Recensioni per
Rinasceremo e staremo insieme – in un'altra favola
di Ayumu Ena

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Grammatica e stile: 9,5/10
 
È praticamente perfetta, per cui scusami se troverò davvero poco da dire.
 
“E, per un attimo, il vigliacco che si trascina ancora nel suo petto lo lasciare respirare” refuso di battitura: “lo lascia respirare”
 
“mentre è ancora sdraiata sul quel giaciglio scomodo” altro refuso: credo che intendessi “sdraiato”
 
“Vicino allo stomaco, la morte lo chiamava a sé” il racconto è al presente, per cui credo che quell’imperfetto debba essere cambiato in “la morte lo chiama a sé”. Avrei capito se si fosse trattato di un’azione antecedente al tempo di narrazione, purtroppo però non mi pare proprio che sia questo il caso.
 
Et voilà, questo è quanto. Considerando che i primi due sono chiaramente errori di battitura e che l’ultimo è – ne sono piuttosto certa – dovuto ad un momento di distrazione o di fretta, tutto sommato il bilancio è estremamente positivo. Un’unica cosa, riguardo alla punteggiatura: non è una cosa obbligatoria, però in frasi come “Okay basta” o “Sta’ giù brutto idiota” trovo che sarebbe più elegante inserire una virgola – quindi otterresti rispettivamente “Okay, basta” e “Sta’ giù, brutto idiota”.
Il tuo stile, come al solito, è incantevole. Riesci ad alternare registri bassi [come in frasi riconducibili prevalentemente all’ambito del parlato, ad esempio le sopracitate “    Okay basta” e “Sta’ giù brutto idiota”, o ancora “una di quelle che avrebbe fatto incavolare Iwaizumi”] ad altri decisamente più alti [cito il periodo “Hajime non può raccoglierli, perché il ragazzo dai crini caffè-latte sperpera le emozioni di notte, quando l'oscurità vela l'udito dei soldati” perché trovo che possieda un’eleganza rara, soprattutto per l’uso che hai fatto del verbo “sperperare”, i miei complimenti!]; probabilmente, in un altro contesto, tutto ciò stonerebbe decisamente di più, dato tuttavia l’ambiente crudo militare e lo sfondo – presumibilmente – di una guerra (ti dirò, quando ho letto della neve mi è venuto da pensare al primo conflitto mondiale, quando uomini comuni erano costretti a combattere in insidiose battaglie mortali sulle Alpi – per cui, volendo, si potrebbe dire che il nemico numero uno da sconfiggere era proprio il gelo) il contrasto non è per nulla nocivo per la storia, anzi, direi che gli è di giovamento. Le scene più drammatiche, inoltre, sono rese in maniera eccellente, in primis la morte di Tōru, ma anche il momento in cui Oikawa ripercorre l’inutile eccidio che ogni guerra, inevitabilmente, comporta. Davvero impressionante, complimenti ancora!
 
Caratterizzazione: 10/10
 
E qui, inevitabilmente, punteggio pieno meritato. Non solo ho ritrovato Oikawa e Iwaizumi, inoltre è impossibile non notare lo sforzo di adattamento della caratterizzazione al periodo storico scelto – ovviamente il tutto è assolutamente ben riuscito!
Dico questo perché, come ti ho detto, la mia mente ha collegato in automatico questa storia alla Prima Guerra Mondiale (1915-1918, XX secolo). Magari non era tua intenzione trattare questo specifico periodo, soprattutto perché nell’introduzione hai scritto “War!AU” ma non c’è da nessuna parte – nel testo, nelle note d’autore e né tantomeno nell’introduzione stessa – riferimento a quella guerra in particolare, o quantomeno io non l’ho trovato da nessuna parte. Tutto questo discorso per poter arrivare a dire che, qualora la storia fosse ambientata per l’appunto nel secolo scorso, troverei le insicurezze di Tōru ancor più motivate, giacché l’omosessualità non era per niente ben vista all’epoca. Oikawa confessa il suo amore ad Iwaizumi di notte, quando nemmeno il moro può sentirlo, probabilmente per paura di essere rifiutato, perché teme che il suo migliore amico possa non corrispondere i suoi sentimenti e che, addirittura, possa arrivare al punto di respingerlo o di schernirlo. Oikawa, allora, tace ciò che realmente prova, lasciando che l’unica testimone di questa verità sia la notte silenziosa.
Nel complesso, Oikawa è un personaggio molto difficile da gestire e da muovere, non ho dubbi tuttavia che, qualora dovesse ritrovarsi in una circostanza del genere, non esiterebbe nemmeno un secondo a comportarsi nello stesso, identico modo. Capita spesso di vederlo etichettato come una “brutta persona”, tuttavia, se lo si osserva attentamente, ci si rende conto che molti dei suoi comportamenti (che, volendo, potremmo definire “intimidatori”) non sono nient’altro che uno scudo dietro cui Tōru nasconde un altro lato di sé. Ed è esattamente questo che accade nella tua storia: Oikawa non si lascia andare ad uno sfacciato “ti amo”, no, sarebbe stato fin troppo semplice e così poco da lui; non rivela direttamente ad Hajime ciò che realmente prova per lui, preferisce farlo confidandosi ad un intermediario, la notte. Magari un giorno glielo dirà, chi lo sa: per ora, Oikawa sa che non è ancora giunto il momento delle grandi rivelazioni.
Anche in punto di morte Tōru resta fedele alla sua caratterizzazione originale, poiché l’unica cosa a cui riesce a pensare è il rimpianto di non aver confessato ad Iwaizumi i suoi sentimenti in un momento in cui il moro avrebbe potuto effettivamente sentirlo. Suona quasi come una battuta: Oikawa sta morendo, eppure non è triste di questo in sé per sé – o quantomeno, questo non è il suo più grande dispiacere – bensì per non aver confessato il suo amore al proprio migliore amico. Un’amara constatazione, ironia del destino piuttosto infelice, se vuoi: c’è una punta di sarcasmo, che ben si addice alla caratterizzazione di Tōru. Brava!
Iwaizumi compare per molto meno tempo, è un po’ un “personaggio passivo”, in questa storia, perché tutti – o quasi – i pensieri e le azioni di Oikawa si riversano su di lui, però entra in azione solo per pochi frangenti. Nonostante ciò, nel poco tempo in cui i riflettori della storia si puntano su di lui, spicca chiaramente in tutto il suo splendore: non perde occasione per rimproverare il suo migliore amico, prima quando gli dice di strare giù e poi nel momento in cui gli intima il silenzio, cercando di fargli preservare il fiato e le forze. Quando, infine, si rende conto che ormai non c’è più niente da fare e che Oikawa gli è morto tra le braccia, si lascia andare allo sgomento e al dolore, gridando, mentre la neve continua imperterrita a cadere. Non sa quale sia il bacia a cui ha fatto riferimento Tōru, poco prima di morire, eppure capisce solo ora i sentimenti che l’amico gli ha a lungo taciuto e che non ha mai avuto la possibilità di poter ricambiare, ecco perché lo bacia, sebbene sia consapevole lui stesso che quello non sia altro che un addio.
Perfetto. I brividi, davvero.
 
Rimpianto (o rimorso): 10/10
 
Rimpianto -  Tōru rimpiange di non essere riuscito a fare le cose come si deve.
 
Dunque, tu hai deciso di trattare un rimpianto, ossia – fondamentalmente – quello di Oikawa che non è riuscito a confessare i suoi sentimenti ad Iwaizumi nel modo in cui avrebbe voluto.
Beh, se devo valutare quanto il rimpianto sia ben inserito/ben gestito all’interno della trama direi che qui ci siamo alla grande: la storia, di per sé, è molto corta, per cui si ha ancor di più la percezione che ogni cosa ruoti attorno ad esso – anche se, fondamentalmente, è proprio così che vanno le cose. Tōru è innamorato di Hajime, tuttavia, complici i motivi già ampliamente approfonditi nel parametro “Caratterizzazione”, non riesce e non è riuscito a confessarglielo. Nella sezione successiva della storia, infatti, assistiamo alla dipartita di Tōru: quest’ultimo, prima di morire, rivela al suo amato quel bacio a lungo taciuto. Trovo che il rimpianto sia ben reso, soprattutto data la tragica conclusione della vicenda.
 
Gradimento personale: 10/10
 
Credo si sia già largamente intuito nei parametri precedenti, ma la storia – ovviamente – mi è piaciuta. Amo questa coppia, inoltre la tua caratterizzazione fa emergere al meglio i personaggi di Oikawa e Iwaizumi che tanto amo. Per me una bella storia è un testo curato e grammaticalmente corretto sotto ogni aspetto, nonché una trasposizione perfetta dei caratteri originali dei character che si vanno a trattare… e beh, questa storia ha entrambi gli elementi sopra citati, senza ombra di dubbio. Lo stile, infine, è quasi magico, il che mi ha fatto amare la storia ancora di più. È un’AU – e io adoro le AU – davvero ben gestita, l’atmosfera della storia è pregna di angst, dato il contesto della guerra e io vivo praticamente di angst, inoltre la conclusione drammatica è la ciliegina sulla torta, oltre a sposarsi alla perfezione con la storia stessa. So di suonare monotona, ma – davvero – non riesco a dirti nient’altro se non “complimenti”.
 
Titolo e impaginazione: 5/5
 
Il titolo è insieme romantico e delicato, nonostante faccia presagire già la conclusione drammatica della fanfiction. E niente, non so bene che cosa dire se non “mi piace un sacco”.
Anche l’impaginazione la trovo perfetta: precisa, elegante ed ordinata. Nulla di particolarmente complicato, ma che – a maggior ragione – risulta ottimale e fa la sua bella figura, invogliando il lettore alla lettura, partendo dal testo giustificato al rientro da ambo i lati, passando per il titolo scritto in cima alla storia, con caratteri ben visibili e di un colore gradevole. Grandezze e font sono a posto, per cui non trovo proprio motivo di lamentarmi, complimenti anche qui.
 
Totale: 44,50/45

Recensore Veterano

Finalmente riesco a lasciarti una recensione, e mi stupisco che nessuno l’abbia fatto prima. PRONTO GENTE? E’ UNA STORIA ANGSTISSIMA SU OIKAWA E IWAIZUMI, CHE COSA PRETENDETE DI PIU’ DALLA VITA?
Oltre al fatto che io ho una deviazione mentale e amo le War!AU con tutta me stessa, sarà che sono un’appassionata di Storia Contemporanea. E ti giuro, l’ambientazione che hai descritto mi ha ricordato tantissimo quella della Prima Guerra Mondiale, dove la fatica e l’instabilità mentale erano a livelli altissimi. In particolare, mi sono partiti gli Ungaretti feels (??), soprattutto quando hai descritto il cielo, E SI STA COME D’AUTUNNO SUGLI ALBERI LE FOGLIE *piange tutto*
Ho trovato molto ma molto realistico il fatto che Tooru, arrivato a quel punto, si chieda se esista effettivamente un’entità superiore, arrivando a invocarla anche se non ci crede. E il suo desiderio più grande è quello di dormire per il resto della sua vita vicino a Hajime.
La descrizione del bacio, COSA NON E’, anche se la mia parte preferita è stata quando descrivi la morte di Tooru. Sì, ho dei problemi. Secondo te perché mi piace la Storia Contemporanea? PERCHE’ E’ UN SUSSEGUIRSI DI TRAGEDIE CHE SPESSO L’UOMO DIMENTICA! *la menano*

«Mi dispiace di averti baciato» non riesce a dire altro, il suo cuore si spegne, la luce dei suoi occhi attraversa quelli di Hajime in un addio muto. Hajime non capisce, non sa a quale bacio si stia riferendo, il dolore è troppo grande anche solo per credere che lui sia inerme tra le sue braccia.
«Non è vero» pronuncia Iwaizumi, gli occhi spalancati. Perché quello è l'ennesimo incubo, giusto? «Non è vero...» dice quasi urlando, cogliendo dolcemente il viso di Tōru fra i suoi palmi ruvidi. In quel momento potrebbe anche morire che non farebbe alcuna differenza. Le lacrime lavano via il sangue ancora fresco sulla cute di Oikawa e la voce del soldato, inginocchiato, non sfrigola più nel vento pungente dell'alba. China il capo, Iwaizumi, e il gusto del ferro e delle gocce salate accompagna quell'ultimo bacio.


Ho potuto percepire il dolore di Hajime. No, davvero, l’hai descritto talmente bene che credevo di star assistendo a una scena di un film, poiché la mia mente era già volata via con la fantasia. E vedere il mio Iwaizumi che soffre così… Vederlo mentre scuote inutilmente Oikawa… Ti giuro, ho letto questa storia all’una di notte, e mi sono ritrovata  a singhiozzare. E lo sto facendo anche adesso…

Che dire, questa storia è una meraviglia, vola subito tra le ricordate <3 
Spero di rivederti presto, tesoro, abbiamo bisogno di cose tanto belle in questo fandom! <3 
Ora, se permetti, vado a rileggermi le poesie di Ungaretti :’)
_Lady di inchiostro_