Recensioni per
Stelle nel Buio
di Noemi_Campopiano

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/07/17, ore 10:22

Recensione Premio per il contest "Acronym Battle"
Buongiorno!
Eccomi con la prima recensione che ti spetta. Mi scuso per il ritardo.
Confesso di aver letto poco di questo genere, sono più per il fantasy puro(elfi, draghi...) od originale(alla Sanderson, per capirci), ma non tendo molto per angeli e demoni. Un giorno mi piacerebbe scrivere su questo argomento, però, quindi la tua storia è caduta a fagiolo.
Non ho letto la storia nella sua prima edizione, quindi non posso confrontarla. Mi limiterò a recensire quello che ho letto, da lettore e scrittore amatoriale.
Il prologo è praticamente la copertina di un libro: se non cattura, non importa cosa si nasconde dopo; pochi andranno al capitolo successivo. Il tuo, nel complesso, l'ho trovato intrigante. Hai dato diversi spunti su cui far riflettere e attirare il lettore (come la malattia, le creature che la inseguono, le sue percezioni di energia). Il fatto che tu le presenti come conosciute e normali fa sì che il lettore venga immerso direttamente nel mondo, senza sapere ma con la sensazione che capirà presto. Niente infodump che detesto, quindi molto bene.
Ho visto solo un errore: quel uomo -> quell'uomo
Lo stile è semplice e lineare, ma in uno dei primi paragrafi in particolare l'ho trovato un po' ostico. Non trovo saggio isolare una singola parola, soprattutto se avverbio o congiunzione, perché crea una pausa nella lettura fastidiosa, sembra che si ha il singhiozzo.
Ti faccio un esempio:

Il Sole era ancora alto, dovevano essere passate da poco le tre, perché non c’erano molti di quegli esseri nei dintorni e, soprattutto, ancora non osavano lasciare i loro nascondigli.

O ancora:

Da quando ero in quella condizione, la mia capacità di guarigione era notevolmente aumentata, eppure, nonostante tutto, il Sole era ancora un nemico per me.

"Eppure" e "nonostante" sono sinonimi, non mi sembra il caso di utilizzarli entrambi né d'isolarli dalla frase, così come per "sopratutto".
Io userei questo metodo anche per le locuzioni, ma quella è una scelta più discutibile, può anche creare un'esaltazione del concetto, quindi ci può stare, sempre se usata con parsimonia.
Il ritmo della narrazione è pulito. Non presenta cambiamenti di tempo, frasi più corte che renderebbero meglio l'affanno o l'agitazione. Sembra quasi un sogno o un'esperienza extracorporea; un fatto che avviene in una dimensione atemporale e al di là della fisicità. Questo mi incuriosisce parecchio, perché mi chiedo cosa accadrà dopo e dove vuole andare a parare questo effetto onirico.
L'uso della prima persona non è il mio preferito, ma tu lo hai ben gestito. Anche questo l'ho percepito estraniante, come se andasse oltre il pensiero della protagonista, come se la sua voce fosse al di sopra di ciò che le stesse succedendo. Per quanto corresse e si facesse male, il tutto mi è parso lontano, poco vivido nelle sensazioni. E questo ha aumentato il senso onirico del prologo.
E' troppo presto per parlare di trama, questo è il prologo; così come non posso dire nulla sulla caratterizzazione del personaggio, a parte notare le sue capacità soprannaturali. Sembra conoscere il luogo dov'è, quanto meno la prima donna. La seconda casa in cui si rifugia sembra disabitata ma l'energia dell'uomo morente la colpisce.
Il prologo è interessante, mi spinge a leggere un altro capitolo. Quindi, direi che è riuscito nel suo intento.
A presto!