Ciao!
E' un paio di giorni che ho inserito questa storia tra quelle da recensire, ma non ho trovato prima il tempo per farlo. E' stato il titolo a condurmi qui: l'allitterazione era troppo ben fatta per essere casuale. Prima, però, di addentrarmi nel fare congetture sul titolo, mi soffermo sul testo.
Tolto il dente, tolto il dolore!
Lo guardai svolazzare ancora un momento; scelgliere con cipiglio deciso il ramo designato all'atterraggio e ripiegare fermamente le ali.
E' l'unico errore che ho riscontrato: "scegliere"; inoltre non puoi inserire un punto e virgola in un asindeto.
Detto questo, ho il cuore che sanguina!
Il tuo stile è fine, quasi poetico: mi hai perfettamente fatto sentire l'amarezza, la solitudine e l'attesa dell'uomo che attende sadicamente che l'uccellino cada nella sua stessa situazione, quasi a dire "facciamo tutti la stessa fine, prima o poi". In un testo così corto sei riuscita a creare una metafora tra il passerotto e il protagonista. Attraverso i suoi occhi hai mostrato le pene di un piccolo uccellino, però lo hai anche munito di espressioni umane, che penso essere la trasposizione dei sentimenti del narratore. Allo stesso tempo, poi, hai spaccato le due entità - una ma due - con la drammaticità che traspare negli interventi riflessivi del protagonista, facendo degradare il tutto in uno stato di leggiadra malinconia.
L'osservatore è molto scrupoloso, immobile come la neve ormai ghiacciata sul terreno. Bellissima quest'immagine: egli è ormai spento, finito, non è parte attiva, ma semplicemente aspetta che il passerotto - il suo fratello e compagno d'arme - lo raggiunga nel piccolo inferno apatico e amaro in cui egli si è perso. C'è quasi sadismo nell'ultimo commento: egli non ha dubbi che l'uccellino accetterà quell'elemosina; il suo dubbio si limita al quando. Sa quasi di morte, ineluttabile e inarrestabile.
L'uccellino è semplicemente perfetto: mi è piaciuto l'accenno alla sua breve memoria. Egli attenderà sempre l'arrivo della sua amata e proverà sempre rabbia nel non vederla giungere. E mentre la sua mente tornerà a dimenticare e la cercherà ancora, il suo corpo porterà i segni del suo dolore, una macchia sempre più grande che cresce e degrada inesorabilmente verso la fine.
Anche questa differenza tra i due è molto ben riuscita: l'uccellino chiamerà sempre speranzoso la sua amata; l'uomo, che è vincolato alla sua memoria, vive perennemente con la sua consapevolezza.
Davvero complimenti: l'aggiungerò alle ricordate!
A presto!^^
P.S. Il titolo, non ho dimenticato, ma la mia osservazione mi sembra un po' sciocca. Quindi, ti chiedo: il "Robin derubato" è un riferimento all'amico di Batman? Ed è quindi un richiamo alla "spalla", nel senso che il passerotto è colui che copre le spalle al protagonista, il suo secondo?
Scusa la domanda stupida!>.< |