Dire che mi hai lasciata interdetta è poco. Davvero, non so bene da dove partire nel commentare questa splendida One-shot. Non so neanche se sono capace di farlo.
Innanzitutto, auguri per i ventuno (che ormai avrai già compiuto da un pezzo) e complimenti per aver scritto questa piccola perla — perché di perla si tratta, spero tu te ne renda conto. Sono sinceramente deliziata.
Innanzitutto parto con il dire che tu hai uno stile sublime. Uno stile che ti fa rimanere incollat* allo schermo del computer finché non sei arrivato alla fine, perché devi sapere cosa succede, anche se fin dall'inizio ipotizzi che probabilmente non saprai un bel nulla, poco di più rispetto a quando hai iniziato — e dunque è geniale far iniziare e finire la fan fiction allo stesso modo. La narrazione scorre liscia come l'olio nonostante sia decisamente articolata e condita da una lunga serie di descrizioni e metafore particolari, che hanno soddisfatto il mio appetito di lettrice. Inoltre non ho riscontrato alcun errore grammaticale, tranne alcuni chiaramente di distrazione: "le ombra" e "sulle propria fondamenta" che sono di concordanza, "così affilati che con un sorriso di squarcia a metà" che non ho tanto capito come andava sintatticamente e infine alcune ripetizioni nel secondo paragrafo (che forse sono anche volute, questo poi è a discrezione dell'autore.
Già solo quindi per avermi fatto sul serio godere la lettura ti ha garantito l'accesso tra le mie ricordate.
Ma non è solo questo. È il tutto. È il mistero che si trova a circondare la storia di questa città, che in qualche modo rappresenta la stessa storia di questa città. È l'inquietudine che non ti permette di capire se queste forme vitali nella caverna sono nel giusto o nel sbagliato, sono buone o cattive, sono lì da secoli o sono state intrappolate a loro volta. Ruby, Sapphire, bambini miei... bambini curiosi. Ho adorato il paragrafo in cui si spiega la decisione di Sapph di entrare nella caverna, il fatto che lei riuscisse a vedere questo bambino, come lei (qui io ci vedo il dualismo di Ruby), che chiacchiera con un fantasma (forse il suo alter ego?). Suppongo che la storia sia più che aperta a interpretazioni. Che poi amo anche l'espressione "chiacchierare con un fantasma", perché è come se rendesse la cosa normale, lascia trapelare il fatto che lì per lì Sapphire, la ragazzina che cammina con i mostri, non ha paura.
Le interazioni tra lei e Ruby, questo non mettere i trattini o le virgolette per dialoghi... tutto stupendo. Sei tu che hai deciso di giocare a nascondino con l’uomo nero, direi che questa frase è stata davvero bella. I due ragazzini si trovano chiaramente in qualcosa che è più grande di loro.
Ho apprezzato molto la definizione di città eterna non come città dove la gente non muore, ma dove magari muore e rimane viva allo stesso tempo. Perché a Ceneride ci sono i fantasmi.
Complimenti, complimenti, complimenti. Vorrei continuare a parlare ma mi ripeterei solamente e rischierei di diventare logorroica. Bellissimo lavoro, davvero.
Alexa. |