Okay, ammettilo, tu mi vuoi morta.
Con storie del genere, intrinseche di feels, con un’altra ennesima canzone del FOB, come pensi che io possa reagire secondo te? T.T
No, sul serio, a parte gli scherzi, questa storia è davvero magnifica. Batte quasi la bellezza di Pavlov’d, e tu sai quanto ho amato quella storia.
Perché c’è tutto, porca la miseria, dai rimpianti di Sabo, alla preoccupazione di Rufy di far star bene suo fratello, alla presenza indiretta di Ace!
Ma partiamo dal principio, o rischio come al solito di divagare.
La canzone è bellissima.
L’ho ascoltata subito dopo aver letto la storia, col testo davanti, e mi veniva quasi voglia di piangere. Assolutamente azzeccatissima al contesto della storia, fin dalla prima trama.
“If home is where the heart is, then we’re all just fucked”: questa frase mi ha quasi steso, e l’ho asccociata subito alla condizione in cui si trovava Sabo nella storia.
E poi, boh, m’inserisci la versione italiana di “Immortals”, quando ieri ne stavo giusto parlando con una mia amica, osannando Patrick e la sua pronuncia italiana quasi perfetta! *^*
L’idea di Sabo che avverta il potere del suo nuovo Frutto, che sembra quasi sentire la presenza di un proprietario diverso, come se avesse qualche reminiscenza della personalità di Ace, è un’idea assolutamente geniale quanto devastante.
In fondo, non sappiamo ancora perfettamente come funzionino questi Frutti del Diavolo, e mi è piaciuta l’idea che, no, un Frutto del Diavolo non dovrebbe avere vita propria, ma in questo caso ce l’ha!
«Sabo.»
«Ehi, Rufy. Che cosa c’è?»
Rufy non rispose subito: prima guardò il proprio fratellone attentamente, facendo ondeggiare la testa come un gufo, come se gli fosse utile per meglio inquadrare il ragazzo biondo che aveva davanti agli occhi – come se non fosse sicuro di qualcosa. «Per dieci anni? Per dieci anni non ti sei ricordato né di Ace, né di me?»
«Non l’ho fatto apposta. Mi spiace, Rufy.»
«Non sono arrabbiato con te. Però mi sembra assurdo, com’è possibile?»
«Non lo so.»
Rimasero in silenzio, da soli, per diversi minuti. Il viso di Sabo era storto in una smorfia di dolore, di rimorso e di rimpianto – tutto insieme, perché non riusciva a distinguerli, ci sarebbe voluta una grande forza che al momento gli mancava. Rufy lo guardava, osservava il suo fratellone: forse non stava pensando a nulla, visto che non parlava.
«Mi dispiace così tanto!» Esclamò alla fine Rufy, lanciandosi tra le braccia del fratello. «Non hai mai più rivisto Ace!»
Sì, il mio cuore è andato in pezzi già dall’inizio… T.T
Lo vedi l’effetto che mi sortiscono le tue storie, claws?
Hai praticamente realizzato un mio headcanon, poiché mi sono immaginata una conversazione del genere tra i due fratelli da quando si è scoperto il passato di Sabo e il perché non fosse a Marineford.
E Rufy che si dispiace per lui, cavoli, è una cosa assolutamente in linea col personaggio (anche se nella mia testa, prima di scoprire tutta la storia, chiedeva a Sabo se l’odiasse… yasss, go angst!).
Sabo che vorrebbe piangere ma non ci riesce, che sente che il Mera Mera non vuole come nuovo proprietario, è straziante.
Io qui ero in uno stato pietoso, poi mi inserisci un Sabo che dubita su quello che avrebbe fatto Ace se l’avesse rivisto, che magari l’avrebbe rifiutato per davvero: niente, mi hai dato l’ennesimo colpo di grazia…
Per fortuna c’è Rufy che, santo cielo, dipingi sempre alla perfezione! <3
«Ace ha vissuto la propria vita come ha voluto. Nessuno gli ha imposto di viverla, l’ha deciso lui, e quando è morto, l’ho visto,» sussurrò Rufy, «aveva gli occhi di chi ha lasciato indietro tutti i propri rimpianti. Nel momento in cui era fra le mie braccia, Ace ha abbandonato tutte le cose brutte che si era tenuto dentro. Tutte le cose che non ha potuto fare, le ha buttate via tutte. L’unica cosa che ha rimpianto morendo è stata la luce del sole. A chi non mancherebbe la luce? È stato felice di vivere. È la cosa importante.» Poi lo sguardo di Rufy si addolcì. «Ti fidi di me, Sabo? Ti fidi, se ti dico che ho visto com’erano i suoi occhi?»
Lo sai come la penso su Rufy, è un personaggio – a discapito di quello che dicono alcuni – piuttosto controverso: secondo la mia opinione, lui soffre veramente per la perdita di Ace e li ha, i suoi momenti di debolezza; però è anche capace di rialzarsi sempre, o di metterli da parte per il bene di qualcun altro. In questo caso, per il bene di suo fratello Sabo. Per questa ragione, gli vuole dire che no, Ace non ha rimpianto di averlo conosciuto. Ace non ha rimpianto niente, e questo Rufy lo sa, per questo sorride lievemente stavolta.
Mi è piaciuta tantissimo quest’analisi, dico davvero! <3
Il finale è altrettanto stupendo e quei due abbracciati mi hanno fatta sciogliere <3
Che dire, aspetto con ansia il seguito di questa piccola perla, intanto che la inserisco tra le ricordate *W*
Non so quale evento di abbia portato a scrivere, a sfogarti, su questo foglio virtuale. Posso solo immaginarlo, ma sappi che le situazioni più difficili possono anche diventare il nostro punto di forza. Forse non varrà niente, ma sei stata capace di scrivere questo proprio in virtù di quell’evento che, magari, volevi ricordare in altro modo.
Niente, mi avrai di certo mandata a quel paese, ma sappi che si sente quello che hai provato dalle righe di questa storia. Anche per questo mi hai emozionato…
Ora, te lo giuro, la smetto di romperti le scatole con i miei scleri :’)
Mi auguro di rivederti ancora in giro a pubblicare qualcos’altro sui tre fratelli; o in generale, che è anche meglio ^^
Ci si sente alla prossima *si dilegua in una nuvola di fumo* (?)
_Lady di inchiostro_ |