Recensioni per
Hasta la verdad, siempre!
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 62
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/10/18, ore 14:15
Cap. 29:

Ciao, beh, come dicevi anche tu nelle note introduttive siamo giunti alla resa dei conti. Si vede già la fine della storia, anche se presumo ci vorrà del tempo prima che questa arrivi. Ci sono ancora tantissime cose che devono trovare una conclusione e primo fra tutti questo vertice di Reichenbach.

Devo dire che mi sta piacendo tantissimo la connessione con il film Game of Shadow, che è la parte che sto preferendo in questi capitoli. Non che i resto non mi stia piacendo, ma è stata una svolta inaspettata e sorprendente. L'avevo già accennato nella passata recensione, ma lo riconfermo qui. L'intreccio è ottimo, in linea con quanto succede nel film e perfettamente adattato all'epoca moderna. Ho ritrovato con piacere anche tutti i nomi che ricordo come Ravache, per esempio. Ma anche i precisi passaggi che, nel film, conducono Holmes e Moriarty al cospetto delle cascate. Qui la situazione appare come rovesciata, ma è pressoché la stessa. E se possibile ancora più articolata. Sherlock ha un evidente cedimento in questo capitolo, direi naturale considerata la sua condizione fisica e lo stress al quale è sottoposto. Ha un cedimento e quasi viene scoperto da Moriarty, ma riesce benissimo a giostrarsi inventando una scusa e quasi si ha la sensazione che sia riuscito a rinforzare persino il loro rapporto "fraterno". Sappiamo che James è molto più difficile da manipolare di quel che sembra, ma in questo caso il piccolo particolare (adeguatamente cambiato) sul loro legame di sangue sembra aver fatto una sorta di miracolo. La sua sembra essere una crociata per portare Sherlock dalla sua parte e per avere tutto di lui, credo che le ragioni per cui si è trattenuto dal tentare di portarselo a letto sono più che altro legate alla condizione fisica di Sherlock, che a un gesto di sensatezza. Voglio proprio vedere come farai evolvere il loro rapporto perché ora siamo in un momento delicato, i nodi stanno per arrivare al pettine.

Nel capitolo in realtà non c'è solo questo, ma è suddiviso in diversi passaggi, più o meno approfonditi. Molto interessante anche la primissima parte, in cui ritroviamo Molly e Greg. Mi chiedevo a cosa serviva farceli vedere ora e in quale maniera avrebbe portato avanti la trama, ma poi arriva la geniale trovata del travestimento (bellissima citazione al Mycroft di The Final Problem) e soprattutto un altro coinvolgimento di Greg, nel piano. All'inizio ci si chiede quale sarà effettivamente il suo ruolo, lo si capisce soltanto dopo quando si accenna all'attaccare Moriarty su più fronti. Di nuovo ritorna A Game of Shadow e quel piano geniale, ma intricato ideato da Holmes e qui riadattato magnificamente.

Le due parti centrali lasciano tirare un po' il sollievo, anche se nel frangente tra Mycroft e John, il peso ricade su di loro e anche su di noi. John e Sherlock stanno patendo la lontananza uno dall'altro, ma non solo. Soffrono anche la paura per quello che sta per succedere, l'incertezza per il futuro e non di meno l'imprevedibilità di un uomo come Moriarty. In questo senso il capitolo è molto emotivo, sia nei frangenti che riguardano John che quelli in cui ci hai mostrato uno Sherlock fragile (Bellissimo, a proposito, l'accostamento con la trota impigliata nella rete e il conseguente domandarsi chi sia la preda e chi il pescatore).

Ma la vera parte in cui si tira un sospiro è quella meramente romantica. C'è sempre un velo di ansia e di amarezza, ma quel momento di vicinanza tra i due membri de Los Errores, mi è piaciuto tantissimo. Sì, ci sono tante parti in spagnolo, ma non mi hanno pesato. Riuscivo a capire più o meno tutto e non ho avuto alcun problema, di certo ne è valsa la pena e poi ho notato che il loro parlare spagnolo o inglese contribuisce anche alla caratterizzazione dei loro personaggi, quindi da lettore non chiedevo di meglio.

Ora aspetto l'aggiornamento in trepidante attesa, come sempre.
Koa

Recensore Master
27/10/18, ore 00:01
Cap. 28:

Ho cominciato a leggere questo capitolo e subito mi sono sentita trascinare nel dolore: davvero hai saputo trasmettere l'angoscia dell'abbandono che colpisce John. Sh, ancora una volta, lo lascia, con una decisione che ritrova i motivi che lo spinsero a lanciarsi dal tetto del Bart's.
Hai usato termini che trasmettono la sofferenza e la frustrazione in modo diretto ed inequivocabile ("... polvere...tortura subita...auto ormai lontana...").
Come a rendere più concreto e straziante il ricordo del (finto)suicidio di Holmes, trasponi il sapore soffocante del lutto in tutta la tragicità della folle illusione per cui Mistica scuote il corpo ormai senza vita di Sky, quasi certa di richiamarlo, così, in vita. Come John, in preda alla disperazione, perché un medico comprende benissimo che uno che si getta giù da un palazzo non sopravvive a meno di un miracolo, era accasciato accanto al corpo esanime di Sh, così ora Mistica cerca di risvegliare colui che si è resa conto di amare, come se quegli occhi chiusi significassero un sonno da cui è possibile destarsi.
Hai reso protagonista un John deciso e lucido nello scegliere ciò che dovrà essere importante nella sua vita e, anche se la decisione di uccidere Moran mi è sembrata dura, s’inquadra perfettamente in quello che il suo stato d’animo gli ispira: ha perso nuovamente Sh, teme che sia per sempre perché è in mano ad un pericoloso criminale e, davanti a lui, c’è la donna che gli ha carpito un figlio per legarlo a sé indissolubilmente e che ha messo in pericolo per due volte la vita di Sh.
Mi è piaciuto come hai trattato, poi, gli interventi di Fox e di Grey che gettano un dubbio sulle reali condizioni di Seb: il ragionamento di John che, comunque decide di ucciderla, fila via logico e convincente, privo di qualsiasi forzatura.
E ritroviamo, con nostalgia, il soldato che spara, senza esitazioni, al tassista serial killer di ASIP e quello che si allontana a passo marziale dalla lapide nera posta sulla tomba di Sh in TRF, dopo aver aperto il suo cuore a quel muto pezzo di marmo.
La figura di Mary l’hai connotata in modo creativo ed originale, sviluppandone agli estremi il suo lato più inquietante, priva di qualsiasi connotazione umana, nel senso di disponibilità a comprendere ed a provare pietà per gli altri, dunque ciò che fa John nei suoi confronti ne è l’eco più credibile.
Proseguendo nella lettura, mi è piaciuto molto il momento in cui Sh, dopo il risveglio nel covo di Jim, entra nel suo Mind Palace che, secondo me, com’era già successo precedentemente per la sorellina Jane, si apre a richiami sovrannaturali perché quello Skyfall che colloquia con Sh, è davvero splendido. Non può essere solo frutto e mera rielaborazione dei ricordi da parte di Holmes ma, sicuramente, c'è anche un intervento di voci ormai appartenenti ad un'altra dimensione. E lo “sbagliato”, ora, può rivelarsi a lui in tutta la sua specialissima umanità.
Comunque, tutto da te trattato con sensibilità, non banalmente, ed il risultato è perfettamente credibile ed efficace ai fini della narrazione e della definizione dei personaggi; in questo abbiamo una visione chiara di ciò che ha fatto e rischiato Sky, facendoci riappacificare con lui.
Ma, secondo me, il vero punto di forza, qui, in questo impegnativo e bellissimo capitolo, è la dinamica dei gesti e delle parole che definiscono il rapporto tra Sh e Moriarty: hai costruito e tradotto, con agilità, un sapiente gioco d'incastro di personalità che appaiono agli antipodi ma che, in ultimo esame, si rivelano quanto mai simili e speculari.
Uno è il "consulting detective", l'altro è sicuramente un criminale, “consulting criminal”, ma ai vertici pure lui, come intelligenza e capacità di entrare nei meccanismi dei fatti che avvengono per coglierne il significato e servirsene, uno per compiere misfatti, l’altro per scoprire chi ha commesso crimini.

Entrambi hanno avuto un'infanzia sfortunata, dominati da una figura fraterna assolutamente predominante.
Forse Seb è stata più invasiva e negativa nei confronti del fratello, rispetto ai rapporti tra i due Holmes ma si apre, in tutti e due, il vuoto affettivo di un passato senza calore umano e possibilità di sentirsi amati.
Per questo Jim mi suscita sì repulsione per la sua malvagità ma, al tempo stesso, mi sento di considerarlo una vittima delle ombre del suo passato.
Sembra paradossale, ma è quasi tenero quando sfiora il volto di Sh alla ricerca di un contatto, per comunicargli la sua gioia di averlo lì, tutto per sé; però, ciò che sente e ciò che esprime, è contaminato dall'incapacità di rinsaldare legami chiari e disinteressati e, per questo, quelle carezze diventano morbose, viscide, intollerabili.
Jim non sa più amare, ma usare.
Sh viene, anche lui, da un passato triste e colmo di solitudine ma, ora quel vuoto è stato riempito da John e dal suo amore totale e disinteressato che lo tengono a galla in quella palude di vissuti così devastanti.
Perciò recita con lucidità la parte che gli permetterà, o almeno spero, di eliminare Moriarty e la sua rete dagli scenari mondiali.
Già, perché, addirittura, Jim è riuscito ad infiltrare la sua ombra negli equilibri di un panorama che oltrepassa i confini del Regno Unito.
Aggiungi a tutto questo uno sguardo a ciò che succede dagli “sbagliati”. Ritroviamo la disperazione di Mistica e la figura dolente di Anthea che, comunque, sembra risalire piano piano la china dell’umiliante condizione in cui Seb l’ha costretta.
Ed è emotivamente coinvolgente quella femminile complicità che si esprime tra lei e Mistica, entrambe sconfitte nel corpo e nell’anima.
Mi complimento con te per la mole di lavoro che ti sei sobbarcata, che merita un “grazie” sentito da parte di chi legge perché non è solo una questione di quantità nello scrivere ma anche, e soprattutto, una faccenda qualitativamente rilevante questo tuo raccontare così sfaccettato. Infatti ci sono le caratterizzazioni non superficiali dei personaggi, l’intreccio narrativo, lo sguardo alla parte “criminale” della storia, all’introspezione che ti permette di procedere nello sviluppo della storia in modo credibile ed umanamente verosimigliante.
Quella che tu ci stai regalando è davvero una long che si distingue, nel mare sconfinato del fandom, per il suo spessore.

Recensore Master
25/10/18, ore 09:41
Cap. 28:

Ciao, dunque, dopo aver letto questo capitolo tutto ciò che hai detto nei messaggi mi risulta più chiaro. Come ti avevo detto ero stata ingannata da un piccolo particolare di cui già abbiamo parlato e di sicuro avrei finito col non capirci niente, se tu non mi avessi fatto presente che avevo sbagliato a interpretare le cose. Quindi ti ringrazio per la premura che hai avuto. Perché quello che accade in questo capitolo è di certo fondamentale per lo sviluppo dell'intera storia, lo ritengo uno di quelli più importanti.

La situazione sembra assestarsi in una determinata maniera e soprattutto i filoni principali si sono suddivisi su due fronti ben specifici (prima ce n'era più di uno), da una parte abbiamo i Los Errores con John, Mycroft e Anthea mentre dall'altra Sherlock che fa l'infiltrato nella rete di Moriarty. Ora, che Sherlock avesse un piano e che questo fosse rischioso, contorto ed elaborato, già lo sapevamo, ma in questo capitolo acquistiamo maggior consapevolezza nelle sue capacità. Ad aiutarci in questo è sicuramente il pov di Sherlock che approfondisce in special modo il suo stato d'animo e i suoi sentimenti verso Moriarty, e che fa quindi da contrasto con quello di John che finora l'aveva fatta un po' da padrone (assieme a quello di Sky, io credo). Nel precedente, così come nella prima parte di questo capitolo, veniamo travolti dal dolore di John. Ci investe in pieno, quasi che ho sentito io stessa la terra mancarmi sotto i piedi. Lui è sconvolto per ciò che ha scelto di fare Sherlock, ha paura e teme seriamente d'averlo perso per sempre. E ogni sfumatura arriva in maniera molto nitida, hai fatto un gran lavoro anche in questo. Io ero certa fin da subito che tra loro non sarebbe finita qui, come invece temeva John, e ne ho avuto una conferma con l'arrivo della parte centrale. Lì capiamo per davvero cos'hanno fatto Sherlock e Sky (fino a questo momento non tutti i dettagli del piano erano chiari) e ne sono ancora di più impressionata. Il lavoro iniziato da Sky, quello che poi Sherlock porterà avanti, è geniale. La stessa maniera che Sherlock ha di mandare tutti i file criptati a Mycroft e ai Los Errores l'ho trovata fantastica. La sim nascosta nel tacco della scarpa, la scusa della noia per farsi dare un mezzo di comunicazione, i messaggi cifrati e John e gli altri che tentano di dedurre user e password del forum di giardinaggio. Hai fatto un ottimo lavoro, sempre credibile e soprattutto verosimile. Lo si capisce anche dai dettagli, come quando gli altri cercano di capire quale metodo Sky e Sherlock hanno usato per comunicare.

Per quel che riguarda la trama, direi che le fila stanno iniziando a tendersi e che Moriarty è esattamente al centro della ragnatela, ma questa volta rischia di rimanerci impigliato lui stesso. D'altra parte, Sherlock sta recitando alla perfezione. Addirittura affonda dei colpi a Jim, come il passaggio in cui (nel loro dialogo) si parla di John. O come il momento in cui rifiuta le sue avances. Ho trovato la proposta di "giocare" insieme fatta da Moriarty abbastanza inquietante, eppure perfettamente in linea con il personaggio. Su di lui ci sarebbe tantissimo da dire, ma sono i racconti che fa dell'infanzia avuta con la sorella ad avermi impressionata di più. E qui si torna un po' a Nature&Nurture di cui già ti avevo parlato, perché mi domando come sarebbe cresciuto Jim Moriarty se fosse stato allevato da un'altra famiglia e lontano dall'influenza pessima di Moran. Probabilmente sarebbe stata una persona più equilibrata o magari no, però non posso fare a meno di domandarmelo. Ma comunque... La caratterizzazione di Moriarty sta venendo fuori tutta adesso e mi piace tantissimo. Si mostra assolutamente indifferente verso la morte della sorella e prova invece una specie di felicità, anche un po' infantile, per la presenza di Sherlock al suo fianco. L'idea che Sherlock abbia scelto lui al di sopra di chiunque altro, lo eccita seriamente. Forse anche in senso sessuale, ma su questo ci vorrebbe dell'altro approfondimento e giustamente il capitolo ha parlato anche di altro. E qui voglio fare una piccola menzione. Ma prima devo confessarti che, le note iniziali, le avevo lette il giorno in cui hai aggiornato e quando sono tornata per leggere il capitolo non l'ho più fatto e ho finito col dimenticarmi che, parte del capitolo, avrebbe ripreso i film con RDJ e Jude Law. Ho riconosciuto subito tutte le citazioni e ho trovato anche le idee verosimili pur essendo questo un contesto contemporaneo e non ottocentesco. Mi è piaciuto tutto quello che hai pensato compreso il vertice alle cascate di Reichenbach. Ora, il fatto che tu ci stia per portare in Svizzera, proprio per posto in cui l'Holmes di Conan Doyle usò per liberarsi di Moriary da una parte mi inquieta. Dall'altra invece sono positiva, Sherlock agli occhi del mondo ha già finto la propria morte, non ha necessità di gettarsi giù per le cascate con Moriarty. Ma soprattutto ciò che vuole Sherlock ora è riabilitare il proprio nome e quello di John e smascherare Moriarty e la sua rete. Quindi direi che non può assolutamente finire male, o almeno lo spero.

Intanto che aspetto il verdetto su di che morte devo morire, ti faccio i complimenti per tutto. Anche per le citazioni musicali, che ho notato e apprezzato, da musicista certi riferimenti mi fanno sempre molto piacere.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
21/10/18, ore 16:54
Cap. 27:

Il punto di vista che hai scelto per aprire questo capitolo è abbastanza inconsueto perché stai guardando ciò che accade con gli occhi di un personaggio difficile e problematico, cioè Mary. Ne smussi le asperità con delle pennellate di umana debolezza e sensibilità, soprattutto dovute al particolare stato in cui si trova.
È incinta e persino la sua malvagia follia sembra arretrare di fronte al pericolo. È un attimo che, però, passa velocemente, con quel gesto di farsi scudo con Skyfall. Ridiventa la spietata pazzoide che ha fatto tormentare con crudeltà una donna come lei, Anthea.
Infatti, il risvolto agghiacciante di quella terribile situazione, è stato quello che ha visto Moran negarsi persino la più naturale forma di complicità naturale tra esseri dello stesso sesso. Una donna contro una donna, in un modo rivoltante, senza alcuna giustificazione.
Ma la scena viene dominata poi da James, che tu rendi perfetto nella sua viscida e minacciosa calma, tranquillità solo apparente che nasconde l'orrore e la cattiveria.
Però, in fondo, hai uno sguardo di compartecipazione perché lui, tutto sommato, é così in seguito alle tristezze della sua infanzia in cui protagonista delle sue sofferenze è sempre lei, Moran.
Infatti, quando alla fine del capitolo precedente, hai fatto scendere dall’auto Moriarty, ho avuto la sensazione di dover assistere a scene ben più crudeli rispetto a quelle vissute indirettamente della detenzione di Anthea. ed invece, ci sveli il passato di Jim, vittima della cattiveria senza limiti di Seb.
Quello in cui ci accompagni è un viaggio nel profondo della psiche umana, nei suoi meandri più bui che sembrano superati e dimenticati nel trascorrere del tempo. Invece ci dimostri come ritorni inesorabilmente ciò che abbiamo vissuto ed, eventualmente, subìto, che condiziona le nostre azioni.
Questo, comunque, non libera alcuno di noi da una personale responsabilità di fronte alla scelta naturale tra il bene ed il male.
Nel descrivere e riportare l’allucinante ed allucinato dialogo tra Jim e Seb, hai dimostrato una lucidissima capacità di analisi, libera da qualsiasi pregiudizio.
Moriarty è così anche perché, nella sua infanzia, ha vissuto continue prevaricazioni ed umiliazioni ma penso che abbia evitato la strada per il riscatto, da una vuota ed assurda vendetta ed affermazione malata della propria personalità, seguendo ciò che gli sembrava più facile come via da seguire.
Seb no, non ha, almeno ai miei occhi, neppure la giustificazione di un passato travagliato. Forse un motivo del suo essere così spietata andrebbe immaginato nella sua follia.
Il capitolo, dunque, è dominato dal duello tra i due, Jim e Seb. Gli altri sono muti spettatori. Questo fino a quando si leva la voce di Sh che rende palese la sua scelta di andare con Moriarty.
Veniamo così coinvolti in un momento di alta tensione emotiva che hai reso ancora più devastante con quell’immagine di John, tramortito, prima dalla decisione di colui che ama e, poi, dalla notizia agghiacciante che Seb aspetta un figlio da lui, frutto della violenza perpetrata da lei ai suoi danni.
Un suggestivo richiamo IC chiude il pezzo con quel disperato richiamo di John rivolto a Sh che, seguendo Moriarty, è come se si lanciasse un’altra volta dal tetto del Bart’s.
Un capitolo drammatico, questo, con uno Sh ritornato a stagliarsi come vero protagonista di ciò che accade. Brava.

Recensore Master
15/10/18, ore 08:51
Cap. 27:

Sappi che questa storia mi sta uccidendo capitolo dopo capitolo, a questo punto (se in quelli passati vedevo una via d'uscita e un happy ending), adesso non mi sembra che niente potrà andare a posto. Insomma, la vedo non grigia, ma nerissima.

Ma a parte questo, mi è piaciuto molto come hai raccontato il rapporto tra Moran e Moriarty. Sapevamo già quello che è stato il loro rapporto fin da quando erano bambini, ma ogni volta che affronti l'argomento aggiungi un tassello che va a completare il quadro. Qui si intuisce già di più di quella che è stata l'educazione di Jim. Mi viene in mente la natura contro l'educazione e mi chiedo se, con genitori diversi, Moriarty non sarebbe cresciuto diversamente. E mi sto facendo le stesse domande per quel che riguarda la bambina di Mary e John, guardando un lato della famiglia dalla quale proviene mi chiedo se l'influenza di John (e quella di Sherlock) unito a un ambiente sano e pieno di amore non riusciranno a crescere una bambina completamente diversa da quella che è stata sua madre. Perché sì, nonostante le aspettative di tutti, Moriarty compreso, io non credo che John la ucciderà. Non se sarebbe mai capace, io credo che la faranno arrestare e che, una volta nata, John si terrà la bambina. Penso che sarebbe la cosa più da "John Watson" quello che lo stesso Sherlock si aspetta che faccia.

Il piano di Sherlock aveva dei passaggi nascosti e questo l'avevamo capito un po' tutti, ma non avrei mai pensato che potesse trattarsi di una cosa simile. Credevo che avresti messo Mycroft, John e Sherlock in una situazione simile a quella di The Final Problem, ma ora mi rendo conto che questo è già successo. Il fatto che Sherlock si sia non solo consegnato a Jim, ma che abbia tradito Moran è stato un vero colpo di genio. Io non credo che l'abbia fatto soltanto per liberarsene (e vendicare la madre e la sorella), ma anche per dare a John la possibilità di sapere che lei è incinta e di decidere quello che è meglio per la bambina. In un certo senso è un gesto di grande generosità, e di amore, e credo che una volta che John si sarà ripreso se ne renderà conto lui stesso.

Detto ciò, la parte finale è stata davvero tosta da leggere. Già il mancamento che ha John quando vede Sherlock andarsene è stato doloroso, ma la mazzata finale me l'ha data lo sparo. Non pensavo davvero che avresti riportato anche quello, Moran ha colpito Sherlock proprio vicino al cuore, ora Jim lo farà curare? Io penso proprio di sì, dato che ha bisogno di lui. Quello che non ho capito è a che cosa gli serve e soprattutto qual è il piano di Sherlock. Ma soprattutto, quanto tempo passerà da che Sherlock e John si incontreranno di nuovo?

Non mi resta che aspettare e leggere.
Koa

Recensore Master
11/10/18, ore 14:38
Cap. 26:

Ciao, finalmente riesco a lasciarti una recensione. A dire il vero non ho moltissimo tempo, ma o adesso oppure chissà quanti altri giorni avrei fatto passare. Dunque, è stato un capitolo molto soddisfacente. Non che gli altri non lo fossero, ma l'attesa per questa azione, per il piano, di cui tanto si parlava ma che ancora non veniva messo in atto, aveva creato una certa tensione tra i personaggi e la si percepiva leggendo. Il piano lo si è scoperto in questa prima parte. Sky doveva liberare Anthea e Mycroft e fuggire grazie agli altri dei Los Errores, mentre delle bombe artigianali esplodevano. Il piano ha funzionato e Sherlock ha avuto le sue ragioni, Sky è rimasto indietro (e le ragioni a questo punto le sappiamo benissimo, anche alla luce di quanto si è scoperto nel capitolo 25). Quindi è andato tutto per il meglio. Almeno fino alla fine. L'entrata in scena di Moriarty è molto teatrale, come suo solito non banale, ma d'effetto. In un primo momento non avevo capito bene di chi si trattasse, credevo fosse la polizia o i servizi segreti, per Mycroft. E invece è arrivato il buon Jim. Mi domando che cosa voglia davvero e perché affrontare tutti loro adesso. Certo è meglio armato, ha molti uomini mentre loro sono in pochi e per di più feriti. Ma è comunque una decisione strana la sua. Sappiamo che Moriarty vuole mettere Sherlock di fronte a una scelta o John o Mycroft, per quale ragione ancora non lo si è ben capito. Aveva senso (ma neanche tanto a dire il vero) se fatto da Eurus, che era la loro sorella. Qui Moriarty non è propriamente loro fratello, di certo non è un membro della famiglia, nonostante tutto ciò che dice lui. Ad ogni modo, è una scelta la tua adattata a The Final Problem e quindi va bene così. Solo, non capisco come mai Jim abbia attaccato adesso. Forse si sente più forte oppure non vuole attaccare come potrebbe sembrare. Sappiamo che tra lui e Moran c'è una spaccatura, mi chiedo se questa mossa improvvisa c'entri con quello e se Sherlock, tramite Sky ne sia stato davvero informato oppure se non ne sa nulla, come ha ammesso quando ha detto che Sky avrebbe dovuto seguire i suoi piani. In quel momento pareva sincero, però chi può dirlo veramente...

Ora attendo l'aggiornamento.
Koa

Recensore Master
08/10/18, ore 16:14
Cap. 26:

Leggere di Anthea e di quello che sta passando, che tu esprimi indirettamente con l'eco delle sue urla lontane e con gli ematomi sul suo volto, è diventata veramente una sofferenza, tanta, purtroppo, è la credibilità che sai infondere al tuo racconto.
A dare un tono ancora più inquietante all'atmosfera c'è la caratterizzazione da brividi di Moran, la cui crudeltà affiora livida dal contrasto tra ciò che fa infliggere alla povera donna ed il suo tono di voce dolce, suadente ma tanto simile, secondo me, al sibilo di una serpe velenosa.
Campeggia la figura dolente di Mycroft, che tu scolpisci efficacemente nella sua impotenza e nel suo strazio di fronte a ciò che subisce la fedelissima Anthea.
Guarda, se hai pensato di far morire quest'ultima, sarà un dispiacere ma piuttosto che si continui così...
Dicevo di Mycroft e del suo dolore, cui hai intrecciato gli echi del suo passato, della morte di Eurus e dell'irrazionale ma concreta ricerca di riportarla in vita attraverso chi poteva esserle simile, anche solo anagraficamente.
In più, hai aggiunto al cuore di Holmes una specie di senso di colpa nei confronti di Anthea per non poter ricambiare, perché inesistente, un sentimento diverso da quello che gli deriva dal ricordo della sorella e dall'illusione di averla ritrovata nella sua segretaria. Lei sta dando la vita per lui, lui è costernato anche per il fatto che non l'ama come, evidentemente, lei si meriterebbe. La tortura di Moran scava non solo nel fisico ma anche nella mente in quanto è a conoscenza di ciò che Mycroft ha sepolto con la sorellina nella sua anima.
"... un sorriso, bellissimo nonostante le labbra spaccate e gonfie...": un momento, questo, davvero intenso e coinvolgente che mi ha suscitato una lacrimuccia di fronte a tanta devozione ed a un così grande affetto. Addirittura sono portata a pensare che le sofferenze fisiche di Anthea siano lenite dall'immenso suo attaccamento a Mycroft e, paradossalmente, ciò che prova quest’ultimo è enormemente più doloroso, perché affonda le radici nella parte oscura del suo passato, purtroppo quella che riguarda i suoi affetti più importanti.
Il capitolo prosegue con il colpo di scena dell'assalto a Musgrave, un susseguirsi di azioni veloci e tensione a livelli alti, ma vedo che hai in serbo un altro asso nella manica: da un'auto nera scende Moriarty.
Agghiacciante, forse quello che ha fatto Moran è niente in confronto a ciò che potrebbe avere in mente lui.
Il tuo modo di scrivere è agile, adeguato alle situazioni, siano esse convulse o dal ritmo più pacato. In ogni caso ci rendi partecipi di ciò che racconti.
Mi rimane un dubbio circa il comportamento particolare di Sky che, a prima vista, potrebbe essere definito quello di un traditore ma mi sembra un’ipotesi troppo riduttiva vista la caratura del personaggio. Infatti, via via che procedevi con la storia, ne hai delineato un carattere complesso, variegato, certamente non semplicistico. Pertanto mi aspetto un esito non scontato dalla sua scelta di non fuggire con il commando che ha salvato Mycroft ed Anthea.

Recensore Master
05/10/18, ore 00:12
Cap. 25:

Al centro del precedente capitolo c'era Mycroft, qui è nell'animo di Skyfall che possiamo affacciarci per scoprirne i sentimenti e le emozioni in un contesto davvero allucinante in cui, il minimo errore, potrebbe portare alla morte sicura. E la visione introspettiva che tu hai portato avanti è solo per noi lettori, perché la diabolica Moran non deve, ovviamente, conoscere ciò che pensa veramente lo "sbagliato".
Il confronto drammatico tra loro due sembra un appostamento che una belva affamata e violenta cerca nei confronti di una vittima, per accerchiarla e terrorizzarla, annientandola.
Hai costruito, a riguardo, un percorso su un terreno psicologico difficilissimo, in cui si svolge appunto il pericoloso, mortale duello tra la folle sorella di Jim e Sky.
La tensione veramente è a livelli molto alti anche per l'immagine sconvolgente di Anthea, umiliata e sconfitta, addirittura in balia della crudeltà diabolica di Moran e dei suoi scagnozzi. Sky viene da te ritratto/a, in quei momenti così duri, in modo crudo ("...Camuffare l’inconfondibile rumore dei conati di vomito...") e realistico che non lascia scampo alle illusioni del non visto, del "non può essere": terribile davvero e, purtroppo, verosimigliante la situazione di Anthea. Ho letto in fretta quelle righe in cui descrivi le sue urla e le sevizie a cui viene sottoposta perché, la tua scelta di raccontare credibilmente dei momenti di estrema tensione, è stata espressa centrando l'obiettivo.
Sentimenti di pietà per chi viene crudelmente tormentato, risentimento e desiderio di giustizia affinchè gli aguzzini siano puniti, speranza che l’aiuto esterno non arrivi troppo tardi… Ecco ciò che frulla per la testa di chi, come me, si trova di fronte a ciò che hai raccontato in questo capitolo.
Forte e convincente, dal punto di vista narrativo e psicologico il comportamento di Sky, che cerca di ripescare dal suo difficile passato l'energia necessaria per superare la tremenda prova di lealtà e di spietatezza cui Moran lo/a sottopone. Ed una persona che ha molto sofferto, a causa della cattiveria assolutamente gratuita degli altri, ha due percorsi davanti: o si chiude ancora più in se stessa o, quello che è accaduto secondo me allo “sbagliato” in questione, sviluppa risorse tali di fisicità straordinaria e di acutezza mentale che la supportano in situazioni di pericolo e di possibile sopraffazione da parte di qualche aggressore, anche psicologico.
Un momento che ho apprezzato molto, sull'onda della nostalgia, è quello in cui fai pronunciare, con convinzione, a John la mitica frase "I Believe in Sherlock Holmes" che richiama il clima teso, unico, travolgente e, ormai, iconico di TRF. Parole rappresentative, secondo me, sicuramente anche del significato più profondo della Johnlock.
E comunque la mente brillante di Sh rimane l'unica speranza, il suo piano è quello che ha la percentuale più alta di successo.
A proposito dei nostri due del 221b, li vedo da te considerati sempre più come un’unica realtà armonica, fusi insieme in una coppia che si muove indissolubilmente nelle situazioni difficili in cui essi si trovano.
Sh e John, innamorati l’uno dell’altro in maniera totale. Gli altri personaggi che si muovono accanto a loro, sono più distinti nella loro singolarità, come atomi impazziti a causa del disordine degli eventi. E, quello che è più sorprendente e attraente per chi legge, è che la loro connotazione psicologica è indubbiamente credibile ed efficace. Mycroft, Anthea, Sky e gli altri, persino Moran ed i suoi disgustosi ed anonimi complici, sono da te caratterizzati da una forte tridimensionalità comportamentale che si rivela in gesti, parole, sguardi decisamente verosimiglianti. Per esempio, la stessa natura criminale della sorella di Jim, non è piatta e rappresentata in modo semplicistico, ma decisamente cangiante, soggetta a mille variazioni e sfumature.
Il capitolo si chiude con la confidenza "serpentina" con la quale Moran circonda Sky, soffocandolo/a nelle spire di una folle malvagità. Come se non bastasse, quella è pure incinta ed il panorama che si presenta non è dei più sereni.
Anche se le ultime frasi lasciano un senso agghiacciante di paura, sono abbastanza fiduciosa che tutto si risolva per il meglio, ma non mi piacciono neppure i presentimenti negativi che tormentano John (“…Ha una brutta sensazione, John Watson…”). Del resto, lui non sa ancora che una “parte di sé” è rimasta a crescere dentro l’orribile Moran che sembra aver avuto successo nell’attirare Sky nella sua perversione.

Recensore Master
02/10/18, ore 10:03
Cap. 25:

Ciao, devo ammettere che una parte di me è leggermente sconvolta, ma dall'altra parte... beh, mi aspettavo una cosa del genere fin da quando hai detto che John era stato violentato da Moran. Avevo ipotizzato che avesse cercato una gravidanza, e ora ne abbiamo la conferma. Confesso che non so bene come prenderla, anzi, ieri sera ho dovuto leggere del p0rn Johnlock per riprendermi! XD Allo stesso tempo trovo che sia assolutamente coerente col personaggio che hai delineato. Un personaggio con evidenti disturbi mentali, ma di questo ne abbiamo già parlato a sufficienza. Insomma, se n'è accorto persino Sky che qualcosa in lei non va. Non ci vuole neanche molto per capirlo. Che dirti... un colpo di scena pazzesco e che arriva, tra l'altro, in un momento molto delicato della storia. Mi chiedo se questo fatto cambierà le sorti dei personaggi oppure no.

Il capitolo è ancora di attesa, di preparazione. In questo la trama ha un'evoluzione molto lenta. Ma in ogni capitolo si viene a scoprire un qualcosa in più non solo dei personaggi, ma anche del piano di Sherlock. Questo grazie all'introspezione sempre molto approfondita, e che qui si concentra molto su John e Sherlock (mi ha molto impressionata il fatto che Sherlock ammetta di essere stanco di tutto questo, spero che quando tutto sarà finito i due si concedano una bella vacanza perché se la meritano) e su Sky. Ho apprezzato molto che tu non abbia fatto uno "spiegone" del piano. Io detesto gli spiegoni, non servono a niente e tolgono un sacco di spazio all'evolversi della scena che rimane statica e ferma. E infatti qui non c'è, ci dai qualche informazione, sparsa all'interno dei dialoghi dei personaggi. Ma arrivano di più le loro reazioni, la rabbia di alcuni dei Los Errores, la consapevolezza che non si poteva fare di meglio, la paura... Si intuisce che è molto complesso, ma questo era anche facilmente deducibile, e che i nostri eroi si divideranno probabilmente per attaccare su più fronti. Ho molto apprezzato il momento in cui John si rende conto che Sherlock probabilmente ha una parte del piano che non ha svelato, che c'è un qualcosa che non ha detto a nessuno. Sarebbe assolutamente tipico di lui e sappiamo che lo fa per proteggerli. Su questo non vedo l'ora che arrivi questo benedetto momento d'azione, perché sono davvero curiosa di capire che cosa succederà a livello pratico. Per il momento spero solo che Sky riesca a liberare Anthea, questo sarebbe già un gran passo in avanti. Anche se mi domando se la rivelazione di Moran cambi qualcosa in questo senso. Lei dà per scontato che lui sia lì per salvare i suoi amici e che non gli importi di altro, anzi è arrivata a fidarsi tanto da non prendergli il cellulare. In questo senso, Sky sta facendo un gran lavoro di doppiogioco, è arrivato al punto che lei si fida completamente e tanto da rivelargli non solo della gravidanza, ma anche che teme gli uomini fedeli a Moriarty. Questo è un errore tattico enorme da parte sua. A Sky, in teoria, ora basterebbe aizzare gli scagnozzi di Jim contro di lei, e parte del problema sarebbe risolto. Anzi, basterebbe far arrivare al fratello la notizia che lei è incinta di John e che ha fatto più di una cosa in gran segreto. Non so quanto Jim la prenderebbe bene. Quello che mi chiedo, inoltre, è come reagirebbe John a una notizia del genere. Questa bambina nascerebbe da presupposti completamente differenti da quelli che ci sono nella serie. Per quanto bugiarda, Mary aveva costruito una famiglia con John e la nascita di Rosie, per quanto non prevista, ci stava nel quadro generale. Questa bambina invece è figlia di una violenza e sta nel corpo di una donna che John odia. Non vedo molte vie d'uscita, so per certo che John non lascerebbe mai Sherlock per costruire una famiglia felice con lei, non con queste premesse. Quindi o va a finire che Moran muore perché uccisa (e a questo punto di nemici ne ha più lei di quanti non ne abbia Moriarty), oppure le faranno portare a termine la gravidanza dalla prigione. Qualunque scenario prevede una discreta quantità di dolore e mi domando in che modo reagiranno John e Sherlock a tutto questo. Specie se consideri le torture che stanno infliggendo a Mycroft e Anthea, al senso di colpa che Sherlock già prova e alla paura che Moran e Moriarty riescano a dividerli in qualche modo. Insomma, sono davvero molto curiosa di capire come andrà a finire. Io temo sinceramente per alcuni personaggi, non tanto i protagonisti quanto alcuni dei Los Errores. Sky su tutti che al momento sta nella posizione più rischiosa.

Insomma, non vedo l'ora che aggiorni.
Koa

Recensore Master
01/10/18, ore 00:29
Cap. 24:

Anche in questo capitolo ti occupi di Anthea e delle influenze che può avere sui comportamenti dei protagonisti. Come ho già detto precedentemente, ne stai sviluppano delle potenzialità davvero interessanti ed in linea con il carattere del personaggio dei Mofftiss, che abbiamo potuto solo intuire servendoci delle rare e veloci apparizioni sulla scena.
Ritorna il filo straordinario che unisce la realtà e ciò che il cuore conserva e tiene legato in una dimensione parallela. È, infatti, nel nome di Jane che passato e presente, dolore e speranza, sovrannaturale e contingenza, s’incontrano, s’intrecciano ed animano i rapporti tra i protagonisti, colorandoli di una luce insolita e, se vogliamo, anche un po’ inquietante.
Anthea si chiama Jane, come la speciale, sfortunata sorella Holmes. In più, se ho capito bene, è sua coetanea. Agli occhi del consulting, dunque, appare evidente e colpevolizzante per lui il valore che Anthea ha per Mycroft : in lei l'Iceman rivede la sorella che tanto ha amato, Sh si pente amaramente di averla mandata “tra le braccia del nemico” senza preventivamente avvertirla del piano in cui si trovava coinvolta, ignara degli sviluppi insiti nella pericolosissima situazione.
Arrivo al momento del capitolo in cui ritrai Mycroft che osserva il temporale e la tua descrizione mi ha permesso di vedere, con gli occhi del cuore, come fa lui, del resto, il particolare quadro naturale. Qui hai usato parole e frasi che evocano suggestioni non estranee anche a chi legge, che vanno direttamente alla parte più emotiva di ciascuno. In particolare, splendida quell'immagine di Mycroft che ama la pioggia sul viso perché gli permette di nascondere le lacrime e le proprie debolezze. E trovo originale il fatto che tu abbia concentrato tutto quel mondo interiore e quelle sensazioni nel mitico, inseparabile ombrello, ultimo baluardo contro gli “assalti” del mondo esterno.
La parte finale del capitolo, sulla quale domina la perversa malvagità di Moriarty e di Moran, è davvero impegnativa da digerire. Penso che Sky faccia il doppio gioco, ma non sono più sicura di niente, tanto sei stata brava ad intrecciare le vicende ed i caratteri dei personaggi.
L'immagine di Anthea così umiliata mi ha fatto male, come già era successo con Molly, però lei corre il rischio di scatenare cattiverie ancor peggiori di quelle che ha subito la Hooper perché costituisce un “punto di pressione” notevole nell’autocontrollo del maggiore degli Holmes.E, purtroppo, questo, sia Jim sia l’odiosa pazzoide, l’hanno capito.
Complimenti per la lucidità con cui sei entrata nell'interiorità di Mycroft e ne hai illuminato i luoghi più oscuri, regalandoci un ritratto superbo di un uomo a tutto tondo, un personaggio davvero notevole e sicuramente IC. Io sono “sherlocked” ma, di fronte alle suggestioni che i sentimenti ed il vissuto di Mycroft hanno acceso in me, veramente sono rimasta molto colpita e partecipe della sua sofferenza.
Un capitolo splendido, ricco di spunti anche per approfondimenti psicologici credibili che danno al personaggio, in questo caso “Iceman”, una suggestiva tridimensionalità. La tua scrittura fluisce rapida, corretta e sicura completando le ragioni per cui questa storia è di qualità.

Recensore Master
29/09/18, ore 10:17
Cap. 24:

Ciao, dunque, finalmente trovo un attimo di tempo per lasciarti una recensione. Beh, un capitolo molto importante secondo me. Siamo sempre in quella fase che precede lo scontro, sempre nel "prima" quando le acque sono ancora calme e a nessuno è ancora successo niente (o quasi). In questo senso questa storia gioca tantissimo sulle attese, si sa che si dovrà arrivare a uno scontro (e ce ne sono stati diversi nel corso della storia), ma più che concentrarti su di essi, analizzi tantissimo quello che precede e che segue. Trovo questa tua caratteristica molto interessante, hai un'ottima capacità analitica e non soltanto nell'introspezione dei personaggi, ma anche nei tempi che concedi a ognuno di loro. Forse l'avrò già detto, ma usare questo narratore è molto complicato perché rischi sempre di dare poco un po' di tutti. Tu invece gestisci benissimo i tempi di ciascuno. Questo capitolo ne è l'esempio perfetto. La prima parte, incentrata su John e Sherlock, vede un ripensamento (di certo dato dalla paura) di quest'ultimo che sta vivendo un momento quasi di pentimento. Riflette su quello che ha ideato (e che noi lettori ancora non sappiamo bene, ma che conosciamo superficialmente) e si domanda se sia lecito il credere che finirà tutto bene. In particolar modo è il ruolo di Anthea a impensierirlo, il fatto che Sherlock l'abbia di fatto gettata in mezzo al pericolo senza neanche avvisarla, ma semplicemente mettendola davanti al fatto compiuto. Credo che ora Sherlock parli per paura, più che con la logica, ma sono d'accordo con John nel dire che Anthea non va sottovalutata e che è una donna molto in gamba, la persona perfetta per tirar fuori Mycroft dai guai e per tenero al sicuro. Come ho già detto, non li shippo come coppia perché credo che uno come Mycroft non penserebbe a una donna in questo senso, tanto meno se questa lavora per lui, ma quello che hai costruito qui, chiamando lei Jane e costruendo un rapporto che dura, in un certo senso, da tanto tempo, è molto credibile.

Nella seconda parte mi ha fatto piacere tornare su Mycroft. Un Mycroft che è troppo utile per essere ucciso, e mi è piaciuto molto il fatto che la sua "utilità" sia stata la sua salvezza, almeno per ora. Le riflessioni che fa le ho trovate molto profonde, senza essere retoriche o banali. Sono i pensieri di un uomo che è certo di star morendo. In questo credo d'aver capito cos'hai in mente e che scriverai qualcosa di simile alla scena di The final problem in cui Sherlock è costretto a scegliere. Su questo staremo a vedere come la farai, perché le cose sono per forza diverse.

Oltre a questo, finalmente si vede Moriarty. Se ne sentiva parlare da talmente tanto che avevo iniziato a credere che non fosse mai nemmeno morto. E invece eccolo qui. Lui è Jim in tutto e per tutto. Sopra le righe, sadico... si vede benissimo la differenza con la sorellastra, si nota che non hanno la stessa cruda cattiveria, Jim (per quanto si parli comunque di Moriarty) molto più contenibile rispetto a Mary. La spaccatura tra i due credo che sarà la loro fine, non ho ancora capito quanto è profonda e fino a dove arrivano le radici, ma mi pare d'aver capito che lei ha preso decisioni senza dirlo a lui e mi chiedo cosa farà Jim quando lo verrà a sapere. Io penso che metterli l'uno contro l'altro sia una delle poche possibilità che hanno di uscirne al meglio.

Come sempre resto in attesa dell'aggiornamento.
Koa

Recensore Master
23/09/18, ore 00:04
Cap. 23:

La tensione è già alle stelle, sin dall’inizio del capitolo. un elemento che fa da ponte tra i vari accadimenti, qui, è lo sguardo, secondo me, unico al mondo di Sh.
Gli occhi di Sh costituiscono una trama che, per esempio, per quanto riguarda Sky, ne orientammo le scelte: Angel deve offrirsi per la missione ad alta probabilità suicida destinata a fermare Miran ed i suoi scagnozzi.
Per quanto riguarda l'adeguamento della struttura del testo alle incognite con cui hai arricchito la trama, ho trovato la tua soluzione interessante e coerente con gli sviluppi che s'intravvedono nelle vicende.
Chiaro è che il POV di personaggi diversi, che converge su quanto accade, offre a chi legge una visione tridimensionale dei fatti, Inoltre permette d'intuire i meccanismi psicologici individuali che, in una narrazione oggettiva, spesso non emergono in tutta la loro particolarità.
Anthea, Sky: sappiamo quello che pensano e, a proposito di quest'ultimo, non ci lascia quella sensazione negativa, traccia del tradimento già avvenuto.
Ho trovato molto credibile il pensiero di Anthea nei confronti di Sh, efficace la sua conclusione sull'ineluttabilità di volergli bene visto che Mycroft, dietro alla sua maschera di gelido autocontrollo, nasconde un profondo affetto fraterno ("...E se lui lo ama non posso che amarlo anche io...").
Ma, quello che, secondo me, é il punto di forza del capitolo è il duello verbale tra Sky e Moran, che tu imposti come un vero e proprio duello che si svolge sul filo del rasoio. In palio c’è la vita, in quanto lo “sbagliato” sa perfettamente che, colei che ha davanti, è pericolosa come un cobra in agguato, resa ancora più infida dalla ferita che la invalida (“…Uma cobra ferida é ainda mais feroz e perigosa…”).
A questo proposito, tutti i personaggi che vediamo agire sulla scena, a parte i protagonisti, decisamente IC, hanno una caratterizzazione credibile e rappresentata anche attraverso gesti, occhiate ed atteggiamenti che sono più eloquenti delle parole che pronunciano. E ciò mi piace molto. In questo capitolo hai rappresentato Moran, più degli altri, con attenzione e, radicandola in un tessuto psicologico che hai dipinto in maniera precisa: a me, sinceramente, seguendo il suo dialogo con Sky, ha dato proprio i brividi, tanto verosimigliante è la sua follia. Attraverso lo sguardo e la grande tensione dello “sbagliato”, riusciamo a cogliere, quasi cinematograficamente, tutte le sfumature emotive, ben celate, che passano sul suo volto: anche se, ad un primo impatto, sul suo volto Sky non riesce a scorgervi alcunchè, via via che i due si parlano, l’impassibilità della criminale lascia sfuggire delle variazioni di pensiero e di sentire, causate dall’abilissimo meccanismo comunicativo dello “sbagliato”. Bravissimo/a nel cogliere, infatti, le ombre più remote che attraversano quel viso glaciale: falsità, sofferenza fisica, interesse per chi osa parlarle con sicurezza, curiosità, disprezzo per Anthea, odio profondo per tutto ciò che ostacola i suoi folli progetti nei confronti di Watson.
Ti confido che, mentre seguivo il dialogo, ho provato, spontaneamente, della reale preoccupazione per Sky; sai, come quando stai guardando un film con scene che suscitano paura o pietà per le vittime di qualche violenza, ti senti davvero a disagio e verrebbe spontaneo coprirsi gli occhi. Ma qui, se faccio quel gesto, non posso proseguire nella lettura della tua storia che si sta rivelando sempre di più sorprendentemente riuscita, anche nella parte “gialla”.
Brava.

Recensore Master
19/09/18, ore 15:53
Cap. 22:

Ancora Molly, ancora una descrizione, la tua, che ha un sapore quasi cinematografico per la precisione con cui le tue parole descrivono suoi gesti come, ad esempio, quel suo strofinarsi distrattamente un occhio, che appartiene alla "galleria" dei suoi vari atteggiamenti IC perché l’abbiamo vista più volte manifestare in quel modo il suo imbarazzo e la sua timidezza soprattutto di fronte ad uno Sh con la faccia da schiaffi di repertorio.
Butti sul tavolo della storia un altro poker d'assi, un altro colpo di scena tra i tanti che animano ciò che racconti, sferzando la nostra curiosità ed il nostro interesse con "aggiunte" sul copione davvero sorprendenti e, perché no, sicuramente possibili nella caratterizzazione di quel personaggio. Infatti ci presenti Molly alle prese con l'incapacità di vivere serenamente un rapporto, quello con con Greg, che potrebbe salvarla dalla sua perenne, sterile adorazione nei confronti di Sh e perciò non è incredibile che le frustrazioni ed il senso di sconfitta la facciano cercare soccorso nell'oblio dato dall'uso smodato di alcolici. È risaltata subito, inquietante e sinistra, quella “bottiglia di vetro scuro priva di etichette” ben nascosta nel suo armadietto, che rende concreto il suo fallimento nel tentativo di scorgere la possibilità di una nuova vita per i suoi sentimenti.
Quando le si è avvicinato Andrew (Scott?) ho pensato immediatamente alla scena in TRF (ma no ne sono sicura si tratti di quella puntata) quando, a Sh ed a John, la patologa presenta un nuovo collega e noi ci troviamo di fronte alla maschera duttile di Moriarty ed un brivido ci avverte della piega che prenderanno gli eventi.
Quella che segue è una successione d'immagini sempre più dure, espressione di una chiara follia e di una cattiveria ben più diabolica di quella che i Mofftiss hanno attribuito a Jim: Moran è un mostro ributtante ed ammetto che la scena di Molly in mano ai "gorilla" ed alla volontà di annientamento della terribile psicopatica mi hanno indubbiamente provocato emozioni forti.
Emozioni che non sono scomparse, anzi, si sono accese ancora di più al repentino cambio d'umore di Moran. La situazione é credibile perché, per quel poco che ne so delle psicopatologie, anzi pochissimo, gli sbalzi e le vistose incongruenze in comportamenti, anche concatenati in un breve spazio temporale, sono scientificamente reali.
La connessione sorprendente che hai acceso tra Molly e l’alcol mi ha davvero coinvolto perché il percorso nuovo che hai delineato circa le debolezze della patologa lo ritengo molto credibile.
Ed, ancora una volta, l’intervento di Greg nei confronti della Hooper, questa volta completamente sconfitta, vegliata solo dal suo gatto, è rassicurante, consolatorio come l’abbraccio di una persona cara che ama e sa comprendere (“…La accoglie tra le braccia…cullandola tra le braccia…”).
P.S. nelle note iniziali accenni ai tuoi dubbi sul rating riguardante questo capitolo: sinceramente non trovo alcun problema, mi sembra tutto a posto anche perché, comunque, negli “Avvertimenti” fai presente che s’incontrano “tematiche delicate” e “violenza”. Quindi, non condivido la tua preoccupazione perché niente di quello che hai scritto qui valica i confini dei “paletti” che hai ben indicato.

Recensore Master
18/09/18, ore 23:45
Cap. 21:

Ancora una volta mi colpisce la tua capacità di raccontare con convinzione ed attraverso lo strumento di una buona lingua italiana, che sai indubbiamente usare con scioltezza. Ciò lo si può facilmente scoprire grazie alla facilità con cui scorre la lettura, senza intoppi in pesantezze o inciampi in termini errati o scelti banalmente.
Nel dipanarsi della traccia "spy", fai scorrere anche l'energia positiva e calda delle storie d'amore. Innanzitutto quella tra Sh e John, travolgente ed esclusiva, poi il legame tra Anthea e Mycroft, tra Greg e Molly; fai emergere alla luce, chiaramente, la dipendenza emotiva che Sky ha nei confronti di Miriam.
Dunque la tua long, non è solo un ottimo prodotto "giallo", ma dona anche uno sguardo alle dolcissime realtà del cuore.
Altri complimenti ti devo per la caratterizzazione dei personaggi. Tra essi, molto interessante ho trovato quella di Molly, sicuramente IC, non solo: ne hai tracciato una credibile linea di sviluppo che la porta dalla patetica ragazza innamorata perdutamente di Sh, ad una donna matura (“…nota come Molly regga la sua sfida…”) che ha conquistato padronanza dei suoi sentimenti, addirittura rifugiandosi nella serenità di un rapporto equilibrato con il mitico e buon Greg.
E, a proposito di quest'ultimo, spendo una parola per come, nella tua storia, tu abbia saputo mantenere intatte le sue caratteristiche di bontà d'animo, irruenza generosa, mascolinità, disponibilità. Un uomo, Greg, di cui ci si potrebbe tranquillamente innamorare, anche considerando il naturale bisogno di ciascuno di rifugiarsi nell'accogliente abbraccio di una persona che sappia prendersi cura di noi.
Ho letto con piacere il coinvolgente duello verbale che lo vede fronteggiare, con orgoglio e credibilità, il tosto Grey, dimostrando la sua capacità di affrontare le situazioni più critiche senza risparmiarsi (“…Grazie per aver riportato l’ordine nell’universo…”). Io sono decisamente sherlocked, ma Lestrade è, secondo me, un personaggio senza il quale Sh sarebbe un po’ meno se stesso.
Accompagna anche questo capitolo, la bella figura di Anthea, da cui hai saputo trarre delle tracce narrative davvero avvincenti, riferite anche al suo rapporto, anzi, al suo amore, perché è di questo che si tratta, nei confronti del maggiore dei fratelli Holmes. Ne sviluppi una personalità affascinante, dotata di capacità fisiche ed intellettive fuori del comune.
La conclusione del capitolo è drammatica, perché ci lascia nell'attesa della liberazione di Mycroft che, per quanto non troppo disponibile ai rapporti umani come noi, mi suscita interesse perché lo trovo un personaggio che, nella sua complessità, sia migliore di altri che, magari, appaiono più portati alla comunicazione ed alla compartecipazione. Accostandolo alla malvagità diabolica di Moriarty ed alla follia di Mary, sicuramente il quadro della sua prigionia diventa molto preoccupante.
Mi rimane la curiosità riguardante il posto in cui è prigioniero e posso fare un’ipotesi: la piscina in cui, in ASIP, si sono incontrati, per la prima volta, Sh, Jim e John. Ma poi, rileggendo la descrizione del pezzo di marmo che Holmes rigira tra le mani e che ha odore di “umidità, pioggia, erba marcia e terra”, mi rispondo che no, non può essere. Il cimitero? Musgrave? Mah…

Recensore Master
17/09/18, ore 22:34
Cap. 20:

Prima di dimenticarmi di farlo, è già da tre o quattro capitoli che volevo scriverti una mia impressione particolare, oltre alle consuete recensioni, sulla tua storia.
Impressione sincera perché non sono solita comunicare impressioni positive se, effettivamente, non le ho ricevute durante la lettura.
Ecco: procedendo nelle long, non é raro, anche per quanto riguarda le più riuscite, dopo un cospicuo numero di capitoli pubblicati, percepire, da parte di chi legge, un senso imminente di "chiusura", di naturale calo della tensione narrativa nell'avviarsi verso la conclusione, pure se manca ancora un certo numero di capitoli.
Si cominciano a dipanare gli intrecci più complicati, a sciogliere i nodi che hanno costituito i nuclei narrativi.
Qui, da te, non è così, senza ombra di dubbio. Infatti, procedendo nella lettura, il bosco delle vicende è sempre fitto e con posti inesplorati, non c'è radura che possa far prevedere l'uscita dall'intrico della vegetazione. Nel capitolo precedente hai rivelato accadimenti e connessioni (figli di, fratello e sorella di, identità nascoste...).
Qui non hai certo fatto calare l'interesse e la tensione, introducendo due fatti paralleli a proposito dei quali hai sconfinato nel sovrannaturale, senza sbavature di banalità o di facile effetto horror. Anche perché horror, nell'amore fraterno tra due creature, Jane e Sh non ce ne può essere. Può essere possibile, invece, il proseguire di un legame, anche dopo la morte, specie se tragica, di uno dei due.
Parlavo prima di due vicende parallele, appunto, perché sia Sh sia John hanno un contatto simile con Jane. Il posto è lo stesso, al 221b, la vera "casa" che costituisce il cuore delle dinamiche tra i nostri due. Il personaggio al centro dell'azione é la sfortunata sorellina di Sh, che tu connoti in modo molto piacevole e ben riuscito anche attraverso quella risata così liberatoria che assomiglia a “mille palline colorate che cadono per terra sparpagliandosi”. Mi è piaciuto molto il discorso sull’amore e su Sh che lei fa a John, mostrandogli il contenuto della scatola in cui il consulting ha conservato con cura tutti gli oggetti che potessero ricordargli Watson ed il loro “noi due contro il resto del mondo”. Tenera e suggestiva l’immagine di quella bimba che rivela i segreti più dolci del cuore del fratello.
Altrettanto intenso e commovente è il saluto che lei rivolge a Sh, dimostrandogli ancora una volta il suo grande affetto per lui.
Quando John ritorna cosciente, trova che il clima intorno sembra cambiato. Persino Sky si dimostra calmo e consapevole che, ciò che ha vissuto Watson durante lo stato di coma, altro non era se non un’esperienza proiettata nel mondo al confine tra la vita e la morte, anzi, lo spiega pacatamente agli altri.
Un capitolo particolare, questo, e particolarmente ricco di emozioni.