Ciao!
Anche io, come te, ho una passione per l'angst; dunque, non ho potuto fare a meno di soffermarmi su questa flash, sia per la voce narrante di cui tratta, sia per la sua brevità.
Penso che un componimento del genere (molto vicino a quello della drabble), se ben costruito, riesca ad essere di maggior impatto rispetto, magari, ad un lavoro più lungo: e qui c'è tutto ciò che serve.
Tra tutti i legami presenti ed analizzati in Naruto, quello di Rin ed Obito è forse uno dei più stretti ed appassionati: praticamente, la prima è stata il motore dell'intera esistenza del secondo.
Sprono e sostegno, oggetto di feroce rimpianto, motivo di redenzione: non c'è sentimento che Obito abbia provato senza collegarlo a Rin. Non c'è azione che egli abbia compiuto senza pensare a lei.
Ho trovato quindi appropriata la tua scelta di presentare Rin quasi fosse un'apparizione celeste, un lampo chiaro che colpisce gli occhi di Obito illuminando altresì ciò che gli sta intorno. Una musa cui dedicare tutto; il senso di ogni cosa; "l'unica luce."
Naturale che poi, dopo averla perduta, il buio gli sia parso talmente fitto da non riuscire a vedere - a sentire - più nulla.
Ma noi sappiamo che il suo ricordo riuscirà infine a sorgere di nuovo dalle ceneri del dolore, spingendo Obito a tornare - finalmente - sulla strada a cui per indole era destinato ... la strada del Bene.
Complimenti per il lavoro, è stata una lettura piacevolmente ricca di spunti!
A presto,
Irene.
Ps: tanti auguri di buon anno! :)
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