Recensioni per
Via di fuga
di Emily_Jhonson
Ciao, la tua storia mi ha molto colpita e per due ragioni su tutto. La prima cosa che mi è piaciuta è la descrizione iniziale, l'immagine di questo Sherlock che suona di fronte alla finestra è stupenda. Personalmente sono molto legata a Sherlock che suona il violino e amo i racconti in cui si fa anche solo menzione della cosa. Qui addirittura tu ci descrivi il momento, dando un'idea quasi visiva e con uno Sherlock vestito di scuro davanti alle luci di Londra che filtrano dai vetri. Ho apprezzato anche diversi dettagli, come l'idea che Sherlock faccia sembrare tutto semplice, come se lo studio del violino non fosse un qualcosa che richiede anni e anni di applicazione, ma sembra che sia "nato imparato" (per usare una forma dialettale, che in questo caso specifico trovo particolarmente adatta). E la cosa mi ha fatta anche sorridere perché è un qualcosa che mi diceva sempre il mio insegnante di musica d'insieme, ovvero che lo strumentista, mentre suona, deve far sembrare a chi ascolta che è facile suonare quel determinato brano o strumento. Insomma, mi hai riportata indietro a una vita fa, quindi grazie. |
Ciao! Questa OS mi è piaciuta molto, anche se è un po' triste... |
Indubbiamente la tua storia merita di essere letta e recensita, anche per l’impegno che si nota nello scrivere in modo curato, con l’attenzione a scegliere i termini meno scontati (“…movimenti determinati e precisi, ma rilegati fra loro da una fluida naturalezza e da una inequivocabile volontà…” solo un esempio). Il tocco IC è tangibile, soprattutto per quello che riguarda Sh, del quale hai colto e fissato gli atteggiamenti e i discorsi che ci riportano all’immagine canonica che abbiamo di lui: l’eleganza naturale dei movimenti, l’attitudine alla musica come espressione di ciò che non riesce a trovare la strada per esprimersi, le tante parole non dette che si celano dietro a frasi contratte e, apparentemente, casuali, il legame simbiotico che ha con John. A proposito di quest’ultima osservazione, molto suggestiva l’immagine finale della tua storia in cui i due ritrovano per sè una dimensione che è negata agli altri, alla stessa Mary e che trova respiro nelle note che si liberano dal violino. “Noi due contro il resto del mondo”, senza bisogno di spiegazioni o imbarazzanti confidenze. A conclusione, metto in evidenza una frase che mi ha fatto ritrovare lo Sh che tanto ha colpito la mia emotività :“…la fronte era corrugata…mentre gli occhi cristallini scorrevano sulle pagine ingiallite dello spartito che aveva di fronte…”. |