Ciao, eccomi qui finalmente! Ti ho prenotata nell’ABC delle recensioni di domenica scorsa e ho preso appunti per tutta la settimana, sono ormai a ridosso della scadenza XD
Inizio dal fatto che lo specchietto introduttivo è molto efficace, grida di buttarcisi dentro! Meno male che ho iniziato a leggere ad opera già iniziata, così potrò leggere tanti capitoli insieme :D Senza neanche aver iniziato la lettura, mi hai fatto sorgere una caterva di domande: è vero che devo andarmi a leggere della battaglia di Alvarez, ma anche senza le nozioni di base già muoio dalla voglia di sapere chi sia il misterioso nemico che ha privato tutti della magia e dei ricordi, lasciando (apparentemente) immune solo Happy. In alcuni momenti, confesso di aver pensato che fossero ritornati tutti nel passato, ma non sembra neanche essere questa la soluzione, magari tutta Magnolia è imprigionata in un loop temporale? Non vedo l’ora di andare avanti a leggere e di scoprire come mai anche Igneel è orfano, come mai sia lui che Fiamma sono stati divisi dai genitori, come mai i genitori non li ricordano, a che età Igneel è arrivato a Magnolia, in che modo Fiamma sarà la Salvatrice e in che modo Yuki e Igneel saranno coinvolti… di semi ne hai piantati a sufficienza XD
E, tra parentesi, un Igneel umano non me lo aspettavo proprio: chissà se Natsu e Lucy hanno solo preso in prestito il nome del drago, o se Igneel è in qualche modo il drago stesso…
Oh, e muoio dalla voglia di leggerti svelare come si incastrano i dodici anni di Fiamma con la giovane età di Natsu e Lucy, non immaginavo affatto di trovarmeli ragazzi, pensavo fosse una storia della stessa risma delle Next-Gen di Harry Potter. Ma adesso la smetto di esporti le mie domande, ti dico solo che sei stata molto originale e sono molto soddisfatta dell’inizio, complimenti vivissimi!
Per ora, uno dei miei personaggi preferiti è Yuki: è molto dolce, molto altruista. Per come me la immagino, mi sembra anche inserirsi bene nel suo carattere di dodicenne cresciuta in orfanotrofio, riesco a sentirla tridimensionale. La butto lì così: non è che Yuki è dolce proprio come Wendy? I capelli blu e i nastrini fanno un po’ da Anagrafe… però voglio capire chi sia il padre, Wendy me la ricordavo molto meno “fornita” sul davanti XD
Fiamma invece l’ho sentita più strana, difficile da inquadrare: un momento era grata ad Happy per averla portata via, il successivo si arrabbiava per il modo in cui l’aveva portata via e introdotta nella città di Magnolia senza spiegazioni. A lettura ultimata, però, credo fosse voluto: la protagonista è in stato di shock e così il lettore. Bella trovata quella di trasmettere la sensazione di spaesamento anche al lettore, narrativamente efficace! (E, detto tra noi, penso che se mi trovassi in una situazione simile, anch’io potrei reagire in modo un po’ isterico :S )
La scena a casa di Lucy mi è piaciuta tantissimo: mi mancavano da morire le scene con Natsu e Happy che invadevano la casa di Lucy, me le ricordo ancora! Sono curiosa di vedere in quali tipi di bravate farai invischiare Natsu, Igneel e Happy, si prospettano terzetto dall’alto potenziale distruttivo! XD
Ti segnalo solo una cosa sulla trama: ad un certo punto Happy sgancia a tutti la notizia bomba che Igneel e Fiamma sono i figli di Natsu e Lucy, però poi è come se, a parte Fiamma, nessuno dei presenti registrasse tutto ciò: quando Lucy inizia a discutere con Fiamma dei suoi genitori, per la prima è come se Happy non avesse detto niente.
Per quanto invece riguarda lo stile, ho avuto l’impressione che la parte più curata fosse l’inizio, mentre, come hai accennato nelle note dell’autore, il resto magari è stato cambiato così tante volte da aver mutato di tono, in un certo senso: le prime righe sono mordenti e accattivanti, proprio come piace a me, ma il resto pare essere stato scritto in un tono meno frizzante, più di getto e meno di petto.
Mi piace molto leggere frasi cadenzate come “Non aveva idea di quale fosse l’origine di quell’oggetto, sapeva solo di averlo sempre avuto, sin da quando, in fasce, era stata abbandonata in quell’orfanotrofio”, amo leggerle tanto quanto amo usarle; d’altra parte è pur vero che, in particolari momenti di pathos, questo tipo di narrazione è di troppo.
Mi spiego meglio: quando scrivo, nella prima stesura c’è sempre una “discreta” quantità di virgole, di subordinate, di connettivi,… Editando, però, mi accorgo che molte vanno tolte, soprattutto nei momenti clou. Mi sono accorta che mi viene sempre da smorzare le reazioni dei personaggi, perché ho l’impressione di utilizzare aggettivi con un significato esagerato; così, però, finisco per rendere la mia presenza eccessivamente nota – anche ingombrante, direi, quando descrivo i loro sentimenti, cosa che mi lascia insoddisfatta.
Ho iniziato ad esserne consapevole di recente, quando mi è capitato di leggere storie le cui autrici abolivano i “si sentiva quasi xxx” in favore dei “si sentiva xxx”. Questa formulazione, accompagnata ad aggettivi potenti, oscura la presenza dell’autore, che non dà più un giudizio riguardo alle sensazioni del personaggio, e aiuta il lettore ad immedesimarsi nei personaggi e nella scena. Ti faccio un esempio dal tuo capitolo, perché ho notato che anche tu hai la mi stessa tendenza a “smorzare”:
“Io non potrò mai dimenticarmi di te”.
Dopodiché, le due si abbracciarono. Fu un abbraccio lungo, quasi esasperato. Fiamma e Yuki erano sempre state insieme sin da piccole, separarsi era come lasciare dietro di sé un pezzo del proprio cuore.
Prova a leggerla ad alta voce così:
“Io non potrò mai dimenticarmi di te”.
Si confortarono in un abbraccio lungo, esasperato. Erano sempre state insieme, sin da piccole: separarsi avrebbe significato lasciarsi alle spalle un pezzo del loro cuore.
Un’altra cosa che ho notato, è che spesso fai ripetizioni, non so se te ne accorgi (di sotto te ne segnalo alcune). Utilizzi molto in abbondanza anche gli aggettivi questo/quello, cosa che dopo un po’ inizia a farsi sentire.
A livello di grammatica, mi ha fatto invece molto piacere notare che non hai mai sbagliato neanche un tempo verbale: i congiuntivi quando ci vogliono i congiuntivi e gli indicativi quando ci vogliono gli indicativi. Brava brava brava, la popolazione di EFP che sa evitare questi orrori non è così nutrita.
Con la punteggiatura, però, ho l’impressione che tu ti sia presa qualche licenza. Ho preso un bel po’ di appunti durante la lettura, quindi ti segnalo alcune sviste:
• La sua migliore amica e sua coetanea Yuki, la distrasse. Hai separato soggetto e verbo: Yuki, la distrasse. Potresti sistemare rendendolo un inciso: “… coetanea, Yuki, la distrasse.”
• “Non dirlo neanche per scherzo. Non te lo perdonerà (perdonerò) mai se adesso rimani qui!”
• “Oh, Fiamma. Noi saremo sempre migliori amiche, qualsiasi cosa accada”, sussurrò stringendola (stringendole) una mano.
• Perchém (errore di battitura) lì in orfanotrofio, (senza virgola, oppure in un inciso) non c’era nessuno (nessun altro) che poteva essere considerato (poteva considerare/le era) amico.
• Yuki si staccò dall’abbraccio, prendendo a frugare nello zainetto che teneva in spalle (di solito si dice in spalla. De André dice “con l’anima in spalle” in una canzone, penso si possa considerare una licenza poetica o un dialettalismo, perché non l’ho trovato da nessun’altra parte)
• Yuki era proprio incorreggibile. Ma quanto le sarebbe mancata, questo nessuno avrebbe mao (mai) potuto capirlo.
• Chiuse gli occhi, e immediatamente il pensiero dei giorni di inferno che le sarebbero aspettati, le attraversò la mente. Hai di nuovo separato soggetto e verbo: il pensiero, le attraversò
• Quello, però, anziché andar via, si infilò dentro con assai poca grazie (grazia).
• Qualche secondo più in là e (qualche secondo più tardi,) una donna dall’espressione severa e acida la stava guardando con sospetto.
• “Certo! Anni, per la precisione!” (Ci aggiungerei un “da”: “da anni”, ma forse è solo una scelta stilistica).
• Happy sapeva di aver detto la cosa giusta al momento giusto, poiché l’espressione di Fiamma era infatti cambiata. Dopo ripeti “infatti”, quindi qui lo toglierei
• Quest’ultima non sapeva infatti se fosse saggio fidarsi del primo pazzo-ragazzino-alato che gli capitava a tiro (2 cose: pazzo ragazzino alato non sono tre nomi, quindi è preferibile non unirli col trattino; “le” andrebbe inserito al posto di “gli”). Questo non era normale e, d’altro canto, neanche lei si era mai sentita parlare. (Questa frase non è molto chiara: lascia ad intendere che Fiamma sia sorda/muta), cosa che in realtà non è) E poi, lui l’aveva colpito (colpita) nel vivo con quell’affermazione.
• Happy planò letteralmente al suolo, una volta assicuratosi di essere abbastanza lontano da occhi indiscreti. Una volta (ripetizione) poggiata a terra la ragazzina, prese a stiracchiarsi.
• Ah, mi è venuta una fame. (ci vogliono i tre puntini)
• “Ah”, si lamentò Happy. “Siamo arrivati” (Lamentarsi non mi sembra il verbo giusto, ti suggerirei di cambiarlo).
• “Credimi, è molto di più di quello che puoi credere.” (Ripetizione)
• la prima cosa che Fiamma notò(,) entrando, fu il municipio. Se non inserisci una virgola, si separa soggetto e verbo.
• E poi sentì qualcosa vicino al cuore, una sorta di colore (calore) che però non seppe spiegarsi.
• “Io mi chiamo Igneel, da dove vieni(,) piccolo fiore di ciliegio? […]” Il complemento di vocazione di solito si separa con una virgola dal resto della frase
• Chinò la testa di mezzo lato. Toglierei “mezzo”, non ho mai sentito quest’espressione usata così
• Ma il giorno dopo gliene avrebbe cantate quattro(,) a Happy. “Gliene” e “a Happy” vanno separati creando un anacoluto, altrimenti nella frase c’è un complemento di termine in eccesso.
• Ogni qualvolta se lo ritrovava in casa propria con Happy e Igneel. Ogniqualvolta si scrive attaccato e introduce una subordinata temporale, da solo non può stare
• “Insomma, se non fosse stata (stato) per questa loro scelta, adesso avrei una vita normale.
Alla fine credo che sia venuto fuori più un beta reading a posteriori… vabbè, ci ho impiegato così tanto che è il momento di mandarla…
(p.s.: per i prossimi capitoli, non recensirò così, altrimenti non finisco più >.<)
Un bacio,
Elena |