Questa storia ha già vinto, secondo me.
La struttura narrativa - l'intrecciarsi tra i due universi - già mi aveva convinto al prologo, ma adesso mi ha proprio rapita, conquistata, legata senza possibilità (e nessuna intenzione) di fuga.
L'idea già era geniale, ma vederla su carta - vederla scorrere così bene, offrendoci questo spaccato pre - torneo (mi è piaciuto tantissimo come hai tratteggiato Saori: se da un lato c'è la dea Athena, l'instancabile, prima in battaglia, dall'altro troviamo Saori, una ragazzina in scarpette rosse [Andersen, per caso?] che vuole solo tornare indietro, e si spertica in quello che tutti noi, prima o poi, abbiamo fatto: chiedersi, anche si fronte all'inevitabile, se ci fosse un'altra strada percorribile) è una meraviglia.
Questa storia promette grandi cose: caffè? Lo facciamo solo corretto, eh.
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