Ah, si poteva non farti una recensione su questa storia? Si poteva non farla? No!
Una gioia ogni tanto tra i dolori ci vuole, eccome, e con questo siparietto ce la offri su un piatto d’argento. Cos’è meglio, per riprendersi da tragedie del calibro di certe pubblicazioni, di un viaggio nell’infinita imbecillaggine dei protagonisti della storia di Resident Evil? Che sì, presentano dramma, tragedia, nessuna speranza di redenzione, totale annichilimento di fronte alla crudeltà di un destino che ha deciso tutto per loro e bla bla bla… basta con queste lagnate! Quale fato, quale tristezza: questa è cretinità allo stato brado. Idioti pascolanti in un mare di scemenza. Non c’è storia che tenga, dramma che vinca contro il raffinato acume e la mongolaggine di questi personaggi: Chris, il grande genio; Albert, il Signore dei Fetenti (e mi scuserà se non è un termine elegante come Vostra Immensità vorrebbe); Alex, Claire, Jill, Excella e compagnia bella… tra tutti, si contano sulle dita della mano destra di Muzio Scevola i normali.
Eppure, un po’ di leggerezza finalmente: mi perdonerà il povero Liam, che ha scelto il lavoro più peso al mondo, ma davvero dove andremmo se ogni tanto i nostri personaggi non si lasciassero un po’ il loro dramma alle spalle? Dritti a psichiatria, immagino. Capcom ha plasmato dalla geometria dei pixel dei caratteri estremamente accesi e variegati, poco importa se non potranno mai andare d’accordo: la variabilità è ciò che ci permettere di tirare avanti il carro! Per cui ben venga un Chris beota, così come un Albert incredibilmente cazzone e una Alex sorniona e svaccata; Claire, di esasperazione vestita, ed Excella, la stessa grazia degna di una vera principessa sul pisello. Una ghenga perfetta insomma, il fior fiore dell’intelligenza e crema della generazione di eroi targata Capcom e sbarcata su Playstation la bellezza di venti anni fa, navigata attraverso mille console e giunta fino a noi con la stessa idiozia e cretineria di sempre! E meno male: con buona pace di Liam, che può sempre sperare che Alex perda la scarpetta (e che il suo Cavaliere dall’Armatura Splendente venga a salvarla portandola via con sé nel suo Castello di Cartapesta -guarda se Resident Evil non ci regala anche un po’ di smut e romance) per riuscire a sfuggire a un’élite tale di scienza infusa e gran mecenati.
Per commentare la storia bastano il breve e il conciso: ci hai dimostrato ancora una volta con estremo aplomb quanto tu possa tranquillamente spaziare da un genere all’altro, pur mantenendo la caratterizzazione dei personaggi e allo stesso tempo affrontando la vena comica che pulsa sotto strati e strati di drama e angst. Bravissima!
(Recensione modificata il 24/03/2017 - 10:50 pm) |