Grammatica e stile:
La tua storia non è una storia scorretta, ma è una storia che – a mio personalissimo parere – presenta molte fragilità. Ti segnalo alcune sbavature che mi hanno fatta propendere per il punteggio che vedi sopra.
Prima di tutto la “è” accentata, che tu scrivi con l'apostrofo. So che è una scelta dettata dallo scrivere al computer o con altri mezzi che rendono la “è” maiuscola meno accessibile, ma si tratta di un vero e proprio errore (un po' come scrivere “po'” con l'accento invece che con l'apostrofo). Al contrario delle sviste, che capitano a tutti, questo errore si ripete per tutto il corso della storia. La “È” la puoi trovare nei simboli dei programmi di scrittura.
Stesso discorso vale per il “sì” affermativo, che scrivi senza accento, rendendolo quindi pronome riflessivo.
Alcune scelte lessicali mi hanno poi lasciata perplessa. Per esempio hai utilizzato “morire di stenti” (ossia morire di privazioni, come morire di fame) quando il protagonista maschile viene accoltellato. Quindi, secondo me, in modo un po' improprio.
Da questo punto di vista è stata una storia “sfortunata”, perché è capitata in una gara con pochi partecipanti e con storie gestite grammaticalmente e stilisticamente in modo molto sicuro. In molti altri concorsi che ho indetto, con molti partecipanti e storie di tutti i tipi, probabilmente non sarebbe finita in ultima postazione, ma in questo caso – mi ripeto, lo so – è stata più che altro sfortunata.
Personaggi e trama:
Prima di tutto vorrei partire con ciò che non mi ha entusiasmata fino in fondo, per poi parlarti delle parti che, invece, ho ritenuto molto valide.
Giovanna e Cristiano sono i protagonisti di questa storia, e li ritroviamo in una notte (di mezza estate, come suggerisce l'interessante rivisitazione dell'opera di Shakespeare) di temporale. Giovanna parla a se stessa, impaurita dai tuoni, ma lo fa in modo quasi forzato. È difficile che qualcuno, nella quotidianità, si dica “accidenti”, o descriva le azioni appena compiute (come nel caso di “bevuto” dopo che Giovanna ha bevuto l'acqua, appunto, per riportarti i primi esempi che si incontrano leggendo). Anche tutto ciò che può essere espresso attraverso i pensieri, con considerazioni indirette invece che il discorso diretto, viene espresso da dialoghi con se stessi che suonano davvero strani, perché difficilmente verosimili, almeno dal mio punto di vista.
Un appunto che ti muovo (ma di cui spiegherò, poi, perché non lo considero particolarmente rilevante) riguarda invece le reazioni dei tuoi personaggi.
Giovanna, all'inizio del racconto, ha una reazione davvero particolare davanti al nome che Cristiano pronuncia in sogno. È certa del tradimento, quasi si dispera, è “fuori controllo”. Il lettore – o io, almeno – fatica a trovarsi in empatia con lei, proprio per la reazione rapida che si innesca nei suoi pensieri. Questa mia considerazione iniziale, però, viene smorzata dal fatto che ci si trovi in un sogno, dove tutto è amplificato. Stesso discorso per Cristiano, che è quasi “fastidioso” nel suo continuo riferirsi a Giovanna con quei “cara” (ricorrono in quasi ogni sua frase) e nel tentare di avere un rapporto con lei, quando lei è così scossa. I personaggi mi sono apparsi quasi rigidi, quasi attori di una parte, privi di una fluidità che è propria del quotidiano.
Il fatto di essere in un sogno può giustificare queste esagerazioni, passami il termine di per sé esagerato, ma non so fino a che punto questo meccanismo sia voluto. Sono incline a considerarlo una scelta ragionata, una scelta fatta per enfatizzare l'atmosfera onirica che scivola drammaticamente verso il macabro. Per questo riporto l'impressione che ho avuto, ma non la considero quando vado ad attribuire la valutazione numerica di questa voce.
Passando agli aspetti positivi di questo racconto, devo dire di essere rimasta piacevolmente colpita dalla scena in cui Giovanna perde il controllo, in cui sfoga la sua follia – quella certezza quasi ossessiva di essere stata tradita – colpendo Cristiano. Si tratta di un bel colpo di scena, che lascia stupiti mentre si prosegue la lettura. Quanto poi al dialogo successivo, devo dire che ho apprezzato la familiarità di certe idee. Chi, svegliandosi da un incubo che vede protagonista una persona conosciuta, non si sente almeno un po' piccato nei confronti della persona reale per ciò che il corrispettivo onirico ci ha fatto?
Insomma, sebbene credo che si potesse lavorare meglio con i personaggi della vicenda, l'idea è interessante e originale.
Utilizzo del pacchetto:
Hai provato ad interpretare il pacchetto in modo originale e ti do atto di avere stravolto quella che era la mia ispirazione mentre lo ideavo. Non hai parlato di un amore finito, ma hai parlato delle fragilità che affliggono ogni rapporto, dei dubbi, delle insicurezze che le persone hanno quando amano. Questo aspetto mi è piaciuto molto. Forse non ho sentito fino in fondo una corrispondenza fra la citazione e la storia, ma non credo che questa mia impressione debba penalizzarti eccessivamente. Anche la fotografia, che da ricordo di una storia reale e vissuta diventa ricordo di un incubo irreale, assume un ruolo interessante nella vicenda. |