[Valutazione del contest And if it's crazy live a little crazy]
Titolo:
Questo titolo è davvero molto bello, poetico e intrigante: accende sicuramente nel lettore il desiderio di leggere la storia, e si collega molto bene alla stessa essendo proprio tratto dalla sua ultima frase.
Uso della citazione:
L’azione che hai descritto è senz’altro folle, su questo non ci piove: hai spiegato perfettamente le catastrofiche conseguenze che – con tutta probabilità – avrebbe avuto, e altrettanto chiaramente hai dimostrato che, nonostante questo, il Sultano è rimasto comunque fermo nel suo intento.
Caratterizzazione dei personaggi:
Essendo la storia molto breve e per di più costituita completamente da discorsi diretti, la caratterizzazione dei personaggi è stata molto penalizzata: non c’è introspezione, né descrizione di sorta, di nessuno dei tre personaggi della tua storia.
Tralasciando il fatto che sono personaggi storici noti, ciò che di loro si sa dalla tua drabble è ben poco, soprattutto perché in questo dialogo si limitano a parlare di fatti concreti e non di argomenti personali.
Questa mancanza si nota soprattutto nella prima metà della prima parte, ovvero in quella dove parla il consigliere: è un personaggio che risulta quasi incorporeo da quanto poco è stato caratterizzato, come se fosse un semplice tramite attraverso cui rendere partecipe il lettore dei rischi della manovra che intende compiere il Sultano.
L’ho definito “incorporeo” perché tali informazioni sarebbero potute provenire da chiunque o perfino in forma indiretta come un semplice pensiero del Sultano, e non avrebbe fatto alcuna differenza.
Del Sultano invece qualcosa lo si capisce: le sue parole sono decise e il suo atteggiamento arrogante, e da ogni singola sillaba traspare l’imperiosità di quell’uomo estremamente sicuro di sé. C’è anche molto egoismo, nel suo modo di fare, perché pur essendo consapevole del danno che potrebbe causare non esita a impartire l’ordine di uccidere gli ambasciatori.
Infine, c’è Gengis Khan. Anche da questa breve frase dal suo POV traspare molta sicurezza, ma – a differenza del Sultano – le sue parole non trasudano arroganza: la sua è più una pacata determinazione, la consapevolezza della propria forza e del traguardo che grazie ad essa può aspirare a raggiungere.
Stile e trama:
Mi spiace dirlo, ma lo stile di questa drabble mi è sembrato molto impersonale: nonostante sia ben curato e corretto sia dal punto di vista grammaticale che sintattico, il modo in cui le informazioni sono proposte ricorda molto da vicino quello di un documentario o un articolo enciclopedico piuttosto che quello di un racconto (e questo si riflette anche sulla caratterizzazione dei personaggi, come ti ho detto prima).
Di contro, ho apprezzato il vocabolario usato: si adatta perfettamente sia alla situazione che ai personaggi, essendo ricercato senza essere aulico, leggermente desueto ma non per questo meno comprensibile.
Anche la sintassi, come ti accennavo, è ben curata: le frasi sono articolate, vero, ma non tanto da perdere il senso del discorso, che rimane invece ben chiaro già alla prima lettura; inoltre, le parti del discorso sono sistemate in modo tale da essere conformi a quelle che erano le usanze oratorie dell’epoca, e questo contribuisce non poco alla verosimiglianza.
Infatti tutti e tre i discorsi risultano molto realistici, e questo è uno dei punti che più ho apprezzato della tua storia.
Per quanto riguarda la trama, è ben delineata sia per quanto riguarda il pregresso – spiegato chiaramente dalle parole del consigliere – che la situazione attuale, che il Sultano ci racconta rivelando senza mezzi termini quelle che sono le sue intenzioni.
Infine, sono ben chiare quelle che sono state le conseguenze delle azioni del sultano, conseguenze che ci arrivano per bocca di Gengis Khan con una frase, a mio modesto parere, molto poetica: è al tempo stesso la conclusione della storia e l’inizio di qualcosa di grande, così grande che fino ad allora non se ne era visto l’eguale.
Gradimento personale:
Purtroppo la tua storia non mi ha entusiasmato più di tanto: da un lato, lo storico è uno dei generi che meno preferisco in assoluto; dall’altro, lo stile con cui è scritta, seppur ben curato, non è riuscito a coinvolgermi emotivamente fatta eccezione per l’ultima parte.
Quel “da oggi, il Sole del mio Impero sorge ad Occidente” infatti l’ho trovato davvero molto poetico, e credo sia perfetto come conclusione.
A presto!
rhys89 |