Recensioni per
Pieces of Johnlock
di Watson_my_head

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/04/18, ore 18:31
Cap. 2:

Da quanto leggo nelle tue Note introduttive, qualcuno, tra noi frequentatori del fandom, addirittura ti sottopone a pressione psicologica perché tu scriva cose prive di angst, consolatorie e rasserenanti. Certo che questo mi suscita parecchia tenerezza: del resto gli schiaffoni dalla vita li riceviamo tutti e posso condividere questo atteggiamento di ricerca di un po’ di serenità almeno nelle faccende tra quei due…
Però io trovo utile e piacevole la lettura, se scritta con cura ed attenzione, anche di una ff in cui dilaghi la tristezza e non ci sia, come esito possibile, un happy ending. Questo perché il meccanismo psicologico di “riparazione” delle “botte sui denti”, ricevute nella realtà, presuppone un confronto tra quello che ho vissuto e quello che sto leggendo: c’è sempre chi sta peggio, insomma.
A parte gli scherzi, non ritengo necessaria per un pezzo la connotazione assolutamente “fluff” se il contenuto è credibile, condivisibile anche dal punto di vista umano.
Qui ci siamo. Prima di tutto perché la forma epistolare è tra quelle modalità narrative, secondo me, che permettono una maggiore possibilità di esprimere direttamente i sentimenti che il mittente desidera comunicare: non ci sono osservazioni ambientali da fare o deduzioni su comportamenti significativi. Infatti è il cuore che scrive, con la mediazione della razionalità che, in questo caso, però, se ne sta in disparte, perché Sh sa già con certezza che ciò che scriverà non sarà mai letto da John (“…Perché è a me che scrivo, in realtà...”).
Più che un messaggio destinato ad essere ricevuto e letto, qui c’è, più che altro, un atto liberatorio di Sh nei confronti di ciò che sta soffocando la logica ferrea e la dispotica predominanza della ragione nella sua mente: sono i sentimenti che lo fanno trovare impreparato, assolutamente fragile ed incapace di reagire.
“…I sentimenti per me sono Credo che i sentimenti...”: molto espressivo quel barrato, di cui ti sei servita, per meglio esprimere, appunto, l’assoluta impreparazione del consulting di fronte alle richieste del suo cuore. La tragica consapevolezza di aver dovuto tacere al suo “conduttore di luce” la vera portata del suo piano ed i motivi reali per cui egli ha dovuto fingere il suicidio ma anche, secondo me, l’aver assistito, dal tetto del Bart’s, alla disperata e sincera reazione di Watson, l’hanno portato ad una maturazione umana davvero considerevole.
Se prima “caring is not an advantage”, ora la sua solitudine non è più una protezione dagli altri ma un peso immane da portare, doloroso soprattutto perché non c’è John vicino a lui.
Secondo me lo Sh che scrive è già la proiezione di chi ucciderà un uomo (Magnussen) per salvare tutto ciò a cui John tiene, di chi non troverà, al ritorno, altro conforto se non il ricorso alla droga per stordire il suo dolore, di chi sarà frainteso ed accusato di egoismo.
Tutto questo Sh non lo sa, non può prevederlo perché il John che ha lasciato non è più quello che ritroverà poi, noi lo conosciamo bene, quello svagato ed assente della S3, accecato dal risentimento per non essere stato fatto partecipe del piano per sconfiggere Moriarty.
Lo Sh che scrive è convinto di poter riabbracciare, stavolta senza più fraintendimenti, quello che è diventato il suo motivo per vivere, anche se prevede, da parte di John, un atteggiamento di rabbia nei suoi confronti ma, come ho già scritto sopra, non immagina nemmeno lontanamente che la fine di un’era è davvero stata scolpita in quel dannato marciapiede davanti al Bart’s.
Mi è piaciuto come hai fatto scrivere la lettera da Sh, con abbandono e sincerità, senza arroganza, senza la pretesa di dettare sempre e comunque le regole del gioco.

Recensore Master
21/01/18, ore 14:57
Cap. 2:

Eccomi anche qui :)
Questa OS è piuttosto particolare, c’è solo una lettera, per di più che non verrà mai letta, indirizzata a John.
Ma è un’idea che mi è piaciuta molto, perché penso ci siamo chiesti tutti molti spesso come si sia sentito Sherlock durante quei due anni, com’è stato vivere lontano da tutto, dalla sua casa, dal suo mondo, da John, con la consapevolezza del dolore che gli ha inflitto? Vivere due anni sapendo che la persona a cui si tiene di più ti crede morto e soffre per te, una sofferenza che non ha trovato fondo nella serie e che sono felice di aver riscontrato qui.

Recensore Veterano
08/01/18, ore 10:49
Cap. 2:

Questa OS mi ha fatto pensare ad una poesia di Bukowsky:
“Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?.
Mi piacerebbe riuscire a cercarti .
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci. E ricordami. E ricordati che ti penso, che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso ma non ti cerco”.

Una poesia che andrebbe benissimo dal punto di vista di Sherlock dopo TRF. Mi è piaciuta molto l'idea, in effetti le lettere scritte e mai spedite sono secondo me, sempre da parte del detective, un headcanon parecchio forte. John invece ce lo vedo davanti al foglio, vuoto com'era il suo blog all'inizio prima di incontrare Sherlock, che non sa che fare e non sa che scrivere. Per quanto John sia visto come "il cuore" tra i due (e l'altro il cervello) penso sia Sherlock quello più emotivo tra i due e questa è una cosa che ancora mi fa innamorare di quella serie... nonostante le cose siano andate a finire con la S4.
Quindi niente, prima di dilungarmi troppo ti ricordo che amo il modo in cui scrivi e lo Sherlock che rappresenti, così forte e fragile al tempo stesso! Mi innamoro dei tuoi John e Sherlock (e del tuo Victor) ad ogni fan fiction <3

Recensore Veterano
03/01/18, ore 01:01
Cap. 2:

Non sono bravissima a fare recensioni, questa è bellissima, è triste, struggente ma c’è una luce, uno spiraglio, una speranza ed è fantastico! L’ho adorata davvero tantissimo.

Recensore Master
31/12/17, ore 23:16
Cap. 2:

Sto piangendo. Piango piango piango. Ho sempre pensato che se Sherlock non si fosse buttato da quel dannato tetto loro due avrebbero finito per dichiararsi. Sherlock per un certo periodo è caduto dal cuore di John, troppo dolore, troppe menzogne, ma infondo credo che certe cose siano eterne, è solo questione di tempo

Recensore Junior
29/12/17, ore 00:13
Cap. 2:

Wow. È bellissima! Triste e romantica allo stesso tempo. Scritta benissimo. Sembra di vedere Sherlock mentre scrive... Grazie

Recensore Veterano
28/12/17, ore 17:35
Cap. 2:

Ciao! Contrariamente alle tue aspettative mi è piaciuta un sacco! Certo è angst, ma non di quello irrimediabile e senza via d'uscita, perché io leggo di tanto dolore, ma anche di tanta speranza. Io credo che Sherlock, a questo punto della serie, sia molto più onesto con se stesso di quanto abbia mai fatto prima, onesto con i suoi sentimenti. Sa che tutto quello che si è raccontato fino a quel momento è crollato in pezzi e deve scendere a compromessi con questa nuova realtà. È stato emozionante seguire i suoi pensieri in questa lettera, perché io li avverto davvero come suoi. A questa frase mi sono sciolta (e ho sofferto dentro): "Quando tornerò per te saranno passati anni, per me, nemmeno un giorno, perché saremo stati insieme sempre. Sei sempre qui con me" perché è esattamente così che è andata nella serie, come se il tempo per loro due fosse trascorso in maniera differente. E perché è una frase meravigliosa. Sai che di solito stravedo per John, ma ho amato visceralmente questo Sherlock, così tormentato e allo stesso tempo sicuro di ciò che sta facendo perché sta agendo per salvare la persona che ama. Questo Sherlock così umano, che scrive, cancella, mente ma poi si rende conto che non ha più senso farlo arrivato a questo punto e si lascia andare alla completa verità.
Quindi in definitiva questa storia mi è piaciuta tanto, però ho deciso che per precauzione ti romperò lo stesso in privata sede, così, giusto per essere sicura che la scrivi davvero la roba smielata! A presto, non vedo l'ora di leggere altro, questa raccolta mi sta piacendo molto!

Recensore Master
28/12/17, ore 15:45
Cap. 2:

Anche questa mi ha sorpresa, il che sarebbe già sorprendente di per sé. Eppure pensandoci credo che rientrerai nell'elenco (assai scarno) di quelle autrici da cui mi aspetto ormai qualsiasi cosa e so che mi piacerà comunque. Nella storia precedente lo stile era diverso rispetto a quello che si vede qui. Là era più semplice, diretto. Preciso e attento anche nei più piccoli dettagli, questo è ovvio. Qui è differente. Hai adattato il tuo modo di scrivere al personaggio, calandoti perfettamente nella parte. E questo perché non abbiamo un narratore esterno a raccontare i fatti. Qui c'è Sherlock Holmes in persona che scrive una lettera a John in un momento specifico e delicato della sua vita. Interessante e ammirevole è il tuo esserti calata benissimo nella sua mente e tanto da cambiare la maniera di scrivere. Qui c'è un linguaggio più ricercato, il lessico sale credo anche di registro. E forse in te in quanto autrice a prevalere invece della schiettezza è il raziocinio. Tu non sei Sherlock Holmes, naturalmente e questo mi pare chiaro. Ma ti ci sei calata come credo in pochi abbiano fatto. Resta l'IC della storia precedente, anche se in un contesto molto diverso e quindi è un IC con sfumature differenti. E per esperienza so che non è facile passare da contesti tanto diversi tenendo il personaggio sempre in carattere, quindi complimenti.

L'ambientazione è di quelle già viste molte volte. Il post Reichenbach e le sue conseguenze ha infiammato per anni le fantasie degli autori del fandom, ma spesso ci si è concentrati su John e sulla sua vita. Rimane ancora una rarità (almeno in italiano, io mi riferisco sempre al fandom italiano) il mostrarci quella che è stata l'esperienza di Sherlock dopo il tuffo dal tetto. Il che da un tocco di originalità alla storia, che non è necessario però aiuta. Certamente è una storia che tende all'angst, questo non si può in nessun modo negare. Il post finale della seconda stagione non ha mai portato a risvolti positivi. Ma se sei preoccupata delle eccessive note drammatiche ti rassicuro, perché non è un angst pesante. Mi è parso ben calibrato. E poi a me piace l'angst, preferisco quando finisce bene questo sì. E mi piacciono anche le storie un po' amare e malinconiche. Questa tua storia ha tutti questi elementi, ma senza strafare in un senso o nell'altro. Non ci sono esagerazioni melodrammatiche di quelle da romanzetto strappalacrime. Dosi sempre con precisione quello che scrivi, e si vede. Sherlock è credibile e verosimile, perfettamente lui anche nel suo lasciarsi andare a una confessione privata a un John che non riceverà mai quella lettera. Sherlock parla più a se stesso, confessa per il bisogno fisico di farlo e forse riesce ad aprirsi tanto proprio perché sa che John non ne saprà mai niente. E c'è molta disperazione in ciò che dice, esce un senso di impotenza e la volontà di non essere lì a fare quelle cose, non in quel momento. Non credo che Sherlock si sia mai pentito di aver finto la propria morte, non del tutto, ma penso che ci siano stati momenti in cui avrebbe voluto tornare indietro o direttamente andare a casa e sapendo di non poterlo fare... non stento a credere che abbia scritto lettere mentali a John, o che gli abbia parlato direttamente. In fondo Sherlock ha un John Watson nel proprio Mind Palace, non oso pensare a che cosa ci faccia con lui... ^O^'


Per tirare le somme, anche questa mi è piaciuta. Ha toni più angst, ma va benissimo anche così.
Koa