Recensioni per
Il pianto del cigno
di Freya Crystal

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/04/18, ore 17:55

Recensione premio del contest "Citazioni in cerca d'autore!"

Eccomi da te, Freya!
Sono abbastanza certa che questa sia la prima Harry/Gabrielle che leggo. Hai azzardato con questa proposta, pur senza saperlo, perché non amo particolarmente le storie d'amore con Harry protagonista né ho mai provato curiosità alcuna verso Gabrielle, che per me è sempre stata la sorellina di Fleur, né più né meno.
Ciò nonostante, questa storia è riuscita a catturarmi – così ingarbugliata e dolorosa.
La sensazione che ho avuto a fine lettura è stata di non essere riuscita a capire completamente Gabrielle, esattamente come Harry. Come lui, infatti, non sono riuscita a capire sino in fondo questa giovane donna innamorata – o ossessionata? –, che ha vissuto l'amore in una maniera così totalizzante da essere irrimediabilmente anche la maniera più distruttiva. È l'amore, infatti, che la distrugge; e nelle tue storie mi sono già imbattura in questo capovolgimento di valori, dove l'amore assume le fattezze della distruzione e tormenta chi lo indossa sino a ucciderlo del tutto – emotivamente o fisicamente, o in entrambi i modi contemporaneamente (come d'altronde accade alla protagonista di questo racconto). È un'interpretazione dell'amore sempre molto interessante quando ben trattata, perché riesce a sondare l'animo umano e gli infiniti risvolti di un sentimento annoverato universalmente – e non sempre a ragione – tra i più positivi in cui l'uomo sia incappato.
Tornando a Gabrielle e alla sua caratterizzazione, ho avuto il sentore che questa incompiutezza sia stata voluta e faccia parte della natura del personaggio stesso: troppo complesso, sensibile o fragile, troppo introverso, troppo irrimediabilmente compromesso per essere capito fino in fondo – l'ho categorizzata come un personaggio incompreso, incapace di rivelarsi persino nella morte e nel post-morte. La lettera che lascia a Harry, infatti, è un tassello in più, ma non è un tassello rivelatore di ciò che la giovane Gabrielle è stata in vita.
E questa incompiutezza mi è piaciuta tantissimo; ho vissuto il tuo personaggio e ho cercato di capirlo, e ho sentito su di me la frustrazione dell'incomprensione e la sensazione brutale di chi annaspa sapendo di essere stata predestinata ad annegare – "Hai mai visto qualcuno annegare?" chiede lei a Harry, e la risposta che lui avrebbe dovuto darle sembra essere "sì, tutte le volte che ti guardo". E forse Harry sa che è quella la risposta, perché annaspa anche lui dinanzi a quell'interrogativo senza pudore.
Harry, diversamente da Gabrielle, è il personaggio compreso, quello trasparente, quello che sin dalle prime righe mette in chiaro chi è e cosa ci si aspetta da lui. Harry è Harry, quello a cui siamo abituati, quello che qualsiasi lettore della saga di J.K. Rowling conosce bene, quello che "Io e te non saremo mai niente perché sei nobile e giusto. Ti odio per questo, ma è proprio quello che sei che mi ha fatta innamorare" – le parole di lei racchiudono tutto. Si percepisce l'attrazione nutrita da Harry, un'attrazione al sapore di curiosità e sporca di sensi di colpa, così come si percepisce distintamente tutto ciò che Harry non sarà mai disposto a fare per Gabrielle: rendere reale ciò che è solo sussurrato.
Il momento più interessante legato allo sviluppo del personaggio di Harry è senza dubbio il periodo successivo alla morte di lei, quando i sensi di colpa sopiti assumono le fattezze di demoni che lo tormentano e ne divorano il quotidiano. Ho avuto la sensazione che la serenità e la felicità di Harry siano annegate assieme a Gabrielle – forse lei è il cigno bianco troppo puro per stare al mondo, e lui quello nero troppo corrotto da quel mondo cui si è piegato.
Come sottofondo dell'intricato rapporto tra i due personaggi mi è piaciuta molto la metafora dell'annegamento e tutte le immagini a essa correlate, così come ho apprezzato in chiusura la citazione di Isabella Santacroce, un'autrice che ammetto di non conoscere, ma ho apprezzato la frase che hai scelto di inserire, perché sembra essere stata modellata sulla tua storia.
Arrivo finalmente allo stile, e questa volta devo dire che mi ha stupito. Il tuo stile è sempre complesso e ricercato – come non ho mai mancato di sottolineare in occasione dei contest –, ma mai così pieno. Nella valutazione della storia iscritta al contest Citazioni in cerca d'autore!, ti ho scritto che l'intera storia sembra essere stata narrata attraverso una metafora, in questo caso ti dico invece che la storia è una metafora, la metafora di un rapporto disfunzionale, di dolori compressi in un corpo che non è in grado di sostenerli, di un animo che non si rivela e resta incompiuto. A tratti, ho avuto la sensazione che non volessi far procedere la storia, ma volessi cristallizzare tutto e tutti e che a questo scopo avessi fatto ricorso a uno stile saturo di immagini. Hai osato molto, a mio avviso, ma ho apprezzato questa tua iniziativa, perché la trovo coerente ai personggi e al significato di questo racconto.
In ultimo, il titolo. Il pianto del cigno mi ha rimandata al noto balletto e al destino di Odette. E siccome nella tua Gabrielle ho intravisto delle pennellate di Odette, ho trovato il titolo indovinato, nonché elegante e portante un'immagine irrimediabilmente compromessa – proprio come la tua protagonista.
Concludo qui, anche se come ogni volta ho la sensazione di non aver detto tutto quello che avrei voluto dire. È stata una lettura interessante e diversa, mi è piaciuta e ti ringrazio di avermela consigliata!
Come sempre, dunque, complimenti! Il tuo profilo non delude mai!
Un abbraccio,

Rosmary

Recensore Master
22/03/18, ore 11:15

Ciao.
Sono un po' in imbarazzo perché non so proprio che dire.
Sono rimasta stupita da questa poesia (perché di questo si tratta: una bellissima poesia).
Ogni parola sembra pesata perfettamente con le altre e, nonostante il tema molto triste, tutto è estremamente delicato. I sentimenti sono emanati con una realtà quasi esasperante.
La curiosità ti corrode ad ogni riga e ti chiedi cosa sia successo, ma appena lo scopri pensi che avresti voluto non saperlo.
È stata bellissima, mi ha incantata ad ogni parola. Dovresti essere felice del tuo enorme talento. Non so cos'altro aggiungere se non che è stata piacevolmente inaspettata.
Spero scriverai altro o che ci risentiremo in futuro. Alla prossima, ciao!

Recensore Master
21/03/18, ore 00:03

Recensione premio 

Ciao, cara!
Eccomi qui a lasciarti una delle due recensioni premio che ti spettano per "Il contest dei momenti perduti".
Cosa dire di questa storia... intanto che ti lascia veramente senza parole, senza fiato, soprattutto per la svolta di trama che abbiamo con la lettera, quando si scopre che il destino di Gabrielle è segnato dalla nascita. Tutta la storia è attraversata da questo senso di inevitabile che la rende davvero molto triste, direi drammatica, perché i lettori comprendono - e non subito, il che da una bellissima suspence - che per Harry e Gabrielle non ci potrà mai essere un futuro felice, e per Gabrielle nemmeno un futuro.
Ho trovato Harry perfetto, veramente molto IC: il fatto che si senta a disagio nel dover parlare, nel trovare le parole, che non sappia quello che prova - mi è sembrato di percepire comunque una sorta di attrazione per Gabrielle, anche se "non è successo niente" - e poi ovviamente il senso di colpa che lo separa da Ginny, che lo annienta completamente.
Gabrielle, invece, l'ho trovata singolare. A parte il grandissimo peso con cui deve convivere - una vita con una data di scadenza troppo vicina -, l'ho trovata originale, strana. La definirei contorta, perché la linea di pensiero che segue, pur essendo probabile, non è di sicuro la più immediata: non tutti avrebbero scelto il suicidio pur di non farsi erroneamente uccidere dalla persona che amano. Non dico che non mi abbia convinta, perché in realtà fin dall'inizio è sembrata l'unica soluzione possibile, ma in questo sei stata brava a imporre il punto di vista del personaggio: è l'unica alternativa per Gabrielle. Molti altri personaggi avrebbero cercato di salvarsi, mentre lei accoglie il suo destino con una sorta di rassegnazione poetica, come se, attraverso la morte, potesse sentirsi vicina a Harry: Harry le deve tutto, le deve il non essere diventato un assassino, e questo nessuno glielo potrà mai togliere. Si è uccisa per amore, sacrificandosi, ma così facendo si è anche assicurata un posto in eterno nel cuore del suo innamorato.
Ho amato lo stile che hai utilizzato, l'ho trovato più pulito del solito ma più incalzante. Forse perché il dolore di Gabrielle non aveva bisogno di tanti fronzoli.
Nonostante questa linearità dello stile, hai utilizzato delle immagini davvero molto belle: tutta la terminologia legate all'acqua, al mare, alla spuma verde è stupenda ma sottilmente inquietante - il mare è bellissimo ma sa essere anche letale, più che mai in questa storia.
Le metafore dello specchio anche erano molto avvincenti, sebbene io non le adori perché mi sembrano sempre un po' abusate, ma non in questo caso: ho proprio visto Gabrielle crollare in un labirinto di specchi verde mare, annientata dal suo stesso destino.
Lei mi è sembrata dall'inizio alla fine una creatura evanescente, non legata alla vita, come se fosse già un poco oltre. Immateriale, al contrario di Harry che è molto presente, molto immerso nella sua vita, molto vivo. 
Splendida inoltre la citazione - una delle mie preferite - e ottima realizzazione nel testo.
Una storia davvero bella e molto rispettosa del canon! Tanti complimenti davvero!
A presto!

Un bacio,
Mary

***

2 - “Il pianto del cigno” di _ Freya Crescent _.
Totale: 48.7/50.

1) Grammatica e stile: 14.7/15.
Grammatica: 4.7/5.
La grammatica va bene, ci sono soltanto alcuni refusi.
“Harry se ne accorge troppo tardi, quando 'troppo' muta in un un drappo funebre sulla sua bella testa.”: “in un drappo” (- 0.10).
“L'incantesimo mi sarebbe rimbalzata addosso”: “rimbalzato” (- 0.10).
“Harry la vede ogni istante, mentre urla il suo nome contro il il mondo”: “il mondo” (- 0.10).
Stile: 10/10.
Lo stile è, come al solito, sublime. Devo dire che mi è sembrato più lineare e più immediato del solito, ma non lo trovo un difetto perché penso sia “cucito” addosso al personaggio: Gabrielle è condannata fin dal principio e, quando non hai più tempo, non ne perdi nemmeno nei tuoi pensieri.
Devo dire inoltre che hai utilizzato delle immagini davvero molto belle: tutta la terminologia legate all'acqua, al mare, la spuma verde che la soffocherà, che le chiuderà la gola, che la farà affogare mentre Harry non può, non può più salvarla. È tutto piuttosto inquietante e rimanda alla Sirenetta – l’originale, ovviamente – e mi è piaciuto moltissimo.
Le metafore degli specchi sono splendide perché sono evocative, alla mia mente si è presentata questa immagine di Gabrielle che, annientata, precipita in una stanza foderata di specchi verde mare che le si infrangono intorno. L’ho vista perdersi, sfiorire, sbiadire – annegare.
Il pregio però più bello di questo stile è l’emotività. Il lettore non ha proprio scampo, questa storia è un uragano che ti consuma, è un’onda anomala che cerca di affogarti – e che ci riesce, Cristo santo.

2) Caratterizzazione e IC dei personaggi: 20/20.
Parto col dire che ho amato moltissimo questa storia, e che secondo me sei stata sensazionale con l’IC e l’introspezione dei personaggi. Non era una storia semplice, soprattutto per le tematiche forti che hai scelto – un amore ossessivo, un destino tragico, un suicidio per amore -, ma tu hai reso verosimile e credibile ogni singola azione e parola dei personaggio.
Ho trovato Harry incredibilmente IC. Mi è piaciuto come tu l’abbia resa incapace di parlare, di affrontare i disagi emotivi di Gabrielle, così chiari. Harry è sempre stato coraggioso, ma pietosamente goffo in tutte le questioni sentimentali e il suo non riuscire a trovare le parole in questo caso è dettato anche dall’attrazione che prova per Gabrielle – il fatto che non riesca a guardarla, che quando è con lei non riesca a pensare ad altro, come sappia di non dover restare solo con lei e come sia incapace di non farlo, quell’ossessivo "non è successo niente". Ho adorato anche il modo in cui è rimasto annientato dal senso di colpa, che riesce a separarlo da Ginny come Gabrielle non è mai stata in grado di fare, che lo isola e lo distrugge completamente. Per un eroe come Harry, abituato a salvare tutti, perdere proprio lei dev’essere stato straziante, e tu descrivi la sua sofferenza in modo veramente vivido.
Gabrielle, come ti ho già detto tempo fa nella recensione, l'ho trovata singolare. Il suo modo di ragione non è lineare, è piuttosto strano: è come se fosse sconfitta in partenza. Sa di dover morire e non cerca nemmeno di sottrarsi al suo destino, la sua unica preoccupazione è sempre e solo Harry: vive per Harry e per Harry muore. Gabrielle non esiste, se non in funzione di Harry. Tuttavia, trovo che abbia una grande forza d’animo: non tutti sarebbero stati in grado di uccidersi pur di non farsi erroneamente uccidere dal proprio amore. È una scelta coraggiosa ed è anche l’unica possibile: Gabrielle è talmente triste, talmente persa, talmente esausta fin dall’inizio che non c’erano altre alternative. Ed è proprio il suo sacrificarsi per non fare di Harry un assassino che le permetterà di scavarsi un posto nel suo cuore, perché Harry le deve tutto, le deve la sua innocenza, anche se il prezzo è alto, altissimo. Harry non potrà mai dimenticarla, non potrà mai dimenticare che lei è morta per salvarlo – come lui tanto tempo prima aveva salvato lei.
Infine, devo sottolineare che ho amato il contrasto tra lei e Harry: lui fa parte del nostro mondo, ha preoccupazioni umane, ha tutti i vincoli e le difficoltà di qualcuno di “reale”; mentre lei non sembra nemmeno vera. Gabrielle è evanescente, eterea, irreale: Gabrielle si chiede come sia annegare quando sa che lo scoprirà fin troppo presto, Gabrielle è tortuosa, labirintica. Gabrielle era già morta da un pezzo.

3) Utilizzo della citazione: 9/10.
La tua citazione era: “L'amore è un suicidio.” della band The Smashing Pumpinks.
In linea di massima devo dire che mi ha convinta l’uso che hai fatto di questa citazione, senz’altro la storia è intrisa di questa sorta di condanna. È una frase spietata, che non lascia vie di scampo, e così la tua storia, che è inarrestabile, ineluttabile, e che mostra chiaramente come non ci potesse essere un finale felice, un futuro per nessuno – e come non ci fosse nemmeno una vita, per Gabrielle.
Non ti ho dato il punteggio pieno perché l’hai utilizzata in maniera fin troppo letterale: Gabrielle muore, si uccide, letteralmente per amore. Penso che la citazione si potesse interpretare in maniera più profondo e più velata – anche se certe frasi che generalizzano non sono mai un granché da rendere in maniera originale – ma comunque te la sei cavata più che bene.

4) Gradimento personale: 5/5.
Ho adorato la tua storia, non ci sono dubbi. L’aspetto senz’altro migliore è l’originalità, sia per la coppia scelta sia per come hai deciso di descriverla. Un altro punto a favore è la caratterizzazione semplicemente perfetta, azzeccatissima: con Gabrielle era relativamente semplice perché avevi solo un assunto da rispettare (da piccola era innamorata di Harry), ma rendere credibile e IC Harry non è per niente semplice, è un personaggio complesso di cui noi lettori conosciamo ogni sfumature dopo sette libri, e renderlo coerente come quello della Rowling non è certamente un’impresa facile, ma tu ci sei riuscita in pieno, mi hai veramente convinta.
Ovviamente non posso non amare l’atmosfera dark, drammatica, di specchi incrinati sull’orlo di un baratro, di spuma di mare pronta ad affogarti al primo respiro troppo convulso.
Storia superba.
(Recensione modificata il 19/06/2018 - 02:42 am)