Buonsalve!
Sono il tuo Babbo Natale personale del Giardino di EFP per regalarti una recensione, si spera bella e soddisfacente.
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No, non è un errore: ho deciso di recensire un'altra tua storia in quanto penso tu abbia del materiale interessante che posso leggere e recensire con molto piacere, per cui mettiamola in questo modo: c'è un doppio regalo per te!
Dunque, premetto che di musica folk io me ne intendo veramente poco; conosco pochissimi artisti del genere e non ho mai approfondito la ricerca, anche se penso che sia un genere ipnotico e rilassante.
Difatti è così che ho trovato l'audio della canzone che hai detto che ti ha ispirato non poco, oltre che per eventi della tua vita.
Ho piacevolmente apprezzato il fatto che si cerchi la luce in queste canzoni, in quanto - ragionandoci su - è un genere che può risultare privo di mordente se suonato solo per una serata e un locale specifico.
È un qualcosa che si differenzia dal pop perché ha generalmente una magia dietro legata agli accordi, al cantautorato e un'identità legata a questi aspetti e non alla riconoscibilità immediata in radio o negli spettacoli dal vivo.
L'immersione dentro questa casa vede una protagonista che narra in prima persona (azzeccato, a parer mio) solitaria e alla ricerca di un qualcosa che possa smuoverla, in quanto questo è per lei il luogo magico dove potrebbero accadere delle cose fantastiche per la sua mente e il suo cuore.
Tutta la storia risulta essere molto narrativa e complice delle emozioni di Lara, raccontate comunque con una delicatezza e una nostalgia uniche, come se fosse da tempo incapace di sentire qualcosa di vivido dentro di sè, cosa che è possibile percepire anche nello sviluppo, prima dell'incontro con Isaac e durante la conversazione con Tommy.
La musica infatti nella parte dello sviluppo della storia non è male ma non è incisiva ed è per questo che non c'è quel mordente capace di rendere quella serata magica, direi quasi felice e piena di bontà.
Lara ha una concezione molto personale di quello che il folk dovrebbe donarle e non ha paura di esternare tutto quanto le passa per la testa, anche a costo di risultare vulnerabile o addirittura strana come l'apostrofa lo stesso Tommy.
L'incontro con la musica e la persona di Isaac l'ho trovato piuttosto cinematografico nell'insieme e nello svolgimento.
Le emozioni appaiono inizialmente come un'infatuazione a ciel sereno, legata sia a quelle note che all'aspetto fisico (cosa normale, di primo impatto), riuscendo a vivere qualcosa a fine serata di molto forte e improvviso.
Lara mi ha dato l'idea di una persona che ragiona e reagisce di pancia, risulta quindi essere imbarazzata, timida ma comunque positiva nonostante il realismo che la circonda e come personaggio mi è piaciuto veramente, mi ha incuriosito.
Il finale riesce a trasmettere con facilità e dolce espressività il sentimentalismo che il luogo riesce a portare, a dare ai cuori di chi si incontra e decide di ascoltare con parsimonia una melodia capace di andare oltre un'apparenza non scrutata.
Devo dire che la storia ripete diversi concetti in maniere narrative diverse e rileggendola suona quasi come un prologo per una possibile mini-long che potrebbe approfondire le psicologie dei personaggi e anche le relazioni, qui comunque apparse discretamente per delineare qualcosa per una storia autoconclusiva.
Insomma, posso dire che questo racconto unisce sentimenti e melodie con un'armonia convincente e riesce a coinvolgere, con una struttura che unisce narrazione e discorsi diretti con un modo mai dispersivo o poco chiaro; ad ognuno il suo spazio, per chiarire.
Buone le descrizioni, buone le differenze tra tutti e tre i personaggi e l'idea che riesce a colpire con il risultato finale e per l'ispirazione, creativa e molto artistica come la scrittura, la musica, l'arte in generale.
Alla prossima!
Un abbraccio forte,
Watashiwa
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