Riporto qui il mio giudizio:
Bella. Splendida. Soprattutto perché in qualche pagina riesce a condensare moltissime cose, perlopiù frammenti di quella che per noi è ormai storia, ma che per qualcun altro è stata la vita di tutti i giorni.
La grammatica è perfetta, ho notato giusto un paio di sviste, e anche lo stile è molto adatto. A Roma ci sono stata solo una volta e non me la ricordo benissimo, ma leggendo le tue descrizioni mi sembrava di averla davanti agli occhi: le strade, il Tevere, i ponti, i negozi... man mano che Biancamaria procedeva, mi sembrava di camminare con lei.
Leggendo mi erano scappate due o tre parole buttate qua e là che facevano capire in che zona ci si trovava… e ti assicuro che mi è mancato per un momento il respiro quando ho letto la frase finale.
A parte l’effetto, questa frase mi ha colpito anche per un altro motivo: in poche parole, fa capire quanto la gente sapesse effettivamente poco di ciò che stava accadendo. Da un giorno all’altro, i nemici erano diventati alleati e gli alleati nemici, famiglie intere erano sparite senza una ragione. E la gente normale, che non aveva deciso niente di tutto ciò, cercava semplicemente di tirare avanti in mezzo a tutto questo.
È una storia semplice, la descrizione di una giornata come tante, che come tutte ha una data precisa che a volte non significa granché (a dire il vero non so se la data del titolo corrisponda ad un evento preciso, o se tu l’abbia scelta per altri motivi). Eppure, come ti ho già detto, sei riuscita a rappresentare uno spaccato di vita. Complimenti.
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