più e che, in un certo senso, a volte sono troppo monotoni, perché tutto sembra assumere lo stesso colore.
La morte e la vita sono due facce della stessa medaglia. Sembrano riconterai e alla fine, la vita sa, che verrà sempre acciuffata dalla morte.
A volte, però, la vita può sconfiggere la morte, perché chi crede nella vita eterna non la considera altro che un passaggio, un livello superiore, transitorio.
È questo il bello della vita e della morte, tutto può prendere una connotazione differente assecondo degli occhi di chi guarda.
Oppure, come ho detto prima, è un concetto decadente, perché la morte è ciò che rende piacevole la vita e che, con ironico cinismo ce la sottrae.
Bella flash, sicuramente è tema profondo da poter affrontare!
Alla prossima!

Recensore Master
02/01/16, ore 20:09

Ciao.
Alla fine non ho resistito e sono corsa qua subito dato che dopo ho un po' di cose da fare.
Non ti conosco, quindi quando ho letto nelle note che non scrivi questo genere di storie, mi ha stupito perché il pezzo è molto fluido. Utilizzi frasi corte, brevi e ciò dà carattere alla OS, al messaggio che volevi creare e dare.
Dopotutto, cosa può essere la morte?
Sono d'accordo con te sul fatto che prima o poi scompariremo e leggere le tue righe, in un certo senso mi ha fatto ragionare e pensare a quanto sia triste. Triste che poi non ritorneremo più, perché abbiamo già vissuto. Vissuto a lungo, però c'è una fine.
Tuttavia ciò che hai espresso nel dire che rimanere svegli col corpo in decomposizione e senza poter parlare, dire niente, non è il massimo. A questo punto, come una persona da troppo tempo in coma vuole morire, staccare la spina, anche noi prima o poi siam costretti a darci un taglio alla nostra esistenza.
Non c'è una spiegazione, a ciò che ci capiterà dopo ma a volte ci penso.
Sarà anche una piccola scrittura questa ma da molto a pensare e ti lascia un senso di inadeguatezza e consapevolezza.
Molto brava, davvero.

Grammaticalmente non ho notato errori, né frasi troppo piene di virgole o punteggiatura messa male.
Tempi verbali a posto.

Al prossimo scambio.
Au revoir

Recensore Veterano
02/01/16, ore 19:32

Nuova raccolta nuova avventura, molto interessante e allegro il tema (yay) ma ti conosco e sarà una sfida per te visto che le tue storie sono tristi, i tuoi personaggi piangiono sempre (double cit.) sono curiosa di vedere come questa morte sarà trattata diversamente. Non amo le flashfic visto che, "cosa cavolo scrivi in 250 parole (o sono 100? Non mi ricordo le differenze con le drabble) ma spero che siano brevi, intense e stimolanti per le riflessioni personali!

Irene

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