Recensioni per
Confessioni di una maschera
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
16/04/19, ore 11:41

Sono incantata. E quindi faccio ciò che, per mancanza di tempo dovuta ai mille impegni di lavoro e famiglia che lasciano poco spazio alle nostalgie adolescenziali, mi capita di rado: recensisco.
E mi dispiace davvero di farlo così tardi, perchè ho letto questo tuo capitolo solo sulla scia della lettura dell'ultima drabble di Minuetto da poco pubblicata (ohimé, una delle poche oasi di qualità e bellezza rimaste nel deserto dei Tartari che è diventata ultimamente questa sezione).
Ed è un peccato, perchè nell'immenso spazio libero che ha lasciato Kurumada all'interno di questo universo pieno di infinite possibilità da lui creato, sono i racconti dei fan a riempire gli spazi vuoti; e spesso lo hanno fatto – qualcuno come te ancora lo fa – in modo mirabile, dando coerenza a materiale che proprio coerente non è, e creando poesia dove la poesia è potenziale e solo abbozzata. E' lì pronta ad uscire se la si coglie, oppure a rimanere nascosta ed a lasciare che questa storia resti soltanto ciò che secondo molti semplicemente è, uno shonen avvincente e pieno di personaggi carismatici anche se alla fine un po' ripetitivo.
Grazie, quindi, di scrivere, e di aver visto, accanto alle mazzate, anche quello che racconti e ci fai vivere. E continua a scrivere, lo dico come richiesta personale. Mi aggrappo volentieri a tutto il materiale che continua a rinfrescare e nobilitare i personaggi che sono stati, tanto tempo fa, tra i miei idoli di ragazzina.
Ah, un post scriptum: ulteriore motivo di merito alla tua storia, perchè mi è piaciuta nonostante per me Aiolia e Marin siano indissolubili. E' bellissimo, credibile, intenso il tuo modo di raccontare il loro rapporto, ma per me loro sono una coppia. La coppia het per eccellenza di questa serie.
E non c'è Shura che tenga, non se ne parla.
In barba a Kurumada che li definisce solo amici e alla mia tendenza a pensare che se un Santo d'oro proverà qualcosa per altro che non sia solo la sua Dea, cercherà quell'altro solo tra i suoi pari. Per tanti motivi, anche peculiari di questo manga.
Il che (per pietà, senza trasformare Saint Seiya nel carnevale di Rio come spesso accade, e senza snaturare il carattere dei personaggi), rende alcune coppie shonen-ai create – o sviluppate? - dal fandom non solo plausibili, ma anche inevitabili, necessarie.
Però Aiolia e Marin non si toccano. A meno che, in via del tutto eccezionale, li si tocchi con una penna delicata come la tua. Grazie ancora! E a presto.

Recensore Veterano
10/04/17, ore 21:38

Finalmente ho un attimo di requie per dirti quanto abbia AMATO questo tuo lavoro su Marin, ma mi ritrovo a non sapere bene da dove cominciare.
È un volo o un precipitare anche questa sua lunga lettera di confessione a Touma e a volo d'uccello ci fai vedere tutta la vita interiore di questa ragazza, la voce narrante, le contraddizioni, i suoi desideri. Attraverso i suoi occhi e gli occhi delle aquile. La tua scelta di puntare l'attenzione sul bistrattato Touma è brillante, e lo fai intrecciando temi che si rincorrono e si riprendono per tutto il capitolo, con grande finezza. La memoria e la dimenticanza. La ricerca e la fuga. L'animalità. Le aquile e le rondini. Il desiderio di essere qualcun altro. Marin e Touma e Seiya e Seika doppi gli uni degli altri, quasi ribaltati. Il passato e il futuro. E il bianco, ancora il bianco. Ogni riga è una poesia, ogni passaggio ha una potenza evocativa immensa. Ho amato lo scorcio di Furano e della casa d'infanzia, luogo della memora. Ho amato la Nonna e sono curiosissima di saperne di più di questa donna e del suo patto/debito con l'uomo scuro. Ed ho amato la tua versione della sparizione di Touma che parte. Diventa un nemico. Insomma, è un capitolo incantevole nella sua complessità, strutturato e scritto con stile e maestria.

P.S. Muoio dalla voglia di leggere quello che hai in serbo per Seika!




P.P.S. Bellissimo il cameo di Shura, di notte, che guarda il riverbero della luce contro la montagna, col suo mantello bianco come una resa! Bellissimo che sia attraverso gli occhi di Marin!
(Recensione modificata il 10/04/2017 - 09:42 pm)

Recensore Veterano
10/04/17, ore 10:18

La prima cosa che ho pensato dopo aver letto questo capitolo è stato 'come faccio a recensirlo?!'
Sono senza parole. 

E anche piacevolmente allibita, se può essere possibile.
E' come un salto nel vuoto, questo excursus nella testa di Marin, che parla a Touma come si parlerebbe ad un fantasma, di fronte ad una lapide. 
C'è infinita freddezza e allo stesso tempo fuoco viscerale, nel turbinio dei suoi pensieri, nello scorrere della sua storia. Il bianco della maschera la fa da padrone, un bianco accecante, che nasconde e fa da specchio, metallo gelido alla vista ma incandescente al tatto.
E' un'aquila dentro, Marin. Una fiera razionale, una signora dei cieli a cui non servono ali per volare, per non cadere come la rondine d'argento - l'argento dell'Aquila di Athena - fuori dal bordo del kimono.
Vola con la testa, Marin. Vola negli occhi di Aiolia (*si sdilinquisce in un mare di cuoricini spezzati*), nel sogno e nei pugni di Seiya, che lei stessa ha temprato per renderlo Pegaso. Vola per cercare ciò che non sa se vuole trovare. Suo fratello, la sorella di colui che suo fratello lo è diventato per scelta invece che per sangue.
Seika, la cui mente è un foglio bianco. 
Un foglio bianco che la mente di Marin non è più. E forse non è mai stata.

Non ti piace l'epistolare, e mi fai questa cosa qui. Non ti piace la prima persona, e per poco non annego nella testa del personaggio.
Lo spritz che ti devo offrire dopo questo volo lo vuoi all'Aperol o al Campari?
JudithlovesJane

Recensore Veterano
19/03/17, ore 19:42

La storia fantastica!!!! Ok, avresti anche potuto scrivere la lista della spesa, ti avrei seguito ed amato comunque (ma è dalla scena del duello?).
Però non scrivi la lista della spesa, no: questo è un gioiellino. Mettiti scomoda quanto vuoi, continui a non sbagliare un colpo. Però devo dirti che la tua voce si sente lo stesso: è un lavoro stilisticamente diverso ma non completamente al di fuori del tuo registro. Quindi se avevi intenzione di stravolgerti è un esperimento parzialmente fallito. Secondo me però è un pezzo meraviglioso sia nella forma che nei contenuti. Uno spaccato di rara umanità. Dai un taglio peculiare a questo personaggio, rimescoli a modo tuo una manciata di stereotipi vari su di lui e ne tiri fuori qualcosa di nuovo, di realistico e di toccante. È un ritratto vividissimo, tutto dettagli in poche parole e alla luce del senno di poi. E lo scrivi in modo stupendo. Te ne citerei più dei due terzi, ma sarebbe inappropriato.

Aspetto con ansia di leggere delle altre maschere!

Recensore Master
19/03/17, ore 15:15

Allora, dunque.
Io quando ho visto una nuova raccolta sulla home page della sezione mi son detta oooh, vedi che il fandom piano piano si ripopola! Poi ho visto il tuo nickname e mi è venuto un mezzo infarto!
Cara, ma non ti starai stancando un pò troppo? Mi tiri fuori capolavori dietro capolavori e io mi preoccupo, ecco! E sono pure un pò gelosa, ma dettagli...
Scherzi a parte, questo nuovo progetto mi entusiasma. Dico sul serio.
La maschera è uno di quei perni saintseiyani di cui non si può fare a meno: c'è quella di Saga, poi c'è Ikki, e Kanon, e Hilda di Polaris, per non parlare di Defteros (*____*) e delle Sacerdotesse, come dimenticarle!
Ma le maschere, alla fin fine, le portano tutti, nel bene e nel male; in un simile mondo crudele, si rendono necessarie, se si vuole sopravvivere. Chi a mala voglia, chi con sollievo, chi con sofferenza, chi con soddisfazione: le portano tutti, TUTTI.
Partire da Shion è molto interessante, poco ma sicuro: a lui toccano i pesantissimi paramenti sacerdotali, quando la sua Guerra finisce,
Non gli piacciono.
Non li vuole.
Li detesta.
E' palese, e non lo si può di certo biasimare: l'unico amico che gli è rimasto è lontano e irraggiungibile; i compagni dormono nel riposo eterno che si sono meritati.
C'è silenzio. Nessuno con cui parlare.
C'è abbastanza da uscirne pazzi.
Shion si attacca a quello che può per rimanere a galla, a quello che c'è di più concreto: il corpo. L'aspetto fisico.
Mi si è stretto il cuore a vederlo coprirsi da capo a piedi pur di non vedere le rughe, la pelle cadente, i capelli bianchi. Shion sa di peccare di vanità ma io credo non sia solo questo: è la disperazione, di chi è rimasto, di chi avrebbe voluto andarsene con gli altri.
I ricordi fanno troppo male, non ci puoi combattere contro. Meglio quindi lottare contro la vecchiaia, la bruttezza. Almeno sono cose che puoi toccare.
L'esistenza di Shion è stata troppo lunga: duecento anni e rotti, solo coi suoi rimpianti, coi suoi perchè non ascoltati, lui che appena diciottenne s'è trovato col mondo in mano senza sapere cosa farci!
Col senno di poi, si ritrova a dire: e certamente. DOPO, lo sappiamo tutti cosa sarebbe stato meglio fare, dire, decidere.
DOPO.
Sul momento, si sbaglia. Si soffre. Sul momento Shion ha solo quel corpo che non è più suo, quegli anni che non ha vissuto davvero.
Quei figli che non l'hanno mai chiamato "padre".
Niente, io ci piango tanto su Shion.
Ma anche lui ritorna.
Ritrova l'amico, ritrova i bambini (e sono ancora bambini, non neghiamolo!), ritrova la Dea.
E il corpo. La forza, la bellezza, lo splendore degli arti coperti d'oro.
La maschera non serve più. 
Thumbs up per Dokho che non sa cosa mettersi perchè tutto gli sta enorme! X''D Vabbé che ho la netta sensazione che ai due non saranno necessari i vestiti ;-)
Anyway, non vedo l'ora di leggere le maschere del resto della combriccola. Sono eccitatissima, la prossima sarà Marin, che io personalmente ho sempre adorato!
Ci infilerai in mezzo anche i bronzini?
Ho paura di quello che ti inventerai per Saga e Kanon O_O
E non vedo l'ora, sempre che tu mi voglia fare questo regalo, di leggere le maschere della mia bistrattatissima (soprattutto da me) Shulia.
Corro a scrivere (questo terzo capitolo un s'ha da fà! Credo lo dividerò in due!) e ti auguro buon lavoro.
Però riposati anche eh!
Dai che è domenica X'''D
Un bacio! <3

 

Recensore Veterano
18/03/17, ore 22:29

Ommioddio.
Oh. Mio. Dio.

Questa one-shot mi ha estasiata. Giuro, sono in sollucchero. 
Non sono molto in grado di elaborare qualcosa di sensato, ma cavoli, questa cosa che ci hai presentato sprizza bellezza da ogni riga.
Sarà che le maschere, in Saint Seiya, sono un elemento narrativo intrigante quanto, per certi versi, problematico e contradditorio, fatto sta che questa idea di raccolta incentrata su di loro mi attizza come poche. Quindi sì, sì, sì, approvo e sottoscrivo. *batte martelletto di Lune*

Shion è straordinariamente umano, in questa tua. E' un uomo che ha vissuto troppo, troppo a lungo, rinchiuso nei paramenti di Grande Sacerdote e nelle sue responsabilità, prigioniero del tempo e del suo scorrere (quasi che Yoma si sia infine preso la sua rivincita); il peso dell'età e della solitudine si fanno sentire nell'ultima parte della sua vita, quando tutta la vita attorno a lui è giovane e forte. Chi gira per Rodorio e per il Santuario, i prescelti, il suo allievo, e loro. Quelli che mai invecchieranno. Che lui odia con tutto il cuore.
Della sua età è rimasto solo Dohko, che però è dall'altra parte del mondo, mezzo ibernato sul suo sasso con vista cascata dei Cinque Picchi.

E allora, vorrebbe togliersi lo sfizio di non vedere più le proprie rughe, Shion. Così appare lei, la maschera sacerdotale, blu con gli occhi rossi che sono inquietanti il giusto e fanno pendant con quella viverna in cima all'elmo che ancora non ho capito cosa c'entri con Athena. Ed è interessante come ai suoi occhi di anziano desideroso di nascondere il proprio decadimento le maschere delle guerriere appaiano più come un privilegio che non come un impedimento.
La maschera farà parecchio comodo a Saga, quando sarà ora di nascondersi.

Shion ritornato in vita assieme a Dohko. Nelle stanze che un tempo sono state sue. A provarsi i suoi paramenti che portano ancora le modifiche approntate dopo la sua morte - più larghe dove Saga riempiva coi muscoli guizzanti. Se poi ci aggiungiamo le differenze di statura, non stupisce che Dohko, provandosele, ci navighi dentro come un bambino negli abiti dei genitori. E quella maschera è diventata un terzo incomodo, ormai...

Si prospetta un altro capolavoro, questa raccolta!
JudithlovesJane