12 - “Senza mai richiamarli” di ValeriaL.
Totale: 35.8/50.
1) Grammatica e ortografia: 4.8/5.
La grammatica va abbastanza bene, c’è solo una piccola svista.
“L’indice scosso ad ammonire. «Sempre e solo, un cucchiaino!».”: la virgola è decisamente di troppo, strozza il ritmo della narrazione (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 6/10.
Lo stile che hai utilizzato è molto semplice, direi eccessivamente per i miei gusti.
Non mi fanno, tra l’altro, impazzire né tutti i puntini che hai messo né l’uso che hai fatto della punteggiatura: nel complesso, hai spezzato il testo in tanti, troppi punti, rendendo il ritmo troppo veloce e la lettura un poco difficoltosa.
Anche l’idea di accostare i rimpianti ai “sorci” che rosicchiano la gola dell’Elfa non mi ha fatto impazzire: ha creato un po’ di confusione nel testo e, inoltre, il termine “richiamarli” (“Dovevi portarlo alla bocca, per nutrire i sorci feroci che sapevano di vomito e colpa. Saresti morta con loro, senza mai richiamarli.”) non è appropriato né ai topi né ai rimpianti che stanno a simboleggiare, per cui non ne capisco la scelta.
Noto ora che non si capisce a chi è indirizzata la frase “dovevi portarlo alla bocca”: sembra che Hokey intenda se stessa, ma sappiamo bene che il veleno l’ha dato alla sua padrona.
In linea di massima, trovo la storia non troppo curata: spesso si crea confusione, le frasi, nonostante il lessico sia elementare, sono intricate e poco chiare. Consiglio di rileggere meglio la prossima volta, in modo da rendere il tutto più scorrevole.
3) Titolo: 2/5.
Questo titolo non mi piace. Ti ho già detto cosa ne penso dell’utilizzo del verbo “richiamare” applicato a sorci e compagnia, per cui l’idea di riprenderlo nel titolo non può che non piacermi.
Non lo trovo né incisivo né interessante, e trovo che non riassuma nemmeno in maniera particolarmente calzante il contenuto della storia.
4) Caratterizzazione del personaggio: 9/10.
Il personaggio mi sembra abbastanza ben caratterizzato: nella storia si ritrova la disperazione di Hokey, i sensi di colpa nei confronti della padrona che è stata costretta ad avvelenare, il rimpianto e la consapevolezza che ne soffrirà sempre.
Non ti ho dato il punteggio massimo perché la prima parte è troppo confusa. Di solito sono abbastanza brava nell’indovinare personaggi e momenti, ma all’inizio non capivo veramente cosa stessi descrivendo: pensavo parlassi di Silente che estrae i veri ricordi all’Elfa, ma poi hai citato l’assenza di compassione e ho pensato che, invece, stessi descrivendo Tom che le immette i falsi ricordi. Diciamo che quello “sguardo privo dell'audacia della compassione” è azzardato nella caratterizzazione di Silente, se volevi insistere sul fatto che non poteva fermarsi prima di ottenere la verità potevi accennare a una sua “risolutezza”, perché privo di compassione Silente non penso lo sia mai stato, nemmeno quando era giovane e sciocco (nell’estate passata con Gellert, per esempio).
5) Attinenza al bando e alla categoria: 9/10.
La storia è decisamente appropriata per la categoria assurda, perché, se non si riconosce il momento descritto (e qui la confusione dello stile non aiuto), è davvero difficile capire di chi si stia parlando.
Tuttavia, gli indizi ci sono: il cucchiaino rimanda subito a quella scena, ma è un dettaglio piccolo ed è facile che non venga in mente; gli occhi azzurri e vetusti richiamano immediatamente Silente e, in generale, la descrizione che fai di Hokey e dei suoi sentimenti dà un’immagine piuttosto precisa del personaggio di cui si sta parlando, sebbene ci vogliano anche attenzione e buona memoria per indovinare.
6) Gradimento personale: 5/10.
La storia non mi fa impazzire, sono sincera. Mi è piaciuto abbastanza come hai descritto il personaggio, e il personaggio stesso, e penso che, se fosse stata maggiormente curata e rifinita meglio, sarebbe potuta piacermi non poco.
Tuttavia, le trovo troppi difetti: lo stile non è niente di che, il testo è fin troppo confusionario e contorto (gli indizi per indovinare il personaggio ci sono, sono solo intrappolati in una struttura piuttosto nebulosa).
Trovo anche che la storia non sia particolarmente emotiva. È un po’ un difetto di tutte le storie che partecipano a questo concorso (mi riferisco alle varie edizioni, non a questo nello specifico): nella fretta di rendere meno indovinabile il personaggio, si perde la poesia della scrittura. Tu, per esempio, hai descritto un momento che poteva essere molto angosciante, molto triste, ma dal resto non traspare – o, almeno, io non l’ho avvertito – quest’emozione.
- Parere dell'altro giudice: 24/30.
Come assurda è proprio assurda, è ben fatta e sono stata abbastanza fiera di averla indovinata, ma la forma in cui è scritta mi lascia perplessa. "Sempre e solo, un cucchiaino!": scusami se te lo dico, ma era da tempo che non leggevo frasi così sbagliate, personalmente credo che il testo ne risenta molto, perché anche l'occhio vuole la sua parte. Non mi è piaciuto come hai gestito l'andamento del testo, è denso di pause e gli incisi mi sono sembrati superflui, mi hanno portata a chiedermi: "Perché ha messo i trattini qui?", spezzano troppo la lettura, rendendola poco scorrevole. All'inizio parli di Silente, ma non riesco a capire cosa tu intenda con "sguardo privo dell'audacia della compassione". Forse ti riferisci al fatto che per Silente è più importante conoscere la verità su Hepzibah, piuttosto che preoccuparsi della salute di Hokey? E quel "senza mai richiamarli" si riferisce ai topi, ma cosa vuol dire davvero? Per il resto la drabble è assurda perché il dettaglio del cucchiaino, inizialmente, è difficile da ricordare. In generale l'impostazione della trama è ben fatta, rimanda al momento in cui Silente cerca di scoprire com'è morta Hepzibah, c'è il riferimento al fatto che lei sia stata avvelenata e il senso di colpa della piccola elfa. Non ho nulla da ridire sugli squittii, né sui sorci feroci, perché gli uni rimandano ai versi dell'elfa, mentre gli altri ai suoi sensi di colpa; considerato l'attaccamento e la devozione che un elfo domestico ha solitamente nei confronti del padrone, "sorci feroci" mi è parsa una scelta azzeccata. In sintesi, lo stile non mi convince, ma la drabble, seppur nebulosa in alcuni punti, è un’assurda ben ragionata.
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