Recensioni per
Demons
di Chiharu

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/01/20, ore 22:35
Cap. 1:

Buonasera.
Premetto di non conoscere il cantante, ma nonostante ciò ho apprezzato tantissimo la storia e mi unisco al dolore per la scomparsa del protagonista.
In questo racconto hai espresso il "male di vivere", quando è la vita a fare troppo male, un male così profondo da stancare...
"Non voleva più raccogliere i pezzi, voleva che si tenessero insieme da soli". Accade che si arriva al limite, tutto si complica, la testa è affollata da pensieri e il cuore da sentimenti contrastanti, che battono, fanno rumore e si vorrebbe solo la fine, silenzio.
I traumi del passato influenzano intensamente il presente; riguardo a ciò ho apprezzato particolarmente la riflessione che allude all'immagine delle ferite sanguinanti.
Complimenti, hai tratto tematiche delicate con la sensabilità adeguata.

Buona serata,

-Bigin

Recensore Master
23/01/20, ore 18:44
Cap. 1:

Ciao!
Io mi chiamo Giulia e sono qui anche se non sono una fan dei Linkin Park. Non che non mi piacciano, anzi, conosco alcune delle loro canzoni e adoravo la voce di Chester, soprattutto in "Nobody Can Save Me Now", ma semplicemente non li ho mai seguiti. Ho saputo della notizia della sua morte molto in ritardo, e quando è stato così sono rimasta abbastanza scossa. Poco più di cinque anni fa, la mia migliore amica si è suicidata. E' stato come perdere una sorella, un pezzo di me che non tornerà mai più. Quando si perde qualcuno , soprattutto in questo modo, restano domande senza risposta, dubbi, sensi di colpa che ti seguono per tutta la vita e un dolore che non se ne andrà mai. o almeno, per me è così. Ho deciso di leggere questa storia per... perché in parte mi ritrovo in alcune sue riflessioni, a causa di altre cose che sono successe a me e che non posso dire in una recensione, cose molto brutte. E per capire quali possono essere stati i suoi pensieri, domandandomi se anche la mia amica possa aver provato qualcosa di simile.
Cominciamo, dunque.
In particolare, mi ha colpita il fatto che il sorriso amaro sia scomparso sia con la musica sia, soprattutto, ascoltando il respiro di sua moglie e pensando ai propri figli, si vede che li ama con tutto il cuore. E poi, mi sono ritrovata molto in questo passaggio:
"Per quante volte riuscisse a rimettersi in piedi, a risalire dal baratro, gli sembrava che certe ferite non sarebbero mai guarite. Quel sordo dolore che sentiva, lo portava ad erigere muri fra sé e gli altri, lo portava a credere che non ne sarebbe mai uscito."
Io sto così almeno da dieci anni a questa parte. Mi sento ancora così, adesso, molte volte, ma sono riuscita per fortuna da tempo ad abbattere quel muro, a lasciarmi aiutare. Da quando la mia amica è morta soffro di depressione, attacchi di panico e ansia e ho iniziato a curarmi, sia farmacologicamente che andando in terapia, e ho una famiglia e delle amiche fantastici che mi stanno accanto, anche se spesso non è facile dire ciò che provo. Capisco bene la sensazione di pensare che le ferite non guariranno mai, che non si uscirà mai dal baratro, dal dolore e che anzi, magari si finirà sempre più giù fino a toccare il fondo. Perché magari un giorno pensi di esserne venuto fuori e invece quello successivo ci sei di nuovo dentro. Se ho capito bene, lui si è sentito in questo modo, o almeno tu hai immaginato che fosse così.
Oh mio Dio, quando l'uomo gli ha chiesto se avrebbe voluto giocare mi si è gelato il sangue. So che aveva subito degli abusi, ma si sa da chi? Non riesco nemmeno ad immaginare quanto violenze del genere siano terribili, quanto cambino e segnino la vita per sempre. La mente di un bambino abusato cambia completamente dopo una violenza, si trasforma, non è più come quella di un bimbo che non ha subito nulla. Per caso si sa se si era fatto aiutare per quelle violenze da medici, genitori, andando in terapia? Oppure non si sa proprio niente a riguardo? Non capisco come certe... persone possano fare cose così schifose, né so se si possa chiamarle persone, in realtà. Fanno troppo schifo, forse, per essere ritenute tali. Ho letto che a volte gli abusatori hanno subito a loro volta violenza, ma questa non è una giustificazione per far del male agli altri.
Mi ha colpita il fatto che il Chester adulto volesse aiutare i lbambino con tutto se stesso ma che non sia riuscito a fermare l'altro uomo, non potendo nemmeno sfiorarlo. Incubo sconvolgente, non riesco nemmeno ad immaginare. E poi pensare che lo tormentasse da anni... terribile davvero. E tu hai parlato di questo possibile sogno con un realismo incredibile, bravissima!
"Quell’incubo continuava a perseguitarlo da anni, da quel maledetto giorno. Sembrava che la sua mente volesse sbeffeggiarlo tormentandolo con i ricordi più dolorosi che si portava dietro, come a dimostrargli che era un illuso, che non poteva farci nulla. Era un povero illuso che nulla poteva contro i suoi demoni. Le ferite che la vita gli aveva inflitto sanguinavano ancora, lo avevano cambiato per sempre, rubandogli tutto. A volte si chiedeva come facesse a vivere ancora nonostante tutto.
Cosa poteva mai mancare ad un cantante affermato che aveva amici, una bella famiglia, fama e soldi?"
L'immagine delle ferite che ancora sanguinano è molto impattante, io dico spesso che mi sento così alla psicologa. Quel "rubandogli tutto" mi ha pietrificata, parole davvero forti ed efficaci che fanno capire quanto una violenza possa rovinare una vita. Eh, a volte la fama, i soldi, la famiglia non sono abbastanza per sconfiggere il dolore, purtroppo non riescono a rimarginare tutte le ferite. In questi anni ho imparato che puoi essere circondato da mille persone che ti vogliono bene, ma se non riesci tu a far pace con i tuoi demoni non ne uscirai mai. Solo che a volte è impossibile farci pace davvero, o imparare a conviverci. E' un lavoro che io stessa sto ancora facendo su di me e che lui, purtroppo, non è riuscito a fare.
"Da sempre sentiva un vuoto dentro di sé, come se qualcuno gli avesse rubato un pezzo del puzzle che era la sua vita. Nulla riusciva a farlo sentire davvero in pace con se stesso. Quando rimaneva da solo a pensare, quando cercava di affrontare la sua coscienza, le sue paure, c’era qualcosa dentro di lui, una voce, un altro se stesso che gli urlava dietro di essere una nullità, che non importava quanto si sarebbe impegnato, non avrebbe mai potuto liberarsi di ciò che era stato, dei soprusi subiti, delle violenze. Sarebbe rimasto per sempre quel ragazzino terrorizzato ed impotente, corrotto e sporcato dalla crudeltà del mondo in cui lui riusciva ad esistere appena. Appeso ad un filo, tra il lasciarsi andare e combattere per essere migliore. Era stanco."
Mi ritrovo nel vuoto che sembra aver portato via un pezzo di vita. Per fortuna, però, non ho passato quello che ha subito lui. In ogni caso, questo è un passaggio davvero molto intenso, d'impatto. Impossibile restarne indifferenti. Non ho quasi parole per descrivere quanto mi ha colpita. Sei riuscita ad entrare nella testa di una persona che ha subito abusi da piccola e a tirare fuori quelli che potrebbero essere stati i suoi pensieri più profondi, più oscuri, più dolorosi. Non è cosa facile, affatto, e ti faccio i miei migliori e più sinceri complimenti per questo. In particolare ho apprezzato il momento in cui dici che lui esisteva appena nel mondo che l'aveva sporcato, segno che quello che ha passato gli ha prosciugato ogni energia, anche se lui - non sapendo nemmeno bene come - è andato avanti o almeno ci ha provato, perché non so quanto lo si possa fare dopo una cosa così orrenda.
"I ricordi gli riempivano la mente, alimentando le fiamme che da tempo gli bruciavano il cuore. Come si può spiegare un dolore del genere a parole? Ne aveva passate tante, lui. Aveva tentato ogni strada per liberarsi da quella gabbia in cui viveva, era arrivato ad autodistruggersi e nulla aveva funzionato.

“Patetico.” Pensò sorridendo debolmente. Poteva cantare quanto voleva e riversare il suo dolore nella sua musica come preferiva, ma lui era sempre lì. Si sentiva come un oggetto difettoso, non importava quante volte avessero tentato di aggiustarlo, non ci riuscivano mai. Sapeva che qualcosa non andava in lui, conosceva l’origine di tutti i suoi tormenti, i suoi demoni. Loro crescevano con lui."
Mi ha colpita (scusa se ripeto sempre queste parole) la parte in cui parli del fatto che lui si sente un oggetto rotto che nessuno riesce ad aggiustare perché anch'io, viste alcune cose che mi sono accadute, ho provato questa sensazione, così come quella di vedere i miei demoni crescere con me e che qualcosa non andasse, quel sentirsi sempre sbagliata, inadeguata, in qualche modo non normale. Per motivi diversi, ma so anch'io cosa significa e pensare che lui possa essersi, forse, sentito in questo modo mi fa davvero male al cuore perché nessuno, e ripeto nessuno, dovrebbe provare queste sensazioni.
Mi sono bloccata quando hai parlato di Chris, quando hai detto che era un'anima sensibile che riusciva a capirti anche senza parlarti, perché per me la mia migliore amica era così e mi è venuto da piangere, ma ora riprendo.
Il passaggio seguente è bellissimo. Bellissimo! Lo citerei tutto. Quindi Chester, come me, aveva perso un suo amico per suicidio. E' vera questa cosa? Comunque, se è così significa che sapeva cosa si prova, che conosceva tutto il dolore che comporta una perdita simile e anche qui, l'hai descritto in modo molto vero, segno che non aveva affatto superato quel lutto (cosa che me lo fa sentire vicino in questo senso). Mi sono ritrovata quasi del tutto nelle sue sensazioni, nei pensieri che ha riguardo quella perdita, a parte il fatto del perdono perché io non ce l'ho mai avuta con lei. Ma tutto il resto... sembrava parlassi di me, con quelle frasi. Mi hai fatto venire i brividi, mi sono sentita tremare fin dentro l'anima e non sto esagerando. Non aggiungo altro su questo perché il passaggio, per quanto mi riguarda, parla da solo e perché sono troppo emozionata e non saprei cosa dire di più.
Si vede, dalle righe seguenti, che Chester vorrebbe stare meglio, che il dolore sparisse, che ritornasse il sole come hai scritto. Desidererebbe vivere con tutto se stesso ma la sofferenza è troppo forte, rischia di soffocarlo, di annientarlo. Si sente stanco, non ce la fa proprio più, ha chiesto aiuto ma non è servito, non ha più speranza. E quando davvero non hai più speranza, beh, non c'è molto che tu possa fare, purtroppo. Io penso che non bisogni condannare il suicidio. O meglio, lo vedo in ogni caso come un atto sbagliato, però non riesco a condannarlo, perché anche se non la considero una soluzione ai problemi, non credo sia un atto di egoismo come dicono molti. Capisco chi lo fa, cerco di immedesimarmi in lui, nel suo dolore, nel fatto che non ce la faceva davvero più, che era così disperato che forse, forse, nient'altro avrebbe potuto tenerlo in vita. Nemmeno se stesso.
Certo, Chester in quel momento avrebbe potuto andare a chiamare la moglie, sfogarsi con lei, parlarle, piangere, urlare come di sicuro era già accaduto. Ma non l'ha fatto perché la stanchezza del suo cuore e della propria anima erano troppe, perché pensava che non sarebbe mai cambiato niente, perché soffriva troppo e voleva che tutto smettesse, che tutto si spegnesse. Penso ai suoi figli, a quanto debbano avere sofferto e dico:
"Ma ca***, avevi una famiglia!"
Però, appunto, non sempre basta.
"Credeva di essere andato avanti ma non ci era mai riuscito. Fino ad allora era semplicemente sopravvissuto. I ricordi si susseguivano come un film nella sua mente. Non riusciva più a sopportare il peso delle violenze e degli abusi. Gli sembrava che tutto il dolore di una vita intera gli si stesse rovesciando addosso in quel momento. Aveva un vago ricordo di una frase che aveva sentito dire una volta, sorrise amaramente tra sé, fra le lacrime, e pensò che, forse, era proprio vero che non tutti gli uomini sono fatti per vivere."
La frase citata (l'hai letta in giro o l'hgai inventata?) è davvero bellissima, fa riflettere ed è tristemente e dolorosamente vera. Mentre quella riguardo il sopravvivere... ancora una volta mi ci rispecchio. Sento che è da anni che non sto più vivendo ma sopravvivendo, per tanti motivi. Sto cercando di tornare a vivere, ma è una delle cose più difficili, se non la più difficile, di tutte.
Sto di nuovo piangendo e tremando dopo aver letto le ultime righe. Ha pensato alla moglie, ai figli, alle persone più importanti della sua vita ma l'ha comunque fatto, vuol dire che proprio pensava che non c'era più alcuna possibilità per lui di stare meglio, di far fronte a tutto, altrimenti - sono sicura - non li avrebbe mai lasciati. Si è impiccato, quindi. L'ultima scena mi ha fatto pensare ancora alla mia amica, mi sono chiesta cosa debba aver provato lei, se anche lei ha chiesto perdono.
Mi auguro che Chester, che sono sicura, da credente, si trovi in Paradiso, ora sia felice.
Bellissimo scritto, molto profondo e ben strutturato, con tematiche delicate trattate con rispetto, tatto e sensibilità, com'è giusto che sia.
Ti segnalo solo un piccolissimo errore di battitura, hai scritto "per l'ultima vola" anziché "per l'ultima volta".
Scusa se, oltre a dire cosa pensavo delle tue parole, ho anche fatto riflessioni su di me, spero non ti abbia dato fastidio.
Bravissima, davvero! Hai fatto un lavoro spettacolare.
Giulia

Nuovo recensore
03/09/17, ore 18:14
Cap. 1:

Leggere la tua oneshot, mi ha fatto riaprire la voragine che da giorni sto tentando di richiudere.
Malgrado sia straziante, è bellissima. Ho percepito non solo il dolore di Chester, ma allo stesso tempo il tuo.
Vorrei dire altro, ma le parole si dissolvono come neve al sole...
Ancora complimenti.