Recensioni per
Il resto del mondo fuori
di Fink

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/08/16, ore 21:28

NIente, è la prima fic che recensisco in questo fandom, nel quale mi sono avventurata da pochissimo.
Pensa te il destino: l'ho trovata per "caso" giusto oggi che ho rivisto 'The door'.
Io veneravo Drogo e Dany, si può dire che abbia iniziato a guardare GoT per loro, anzi, che mi sia autocostretta a guardarlo :P, ben sapendo come sarebbe andata a finire per i due. Ma Jorah è.... Jorah. Così affascinante, triste, senza speranza alcuna. Impossibile non volergli bene e non tifare per lui, non amare questo suo folle amore a senso unico, che lo porta a rischiare ogni cosa. Difficile, davvero difficile, non immedesimarsi.
Trovo che tu abbia fatto un lavoro spettacolare, sia come testo sia come introspezione dei pensieri della Regina, rendendo un grande omaggio al cavaliere dell'Orso. Gli accenni a Drogo mi hanno commossa e la conclusione mi ha devastata.
Ogni cosa è al posto giusto, ben misurata e ben inserita.
I miei più sinceri complimenti,

Leila

Recensore Master
14/06/16, ore 22:45

Veloce e decisa. Mi piace molto questo fuggi fuggi di pensieri che, diciamolo, tutti noi abbiamo condiviso.
Bel lavoro.

Recensore Veterano
30/05/16, ore 12:58

Bella!
Non sono un'esperta di drabble e storie molto corte, perciò di solito faccio abbastanza fatica a recensirle, ma questa era carina.
Difficilmente le storie tanto brevi mi lasciano una base sufficiente per senitermela di commentare, è molto difficile trasmettere qualcosa in poche parole, ma tu mi hai colpita.
Era molto evocativa.
"Pianse". E' bellissimo.
Quel "Pianse" ha una carica poetica meravigliosa.
A parte l'anafora che ho apprezzato molto, il suono stesso della parola è efficace. "Pianse" è dolce, e solenne. 
Ecco, mi è piaciuto molto questo miscuglio di solennità e dolcezza. E' Daenerys. Intrisa di solennità, regalità, maestosità, ma donna. 
Anche il suo pianto, non è patetico. E' giusto, commovente, ma è un pianto da solitaria. E' il pianto di una divinità antica. Buona la scelta del passato remoto, era esattamente quello che ci voleva. Lo si usa sempre meno, perchè si è persa ogni solennità nella scrittura.
E bello come hai sfruttato i suoi innumerevoli nomi ed epiteti. Oltre ad aggiungere solennità, rendeva il testo più 'colorato'. 
Mentre nella parte iniziale, apprezzabilissima la pulizia del testo. Niente informazioni di troppo, niente frasi complesse, poche parole, dirette e ben scelte per trasportare il lettore in un determinato contesto senza confonderlo troppo o prendersi troppa confidenza. Ancora, l'ho trovato molto poetico, così come più avanti i riferimenti svelati a metà, vaghi ma precisi, metaforici, retorici, esteticamente belli. Studio al liceo classico, e la poesia antica mi fa impazzire, perchè è piena di questi elementi. Prova a leggere qualcosa di Saffo, Alceo o Alcmane, potrebbero piacerti. Anzi, magari sei stata anche tu una classicista o lo sei ancora, oppure semplicemente li conosci molto meglio di me, purtroppo non posso averne idea. 
Passando ai contenuti, come ho già anticipato, Daenerys l'ho ben sentita. Gli avvenimenti a cui hai fatto riferimento sono stati una gran sorpresa della sesta stagione e mi hanno messo i brividi.
"Pianse la Kahleesi del Grande Mare Dothraki per le tradizioni ridotte in cenere con il tempio del Dosh Kahleen".
Tradizioni, l'incendio del Dosh Kahleen. Ti trasporta nel mondo Dothraki ed è quasi nostalgico, rimanda a qualcosa che sta finendo, che viene rinnovato. E' epica.
Jorah è un personaggio che mi è sempre piaciuto, una triste storia, un'innamorato perso. Come personaggio in sè probabilmente non è un granché, ma il suo sentimento per Daenerys gli dona qualcosa di puro. Mi spinge sempre a scherarmi dalla sua parte. Per questo ho davvero apprezzato The Door e la scena della... dichiarazione?
Non è stata patetica come spesso sono state le vicende di Jorah, gli ha reso onore. Sono contenta che Daenerys l'abbia mandato a cercare una cura, non poteva dargli ordine migliore. Anche se non c'è quel tipo di sentimento tra loro due, di sicuro c'è un grande affetto che neanche lei, dopotutto, ha mai potuto reprimere.
Riguardo al pianto invece, sei davanti alla più grande amante delle lacrime che abbia mai messo piede su questa terra.
Adoro piangere, quando sono da sola. In compagnia è patetico, ma sdraiarsi in un campo di notte tra i grilli e la brezza notturna e scoppiare a piangere, non ha prezzo.
E' abbastanza insolito, ma come si evince anche da quello che hai scritto tu, è utile per scaricare, per lavarsi gli occhi e riaprirli su una nuova verità. Il pianto solenne, tra l'altro, è uno dei topoi più dolci della letteratura antica (sono pallosa, lo so), che è piena di eroi, re e divinità che ogni tanto escono di scena e vanno a farsi qualche pianto solitario e mistico sulle rive dei fiumi o in un campo di battaglia. Anche Achille piangeva, sulle rive del mare, e cantava lamenti con la lira nella tenda con Patroclo. 
Complimenti, mi è davvero piaciuta, nella sua semplicità e nella sua brevità.
Emma