Una storia davvero densa di pathos! All'inizio mi sembrava partita in tono minore, una semplice battaglia di Asgardiani in cui Loki e Thor fanno a gara su chi è più bravo, più coraggioso ecc... ma poi arriva quel messaggio misterioso e inaspettato sul travaglio di Sigyn, qualcosa di tanto sconvolgente da spingere Loki ad abbandonare la battaglia per raggiungere la moglie (e qui mi è piaciuto molto Thor, che con il suo solito modo un po' rozzo incita il fratellastro a correre subito da Sigyn, sebbene fino a quel momento fosse stato dubbioso su quel loro matrimonio). E la suspence è data dal fatto che tu non dici subito cosa c'è scritto su quel messaggio!
Ed è molto doloroso il ricordo di Loki, quando scopre, ancora bambino, che il suo destino sarà quello di scatenare il Ragnarok... santo cielo, come può un ragazzino portare un peso simile? Le parole di Frigga sono state dolci e sagge, ma per un bambino... oddio, anche per un adulto, ma per un ragazzino in particolare... significa la fine di tutti i sogni e delle imprese che aveva fantasticato insieme a Thor. Mi è sembrata una cosa straziante e Loki ha avuto non poco coraggio ad andare avanti comunque, a reagire dopo una simile profezia... ha reagito a modo suo, magari, ma ha già fatto tanto. Una cosa del genere spegne ogni speranza, distrugge ogni sogno, non riesco nemmeno a immaginare quanto terribile possa essere...
Poi ritorniamo al presente con l'angoscia e la preoccupazione per Sigyn e la loro bambina e lui, il Dio degli Inganni, che può manipolare tutto a suo piacere, prova l'abisso più cupo del dolore perché non può fare niente per loro. Ha potuto sempre fare tutto ciò che voleva ma non può intervenire per salvare le persone che ama... e anche questo dev'essere straziante, mi fa pensare ancora di più a quanto sia forte Loki a resistere a tutto questo, a quante cicatrici porti nel cuore e riesca comunque a ripartire sempre da capo. Non si sente nemmeno degno di implorare pietà per Sigyn e la bimba, perché lui è sempre stato privo di pietà. Non ha la minima consolazione e nemmeno la presenza finalmente affettuosa e confortante di Thor riesce ad aiutarlo, Loki può solo tormentarsi e pensare che la morte di Sigyn e di sua figlia sarà la punizione per tutto ciò che lui ha fatto... Eppure, anche in questi momenti, Loki resta sempre Loki. Ha lasciato Sigyn prossima al parto anche se lei lo avrebbe voluto accanto, ha preferito andare a combattere, e adesso anche questo lo tormenta, anche se comprende che questa è la sua natura e che nemmeno Sigyn ha mai pensato di poterla cambiare.
<<“Sono un principe di Asgard, un grande guerriero,” lo ignorò Loki proseguendo, “ma queste mie abilità, conoscenze, capacità, intuizioni e poteri non mi servono assolutamente a niente, adesso. Non posso fare altro che aspettare inerte che quella porta si apra e dicano che non c’è stato niente da fare. Ecco il mio retaggio, fratello: il caos, la distruzione, la morte. Aveva ragione nostro padre e tu non avresti dovuto liberarmi.”>> Questa frase di Loki mi ha colpita particolarmente e mi ha fatto pensare che, nel profondo, lui coltivi un senso di inadeguatezza e una volontà di autodistruzione, che si senta meritevole delle punizioni peggiori, che si reputi un mostro molto più di quanto non sia davvero e che si comporti spesso peggio di quanto potrebbe perché alla fine si sente inutile, maledetto, e vuole che gli altri lo odino e lo temano perché è ciò che merita. E' un'analisi così profonda e complessa della psicologia di Loki che mi sconvolge, sei stata bravissima a cogliere queste caratteristiche e a saperle descrivere con tanta precisione da farmi vivere la sua stessa angoscia e da farmi empatizzare totalmente con Loki.
E poi il finale, talmente lieto e dolce da farmi piangere per la commozione e perché anch'io mi ero sentita tanto in ansia durante l'attesa! Sonje nasce, lei e Sigyn stanno bene e c'è solo spazio per la gioia, per l'incredula commozione di un Loki che non sa nemmeno bene cosa prova, per le battute scherzose di Thor, per la simpatica e affettuosa presa in giro di Sigyn nel vedere il suo "eroe" addormentato al termine di quella lunga fatica.
Una storia bellissima, indimenticabile, di cui ho vissuto ogni istante come se fossi lì, come se Loki e Sigyn e Sonje fossero i miei parenti...
Un capolavoro, la tua bravura nel far entrare i lettori nel vivo della storia e nel cuore dei personaggi è impressionante... veramente fantastica!
A presto!
Abby |