Valutazione del contest: -La tua carta dei Tarocchi-
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- Grammatica (in cui parlerò anche della Sintassi e del Lessico) 13/15
Non ho grossi appunti da fare, ci sono alcune D eufoniche, un paio proprio, che credo siano frutto di distrazione più che altro. Un piccolo appunto sul ma come congiunzione avversativa. La virgola può essere o non essere utilizzata, a seconda delle personali scelte; però ci sono comunque delle linee guida che è giusto seguire.
La virgola non va mai utilizzata quando si collegano due parole con "ma": es. "È bello ma cattivo", invece va adoperata quando si collega alla prima una frase che si vuole mettere bene in evidenza: "Non ho mai creduto che tu lo avresti fatto, ma sono costretto a ricredermi".
Non andrebbe iniziata una nuova frase andando a capo con il ma per il motivo di cui sopra citato: lega due frasi.
Qualche piccola ripetizione ma, fondamentalmente, nessun vero grave errore.
La sintassi e il lessico li ho trovati appropriati, scorrevoli, non “esagerati” ma adatti al contesto. La “nota di demerito” è la frase del pacchetto riportata papale papale. Nel contesto lessicale in cui è inserita stona moltissimo e nel avevo detto che potevano essere manipolate purché si mantenesse intatto il concetto. Usate come “ambientazione” addirittura. La protagonista no parlava così, aveva un modo di parlare che “esce” dal suo diario e quello della frase del contest non le appartiene assolutamente.
- Attinenza al pacchetto del contest 29/ 30
Hai utilizzato il concetto di scambio bene, e nonostante non possa dire che mi abbia messo i brividi, ti concedo che il mistero che pervade il racconto non è spiacevole. Ben lontano però dai brividi o dalla vera inquietudine, però…
L’immagine è stata mantenuta, emerge nel racconto e la hai intersecata molto bene con l’idea dello scambio
- Originalità e Gradimento personale (in cui parlerò anche dei personaggi) 15/30
Il racconto non è brutto, ci tengo a precisarlo, ma parlando di gradimento personale devo ammettere che non mi ha particolarmente preso. Forse a causa del metodo narrativo scelto, diario e prima persona, molte cose restano poco chiare, rendendomi perplessa su più punti della storia. Posso capire che la protagonista non si rendesse conto di essere in un manicomio, il rivelare certe cose lentamente, ma parli di lezioni, di balli, e non ci sono elementi chiarificatori di nessun tipo. Sono allucinazioni sue?
Inoltre parli di elettroshock e accenni a un contesto moderno, almeno all’apparenza, quindi anche lì sono perplessa. Attualmente (dal 1999 per l’esattezza), per legge, quella terapia viene somministrata solamente dopo un consenso informato del paziente e a persone affette da gravissima depressione con sintomi psicotici e rallentamenti motori. Capisco che sia un racconto, ma finché non mi dai spunti per inserirlo in un contesto diverso dal nostro, si “svolge qua” e la coerenza in questo caso ne risente.
Purtroppo la narrazione in prima persona o è usata più che bene o lascia spazio a fin troppi dubbi, come in questo caso.
Non capisco quindi se sono allucinazioni della protagonista il contesto scolastico etc, o se in qualche modo ne sono davvero dentro, perchè danno davvero lezioni lì ignorando di essere in un istituto di cura. Ci sta che abbia le allucinazioni, ripeto, il problema è che non si capisce.
Altro punto che intacca la coerenza è la volpe a NOVE code. La protagonista lo sa da un’altra ragazza che però nomina solamente: “se la volpe con le code”.
Da nessuna parla dice nove, eppure lei lo sa.
Forse è solo un errore di distrazione, ma compromette, secondo me, molto la coerenza.
Trovo comunque la storia ben narrata, gli elementi si susseguono con un buon ritmo e anche se l’idea del manicomio in sé non è originale è molto bello il modo in cui vi inserisci i vari elementi, ho gradito il mistero che si svela alla fine e l’introduzione della kitsune. |