5a
Classificata:
Ricordi
di BandBfun 31/40
Stile
e Grammatica: 7/10
Ho
preso fiato
ed[e]
ho bussato, un paio di volte, molto ravvicinate.
pensando
a trovare [cercando
– semplifica]
le
parole migliori per dirle
che mi ha
fatto
[aveva
fatto] sentire
come se fossi
[fossi
stato]
qualcuno che valeva la pena di conoscere – tempi
verbali errati.
in
quell'istante in
cui l'azzurro cielo dei suoi occhi hanno[aveva]
incrociato il grigio-verde dei miei. - è
sbagliato sia il tempo verbale che la persona: è l'azzurro
cielo che ha incontrato il grigio-verde.
E
ancor più mi ha sorpreso trovarmi così a mio agio con
una ragazza(1). [:]Sono
sempre stato molto timido e non ho mai legato davvero
con nessuno(2)
– i due punti collegano i due periodi rendendo più
fluida la lettura. Il periodo n.2, inoltre, chiarisce il significato
della proposizione n.1.
É[È]
già tutto programmato
É[È]
una delle mie canzoni preferite
Non
credevo che sarebbe successo così presto, dal
momento che ho[avevo]
tutta
una serie di regole che ci avrebbero portato a quel momento trascorsi
almeno tre anni.
abbiamo
deciso di farci[fare]una
passeggiata – ''Farci''
è un'espressione dialettale.
Era
perfetta per quello che avevo intenzione di fare da...
Beh, praticamente da quando l'ho
[l'avevo]
conosciuta.
dirlo
ad una[a
una]persona
unica
É[È]
stata breve quanto intensa
Dal
tetto del treno sul quale mi trovo alle vaste campagne deserte
romagnole che sta
attraversando
sembra coperto da un sottile velo luccicante – ho
avuto qualche difficoltà a capire il soggetto della frase e
penso che un '' tutto sembra coperto da un sottile velo luccicante''
possa rendere meno criptico il periodo.
É[È]
solo un ragazzino, non deve sapere tutto.
É[È]
irriverente, sembra quasi senza educazione
“É[È]
la tua mamma?”
“Sembra
di si[sì].”
É[È]
proprio com'ero io alla sua età
mi
è sembrata a a disagio –
ripetizione
“Questo
non un[è] pezzo di carta qualunque, vero?” -
manca il verbo
Tu
non [c']eri, io sola ero lì!
Da
un certo punto in poi ho smesso di correggere le E accentate a inizio
periodo perché altrimenti avrei rischiato di farmi prendere un
crampo alla mano. La E a inizio periodo vuole l'accento grave.
La
d eufonica segue questa regola: ''Lo
storico della lingua Bruno
Migliorini ha proposto una
semplificazione della regola generale che prevede l'uso della d
eufonica soltanto quando la preposizione "a" o le
congiunzioni "e" e "o" si trovino davanti a
parole inizianti con la stessa vocale.
In
generale, sia Bruno
Migliorini sia
Luciano
Satta,
fra gli altri, consigliano di provare a pronunciare una frase per
vedere se l'incontro delle vocali è davvero fastidioso e di
aggiungere la d eufonica solo se effettivamente si riscontra un
miglioramento del suono della frase, perché la somma di troppe
d può provocare la cacofonia
che la
d eufonica dovrebbe invece servire a evitare è il caso di
incontri come "ed editori", "ad Adamo", "ad
adattare" e simili.
La
"regola semplificata" di cui sopra non è altro che
la logica conseguenza di questo consiglio, unito all'assunzione che
l'incontro di due vocali diverse non dà (quasi) mai
fastidio.[Fonte: Accademia della Crusca]
Ho
riscontrato qualche imperfezione anche nella consecutio temporum in
un paio di occasioni e qualche errore di battitura.
I
dialoghi non mi hanno entusiasmata, troppo serrati, troppo da
copione. Di sicuro la lettura di questa storia risulta difficile a
chi non possiede spiccate doti immaginifiche perché di punti
di riferimento ce ne sono ben pochi, soprattutto nella seconda parte
dove vediamo un susseguirsi di dialoghi all'apparenza sterili ma in
realtà colmi di significato. Indipendentemente dal mio gusto
personale, credo che la storia andrebbe arricchita di descrizioni
perché il ''botta e risposta'' non rende.
C'è
una netta differenza tra la prima parte della storia e la seconda.
Anche lo stile cambia in modo significativo e l'impressione che mi ha
dato non è stata molto positiva. Lo stile gradualmente è
diventato sempre meno incisivo tanto da apparire un po' monotono.
Mentre nella prima parte hai abilmente utilizzato i salti temporali,
rendendo la narrazione fluida e coerente, nella seconda parte c'è
solo molta confusione. A volte non si riesce a capire chi sia il
soggetto parlante, quali siano i flashback e quali i pensieri del
protagonista.
Il
lessico che hai usato è semplice, a tratti colloquiale, ma ben
si presta al tipo di storia.
A
essere sincera il ritmo molto – forse troppo – incalzante
della storia mi ha messo addosso un po' di ansia:
spesso mi sono ritrovata a immaginarti mentre ti accanivi sulla
tastiera, digitando i tasti a una velocità impressionante.
(Sì, mi faccio di questi flash.)
La
storia è di per sé lunga, ma se aspiri a farci qualcosa
di concreto penso che sia opportuno rivederla con calma e arricchirla
seguendo lo schema della prima parte, dando qualche informazione in
più sugli altri personaggi e sistemando i dialoghi.
Caratterizzazione
dei Personaggi: 6/10
Il
personaggio di Marco, il protagonista, è sicuramente ben
caratterizzato. Dall'inizio alla fine i suoi pensieri e i suoi
sentimenti sono chiari e coinvolgono il lettore che ama con lui,
soffre con lui e poi muore con lui.
Ho
avuto parecchi dubbi sul punteggio da darti perché
effettivamente il tuo protagonista è completo in ogni sua
sfaccettatura. Ciò che mi ha portata, tuttavia, ad assegnarti
6/10, dipende da un ragionamento un po' contorto che mi ha portata a
considerare questa storia ''corale''. Mi spiego meglio…
Abbiamo
Marco che è il protagonista assoluto, ma nel corso della
storia si intrecciano le vicende di altri personaggi che gravitano
intorno a Marco come satelliti, a partire da sua moglie Anna, fino ad
Annalisa e Simone. Tuttavia questi satelliti non girano solo
nell'orbita di Marco, bensì la condizionano e, quindi, sono
anch'essi protagonisti della storia.( Spero di essere stata chiara
con questa metafora astronomica.)
Ritorniamo,
dunque, al punto di partenza: la base per una sceneggiatura c'è
(in alcuni momenti ho avuto come l'impressione di avere di fronte una
storia come quella del film ''Love actually'' ), ma ogni personaggio
andrebbe trattato come protagonista, approfondendo la sua sua storia,
i suoi stati d'animo. Ogni personaggio andrebbe, in pratica,
caratterizzato, o altrimenti eliminato.
Trama
e attinenza al tema: 10/10
La
trama è molto bella e anche se non è autobiografica sei
riuscito a renderla molto verosimile. All'inizio non ci ho visto
nulla di nuovo, di originale(la classica storia d'amore che nasce tra
i banchi di scuola), ma proseguendo nella lettura mi sono ritrovata
di fronte a un dramma esistenziale scaturito da una perdita
improvvisa, di un figlio per giunta, trattato con estrema delicatezza
e cognizione di causa.
La
neve fa da sfondo ad alcune scene topiche della vicenda e ho trovato
questo escamotage molto d'effetto perché hai saputo sfruttarla
in modo quasi scientifico dandole l'importanza richiesta da questo
contest.
Gradimento
Personale: 7/10
La
storia nel complesso non mi è dispiaciuta, al contrario. I
tanti dialoghi mi hanno fatto storcere un po' il naso e hanno reso la
lettura più complicata del previsto(data anche la lunghezza
della storia). Mi sono dovuta sforzare per comprendere alcuni
passaggi e l'intervento degli altri personaggi, messo in quel modo,
non ha fato altro che confondermi di più. Tuttavia ho trovato
il tuo modo di affrontare tematiche come il suicidio o la perdita di
un figlio molto delicato e questo è sicuramente un merito. Da
madre ho provato a immaginare il dolore di Anna, il suo senso di
colpa, ed è stato straziante. Considerando che l'hai scritta a
vent'anni e che non è autobiografica, ritengo che tu abbia
fatto un buon lavoro. Credo anche, da totale blasfema quale sono in
ambito teatrale, che possa avere delle potenzialità, ma solo a
patto che tu ti metta in testa di rivederla con molta calma, a mente
fredda. Diecimila parole sono davvero poche per rendere bene l'idea.
Utilizzo
della citazione: 1/1
La
citazione l'hai utilizzata al meglio, scegliendo un momento carico di
significato. Le parole di congedo di Marco non potevano essere
migliori.
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