Non ho sentito così tanto l'angst della storia, ma l'ho trovata comunque molto bella.
In effetti 177 vittime non sembrano molte per tutto quello che è successo in Sokovia, ma sono 177 persone che Tony ha sulla coscienza e penso che avrebbero dovuto accennare al suo senso di colpa perché sì, sicuramente è quello che pesa sulla sua decisione di accettare gli Accordi.
Purtroppo sono film Disney... per diverse cose penso che sia stato questo a far prevalere certe linee. E poi sono film d'azione, col minimo di introspezione dei personaggi... ragione per cui li ho altamente schifati la prima volta che li ho visti. Poi ho cominciato a leggere le fanfiction e ho trovato introspezioni come le tue che mi hanno permesso di vedere sotto altri aspetti i personaggi.
Qui Tony mi sembra spaccato in due: la sua parte emotiva lo spinge a bere, a memorizzare i nomi (questo dettaglio mi è piaciuto moltissimo, poi ci ritorno), la sua parte razionale lo spinge a "contare" a traslare sul Pi greco quel dolore che sarebbe troppo da sopportare.
È quell'istinto di sopravvivenza che lo ha portato a realizzare la stessa armatura, a trovare una via di fuga. Anche in questo caso la sua fuga è nei numeri, di fronte a quel monumento alla memoria costituito dall'ologramma che copre la vetrata con una lista infinita di nomi, come nei monumenti ai caduti, come le steli che vedremo poi, dopo lo schicco delle dita di Thanos. (Tra l'altro l'ho trovata una "soluzione tecnica" perfetta per Tony, e il modo in cui stempera poi nella città, è molto d'effetto).
Quelle morti Tony le sente addosso, e la colpa è effettivamente sua. Suo il progetto, sua l'idea di interfacciare l'A.I. con qualcosa che non poteva gestire, non in tre giorni, in ogni caso. Ultron è il mostro uscito dalla sua mente, è parte di lui. Si potrebbe usare una frase fratta sui sentieri lastricati di buone intenzioni.
Persino il suo fare ammenda è una buona intenzione che però lo spinge a un comportamento autodistruttivo.
È molto forte l'immagine, il senso, di voler memorizzare quei nomi. Ecco, si dice che non si muore finché qualcuno ci ricorda, e questo vedo nell'intenzione di Tony. Non può riportare in vita quelle persone, non può chiedere il loro perdono, ma può ricordarle e nel loro ricordo fare scelte, determinare la sua stessa vita.
Qui ci si potrebbe dilungare su quanto sia giusto o meno vivere basando la propria autodeterminazione sulla colpa o sul ricordo di persone morte, ma a questo punto (e non ci avevo mai pensato prima) mi chiedo quanto questo passaggio nella vita di Tony abbia influito nella sua decisione di chioccare le dita in EndGame.
Di sicuro mi sarebbe piaciuto di più vedere Tony con la profondità che gli dai tu nelle tue storie che quello che abbiamo visto sugli schermi (per quanto trovo sia il personaggio meglio sviluppato dell'MCU).
Per concludere questo sconclusionato commento, ancora una volta mi hai portata a riflettere sul personaggio e mi è piaciuto molto come l'hai reso umano, reale, con i suoi demoni che talvolta sfuggono al controllo.
Alla prossima. |