Recensioni per
Je suis français!
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/03/18, ore 20:03
Cap. 5:

Ciao, Alessandro :)
Che dire, mentre leggevo questo epilogo, ammetto di aver avuto gli occhi un po' inumiditi. Ho provato ad immaginare Sakrìs in quelle precarie condizioni e mi si è stretto il cuore. Davvero umano l'atto di proteggere a tutti i costi la figlia, pur non avendole riservato molta attenzione in passato. Ho trovato quest'ultimo capitolo davvero delicato e, al contempo, straziante, ma ha fatto nascere in me la speranza di incontrare uomini come Sakrìs, coraggiosi e fedeli. 
Grazie per questa storia, davvero. Sei un bravissimo narratore. A presto,
Rosa

Recensore Veterano
25/03/18, ore 19:55

Ciao, Alessandro :) 
Questo capitolo mi è piaciuto moltissimo, davvero! Hai la capacità di descrivere situazioni ed eventi con una delicatezza sopraffina e, nonostante tu sia piuttosto fedele alla crudeltà di quanto è accaduto, non cadi mai nell'eccesso. Nella prima parte del capitolo ero un po' in ansia, come se fossi stata anche io insieme a Sakrìs al cospetto del Pascià; mi aspettavo di vedere, prima o poi, il nostro medico con un coltello piantato in gola, ma, fortunatamente, così non è stato. La seconda parte è stata emozionante: Sakrìs può finalmente tornare dalla sua famiglia, ma ciò che ha appena vissuto lo segnerà per sempre.
Complimenti e alla prossima :)
Rosa

Recensore Master
25/03/18, ore 19:44
Cap. 5:

Eccomi, caro amico.
Ho letto con molta commozione l'epilogo di questo racconto in spin-off che hai dedicato al personaggio di Sarkis. che ci ha permesso di conoscerlo meglio.
Egli ha scoperto troppo tardi l'amore per la figlia femmina: era tipico dell'epoca anche in Occidente e specialmente nel ceti contadini non attribuire troppa importanza alle figlie femmine, colpevoli di essere un "peso" e di comportare l'appannaggio di una dote per farle sposare. Ancora oggi è così in certe parti del mondo: di cosa ci stupiamo?
Però almeno alla fine Sarkis ha scoperto di amare questa figlia trascurata: se possiamo trovare almeno un aspetto positivo nella deportazione, di sicuro ci annovero il ritratto di un padre e di una figlia tenacemente allacciati l'un l'altro, per meglio sopportare la durissima prova, fisica e morale.
L'immagine della povera Anahid che cerca, pur nella sua spossatezza fisica, di seppellire il genitore, mi ha fatto salire le lacrime agli occhi.
Complimenti ancora una volta per la tua capacità di scrivere con il cuore in mano.
Un abbraccio e Buona Domenica delle Palme
Lou

Recensore Veterano
21/03/18, ore 17:34
Cap. 3:

No, ma io mi sono commossa per la morte di Gregorio. Non so, il pensiero di quel povero ragazzo che non può urlare tutto il suo dolore, poi la testa mozzata, no no no...che tristezza infinita! A parte questo, chapeau per la maestria con cui hai raccontato e descritte scene così crude, ma che rendono il tutto molto più verosimile. A presto,
Rosa

Recensore Veterano
21/03/18, ore 17:16
Cap. 2:

Ciao ancora :) molto bella la prima parte del capitolo, dedicata alle tradizioni degli armeni; la seconda è un po' più cupa, sia per il discorso angosciante di Bedròs, sia per il sogno inquietante di Sakrìs. Bravissimo, come sempre :) a presto,
Rosa

Recensore Veterano
21/03/18, ore 17:01
Cap. 1:

Allora, il ragazzino che deve fare latino mi ha dato buca perché piove molto, quindi ho pensato di fare un salto qui. Sarkìs ha subito guadagnato la mia simpatia; è un uomo generoso e buono, che non nega l'aiuto ad un amico nel momento del bisogno. Molto bella e precisa la descrizione dei luoghi e della storia del protagonista; si vede che questo periodo storico ti interessa molto :) io sarò sincera, nonostante ami molto la storia, il mio amore è tutto rivolto al periodo greco-romano, fino ad arrivare al medioevo. Quindi prenderò questo racconto anche come mezzo per imparare qualcosa di nuovo :) continuo la lettura!
Ciao ciao,
Rosa
P.S. La descrizione della donna con il burqua integrale mi ha riportato alla mente la giornata che passai ad Istanbul, quando mi trovai faccia a faccia con una donna con il burqua integrale!

Recensore Master
20/03/18, ore 13:25
Cap. 5:

Questa storia mi è rimasta nel cuore, mi ha lasciato qualcosa che non so bene descriverti: malinconia, orrore per la crudeltà umana, ma anche speranza. Per questo merita un posto fra le mie storie preferite ;)
Il capitolo è ben scritto, hai reso bene la confusione del dottore, l'andirivieni della sua coscienza. Quindi complimenti, ma non voglio soffermarmi troppo sullo stile, quanto sulla trama.
I miei più grandi complimenti vanno infatti alla storia che sei riuscito a tessere, semplicemente splendida. Hai dato vita a un personaggio (Sarkìs) a tutto tondo, con le sue paure umane, i suoi crucci, i suoi tentativi di salvarsi la vita (seppur vigliacchi, ma io non li definirei tali, nessuno vuole morire, giusto?), il suo amore incondizionato verso la famiglia e infine il sacrificio per aiutare la figlia a sopravvivere.
Quindi che altro dire, hai dato un quadro completo ed esauriente del genocidio, andando talvolta anche nel particolare ma senza rendere la lettura noiosa (come potrebbe capitare quando si affrontano temi storici). Bravo, bravo davvero!!!
Al prossimo racconto allora ;)
Nina

Recensore Master
19/03/18, ore 19:54
Cap. 5:

Buonasera!

Siamo giunti alla vera e propria conclusione di questo bell'approfondimento!

Purtroppo Sarkìs se ne è andato, ma la sua speranza e la sua forza continueranno a vivere in Anahìd.

La descrizione degli attimi appena precedenti alla morte è molto profonda e completa, bravissimo!

Complimenti ancora per il tema trattato fin dall'inizio de Il Destino E La Speranza, una vera testimonianza di ciò che non si può e non si deve dimenticare.

Alla prossima!

-Bigin

Recensore Master
19/03/18, ore 19:51
Cap. 5:

Ciao^^
Un capitolo davvero profondo, pieno di dolore e sofferenza.
Attraverso i ricordi e i pensieri di Sarkìs nei suoi ultimi istanti ci hai raccontato gli eventi principali di un terribile genocidio e di un periodo davvero oscuro della Storia umana. Il nostro protagonista ha perso tutto, ha assistito alla distruzione del suo popolo e alla morte delle persone che amava. Non gli resta più nulla se non la speranza per la figlia, che ha dimostrato di amare con tutto se stesso fino alla fine.
Molto triste anche la sorte della figlia di Bedròs, che ancora compare nelle memorie di Sarkìs, ed è causa di altri rimorsi e rimpianti.
Questa storia mi ha lasciato molto, mi ha dato l'occasione di approfondire eventi storici di cui non conoscevo molto e mi ha coinvolta in una profonda analisi nella mente e nel cuore dei tuoi personaggi.
Complimenti, sei sempre bravissimo!
Alla prossima! :)

Recensore Master
19/03/18, ore 19:34

Ciao^^
Questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, mi ha davvero colpita ed emozionata.
Nella prima parte abbiamo Sarkìs che si confronta con l'autorità del Pascià, che all'inizio sembra intimorirlo, ma pian piano quest'ultimo si dimostra una figura più che positiva. Tanto che non solo permette al nostro protagonista di fuggire, ma pur conservando i suoi ideali "conservatori", tiene alla salvezza di coloro che sono giunti da lui in cerca di aiuto e protezione.
Finalmente il medico può lasciare la città e tornare a casa, intraprendendo un pericoloso viaggio. Le scene a cui assiste sono ancora una volta strazianti, dai poveri superstiti che cercano disperatamente una via di fuga al triste destino dei bambini rinchiusi in gabbia...
Alla fine però il nostro protagonista riesce a tornare a casa, in un ambiente sicuro e con le persone che ama.
Nell'ultima parte mi sono davvero commossa, dopo questa orribile esperienza Sarkìs trova conforto nell'amore della sua famiglia, e in particolare nel figlio.
Un piccolo affresco di amore e speranza in una realtà così spietata e crudele.
Complimenti, a tra poco per l'ultimo capitolo! :)

Recensore Master
19/03/18, ore 17:14
Cap. 5:

Ciao Alessandro!
Devo dire che l'epilogo mi ha stupito. Pensavo, infatti, che tu volessi concludere il racconto narrando la vita "tranquilla" del dottore mentre i figli crescevano, e invece sei andato direttamente alla sua morte, vissuta dal suo punto di vista e non da quello della figlia.
In punto di morte, il dottore si rende conto di quanto possa aver sbagliato durante la sua vita, sia ad Urfa ma anche, e più profondamente, di come si è comportato nei confronti di Anahìd, e si pente proprio prima che la vita lo abbandoni. Mi è piaciuto molto questo suo "redimersi", come mi è piaciuta moltissimo l'immagine proferica di Ana cresciuta, in abiti "non siriani", datagli dalla morte stessa o, forse, dalla sua ultima speranza.
Che dire? Un racconto ricco, intenso, duro a volte, ma vero e vissuto, scritto col cuore e che mi ha tramesso un sacco di emozioni!
Complimenti, bravissimo!
Buona fortuna per il contest e a presto!

Recensore Master
19/03/18, ore 16:55
Cap. 5:

Eccomi qua, stavolta puntuale.
Mi sorprendi anche qui: non immaginavo che il tuo epilogo ci avrebbe riportati dritti agli ultimi istanti dell'agonia di Sarkìs, che nell'altra storia erano narrati dal punto di vista della figlia.
Molto intense e toccanti le riflessioni dell'uomo morente, che dopo una vita passata senza considerare la figlia si "redime" dando la vita per lei. Mi piace il fatto che tu abbia delineato la sua mentalità in maniera realistica, soprattutto nei confronti delle donne, senza voler per forza calcare la mano su quanto il tuo protagonista sia "diverso" dai suoi simili.
Un ottimo lavoro, come sempre. E al prossimo racconto! :)

Recensore Master
18/03/18, ore 21:22
Cap. 3:

Ciao caro^^
Inizio subito a farti i complimenti, perché trattare certi argomenti in modo così approfondito e con il giusto rispetto non è affatto semplice. In questo capitolo ci mostri delle scene di immensa violenza e crudeltà, ma io credo che sia giusto ricordare certi eventi del passato in ogni loro aspetto, e tu con queste righe ci sei riuscito benissimo.
Il destino di Bedròs e della sua famiglia è stato terribile, in particolare la scena dell'omicidio del piccolo Agòp è stata davvero straziante. Hai mostrato molto bene le figure dei soldati turchi, ormai così abituati alla violenza, talmente avidi e meschini da arrivare ad uccidersi tra compagni per aggiungere qualcosa in più al proprio bottino.
Il nostro Sarkìs ha vissuto un'esperienza orribile e tu sei riuscito ad esprimere molto bene le sue sensazioni, i suoi pensieri e hai motivato per bene le sue azioni. L'istinto di sopravvivenza prevale su ogni cosa, specialmente in circostanze così disumane e pericolose, quindi è normale che egli abbia pensato a salvare se stesso, e il suo egoismo è tristemente giustificato.
Il medico è ovviamente traumatizzato e sconvolto, però in un momento di lucidità è riuscito a pensare ad un modo per sopravvivere.
Ancora complimenti, ci vuole coraggio oltre che a una grande sensibilità per trattare temi così delicati.
Bravissimo e alla prossima! :)

Recensore Master
15/03/18, ore 13:13

"Fedele sostegno" è il ringraziamento più azzeccato a proposito di fede religiosa di cui la tua storia è impregnata :)
Hai scritto un altro capitolo splendido, davvero, non ho trovato nessun errore e nulla da ridire. Con questa storia sei stato capace di tenere il lettore sulle spine riga dopo riga, senza abbassare mai la tensione. Anche quando il caro vecchio medico procedeva per le terre sul suo somarello, avevo sempre l'impressione e la paura che potesse accadere qualcosa, cioè fino alla fine ho temuto per la sua vita, giuro.
Non vedo l'ora di leggere il finale, non so più cosa aspettarmi ormai.
Bravissimo, lo dico sul serio!
Nina

Recensore Master
14/03/18, ore 16:12

In questo capitolo ravvedo due piani narrativi che, pur essendo molto in contrasto l'un l'altro, sei riuscito magistralmente ad intrecciare fra loro.
Sarkis passa dall'inferno al paradiso: conosce gli orrori più indicibili, culminati nell'uccisione financo dei bambini, negli stupri, nei latrocini e nelle torture, alla calma felice del suo focolare, allietato dalla nascita del suo primo bambino, con una moglie placida e bella, inconsapevole degli orrori accaduti a qualche chilometro di distanza.
Sarkìs rischia la vita: avevo pure io i sudori freddi, come quel pover'uomo, quando il Pascià ha intimato la chiusura delle porte. Uomo orribile. Mellifluo e falso, fanatico ed intollerante. Assassino. Poco importa se poi fa punire il ladro curdo, rammentando come a se stesso "che poi toccherà pure ai Curdi" (cosa che sta accadendo proprio in questi tempi! e nell'indifferenza del mondo intero!), la strage l'ha ordinata lui, maledetto!
Anahìd, povera piccola, ormai è perduta, e non nutro speranze che possa salvarsi, nonostante il desiderio certamente nobile di Srkis di pensare a come progettarne la salvezza, in qualche modo...
In cuor suo egli lo sa già che non è possibile arrestare l'orda dei demoni.
Per l'intanto, culla il dolce progetto di portare il suo figliolo al di là del mare, sotto cieli più sereni...
Bellissimo, struggente capitolo, questo: mi ha davvero commosso!
 

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