Recensioni per
Eclissi
di Mana Sputachu
Ti chiedo scusa se con colpevole ritardo leggo e commento solo ora questa splendida introspezione nell'animo di Ryoga. Non so esattamente da dove iniziare a farti gli applausi, magari citando le frasi che mi hanno maggiormente colpita, ma mi hanno colpita praticamente tutte. Le tue analisi sempre profonde e acute, mai pesanti o noiose, suscitano in me una sana invidia a botte di: "Ecco come si scrive!". XD |
Ciao! |
Molto bella questa OS su Ryoga. Ciao! :) Sono qui per lo scambio recensioni del gruppo Efp Famiglia, e devo ammettere che non leggo tanto nella sezione ma spulciando il tuo profilo, sono rimasta attratta da questa shot su Ryoga e sopratutto dagli avvertimenti che avevi inserito. Credo che togliere l'elemento comico a un personaggio come Ryoga e alla sua caratteristica primaria (quella di perdersi), sia geniale e pericoloso al tempo stesso. Pericoloso perché non è per niente semplice dare a un qualcosa che viene solitamente trattato in maniera comica e che strappa una risata, una connotazione malinconica. E tu lo hai fatto. Egregiamente, aggiungerei. Il tuo Ryoga è malinconico, amaro, molto profondo nei pensieri che fa e dannatamente triste. Mentre si legge ci si rende conto (o meglio, per me è stato così), che non mi ero mai fermata riflettere su quanto, in effetti, la sua situazione sia drammatica. Non solo ama e non è ricambiato, non solo diventa un porcellino indifeso, ma non può farsi una vita perché continua a perdersi. Non può studiare, lavorare, avere amici... E lui ne ha sempre sofferto. Ma alla fine arriva a una conclusione importante perché forse la sua vita è questo: viaggiare. La storia finisce con lui che vuole tornare a casa ma che si dice che anche se si perderà lungo il tragitto, cosa probabile, allora non ne farà un dramma ma lo accetterà. Una scena tra tutte mi è piaciuta, quella in cui osserva il sole sorgere. |
Leggo questa storia per la seconda volta e anche adesso, proprio come qualche giorno fa, arrivo alla fine con un senso di sollievo. È come se questo lungo viaggio e questa grande evoluzione li avessi fatti anch'io, al pari di Ryoga, lì vicino a lui. |
Secondo posto parimerito al Contest Idee in libera uscita |
Sono d'accordo con Ryoga, perdersi mettendosi in cammino verso casa è una maledizione assai peggiore di quella di trasformarsi in porcellino con dell'acqua. Questa sua situazione cronica però non lo fa certo annoiare. Ma stavolta sembra che il nostro girovago se la sia cercata, fuggendo come un ladro da casa Tendo. Quella casa non può essere la sua meta adesso che ha fatto i conti con i suoi sentimenti chiaramente sprecati per Akane e oltretutto non corrisposti. E mentre si ferma al campeggio ripensa a come sia potuto succedergli di sentirsi così inutile, considerando che questi personaggio non è nuovo a picchi di tristezza e autocommiserazione, tanto che ne ha fatto anche un colpo di lotta, Ryoga finisce per decidere che non amerà mai più nessuna perché fa troppo male essere rifiutati... Non c'é una luce in fondo al suo tunnel finché non resta meravigliato dell'arrivo dell'alba. E allora la speranza di un nuovo giorno comincia a consolarlo. Akane non lo vedra mai più che un amico è vero, ma col tempo anche lui riuscirà a vederla in modo diverso. Mi è piaciuta la parte in cui il disperso ammette che non avrebbe mai voluto essere accompagnato a casa da Ranma, infondo anche lui ha una dignità da difendere e chissà che non impari ad usare almeno quella bussola. Potrebbe dare una chance ad Akari che almeno lo ricambia sinceramente e smetterla di fare il playboy alla Kuno Tatewaki che non gli si addice, o almeno io lo facevo un po più maturo del tuono blu. Chissà, un lungo cammino comincia da un passo. Complimenti per la scelta della citazione iniziale, decisamente calzante! |