Terza classificata all'"All together contest - Freya Special Edition"
Grammatica: 9.7/10
Va bene.
"È uno scherzo vero?": tra "scherzo" e "vero" serve una virgola (- 0.10).
"C’è l’eco di tutti quei sogni per il futuro che le rimbombano ancora in testa": dato che è l'eco a rimbombare, sostantivo al singolare, anche il verbo va coniugato alla terza persona singolare "rimbomba" (- 0.20).
Stile: 9/10
Semplice, privo di fronzoli, capace di creare l'atmosfera descritta con immediata efficacia. Non mi dispiace affatto, lo trovo riuscito.
"Rotto come una marionetta senza fili, irreale, come di plastica.
Un groppo in gola, la bacchetta che sfugge di mano, il mondo che si fa ovattato."
"Ninfadora chiude gli occhi: senza più forze, senza più magia."
Di solito non impazzisco quando a susseguirsi sono frasi col verbo sottinteso, ma in questo caso ho trovato la scelta appropriata, in armonia con l'atmosfera della storia e lo stato d'animo della protagonista. Le frasi sono monche perché è la stessa protagonista ad aver perso qualcosa, a sentirsi spezzata per la morte del consorte. Stesso discorso per le frasi brevi, dirette, e per l'abbondanza dei capoversi. Anche questo aspetto dello stile contribuisce a evocare un senso di stanchezza, di pensieri ovattati, di shock provato di fronte a una perdita appena avvenuta: il dolore seppellisce tutto il resto, persino trovare le parole risulta faticoso e superfluo. Dove non c'è il punto predomina la coordinazione per asindeto, un'impostazione che rimanda al dolore della protagonista in continuo aumento; il binomio virgola + sostantivo, proprio perché frequente e ripetuto più volte, crea infatti un effetto climax, fa pensare a un nucleo d'emozioni troppo grande per essere contenuto in un solo corpo e che minaccia d'esplodere da un momento all'altro. All'inverso le frasi spezzate dai due punti conferiscono solennità al testo, mi fanno pensare al monotono riff di chitarra di una canzone doom, suscitano quel misto di pesantezza e vuoto che si provano quando muore qualcuno. Ho visto Tonks perdere le forze, arrendersi, desiderare soltanto che il dolore finisse, è stato sfiancante, ma mi piace molto quest'armonia fra forma e contenuto! Cito "Un incantesimo la sfiora, ma non ci fa caso: non riesce a distogliere lo sguardo dalla fede infilata sulla mano sinistra di lui, luccica, nonostante tutto." perché qui c'è l'unica pausa che non reputo efficace. Tra "lui" e "luccica" metterei un trattino. Una pausa più forte farebbe sì che il lettore si soffermi su quel "luccica", sul messaggio espresso dal verbo – messaggio tra l'altro straziante e ricco di sottintesi, che è forse il più commovente di tutta la flash! In sintesi trovo questo stile semplice, ma allo stesso tempo ricchissimo dal punto di vista emotivo.
Titolo: 3/5
Questo è uno di quei titoli che mi colpise come una freccia di Cupido, me ne sono perdutamente innamorata sin da subito. Amo la luna e tutta la simbologia che vi si cela dietro, Remus Lupin è il mio personaggio preferito e amo il fatto che venga omaggiato anche nel titolo. Per gusto personale reputo "Figlio della Luna", con luna in maiuscolo, molto evocativo, è un titolo che mi suscita diverse sensazioni e mi fa immaginare altrettanti scenari: è solenne, sa di mistero, di solitudine, di sublime, ma è anche delicato come una luce soffusa, portavoce di promessa e condanna, foriero di tragedia. Insomma, tutto questo per dirti che coi miei occhi ci ho visto veramente tanto. Mi è dispiaciuto non darti il punteggio massimo, ma purtoppo questo titolo eclissa del tutto Tonks e in questa storia non sembra avere un legame ulteriore nemmeno con Remus, all'infuori di "sei un figlio della luna perché sei un Lupo Mannaro e muori solo". Credo tu l'abbia scelto ispirandoti a un'omonima canzone, in cui una gitana invoca appunto la luna affinché l'uomo di cui è innamorata ritorni da lei. Purtroppo però il rimando alla canzone si capisce solo se la si conosce o se la si va a cercare. Per esempio io ho scoperto l'esistenza della suddetta canzone perché, non trovando rimandi veri e propri nel testo, ho fatto una rapida ricerca su Google. Mi spiace abbassare il punteggio, ma purtroppo io valuto sia la capacità d'incuriosire che la pertinenza alla trama. In questo caso credo che non sia affatto possibile capire il legame tra il titolo e la storia basandosi soltanto sul testo di quest'ultima, ecco perché non ti ho dato il massimo.
IC: 15/15
"È uno scherzo vero? Idiota, non dovevi arrivare a tanto pur di non lavare i piatti, giuro, lo farò sempre io, ma alzati, ti prego, alzati! Non lasciarmi!"
Apro il discorso citando questi pensieri di Tonks. L'ironia potrà sembrare fuori luogo a primo impatto, invece collocata in questo contesto è perfetta: è un'ironia che intensifica l'angst del momento, che ci fa pensare a Tonks e Remus mentre erano ancora insieme e genera quindi nostalgia per quei momenti, in più ci ricorda com'è fatta la protagonista. Tonks è un personaggio spumeggiante, capace di far ridere anche involontariamente, vederla quindi aggrapparsi a un'ironia – disperata – di fronte al cadavere del marito ci fa intuire quanto stia soffrendo, ci fa sentire sotto pelle il suo rifiuto della realtà. Mi sembra proprio di sentire Tonks mentre dice "Dai, alzati da lì, ho capito che è una messa in scena!", riesco a immaginarla infuriata con Remus di fronte alla prospettiva d'essere appena stata ingannata da uno scherzo diabolico – infuriata e delusa per il suddetto scherzo, sì, ma al tempo stesso terribilmente speranzosa di avere ragione, perché accettare la morte del marito è peggio, è impossibile. Tonks è la protagonista assoluta della storia, hai saputo dare corpo e spessore ai suoi pensieri e conferire pathos alla scena descritta. Il tema della perdita è stato trattato con realismo e reso in modo incisivo. Sempre a proposito di Tonk ho amato la frase "l’Auror si mette in guardia, disciplinato, la donna fronteggia Bellatrix, esausta", in cui la persona di Tonks viene scissa in due parti: questa descrizione è portavoce di una marea di significati, primo fra tutti il fatto che nessun essere umano è in grado di controllare perennemente le proprie emozioni. Tonks assume la posizione di guardia, forse più in un gesto meccanico dettato dall'abitudine che per senso del dovere, sembra di nuovo pronta a combattere, stoicamente, desiderosa di non lasciarsi piegare dal nemico – ma non importa che sia un Auror, perché è anche una donna innamorata che ha appena visto morire il marito, e quando muore una persona amata nessun titolo o ruolo sociale può fare la differenza, nemmeno un potere invincibile. Di fronte al dolore puro e sincero siamo tutti uguali, la tua Tonks lo dimostra in un testo brevissimo, tramite una resa disarmante. Anche i riferimenti a Remus mi sono sembrati calzanti. "Non è lui, non può essere lui, è un mago straordinario, un uomo coraggioso, un maledetto lupo mannaro! È troppo in gamba per morire qui, è troppo buono per morire da solo.": qui vediamo Tonks incredula non solo perché la realtà è difficile da accettare, ma anche perché la persona presumibilmente morta è Remus Lupin, un mago potente, difficile da sconfiggere. Quel "è troppo buono per morire solo", poi, è capace in pochissimo spazio di condurci al cuore del personaggio e personalmente lo trovo tanto triste da spezzare il fiato. Non ho nulla da ridire!
Sviluppo della coppia: 15/15
"C’è Remus davanti a lei, con lo sguardo colmo di un amore disperato mentre si china sulla culla di Teddy e poi le dà l’ultimo bacio. C’è l’eco di tutti quei sogni per il futuro che le rimbombano ancora in testa.": questa è una delle parti che ho preferito, è straziante. Ci fa immaginare Remus e Tonks ancora insieme. In questo Remus dallo sguardo "colmo di un amore disperato" ci ho visto un Remus che ama Tonks da impazzire, ma in quel "disperato" ho visto anche altro: si rintraccia già il sentore della morte, della paura che genera la guerra, di quel tormento che divora chi la vive, lasciandolo sempre nel dubbio che l'ultimo saluto possa trasformarsi in un addio. Forse Tonks pensava a questo mentre viveva quel momento, e tu lo fai vivere a noi lettori per la prima volta quando è già un ricordo... è tristissimo. Il testo grida che le paure di Tonks si sono concretizzate e in questo riesce a essere estremamente realistico perché non ci bombarda con mille flashback. La scena che racconti è breve, s'incastra in pochi istanti della battaglia di Hogwarts dove a momenti non c'è tempo nemmeno per piangere ( come non citare "Remus, per favore, vai via" supplica il ricordo "non posso piangere ora"?), quindi trovo molto più efficace mostrare come hai fatto tu un unico ricordo della coppia, anziché un elenco infinito. Non credo che Tonks abbia avuto il tempo di rivivere tutta la sua storia con Remus mentre cercava di difendersi da una sfilza d'incantesimi fatali, ma spesso nelle storie di questo tipo si tende a esagerare con l'introspezione e a inserire descrizioni troppo prolisse – della serie che il cattivo sta per sparare alla vittima, ma nel frattempo quest'ultima riesce a riscrivere la Bibbia con un flusso di pensieri infinito. No! Brava, bravissima, quindi. Considerando che stai descrivendo gli ultimi istanti di Tonks mentre vede il marito morire, dilungarsi a dire cosa l'una rappresentava per l'altro avrebbe reso il testo meno immediato. La forza (in senso rovesciato) della coppia risiede proprio nella scarsa presenza di approfondimenti. La morte non aspetta, non dà tempo, nemmeno per ricordare. Figuriamoci se permette ai lettori di perdersi in un'introspezione articolata su "cosa come perché stanno insieme".
Attinenza ai contenuti del pacchetto: 5/5
"II Guerra Magica. Nella testa di Ninfadora rimbomba un solo pensiero: «Remus è morto.» Il padre di suo figlio, l’uomo della sua vita, giace davanti ai suoi piedi, ucciso da Dolohov. Sono gli ultimi attimi di Tonks, prima che Bellatrix Lestrange le infligga il colpo fatale."
L'indicazione sembra semplice, ma non lo è affatto. Inutile dire che l'hai rispettata al meglio, la flash parla da sé. Il difficile era proprio rendere in modo convincente gli ultimi istanti di Tonks, avevi carta bianca e potevi creare qualcosa d'emozionante o qualcosa di banale. Hai scritto una storia ricca di pathos, estremamente immediata e incisiva nella sua brevità. Tonks è la protagonista indiscussa, i suoi pensieri e gesti ruotano completamente attorno a Remus, al figlio che sta per lasciare e "Niente è più importante, al momento, neppure Voldemort, neppure la battaglia."
Perfetto.
Gradimento personale: 9.5/10
La flash non raggiunge nemmeno le 500 parole, ma va bene così: è sintetica, drammatica, diretta, commovente.
"Io vado. Resta con il bambino" posto in corsivo mette i brividi, non c'è che dire. Non servono tante parole per raccontare gli ultimi istanti di qualcuno, questa flash ne costituisce la prova, e io stessa come puoi vedere fatico a trovarle. Non farei che ripetermi, quindi mi fermo qui. Complimenti per aver scritto una Death!Fic così realistica!
Giudizio di thelastenemy
Purtroppo non c'è, mi spiace che la partecipante sia scomparsa. Spero che il mio giudizio possa compensare questa mancanza!
Totale: 66.2/70
P.s sono da cellulare e non riesco a mettere l'html, scusami. Se preferisci che modifichi la recensione inserendo il grassetto nei parametri inviami un messaggio!
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