Buonasera (o forse sarebbe meglio dire buonanotte, vista l'ora)!
Le cose che mi hanno portato a scegliere di leggere questa one-shot sono, in ordine: scoprire cosa fosse Mariscuola (purtroppo per ignoranza in materia non conoscevo) e, in definitiva, la grandissima dose di autobiografia presente nella descrizione iniziale, componente che apprezzo tanto negli scritti originali.
Leggendo la storia, ho potuto godere di una narrazione fluida ma non per questo statica e uguale a se stessa, anzi; c'è da dire che i pensieri impazienti e ironici della protagonista fanno la differenza e rendono le azioni e le scene animate, più curiose e decisamente plausibili e umane nonostante la "schematizzazione", in un ambiente che segue delle regole, degli orari (come rimarchi con il pezzo della doccia e la precisazione delle ore) e anche dei ruoli da rispettare.
Con un inizio insidioso e uno sviluppo apparentemente più tranquillo e disteso, devo dire che il finale non me l'aspettavo proprio e sono rimasto piuttosto sorpreso di quello che è successo, denotando quanto questo percorso lavorativo sia molto delicato e richieda un dispendio di forze molto cospicuo ogni volta, dove non bisogna mai sottovalutare un giorno di lavoro e tutta la sua routine, sia per se stessi ma anche per gli altri colleghi.
Penso che il tuo intento fosse raccontare quanto la carriera militare sia frenetica e perfezionista nei rituali e nei grandi eventi che si avvicinano e che riguarda i membri di queste forze armate, facendo in maniera pulita, sincera, senza alcuna malizia di fondo ma quasi di riconoscenza nonostante la difficoltà a digerire alcuni passaggi.
Questo, secondo me, è confermato anche dal concetto di gruppo che si preoccupa per il coma farmacologico nel quale è entrata Antea, sia per le sorti che per la salute mentale dopo il risveglio, cosa che non appare formalizzata ma piuttosto direi distesa e molto più informale di quanto possano sembrare alcune battute finali, come quello che dici su ciò che necessiti dopo il risveglio.
Comunque sia, ci terrei a fare anche degli appunti personali, che spero vengano recepiti come consigli o suggerimenti.
Se devo essere sincero, non trovo affatto questa storia catalogabile come "horror", dato che nemmeno le descrizioni della Mariscuola e ciò che si sussegue all'interno è raccapricciante o macabro: non so se era tuo intento dare alla one-shot un aspetto del genere, io al tuo posto la sposterei su "introspettivo".
I generi invece sono assolutamente adatti e descrittivi di quello che è la one-shot.
Inoltre, ti segnalo due piccolissimi refusi ortografici che comunque sono lievi, ma che segnalo giusto per pignoleria: sì (l'affermazione) si scrive con l'accento, si è una particella che viene usata nei verbi riflessi, È maiuscola si scrive in questo modo, "E'" è incorretto.
In sostanza, devo dire che è stata una lettura piacevole e con dei buoni spunti introspettivi ma trattati con delicatezza e, in certi passaggi, con un'ironia che alleggerisce alcuni momenti che potrebbero risultare dei macigni da avvertire, visto il contesto e il tipo di lavoro descritto in una giornata intera.
C'è originalità, molto di tuo essendo qualcosa di autobiografico (cosa che è gradevole e permette al lettore di immedesimarsi nella testa della protagonista, in questo caso) e coesione nelle spiegazioni narrative ma soprattutto descrittive, dove con un linguaggio pulito e genuino riesci a dare verve a una storia personale che sulla carta non è facile mai da raccontare, in quanto ci vuole un minimo d'organizzazione e capacità per poter narrare bene le cose che appartengono alla propria sfera privata.
Insomma, penso che tu abbia del talento e possa migliorare se continuerai a scrivere, rendendo alcuni periodi più approfonditi e variegati, a seconda della storia che tratterai.
Brava, spero di leggere qualcos'altro di tuo in futuro!
Un abbraccio,
Watashiwa |