Recensioni per
La spada e le due fiamme
di Makil_

Questa storia ha ottenuto 54 recensioni.
Positive : 54
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
13/02/18, ore 11:52
Cap. 1:

Eccomi qua, sono tornato.
Incontriamo di nuovo Ser Bart, che all'inizio non ho riconosciuto, colpa della memoria.
Vediamo la morte di Dalton Kordrum e le conseguenze della Guerra Grigia, in special modo quelle legate al morbo, descritto sul corpo del soldato, maestro di Bart.
Patres Steffon si dimostra sempre misterioso, quasi calmo, davanti alla morte di quello che è un amico.
La morte di Dalton dovrebbe portare emozioni forti, ma invece, come per Bart, ci lascia vuoti, mentre il dolore e le fiamme riducono la vittima al nulla più assoluto, mentre nessuno lo piange, come se quella morte fosse solo una delle tante che la Guerra Grigia ha portato.
Dalton è stato stupido, ritrovandosi il morbo a causa dell'istinto e della fame, che lo hanno spinto a farsi uccidere in maniera dignitosa come i propri avi, ma l'uomo appare già morto ancor prima di bruciare, e di lui rimane solamente il corpo, vuoto anch'esso, come il corpo di Bart e degli altri alla morte del loro compagno di avventure.
Capitolo stupendo per introdurre il seguito di una storia bellissima come quella del "Il cavaliere e la fanciulla bionda".
Al prossimo capitolo.

Davos

Recensore Veterano
10/02/18, ore 16:55
Cap. 1:

Finalmente sono tornata!
Vedo che ho ben due capitoli da recuperare, ma farò presto.
Parlando di questo primo, devo dire che ho notato presto il parallelismo con l'inizio del libro precedente, e devo dire che, alla luce di tutti gli eventi che hanno avuto luogo, alla fine la morte di quella giumenta, purché cara, non sembra poi un granché: questo ci fa capire quanto Pantagos sia generalmente caduto in basso, ma anche come Bartimore sia cresciuto, maturato e "indurito" tra il primo e il secondo libro, visto come quasi non reagisce alla morte di un uomo mentre alla morte della sua giumenta, tempo prima, s'era intristito.
Certo che il Fiore Rosso non sembra affatto una passeggiata, come malattia: non posso biasimare troppo ser Konrad e il suo desiderio di farla finita anche se, come ha osservato Bartimore stesso, non è affatto nobile da parte sua, oltre che una mancanza di rispetto verso coloro che lottano allo stremo delle forze per sopravvivere.

Quanto agli altri personaggi: devo dire che ser Mark neanche lo ricordavo; sono invece felicissima di vedere che ser Dayn sia sano e salvo, visto che il suo fato era rimasto ambiguo alla fine del primo libro. Mi chiedo come la guerra abbia influenzato il suo carattere gioviale e spero davvero che ci sarà modo di sapere qualcosa in più su di lui in generale. Patres Steffon, invece, sembra essere quella voce della ragione di cui il gruppo ha un forte bisogno: è quasi inquietante vedere la sua calma in una situazione di questo genere.
Vado subito a leggere il prossimo capitolo!

Recensore Master
05/02/18, ore 10:50
Cap. 1:

Buongiorno.
Eccomi qui ^^
In realtà non so cosa aspettarmi da questo racconto. Sai perché? Perché puoi far accadere tutto quello che vuoi ^^
Questa è la libertà del fantasy, ma allo stesso tempo anche un'arma a doppio taglio, siccome bisogna saper dosare questa narrativa in modo equo.
Bene, un inizio che è sicuramente collegato all'inizio e alla fine del racconto precedente.
La situazione è complicata per il nostro prode protagonista; il fatto è che i superstiti sicuramente dovranno affrontare tantissime altre prove... sperando a loro volta di non finire contagiati.
Buona giornata e a presto :)

Recensore Master
30/01/18, ore 15:07
Cap. 1:

Buon pomeriggio Makil_!
È come sempre un vero piacere tornare a Pantagos in compagnia dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere, in particolar modo il nostro caro Ser Bart. Lo abbiamo lasciato incosciente alla fine della storia precedente, e ora lo troviamo in fuga con i suoi compagni, mentre la guerra ormai dilaga nel regno.
Come dici giustamente tu, la morte per malattia è sempre presente negli scenari di guerra, e quella che hai descritto tu, molto simile alla peste per certi versi, mi ha veramente colpito, per non parlare della scena della pira funebre.
Certo che sono curiosa di sapere di più sugli altri personaggi, in particolar modo Patres Steffon, che ho apprezzato moltissimo nell'altra storia.
Al prossimo capitolo!
Evelyn

Recensore Master
30/01/18, ore 11:38
Cap. 1:

Ciao^^
sì, ma... che modo pessimo di morire. Tra tutti i sistemi che aveva ser Konrad per farla finita, proprio questo?
Ma, come dice giustamente il patres, ognuno sceglie la propria morte.
D'altra parte, vista la malattia che aveva, non è che restando vivo sarebbe stato molto meglio.
Direi che è un capitolo molto coinvolgente e descrittivo, complimenti e alla prossima!^^

Recensore Master
29/01/18, ore 10:46
Cap. 1:

Stamani ho fatto di tutto per ritagliarmi una mezz'ora almeno e leggere le nuove vicissitudini della martoriata terra di Pantagos. Ricordo quanto ero coinvolta nel leggere tutti gli avvenimenti precedenti, ser Bartimore in arrivo a Roshby per il torneo, i battibecchi con Esmerelle, il complotto e il tumultuoso quanto tragico finale... Riprende adesso il cammino dei superstiti fuggiaschi e già uno di loro se ne va in modo piuttosto spettacolare (non che sia uno spettacolo vedere uno che sceglie di farsi bruciare), mi riferisco piuttosto al contesto. Il prode ser Konrad sceglie di andarsene allo stesso modo dei suoi avi, degno di un cavaliere che nutre profondo rispetto della sua stirpe, me posso dire una cosa? È stato un ingenuo, uno stolto ed imprudente. Se l'è cercata perché quei due contadini periti per l'epidemia del Fiore Rosso portavano segni evidenti della causa della loro morte, quindi il contagio era pressoché scontato. Considerando che sono reduci da guerre e battaglie, avrebbero dovuto fare la massima attenzione ad ogni particolare per evitare tali pericoli. Ma oramai il danno è fatto e lui sceglie il suo destino, scelta coraggiosa sia per Konrad stesso che per i suoi compagni, i quali hanno l'onere di appiccare il fuoco. Bart è cresciuto e maturato, ciò che ha vissuto lo ha segnato innegabilmente e infatti esprime le sue perplessità sul fatto che uno scelga di gettarsi volontariamente fra le braccia della morta invece di aggrapparsi alla vita. Forse questo fatto gli ricorda la dipartita di Esmerelle, oltre che del suo destriero? È un mio modesto pensiero, niente di più. E poi il finale: fuoco, sofferenza e dolore descritti in maniera fantastica. Ci credi che avevo i brividi mentre leggevo? Filo conduttore di tutto è il colore rosso: Rosso come la malattia e le chiazze da essa provocate, rosso come il sangue, il fuoco e le fiamme attorno a ser Konrad, rosso che spesso ricorre nei tuoi scritti e che sottolineano in modo impeccabile le vicende descritte.
Ottimo, direi che i presupposti per un lavoro fantastico ci sono tutti e...posso dirtelo? Mi è mancato leggere qualcosa di tuo. Capisco che il tempo è sempre pochissimo e io per prima ne sconto le conseguenze, però sono felice che tu sia tornato.

A presto!

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