Recensioni per
Granelli di luce
di Jawn Dorian
Ho rischiato di non leggerla! Perché non ho letto qui per settimane e solo qualche giorno fa ho fatto incetta di storie che avrebbero potuto interessarmi. La tua mi ha attirata fin dal titolo e anche per il fatto che non ci fossero coppie nello specifico. Non sempre trovo no-paring interessanti o che si preoccupano di approfondire l'amicizia tra John e Sherlock. Grazie per averlo fatto e per averci regalato una storia così bella. |
Comincio col dirti che condivido in pieno le osservazioni su John che hai espresso sia nelle “Note finali” sia, esposte in una forma molto efficace che sembra seguire il battito del cuore, nel Prologo. Condivido tutto, perché ho visto, palpabile anch’io, l’oscurità interiore che galleggiava nel fondo degli sguardi di John rivolti a Sh, prima di quell’abbraccio liberatorio in cui, quest’ultimo, l’ha accolto. Nonostante l’essere stato picchiato in modo selvaggio, nonostante il sentirlo lontano ed ostile, nonostante l’essere stato caricato di tutte le colpe possibili. Sì, anche per me, John è tornato ad essere quel John comunicativo ed empatico che, da ASIP in poi, accendeva una luce particolare ed esclusiva sul fascino magnetico di Sh. Senza di lui, il consulting non sarebbe stato quello che è diventato. Il personaggio di Mary è, per me, più controverso e mi limito a dirti che le ombre che hanno oscurato il sorriso di John, in buona parte provenivano da certi suoi inquietanti e contradditori messaggi, criptati nei suoi atteggiamenti. Ma su Watson ci troviamo completamente d’accordo. Molto suggestiva quell’immagine di Sh che, ora, si aggira solo nei corridoi silenziosi del suo Mind Palace resi bui dalla mancanza di quella luce che solo John poteva portare. Rimane Mary, nella sua ormai vita compiuta, che costituisce la voce della ragione, quella che Sh ha smarrito su strade e in luoghi agghiaccianti nel loro essere vuoti e desolati, abitati solo dal mostri che tu, giustamente, definisci “troppo grandi”. Efficace ed emozionante il trascolorare dell’immagine di Sh adulto in quella del bambino che ancora conserva dei sogni e la capacità di chiedere aiuto. Altro punto, in cui hai rivelato indubbie doti descrittive delle espressioni dell’animo umano, è quando ritrai John che guarda sua figlia, soffocato dall’angoscia del vuoto che lo circonda, a parte quell’esserino innocente (“…Si aggrappa con il suo sguardo morto a Rosie…”). Una storia proprio avvincente e ben scritta. Brava. |
Ciao! |