6^ classificata al contest "La rivincita dei piccoli fandom – II edizione"
LittleWillow_ – Oasis Il sogno è finito (P.S.: Ti voglio bene)
Titolo 3/5 → il titolo è carino, non particolarmente interessante, ma con l’aggiunta del post scriptum incuriosisce almeno un po’.
Sinossi in 200 parole 1/5 → una frase generica e una frase presa dal testo che, tra l’altro, presenta tre errori (“sighiozzi”, errato uso del trattino e spazio tra il punto fermo e le virgolette della citazione); in pratica non è una introduzione alla storia.
Formattazione 3/10
– Il testo non è giustificato → 0 punti;
– Manca la rientranza sul margine sinistro → 0 punti;
– Sono assenti corsivi, grassetti, sottolineati per cui questo punto non è valutabile → – punti;
– Impostazione interlinea e paragrafi → 2 punti;
– Corretto utilizzo dei simboli grafici (apici, virgolette, trattini) → corretto l’uso delle virgolette, ma quello del trattino è completamente sbagliato: usi il trattino corto (-) al posto di quello medio (–); inoltre usi parentesi tonde e trattino per la stessa funzione: 1 punti.
Grammatica ed ortografia: 8/10 → ci sono alcune sviste ortografiche, ma la grammatica è pressoché perfetta. La cosa più grave mi pare sia la mancanza di punto fermo al termine di alcune frasi, ma lo vedremo poi.
Stile/lessico: 7/10 → pur non amando la scrittura al presente, ho trovato la fanfiction piacevole e persino coinvolgente. Stile e lessico sono semplici e adeguati. Quello che ti penalizza è che ci sono tanti, ma parecchi piccoli errori.
Originalità: 3/5 → le tematiche che affronti non sono tra le più originali. Non essendo mai stata una fan degli Oasis non so quanto ci sia della loro storia e quanto sia speculazione dei fan, in ogni caso ti sei mossa bene dipingendo il rapporto tra i due fratelli e le conseguenze della fine di questo rapporto, anche se il “come” si sia deteriorato è rimasto un po’ nebuloso (ma forse solo per me che non li conosco per nulla).
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10 → si potrebbe dire che l’intera storia ruota intorno al modo di essere dei protagonisti, attraverso la storia della loro infanzia hai sviluppato le loro personalità, li hai mostrati bambini, già segnati, diversi, e adulti, ormai su strade diverse, riuscendo a renderli in modo chiaro.
Contestualizzazione: 10/10
– attinenza al tema del contest → 4 punti;
– rating: giallo → 2 punti;
– genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico → 2 punti;
– avvertimento/nota: Tematiche delicate → 2 punti.
Totale: 43/65
“[...] perchè [...]” → attenta all’accento: “perché”
“[...] piccoli pugnetti.” → ridondante: se già precisi che sono piccoli è inutile usare il diminutivo. Se usi il diminutivo, è ovvio che siano piccoli.
“[...]ed è così facile - forse è [...]” → doppio spazio dopo “facile”; il trattino corto (te lo segno solo qui, ma vale per tutto il testo) si usa esclusivamente per unire le parole composte (la squadra rosso-nera) e non va seguito né preceduto dallo spazio; il trattino da usare per gli incisi è quello medio (–), che va preceduto e seguito dallo spazio, tranne quando a seguire è la virgola.
"E' [...]” → il segno grafico per la “è” maiuscola è “È”.
“ E'proprio [...]” → segno grafico per la È e mancanza di spazio prima di “proprio”.
"Sapevo che non l'avresti fatto, Noel." dice, [...] "Mi vuoi troppo bene e sai che sono troppo bello"→ dopo “Noel” hai messo il punto fermo, seguito dal verbo reggente con la lettera minuscola: la minuscola va bene, ma il punto no. Sarebbe opportuno usare la virgola all’interno delle virgolette al termine di ogni battuta non terminante con un punto fermo/esclamativo/di domanda. Dopo “bello”, per contro, non hai messo nessun punto sebbene la frase sia conclusa.
“La memoria corre lontana a tutte le volte in cui lui [...]” → tra “lontana” e “a” serve una virgola; doppio spazio tra “cui lui”.
"Non dire cazzate, Ourkid" dice Noel, improvvisamente, e non gli importa nemmeno del fatto che sarebbe sua madre a dargli uno scappellotto a sentirlo parlare così con suo fratello "Tu non vai […]" → prima di “Tu non vai...” non c’è nessun punto fermo che giustifichi l’uso della maiuscola.
“[...] urlargli contro ogni qualsiasi tipo di insulto” → “ogni qualsiasi” è ridondante, anche se credo potrebbe essere un refuso dovuto ad una correzione.
“su quanto su quanto” → ripetizione.
“ […] tolta la rabbia che prova per suo fratello in quel momento, [...]” → tutta la storia è al tempo presente, quindi è “questo” momento, e non “quello”.
“[…] Liam non se lo perdonerebbe mai anche se lo ha fatto proprio incazzare e -” → il simbolo corretto per l’interruzione/sospensione è i tre punti. Ho visto usare altre volte il trattino (generalmente medio, lungo in alcuni testi inglesi). Lo usi anche in altre occasioni, ma te lo segno solo qui.
“No, Liam si smentisce mai.” → manca un “non”.
“(Ogni volta che [...] in salotto)” → manca il punto fermo dopo la parentesi.
“Quando incrocia il suo sguardo, non può fare a meno di abbassare il suo” → abbassare il “proprio”.
“[...] dire appena una frase, come se non ci fosse bisogno di altre spiegazioni:
"Liam è di sopra" mormora e non sa se lo sta dicendo a suo padre o a sua madre o -
(Oppure a sé stesso, per ricordarsi di non urlare.
In fondo, è vero: c'è Liam di sopra.)” → mantengo gli a capo di queste quattro righe, che sono proprio il problema: perché sei andata a capo dopo i due punti? Perché sei andata a capo a metà di un inciso tra parentesi? Anche qui usi il trattino breve per la sospensione della frase; il punto fermo va fuori dalla parentesi e non dentro.
“[...] perchè lo ha chiuso dentro e perché [...]” → accento del primo “perché”; doppio spazio prima del secondo.
"Che cazzo ti è passato per la testa adesso Ourkid?” → manca la virgola prima del vocativo “Ourkid”.
“[...] lascia solo la luce della piccola lampada sul comodino accesa. "Metti a posto [...]" → “piccola lampada accesa sul comodino”; doppio spazio dopo il punto.
“([...]. Ma ormai cosa ci prova a fare?) → manca il punto dopo la chiusura della parentesi.
“[...] lui non la vuole prendere - non nel modo [...]” → doppio spazio dopo “prendere”.
“E' sempre bravissimo [...]” → simbolo grafico della “è” maiuscola.
“sighiozzi” → singhiozzi.
“[...] prima di dire:
"Sei un rompicoglioni, Ourkid" → di nuovo sei andata a capo dopo i due punti.
“Ma non potrei mai odiarti" → manca il punto fermo.
“( Se Ourkid fosse sveglio [...] ha teso una manina verso di lui) → spazio dopo la parentesi aperta; manca il punto fermo dopo la parentesi chiusa.
“[...] momenti in cui un bicchiere o un acido non basta a sopperire il trauma di un'infanzia rubata. Momenti in cui [...]” → un bicchiere o un acido non “bastano”; doppio spazio dopo il punto fermo.
“porta il suo stesso sangue.” → “ha” il suo stesso sangue.
“[...] non è in sé e si vede - e un brivido […] → doppio spazio dopo il trattino.
“([...], o forse è solo sorpresa) → manca il punto fermo.
“[...] , Noel sente spezzarsi assieme a loro anche gli Oasis […] → doppio spazio prima di “Noel”.
“[...] , ma non può pensare a questo adesso […]” → doppio spazio dopo “ma”.
“( E' assurdo, pensa Noel, prima di sparire, e quasi soffoca nei singhiozzi che non ne vogliono sapere di lasciarlo stare - perché c'è un mondo [...]” → simbolo grafico sbagliato per la “è” maiuscola; doppoo spazio prima di “perché”.
“[...] , il cielo è azzurro e non c'è nemmeno l'ombra di un senso di colpa nei suoi occhi.) → punto fermo nella posizione sbagliata.
“([...] per sperare di non vedersi mai più e perché lui e Liam [...]” → doppio spazio dopo “più”.
“[...] e che non lo stia aspettando.) → punto fermo nella posizione sbagliata.
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