Ciao ragazze!
Allora, non so se vi riferivate a questa shot - mi pare di sì, è l'ultima postata - ma eccomi qui a recensire :) appena mi sono messa a leggere mi sono resa conto che l'avevo già letta qualche tempo fa, e che tra l'altro recensirla era nella lista delle mie cose da fare ;)
Il punto che trovo migliore in assoluto è la descrizione di Eponine. Apprezzo davvero molto la crudezza e la forza di alcuni termini, addirittura sgradevoli, che ne tracciano un ritratto tutt'altro che comune, rendendola più diversa che mai dalla perfezione eterea di Cosette (sempre preferito Eponine). Se nel film abbiamo avuto un'Eponine edulcorata, una graziosa brunetta pulita con un abito semplice, qui emerge chiaramente il marchio che la povertà le ha lasciato addosso, non solo fisico, ma anche e soprattutto psicologico. Dover lottare per sopravvivere l'ha trasformata in una creatura lacera, sì, ma anche piena di una forza aggressiva e implacabile capace di piegare persino Javert, e mi piace molto come queste due bestie - una palese in ciò che è, l'altra che combatte contro questo lato e lo ammanta del suo ruolo di Ispettore - si siano riconosciute, e come Eponine si sia avventata sull'uomo fino a vincere ogni sua resistenza. Insomma, finalmente un'Eponine che quello che vuole se lo prende, e basta. Mi sono fatta l'idea, leggendo, che questa sua prepotenza sia anche una conseguenza dell'amore infelice per Marius, un lato insomma scaturito da questa sofferenza e dal conseguente rancore, e mi piace ancora di più. Finalmente, un uomo esalta nella donna non la perfezione ma l'imperfezione, trovandoci dentro un fascino, e lo trovo molto originale e molto interessante, un'ode completamente diversa da quelle che si trovano di solito.
Complimenti! |