Prima classificata
Grammatica: 9.9/10
La grammatica, se non fosse per un singolo errore, sarebbe perfetta, non ho nemmeno notato errori di distrazione. L'errore in questione è però piuttosto rilevante.
"Probabilmente non si è mai accorto, né di averlo riempito, né di averne rotti otto":"si è accorto" regge "averlo riempito", non bisogna assolutamente separarli con una virgola.
Stile: 10/10
Stile impeccabile e curato sotto ogni punto di vista. Le pause numerose e le frasi brevi conferiscono a tratti un ritmo singhiozzante e monotono al testo, ma lo ritengo in linea con l'atmosfera malinconica del racconto, l'andamento molto lento e questi personaggi che si svelano delicatamente, poco alla volta, mai del tutto. Frasi di questo tipo infatti sono perfette per mantenere un alone di mistero e suscitare l'idea di una situazione in fase di stallo, di una ricerca apparentemente impossibile e priva di risposte. Mi è piaciuto come hai gestito la narrazione, il presente si dipana un passo alla volta, accompagnato dai flashback del passato. In particolare l'introduzione legata alla regina d'oro risulta estremamente nitida, sembra quasi una diapositiva viva, dove è possibile vedere la regina che balla e s'infanga le scarpe a ogni passo, la regina che ride mentre i corvi gracchiano e il sangue le gronda ai piedi. Il tutto è estremamente vivido, in netto contrasto con l'indole dei personaggi che invece resta a tratti oscura, nascosta come la neve che nasconde la stessa Hermione al mondo. Nonostante il testo sia prettamente introspettivo e malinconico, sei riuscita a creare suspense. Le metafore che si rincorrono dall'inizio alla fine sono sapientemente studiate, quella che ho apprezzato di più è quella legata alle stagioni: sembra che Hermione smetta di avere paura con l'inizio della primavera, simbolo di rinascita. Ma la primavera di Hermione non è il viaggio di ritorno dalla sua famiglia, non è qualcosa di concreto, è "c'è Draco Malfoy che, come un bambino, scrolla i piedi nella neve, forse cercando l'erba, forse per fare arrivare alle gambe di lei qualche goccia di gelo", quindi l'inverno, la Siberia, ciò che lei ormai vuole. La paura, nella tua storia, è una presenza costante che non sembra mai andarsene del tutto e che con questo stile che procede per sottintesi crea un bellissimo effetto malinconico. Il tema della dualità è un altro elemento ricorrente che si riesce a cogliere proprio grazie all'impostazione stilistica, ai continui rimandi che si verificano nel testo; ogni parola ha un suo perché, ha una ragione d'esserci e d'essere in una data riga anziché in un'altra. La regina all'inizio ha la testa tagliata e cade scomposta, in uno scenario dark con corvi gracchianti e sangue, mentre alla fine tiene la testa tra le mani "come un mazzo di fiori". In sintesi, direi che la forma con cui racconti la storia è sposa del suo contenuto, cosa che spesso si rivela molto impegnativa. I miei complimenti!
Titolo e introduzione: 8/10
Al titolo ho assegnato 3/5, all'introduzione 5/5. "No one ever mentions fear" rimanda a Anastasia e non solo: anticipa lo stato d'animo della tua Hermione alle prese con una nemica subdola, suggerendo l'idea che l'utilizzo della fiaba non si rivelerà sterile o superficiale - tuttavia preso in sé non mi dice nulla. È un titolo che non mi affascina, lo trovo muto, non mi trasmette niente. L'introduzione, invece, mi sembra bellissima: frasi secche, essenziali, dal tono distaccato, come di chi vuole farci entrare un passo alla volta e con discrezione dentro la storia. Non so perché, ma il dettaglio su cui mi sono soffermata di più è quel "tra la neve". Tutte queste sensazioni di distacco e freddezza, per assurdo, si sciolgono e sfumano in una delicatezza di fondo che controbilancia la situazione non appena si legge "neve". Credo che l'introduzione inviti a iniziare assieme a Rose la ricerca di Hermione e che essendo criptica invogli il desiderio di svelare il mistero, di rimuovere la neve strato dopo strato per vedere cosa vi si nasconda. Mi è piaciuta molto.
IC: 15/15
Astoria è una presenza lieve, eppure riesce ad avere un ruolo cruciale nella vicenda: Theo la descrive come una donna a cui manca "quel qualcosa", eppure lei sembra aver capito più di tutti sulla sparizione di Hermione. Mentre la sarta le cuce l'abito su misura, i suoi sorrisi in realtà dicono "andiamo via", così come Hermione, a mezze labbra, dice "portatemi via da qui" in una foto - e ancora, Astoria sorride come una sirena nel suo ritratto, proprio come la regina nominata nell'introduzione. Credo che le due donne rappresentino le regine gemelle, le regine che non sentono di essere nel posto giusto, le regine che continuano a cercare la loro strada - che dire poi del fatto che Rose ha avuto un parto gemellare? O di Theo che ha un dente d'oro - "c'è una regina d'oro" - a cui una puttana ha cercato di squarciare la faccia - "dicono che sia la leggenda della regina squarciata"? Insomma, analogie a tratti inquietanti. La dualità è un tema ricorrente nella tua storia, si mostra ripetutamente, non in maniera diretta, ma come un dettaglio in più da cogliere; si riflette anche nella ricerca di ognuno dei personaggi, personaggi che dicono e non dicono, personaggi che si svelano a metà. Essendo la narrazione criptica magari mi sbaglio su tutto, ma il fatto che la lettura apra le porte a diverse interpretazioni è sicuramente un punto a tuo favore: un po' di mistero, se ben sfruttato, non rende piatti i personaggi, anzi, invita a svelarli strato dopo strato. Un po' come succede con la neve nell'introduzione. Il tutto crea un effetto armonico, una coesione testuale fra stile e caratterizzazione. I tuoi Rose e Scorpius per associazione rimandano proprio alla neve stessa. Lei è fragile, lui "sbiadito" e "opaco". La fragilità esteriore di Rose contrasta però con la sua forza interiore, con la sua ostinazione e la sua perspicacia: lei aspetta sua madre per sposarsi e non dice "se", ma "quando tornerà", lei sa che Draco, colui che ai tempi di Hogwarts era nemico dei suoi genitori, può trovare Hermione. Rose ride e dall'alto delle sue convinzioni concede rivelazioni smozzicate. E la dualità si riflette anche in Rose paragonata ad Astoria, l'altra donna che sorride e sembra sapere molto - "Come si dice? Ama il tuo nemico?", l'altra donna fragile esteriormente l'altra donna però forte delle sue convinzioni. Draco, invece, il Dimitri che cerca soldi, ricorda il boia che chiede perdono alla regina dopo averla decapitata, ma in questo caso dovremmo dire: "Dopo aver cercato di decapitarla", perché nel momento in cui trova Hermione trova qualcosa di più prezioso del denaro.
Utilizzo fiaba: 15/15
Interessante e originale. La presenza del cartone si avverte costantemente, dall'inizio alla fine della storia, e non sono tanti i rimandi concreti a dimostrarlo, bensì quelli metaforici. Mi piace da morire il ruolo centrale che hai attribuito al tema della ricerca, perché è quello che mi è più caro se penso ad Anastasia. La ricerca si riflette in ognuno dei personaggi, persino in quelli che hanno un ruolo più marginale come Theo. Per Draco, proprio come per Dimitri associato ad Anastasia, Hermione in sé non è un fine. Draco parte per riportare una nonna ai suoi nipoti, perché è arenato in una vita statica e monotona e vuole riempirla con un viaggio, perché vuole essere riconosciuto del merito che nessuno è ancora riuscito ad avere: portare a casa una donna scomparsa da anni, una donna che né marito, figli e migliori amici riescono a trovare; quando parla con Theo dice che sarebbe disposto a "spacciare l'aceto per del vino", gli importa solo di sanare il danno causato dalla scomparsa di Hermione, perciò è vicino al Dimitri che cerca soldi e sosia, al Dimitri che trova la vera Anastasia e poi torna a casa avendo trovato qualcosa di più prezioso. Hermione parte e va a vivere in Siberia, tra la neve, nascosta al mondo e persino alla se stessa del passato, divenendo non tanto diversa da Anastasia che perde la memoria. Hermione difatti dà l'impressione di aver perso se stessa, o meglio, di non essersi mai "trovata". Se Anastasia cerca la sua famiglia, Hermione è proprio da questa che si allontana, e lo fa per sua scelta: le due ragazze si somigliano per indole, ma la loro storia ha dinamiche differenti. Apprezzo il fatto che tu non ti sia limitata a ricopiare pari pari i fatti del cartone, hai creato una trama tua, nuova, che prende Anastasia e la porta nel mondo di J.K.Rowling con spontaneità. A tal proposito trovo che la scelta di presentare protagonisti ormai pienamente adulti sia vincente, data la situazione delicata da trattare, le circostanze anomale e il tipo di legame che intercorre fra Draco e Hermione nel canon. Un uomo e una donna che hanno ormai superato i cinquanta e più possono avere un confronto e scoprire qualcosa di diverso dall'odio l'uno nell'altra, perché sono capaci di mettere da parte le scaramucce e il rancore passato meglio di due adolescenti. Originale e ben congegnato il ruolo di Rose, che con il suo fare discreto e a tratti apparentemente onnisciente sembra divenire parte dell'ambientazione stessa: è come la neve, non s'impone con violenza, aiuta Draco a trovare Hermione perché ha capito cosa potrebbe diventare per sua madre. Che dire poi dei riferimenti alla famiglia Romanov e dell'ambientazione in Siberia? Costituiscono un tocco in più, specie i paesaggi freddi, perché si adattano allo stile e alla malinconia di fondo che permea ogni riga.
Gradimento personale: 9/10
Questa storia è diversa da tutte quelle che ho letto, ha un'impronta tutta sua e di qualità. La trovo estremamente armoniosa, dallo stile alla caratterizzazione, dall'introspezione all'ambientazione: ogni elemento combacia con gli altri come se fossero parte di un unico corpo perfettamente coordinato. L'incipit è veramente pazzesco, evocativo e coinvolgente. I rimandi ad Anna Bolena mi sono piaciuti tantissimo, così come mi sono piaciuti l'alone di delicatezza e mistero che permeano l'intera storia. Avrei solo voluto più spazio dedicato alle ragioni della partenza di Hermione, qualche risposta in più sul perché della sua scelta, ma per il resto non ho nulla da ridire. Il modo in cui hai collegato Hermione ad Anna Bolena va quasi per immagini, come se la tua storia non fosse fatta di parole, tanto le descrizioni erano d'effetto. Non mi resta altro da fare, se non dirti complimenti per il meritatissimo primo posto!
Totale: 66.9/70 |