Prima classificata al contest interattivo "Flashiamo!"
Grammatica: 10/10
Perfetta.
Stile: 10/10
Lo stile mi ha rapita, è in equilibrio tra semplicità e ricercatezza: gli bastano poche pennellate precise per tagliare come vetro. Frasi secche, ritmo spezzato, ampio uso del corsivo: l'impostazione del testo è studiata per esprimere il tormento dei protagonisti, riflette la loro condizione emotiva, poiché sono loro stessi a essere spezzati. A proposito di "riflettere", ho apprezzato particolarmente l'impaginazione, la metafora degli specchi si apre col titolo, prosegue con l'introspezione e si mantiene con la seperazione del punto di vista di Sirius e Remus: è un piccolo dettaglio che ho amato! L'uso delle ripetizioni è abbondante, ma l'ho trovato in linea con lo stato d'animo dei personaggi: riflette il loro rapporto morboso, la loro frenesia, il malessere che li lega, perciò contribuisce a innalzare il coinvolgimento emotivo.
"Sirius ha gli occhi vuoti di chi l’amore l’ha visto soltanto nell’ombra d’un livido.": evocativa, rappresentativa e introduttiva dell'intera flash, l'ho adorata. Di solito fatico a dare il punteggio pieno, ma questo stile è stato talmente incisivo e appropriato per l'introspezione che non ho potuto farne a meno: la riflette proprio come uno specchio.
Titolo: 3.5/5
Il titolo è ripreso ovunque, sotto molteplici aspetti: a cominciare dalla metafora che rimanda agli occhi di Sirius, passa poi attraverso l'impaginazione e l'introspezione di entrambi i protagonisti. Penso che preso in sé non sia male, ma che da un lato risulti troppo generico e spoglio per attirare l'attenzione; associargli un aggettivo o magari un materiale in senso metaforico, l'avrebbe reso più particolare e distinto.
IC: 15/15
Attraverso poche righe i personaggi acquistano uno spessore a tutto tondo, risultano realistici nel loro essere imperfetti, sfaccettati nel loro io malsano e contorto. Remus mi ha convinta, la sua indole riflessiva e tendenzialmente pacata lo renderebbe probabilmente l'"anello debole" della coppia, in un'ipotetica relazione tormentata con uno come Sirius: vediamo la sofferenza causatagli dall'essere un Lupo Mannaro, vediamo come cerchi di non reagire in maniera impulsiva, da bestia - bensì in modo razionale, e come cerchi ancora di controllarsi pur dopo aver dato segni di cedimento sul piano della violenza. Remus convince anche nel finale, quando mette il bene altrui al primo posto rispetto al proprio, sacrificandosi perché "Sirius ha ancora bisogno di lui".
Sirius è un complessato, si compiace di vedere la sofferenza di colui che ama ed è consapevole di quanto ciò sia sbagliato, eppure non può farne a meno; Sirius ci appare irresistibile, crudele e provocante. La sua meschinità, il suo sadismo, diciamo, potrebbe risultare troppo esasperato a primo impatto, ma se ci si pensa bene risulta plausibile. Sirius non è solo bianco o nero, la caratterizzazione che offri tu mi ha fatto ripensare a un dialogo che ha con Harry, quando gli dice che l'oscurità esiste in ognuno di noi, che luce e buio convivono in tutti: ecco, ho sempre creduto che si riferisse anche a se stesso, al suo passato e a comportamenti di cui non andava fiero. Sirius sa essere perfido (pensiamo a Piton e a Kreacher), è passionale e impulsivo, perciò questa versione di lui che proponi, nel contesto di un amore malato e infelice, non solo mi risulta credibile, ma anche la più convincente e realistica tra quelle possibili. Hai preso la Wolfstar in un contesto cliché e sei riuscita a dargli un tocco nuovo.
Sviluppo della coppia: 10/10
Il mio coinvolgimento emotivo è alle stelle. Non è solo lo stile diretto a conferire intensità a questo rapporto morboso: sono le dinamiche stesse che lo costituiscono, a colpire nel segno. Da un lato abbiamo un Sirius meschino, che si sente più mostro di un Lupo Mannaro, che sa di esserlo ma non riesce a farne a meno; dall'altro abbiamo Remus, il "debole" che si sente preda e non cacciatore, il ragazzo braccato che poi capisce di non essere tanto più fragile di Sirius.
Alla fine si vede chiaramente una sorta di ribaltamento dei ruoli. Remus capisce che anche Sirius ha bisogno di lui, perciò diventa lui "il più forte": è proprio la sua sofferenza a renderlo più forte, o comunque allo stesso livello di Sirius; quest'ultima è quindi ambivalente, è manico e lama di coltello al contempo, dualità che rimanda alla metafora degli specchi.
La flash è impostata interamente attraverso questo gioco di specchi, inoltre attraverso le scelte stilistiche ci ho visto il tema della caccia animale, caratteristica che adoro quando si parla di questi due Animagi. Gli specchi non si riflettono solo nell'andamento stilistico, bensì anche nell'introspezione: non nascondono niente, mostrano la verità così com'è, ovvero che Sirius e Remus sono entrambi bestia, vittima e carnefice, forte e debole; nel dolore, sono l'uno lo specchio dell'altro.
Questo Sirius sadico apre mille chiavi interpretative: nato in una famiglia in cui si sente al contempo la pecora nera e la pecora bianca, sembra quasi che goda di fronte alla condizione di reietto di Remus, che si appaghi nel suo dolore in maniera patologica, proprio per questo motivo - un po' come chi prova piacere a provocare sofferenza perché ha sofferto per primo nel nucleo familiare. Insomma, in un testo breve hai creato un rapporto malato, contorto, sfaccettato, che genera tante riflessioni e possibili interpretazioni. L'amore di cui si parla è malsano, ma la sua intensità sembra respirare tra le righe, pulsa dietro ogni parola.
L'impatto emotivo è forte sin da subito e il finale è veramente d'effetto, chiude il cerchio in maniera inaspettata, inoltre le ripetizioni contribuiscono ulteriormente a comunicare questo senso di tormento, di morboso, di bisogno ossessivo. Davvero interessante sotto tutti i punti di vista!
Totale: 48.5/50 |