Recensioni per
Er Sor Nessuno (Il Signor Nessuno)
di Little_Lotte

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
28/04/16, ore 20:40

Spettacolare! Va tra le preferite!
Hai espresso perfettamente il disagio dello zingaro, il suo sogno di diventare qualcuno, "de svorta'".
Complidentità vivissimi **

Recensore Veterano
24/04/16, ore 16:30

Carissima,
inizio dicendo che questo monologo magnifico mi ha toccato profondamente. La scelta di utilizzare il dialetto romano è a mio parere perfetta, perché permette davvero di entrare nell'animo di un uomo tormentato dalla miseria, dalla violenza, da una tensione mai realizzata verso qualcosa di migliore, di più elevato. Una tensione verso i piani alti, come li descrive ripetutamente lui.
Ho gia' avuto modo di apprezzare la tua capacita' introspettiva in altri tuoi lavori. Non è semplice leggere dentro ad un essere umano, calarsi nel suo corpo e nella sua mente per lasciarlo parlare liberamente, e tu hai vi riesci con grande naturalezza, attraversando diverse personalità e vissuti. Lasciami dire che qui sei riuscita a creare un magnifico "gioiello dei poveri", dei derelitti, di coloro che vivono di luce riflessa, per cui anche il sole e' più pallido. Tutti figli della stessa madre, la miseria, e anche l'ignoranza.
Ti ringrazio per avermi fatto conoscere questo film, di cui altrimenti avrei avuto poca notizia vivendo io all'estero, e soprattutto per aver dato voce a coloro cui altrimenti non viene concessa la parola.
Un abbraccio,
gratia

Recensore Master
22/04/16, ore 19:41

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Mi permetto di segnalare questo racconto per l'inserimento tra le storie scelte della sezione, per il seguente ordine di motivi:
1) perfetta caratterizzazione del personaggio, rimasto IC e, al contempo, arricchito delle personali considerazioni dell'Autrice che, con somma profondità di introspezione, ha saputo cogliere l'anima del personaggio stesso;
2) uso appropriato dell'idioma romanesco;
3) stile fluido, piacevole da leggere e consono al contesto.
Ringrazio per la cortese attenzione.
LCS
innominetuo

Recensore Master
22/04/16, ore 19:37

Io credo che Luca Marinelli, lo straordinario interprete de " Lo Zingaro", sarebbe orgoglioso del racconto che hai scritto sul suo personaggio.
L'hai introiettato così bene, che pare proprio di vederlo muoversi con il suo passo elastico ed elegante, a tratti pure un po' nervoso. Rivedo il suo sorriso sarcastico ed amaro.
L'anima dello Zingaro si è persa in quella borgata infame e questo sin dalla sua nascita, temo. E' un  predestinato ad una vita sporca e senza luce, se non quelle effimere della ribalta (peraltro, per lui spente sin troppo presto...).
La voce che gli hai donato in questo racconto straordinario assume toni più cristallini e toni più cupi: percepisco un'alternanza, infatti. La speranza di una vita migliore, seppur in una borgata maledetta, seppur in una famiglia disgraziata, c'è sempre.
Non riesce a diventare qualcuno con mezzi leciti, magari con l'ausilio di una bella voce e di un aspetto gradevole? No? Allora per Fabio esiste un altro modo. Esiste un limite da varcare, con ampio passo. Un limite che non consente un ritorno, però.
Tu questo lo hai rappresentato in modo magistrale. 
L'uso del romanesco è stato rispettoso del personaggio e dell'anima nera delle borgate: con l'aiuto del nostro caro KillerKing e con umiltà e rispetto per un idioma che non è il tuo hai coinvolto il lettore, di qualunque regione italiana si tratti.
Questa storia merita sommo rispetto.
Chapeau, mi inchino.
Lou

Recensore Master
22/04/16, ore 10:48

Parto con una terribile confessione: non ho ancora visto questo film di cui tutti parlano, e con entusiasmo estremo. Ho perso il treno quando era nelle sale a gennaio, e visto che sono malata proprio in questi giorni in cui hanno deciso di ridarlo nelle sale temo che me lo perderò di nuovo. Dovrò aspettare che esca in home video o su Sky, quindi un'eternità, per apprezzare appieno il senso del tuo stream of consciousness. Quindi, nel commentare, mi limiterò alle sensazioni che mi hai dato. Forti, e vibranti. Pur non avendo visto il film, che fornisce un contesto preciso alla tua storia, il brano si apprezza moltissimo. Il degrado sociale e morale che descrivi con parole tanto amare e ciniche ha un sapore universale. E' la storia dello Zingaro, ma potrebbe essere quella di chiunque fosse nato nei bassifondi di una metropoli, ripudiato dalla civiltà e dalla storia. Ammiro il tuo trasformismo e la tua capacità di spaziare fra i generi. L'introspezione è quella che ti riesce meglio, perché sai dipingere con efficacia ogni gamma dei sentimenti, da quelli più puri e delicati a quelli più cupi e drammatici. Chapeau

Recensore Veterano
22/04/16, ore 00:31

Inizialmente ero scettica sull'uso del dialetto. Credevo rendesse la storia più macchinosa da leggere. Avevo torto. È molto bella e scorrevole. Trovo azzeccata la scelta del dialetto, che immagino sia stata una bella sfida per te.
Il testo è drammatico e mi ha catturata. Sei stata moooolto brava.
Ci sono dei punti dove, secondo me, ma magari mi sbaglio, hai usato più la lingua italiana pura... riducendo le parole in "romaccio". Ma capisco che non essendo romana, ti risulta difficile scrivere un testo con un dialetto differente dal tuo.
Penso che il risultato finale sia molto buono! Complimentoni!
(Recensione modificata il 22/04/2016 - 12:33 am)

Recensore Veterano
21/04/16, ore 22:57

Beh, io non posso che essere il primo.
Hai fatto davvero un buon lavoro, i pensieri dello Zingaro ricalcano perfettamente l'idea che mi ero fatto del personaggio, ed il background che hai inventato per lui è assolutamente credibile.
Ottimo, ottimo davvero. Al punto che mi sono letto il tutto cercando di riportarmi alla mente il timbro vocale di Luca Marinelli.
Riguardo il registro stilistico, sei andata molto bene. C'è qualche parola che in romanesco si scrive in modo diverso, ma ti dirò, persino io, che lo conosco a menadito, mi sono trovato un po' in difficoltà a mettere per iscritto il mio stesso dialetto, quando stamattina ti ho "tradotto" la prima parte.
Quindi immagino quanto sia stato difficile per te, che romana non sei. Fidati, per essertici cimentata per la prima volta, sei andata alla grande.
Complimenti, cara.