decimo turno del contest: Ten little Indian Boys
LadyAshla con: Luna piena
Grammatica: 4.80/5
sbattè, = sbatté
Stile: 14.50/15
In questa storia sono presenti sia l’introspezione che una trama vera e propria… l’angoscia, il terrore, quello che ci si può aspettare da un racconto su un dramma così profondo e terribile, specie per un bambino. Si sentono la sua impotenza e disperazione, ma senza autocommiserazione.
C’è maggiormente la rassegnazione ad emergere dalle tue parole, particolarmente nella frase finale. Sembra un po’ secca, invece è riassuntiva. È piuttosto la madre che fa da contraltare, che si lascia andare, e ho trovato sottile, e adulto come stile non aver scritto di scambi di frasi patetiche tra i due. Voglio dire, sarebbero state normali, ma sei andata oltre. Il primo licantropo è fatto di buio, di paure notturne, soffocanti; invece in nostro Remus non ci è dato sapere com’è. Si è parzialmente trasformato, la mamma lo ha visto? Non importa, perché non è un racconto horror, non c’è bisogno.
Le impressioni che vuoi trasmettere giungono vivide e taglienti, e malgrado la semplicità del lessico la storia appare curata e completa.
IC/caratterizzazione: 20/20
Che tenerezza… Remus è uno dei personaggi più dolenti di HP, perché ha una condizione così contrastante con la natura della sua anima altruista e buona.
Altri, in una storia di magia, avrebbero anche valutato qualche conseguenza positiva; potenza, capacità di difendersi efficacemente, vitalità. Ma lui ha solo un totale e sfiancante rifiuto di se stesso, che si rinnova luna dopo luna.
Certo non è nato così, è stato un licantropo di quelli definibili “mostri” a trasformarlo. Trovo che tu abbia ripreso benissimo il suggerimento della Rowling che usa Grayback per il prototipo del pedofilo.
Infatti si approfitta del suo essere bambino perché più indifeso, invece di cercarsi uno della sua stazza.
La versione mannara di Remus non è mai così orribile, anche se perde il controllo.
La madre non lo odia, ma non sa aiutarlo, cosa che trovo giusta rispetto al canone.
Utilizzo indicazione/prompt/richiesta: 15/15
Il trauma infantile è un argomento spinoso, e vedo con gioia che l’hai raccontato con grandissimo tatto. Mi ero quasi dimenticata che Remus avesse subito questa terribile prova così da piccolo, proprio l’età nella quale i mostri si temono ma sono solo frutto dell’eccessiva immaginazione. In questa drabble accade il contrario. Nessuno era all’erta, e il peggior pericolo si è insinuato senza incontrare opposizione.
Questo è anche più di uno shock legato solo all’infanzia, perché ha trasformato alla radice la condizione di vita del bambino, anzi, anche la sua natura. È un prompt perfettamente eseguito, che non offre scampo o speranza alla consapevolezza del lettore. In più è facile immaginare il persoanggio come un bambino straordinariamente dolce e affettuoso, scatenando ancora più rabbia per il destino che gli è toccato.
Gradimento generale della drabble: 5/5
Il titolo è bellissimo! Sembra semplice, ma ha tutta la sua mitologia, magia e uso nella letteratura gotica. Non può esserci nulla che più dell’astro notturno simboleggi la licantropia, eppure aver scelto il pianeta perlaceo pone l’accento sulla malinconia e infelicità, più che sulla natura ora predatoria e pericolosa di Remus. Infatti resta sempre una vittima, un cuore puro, anche in questa veste davvero incompatibile.
C’è una grande energia che viene tirata in ballo con simboli così eterni e universali, e l’hai gestita benissimo.
Totale: 59.30/60 |
