Lascio la recensione anche qua perché sono solo le 10:05 e devo aspettare che i miei compagni di esperimento mi passino i dati che hanno inventato di sana pianta per mandare la relazione. Se lo fanno.
Allora, io Lovecraft non l'ho letto. Ho comprato a Perugia un suo libro (in lingua originale, perché se non devi fare qualcosa, non farlo bene) del quale non mi sono mai avventurato oltre la decima pagina. Il fatto che sia un lettore-non-lettore è un tema ricorrente nelle recensioni. Insomma, vorrei leggere Lovecraft e dire "Che bello Lovecraft" ma non l'ho letto e non posso dirlo. Non posso neanche dire che ci siano atmosfere lovecraftiane. Di Edgar Allan Poe ho comprato ques'estate I Viaggi di Gordon Pym (in italiano) e non ho letto neanche quello. Quindi questa storia non ha neanche atmosfere Poeiane (pronunciato sembra "poiana" che è un falco strano quindi mi fa ridere).
Ctrl + V: paragrafo sullo stupire.
Devo dire che, fra le tante cose, sono rimasto molto sorpreso (e compiaciuto) del fatto che Raoul (e così il suo defunto ragazzo) sia gay. È una cosa scema, anche perché non influisce sulla storia (a meno che Raoul non ascolti Marina and The Diamonds e Dua Lipa nei viaggi tra Nantes e quell'altra città che non so scrivere) però l'ho apprezzata.
Seconda cosa, mi è anche piaciuto molto che la spiegazione del tipo nello specchio non fosse "Perché è fantasy" ma, per quanto esigua, ci fosse stata. Da quello che ho letto, il tema della credibilità anche nei più piccoli dettagli (come il discorso sui fili elettrici tagliati che io avrei liquidato ad un: i fili erano tagliati) si sente molto e non posso che non pensare ad uno zampino di Chiara.
Passando alle cose negative (trascurabili come la massa di un elettrone rispetto a quella di una balena), un aspetto che non mi è proprio piaciuto al 100% è stato l'uso di vocaboli che neanche il professor Sabatini di rai 1 la domenica utilizzerebbe, quali "perpendicolo" (che per carità, si capisce) e simili. Nel complesso la lettura è fantastica & ecc, sia chiaro: non lamento nessun tipo di incomprensione, ma mi chiedo se, nell'ottica di una persona che racconta gli eventi (come penso sia accaduto), verrebbero usati questi termini. Certo, non ai livelli di Fiori per Algernon (che non ho letto, ma che, al contrario di Poe o Lovecraft, non ho nemmeno comprato), però, non so, c'è come questa sensazione pedissequa di libro stampato che un po' cozza con l'idea di una persona che lo racconta. Potrei dire che questa è una caratteristica dell'atmosfera Lovecraftiana o Poeiana ma purtroppo non li ho letti.
Ho delle domande, come nell'altra recensione: tutta la manfrina su Nantes e le città vicine deriva da esperienza personale o lei hai cercate con lo scopo di ambientare la storia? Mi spiego: hai ambientato la storia retrospettivamente o ti sei informato sui luoghi nell'ottica di scrivere la storia (spero si sia capito qualcosa)? In un attimo di mancata lucidità, ed anche grazie alla storia, stavo per chiedere se la vicenda avesse tratti autobiografici, ma mi sono subito accorto che fosse una domanda abbastanza scema perché non esistono persone gay.
herr
ps. spero che Raoul ascolti Marina and The Diamonds perché piace molto anche a me, in caso contrario gliela consiglio
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