Rieccomi qua, a stalkerar... ehm, a godere della bellezza della tua scrittura.
Dunque, avevo già letto questo delizioso scorcio di grazia stilistica e immaginifica durante l'event, ma ci tengo a lasciarti un parere anche qua, cercando di mettere per iscritto la caterva di sensazioni che mi ha dato questo pezzo.
Innanzitutto lo stile: fine, etereo - delicato come il tratto sulle stampe giapponesi, che non è mai corposo e "carico", neanche nei dipinti più drammatici. Mantiene sempre una finezza e una leggerezza di fondo - sia nelle linee che nei colori, ed è quello che ho ritrovato nel tuo brano: abbiamo un momento carico di drammaticità tra le due sorelle, e ciò si coglie in ogni loro gesto - in quel loro sfiorarsi, e nel loro dialogo pregno di simbolismo amoroso (e anche erotico, sì), ma è tutto descritto in modo tanto etereo e lieve da rendere questo distacco sublime, come la carezza di una piuma sulla pelle accaldata.
Ho potuto figurarmi Masako e Nanami come due immagini in una antica stampa di Hokusai, o suoi contemporanei - quasi figure statiche e simboliche - dai gesti lenti e misurati, com'è lecito aspettarsi da due donne nate e vissute in una cultura dove ogni manifestazione palese di emotività è considerata disdicevole. L'ho trovato davvero bellissimo e autentico.
Venendo poi alla storia, sei riuscita a concentrare in poche righe una mole pazzesca di informazioni su queste due anime, e non solo: anche la loro caratterizzazione è chiara e perfetta, pur se le vediamo interagire solo per un breve dialogo: Masako è la più saggia, la più contegnosa - forse perché è conscia del suo ruolo - e del suo status di primogenita - del destino che l'attende; Nanami è più ardente, sembra vibrare per sdegno e dolore, e ciò lo si intuisce da quel suo corpo smagrito, come consumato dall'amore per la sorella - che infatti in finale la vince, e vince anche il ritegno di Masako; l'ultima frase è di una bellezza e di un erotismo struggenti che... *sospirone*
Tutto questo, poi, è sotteso da un simbolismo colto e affascinante, il cui apice è raggiunto dall'accostamento con la pianta del titolo, quel suo essere al contempo ricettacolo di lacrime - e quindi di dolore - e creatura affamata di carne - come lo sono l'una dell'altra, in un moto che è quasi autodistruttivo.
E poi... *incest* (----> questa è la fangirl dentro di me, che di fronte a questo piccolo particolare si riduce a una pila tremolante di pudding umano. >_<)
Bravissima, mi hai davvero incantata con questo gioiellino si stile e di concept; posso sperare di vedere a breve anche i miei adorabili Zak e Cam? *_* |