Un altro dei tuoi bellissimi omaggi al genio femminile ingiustamente non riconosciuto! E (aggiungo io) non solo per colpa dell'epoca: quante storie di donne fantastiche del passato (scienziate, artiste...) rimangono tuttora sconosciute ai più?
Veniamo alla protagonista. Sapevo che si esibiva insieme al fratello, così ho ingenuamente sempre pensato "Wow, che padre moderno e liberale!". Errore! In realtà, la bambina era "usata" un po' come un fenomeno da baraccone, finché le regole imposte dalla società non l'hanno fatta rientrare nei ranghi. Finita la festa, doveva piegarsi a diventare una donna come tutte le altre. Questa intima sofferenza e ribellione traspaiono molto chiaramente dalla tua storia. Si capisce che non è nemmeno una questione di fama o soldi: lei AMA proprio la musica, ma può ormai coltivare questa passione solo nel privato. Spero che questo abbia almeno un po' mitigato il dolore della rinuncia.
Mi è piaciuto anche il fatto che non c'è traccia di invidia nei confronti del celebre fratello, anche se sono ormai lontani. Anzi, di lui rimangono teneri ricordi, come il suo buffo incontro con la principessina Maria Antonietta e la lettera in cui riconosce la sua bravura.
E brava pure tu, che sai sempre dipingere in modo nitido e vivido questi ritratti di signora! |