Recensioni per
Un sogno azzurro
di Madame_Padfoot93

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/05/18, ore 20:51

Ciao MP 👋🏻
Come stai?
Premessa: io e i contest siamo su due mondi paralleli, quindi non aspettarti una recensione tecnica 😉
Fatta la premessa, ci tengo solo a ribadire che amo la tua scrittura (you knew), non posso soffermarmi sulla coppia nello specifico, perché l’ho “frequentata” poco, e sono anche estranea al personaggio di Silente in tenera età; visto così onestamente me lo ricorda poco, ma come ti dicevo, non me ne intendo, ahimè 😔
Sta di fatto che lo stile me gusta, aa always, e che una recensione non te la negherò mai... anche se solo per dirti “Brava”!
E niente, quando riappari fatti sentire eh 😘
Buona serata MP

Recensore Master
06/05/18, ore 00:16

5 - “Un sogno azzurro” di Madame_Padfoot
Totale: 43.4/55. 

1) Grammatica e ortografia: 9.4/10.
 
La grammatica va bene, c’è solo qualche imprecisione. 
“Quel ragazzo che osservava, con aria pensosa, la lapide sotto la quale riposavano Kendra e Ariana, non poteva essere Gellert.”: toglierei la virgola dopo “Ariana” (- 0.20). 
Anche qui toglierei la virgola: “gli era bastato solo vederlo, per farsi travolgere dal quel sogno troppo azzurro.” (- 0.20). 
“Ma lui… /«No!»/… non era quello di Gellert.”: non capisco bene cosa intendi qui, se è come l’ho intesa io sarebbe più d’impatto “non era di Gellert”. Se invece ha un altro senso, era meglio esprimerlo con altre parole per un risultato più chiaro (- 0.20). 

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 7.5/10. 
In linea di massima, il tuo stile mi piace abbastanza. Lo trovo semplice, ma scorrevole, e non mi annoia mai. Trovo che la resa emotiva sia buona: i sentimenti dei protagonisti arrivano senza problemi al lettore, che riesce ad immedesimarsi nei personaggi senza problemi – il che è un gran pregio! 
Di questa storia, ho apprezzato particolarmente gradevole la struttura: ho trovato ottima l’idea di mettere tutto il testo allineato a sinistra e poche, salienti frasi in corsivo a destra – rappresentano la tentazione inconfessabile, il lato più “invitante” di Gellert, quindi hanno una rilevanza non solo tematica, ma anche emotiva. 
Anche il tuo uso del corsivo mi sembra molto giusto, si vede che hai una certa dimestichezza con questo metodo di sottolineare certi concetti e certe espressioni. Io amo spassionatamente il corsivo e tu ne hai fatto un uso ottimo, molto equilibrato. 
Trovo, però, che, per essere Albus e Gellert, il lessico sia un po’ troppo semplice. Vero che non sono ancora adulti, ma nel 1898 a sedici anni eri già un uomo, e loro erano geniali già allora – i sedicenni normali non progettano di rovesciare la nazione! Termini o espressioni come “picchiare” (meglio “aggredire”) o “dovevo vederti, ho bisogno di te” mi sono sembrate strane in bocca a personaggi di questo calibro. 
Ci sono poi alcune frasi che presentano delle imperfezioni, secondo me. 
“era scappato senza neppure voltarsi”: l’espressione intera sarebbe “voltarsi indietro”, non è una regola, ma è talmente un classico che così la frase sembra monca. 
“Gellert distolse lo sguardo mentre borbottava quelle parole, quasi gli costasse fatica dirle, fuggente come sempre.”: “dirle” è molto generico, meglio qualcosa di più specifico come “pronunciarle” - sempre per la questione che stai trattando un certo tipo di personaggi – e poi non capisco se volevi scrivere proprio “fuggente” o se intendevi “sfuggente”. Io credo “sfuggente”, che vuol dire “elusivo, enigmatico, che non lascia trapelare emozioni” e non “fuggente”, che significa “che si allontana velocemente”. Non sono sicura, però, quindi non ti ho tolto punti in grammatica – tanto a livello di classica - 0.20 non fa la differenza, nel tuo caso. 
“Gli voltò le spalle, il cuore traditore gli artigliava furioso il petto: non si sarebbe mostrato debole, non a lui.”: non è sbagliato, ma visto che è una ripetizione sta meglio “non davanti a lui”, che evidenzia anche meglio la distanza tra i due. Per come hai costruito la frase, così suona male, perché il collegamento tra “mostrato debole” e “a lui” è spezzato da un “non” che confonde la lettura. 
“Ci stava ricascando, sciocco, ed era inutile prendersi in giro: gli era bastato solo vederlo, per farsi travolgere dal quel sogno troppo azzurro.”: io avrei messo “sciocco” in corsivo, così da dare ancora di più l’idea di un giudizio di Albus su se stesso – come le frasi a destra, per intenderci. 
“Riusciva a vedere, finalmente, gli occhi, così spaventosamente azzurri, il sorriso beffardo che gli sfigurava i bei lineamenti e il fascio di luce rossa colpirlo selvaggiamente.”: ho capito cosa intendevi con “spaventosamente azzurri”, volevi dare un senso di terrificante, il problema è che l’azzurro è un colore che non fa paura a nessuno, anche quando è intenso da far male agli occhi. Diverso è se avessi scritto “un azzurro elettrico”, o “un azzurro alieno”, perché così l’immagine non rende. Inoltre, trovo che ci starebbe bene una virgola tra “lineamenti” e “e il fascio”, perché cambia proprio il campo di azione, e uno stacco sarebbe appropriato. 
“Mentre cercava di rialzarsi, gli occhi rossi aggrappati ai nomi amati e la mano al fianco leso dall’incantesimo, la voce di Gellert graffiava, ancora, rabbiosamente all’orecchio.”: “arrossati” e non rossi, che fa pensare a Voldemort, in un contesto potteriano. 

3) Titolo: 3/5. 
Il titolo non è male, ma è un po’ generico, un po’ scialbo. Avrei preferito anche solo “Un sogno troppo azzurro”: il senso di eccesso dato dall’uso del termine “troppo” gli avrebbe dato quel guizzo in più e avrebbe tolto quel che di vago che la tua scelta possiede, rimandando ancora di più agli occhi di Gellert e all’immagine ad essi legata che si ripresenta più volte nel testo. Così l’ho trovato un po’ troppo “blando”, manca di incisività e anche di senso: non fa pensare a niente, non rimanda a qualcosa di chiaro, e il risultato è che non attira come dovrebbe l’attenzione dei lettori. 

4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 7/10. 
Devo dire che la tua caratterizzazione non mi è dispiaciuta, anche se ci sono degli aspetti che non condivido. 
Se ho capito bene – e credo di sì – la tua storia si svolge qualche tempo dopo la morte di Ariana. Alla luce di ciò, il comportamento di Albus mi sembra troppo “impetuoso”. Se la scena si fosse svolta subito dopo la morte della sorella, non avrei avuto niente da ridire, ma così mi è sembrato troppo arrabbiato, più che altro perché sappiamo com’è Albus: riservato, non lascia trapelare nulla, “ha succhiato la segretezza insieme al latte di nostra madre”, come dice Aberforth. È una persona molto chiusa e orgogliosa, dubito che avrebbe permesso a Gellert di scorgere il dolore che gli aveva fatto provare – soprattutto perché ci vedo benissimo un retrogusto di amore masochista, nel non voler farsi vedere soffrire per non far star male Gellert, che a sua volta non può tollerare di vederlo stare male. Ok, sto divagando, parlerei di loro per ore. 
Non mi è sembrato inverosimile, invece, che Gellert andasse a cercarlo e che Albus, litigando, si facesse addirittura baciare. Soprattutto, ho trovato molto giusta la tentazione che prova ancora per il loro sogno, anche se immagino sia più per Gellert – non penso volesse perdere un’altra persona che amava, e trovarselo davanti che gli proponeva di scappare con lui dev’essere stata un’ardua sfida al suo autocontrollo – che per i Doni della Morte. 
La caratterizzazione di Albus, in sintesi, mi ha convinto, ma trovo che sia stata un po’ “superficiale” - non nel senso di frivola, nel senso di poco approfondita – e che manchi di sfumature, ombre delicatissime e di tutti quei sentimenti così ambivalenti e contorti che caratterizzano il loro rapporto. 
Per quanto riguarda Gellert, sono meno soddisfatta. Per quanto mi piaccia immaginarlo lunatico, trovo tu abbia un po’ esagerato in questo: prima lo desidera con sé al punto di confessargli quanto abbia bisogno di lui, contro le sue abitudini (come sottolinei), e alla fine gli scaglia contro quelle parole piene di rabbia. Ci sta che sia furente, ma Gellert non è stupido, doveva immaginare una reazione simile, e questo suo repentino cambio d’umore fa pensare più alla rabbia per un capriccio non andato a buon fine, piuttosto che al dolore di aver perso per sempre l’amore della propria vita. 
Anche il fatto che ferisca Albus per me resta una grande incognita: non mi pare probabile che faccia “l’offeso” - ha ucciso sua sorella o gliel’ha fatta ammazzare, insomma! -, Gellert è troppo furbo e ha un fascino troppo incantato per “cadermi” in dei modi simili. Posso capire che fosse agitato all’idea di rivedere Albus, ma Gellert è uno che scommette per vincere: se è andato fin da lui, era convinto di poterlo riavere. Da questo punto di vista, mi sarebbe piaciuto di più leggere di una certa arroganza, infranta dal rifiuto di Albus – avrebbe rispettato la concezione che hai di lui come una persona un po’ fredda, come hai scritto nelle note – e di più tenerezza. Come per Albus, trovo che in generale tu ci sia, ma che ti manchi un approfondimento, uno sviscerare i personaggi, che non è semplice quando si ha a che fare con protagonisti di questo calibro. 
Un ultimo appunto: sembra una cosa stupida, ma avendo entrambi gli occhi azzurri – Albus da canon, Gellert per tua scelta – si crea confusione. Avrei caratterizzato gli occhi di Gellert con una sfumatura e delle parole più precise. Io lo immagino con gli occhi verdi, ma se vuoi restare sull’azzurro c’è “ceruleo”, “azzurro fiordaliso”, “acquamarina”, “celeste”, “indaco”, “pervinca”, per restare solo sui colori, ma le espressioni che puoi inventare sono infinite! 

5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 8.5/10. 
In linea di massima, anche qui non mi hai delusa: il sentimento reciproco – così sporco di rabbia, accuse, sensi di colpa – si sente certamente e la resa emotiva, da questo punto di vista, non è male. Il problema, per quanto mi riguarda, sono certi atteggiamenti dei personaggi, che non reputo adatti a loro e allo sviluppo della coppia. 
Per esempio, Gellert che attacca Albus per una parola sbagliata. Non solo è inadatto per la loro caratterizzazione, ma trovo che sia proprio poco utile a livello di caratterizzazione. Penso volessi dare un tocco conflittuale al loro rapporto, ma non serve andare sul piano fisico, perché hanno già un rapporto privo di qualsiasi equilibrio. 
Inoltre, vedere Gellert implorare l’amore di Albus, sentirgli dire – subito, senza nemmeno farsi pregare un po’ – quanto abbia bisogno di lui, non mi ha convinto. Gellert è un idealista e un seduttore, sa bene quanto potere abbiano le parole, e non le avrebbe sprecate così (anche questo sarebbe in linea con la tua idea di un Gellert calcolatore!). Io penso che, se il tuo – il tuo perché il mio è plateale, ma lasciamo stare – Gellert, un po’ freddo e “sfuggente”, si fosse mai lasciato sfuggire quelle parole davanti a un Albus distrutto dal dolore, ci sarebbe stata un’ottima possibilità che Albus rinsavisse e scappasse con lui. 
Quando qualcuno che ti ama implora il tuo amore è difficile voltarsi dall’altra parte, più di quanto si pensi. E non importa che cosa ti abbia fatto prima. 

6) Gradimento personale: 8/10. 
Scommetto che sei tremante in un angolo ad aspettare il mio temibile giudizio sulla tua storia, che tratta della mia OTP, di cui io sono una maestra indiscussa... Ok, finito il prologo drammatico, posso dirti che la tua storia non mi è dispiaciuta! 
Certo, ci sono degli aspetti su cui devi senz’altro lavorare, come lo stile e la caratterizzazione dei personaggi – sulla quale penso di essermi dilungata a sufficienza nell’apposito parametro -, però l’atmosfera della tua storia, le immagini che hai utilizzato, il modo in cui hai fatto interagire i due personaggi, non mi ha lasciata inviperita – com’è già successo con storie su questa coppia -, anzi, sono tutte cose che ho apprezzato. 
Mi piacerebbe che scrivessi un’altra storia su di loro con una caratterizzazione più “a puntino”. Unica cosa – e mi rifaccio ai commenti di te e S.Elric_, che deve sentirsi a sua volta sgridata! -: non voglio mai più sentire l’aggettivo “malvagio” abbinato a Gellert. Gellert non è affatto malvagio, ragazze, e non assomiglia a Tom, non fatemi infuriare! 
 

Recensore Master
27/04/18, ore 11:12

Ciao Madame, ecco la valutazione! Scusa ancora per aver frainteso la frase su Albus! 7.5/10 Ci sono cose che mi sono piaciute, altre che non mi sono piaciute. Parto dagli aspetti positivi. L'idea di Albus e Gellert che s'incontrano al cimitero dopo la morte di Ariana è interessante e devo dire che la presentazione iniziale dell'incontro è molto convincente, mi ha proprio catapultata sulla scena, ho trovato le reazioni di entrambi i personaggi giuste. Ho amato questo periodo: "E la sua bocca sulla propria - quando si era avvicinato? - sapeva ancora di libertà, di desideri repressi e abbandonati, di gloria tanto agognata: gli stava offrendo tutto quello che bramava da sempre, che lo consumava da troppo tempo", specie quell'inciso, perché sa mettere in mostra un tipo d'amore tanto intenso e destabilizzante da far perdere il senso della realtà. Ho apprezzato tanto anche questo: "Mentre cercava di rialzarsi, gli occhi rossi aggrappati ai nomi amati e la mano al fianco leso dall'incantesimo, la voce di Gellert graffiava, ancora, rabbiosamente all'orecchio." perché vedo un grande sottinteso nel gesto di Gellert, come di un gesto che vuole sembrare casuale, ma che l'autrice ha volutamente sottolineato per comunicare qualcos'altro. Per quanto preferisca e trovi più credibile un Gellert sofferente per la morte di Ariana, lo immagino anche arrabbiato con la stessa Ariana perché la vede come un ostacolo. L'idea che qui Gellert s'aggrappi ai nomi scritti sulla lapide e che quindi li copra con la mano mi fa pensare a uno sfregio verso Kendra e Ariana, a un modo per cancellare ciò che secondo Gellert ha tenuto Albus lontano da lui e gli ha impedito di partire. Se ci ho visto giusto devo dire che quel dettaglio mi piace parecchio. Purtroppo però il pathos che ho percepito all'inizio è andato scemando quando ho letto il finale e devo dire che anche i dialoghi hanno contribuito ad abbassarlo. I dialoghi non sono incisivi, rovinano l'atmosfera. Credo che due personaggi del genere non abbiano bisogno di parlare per ribadire l'ovvio, credo che nemmeno di fronte alla disperazione possano esprimersi in modo così diretto come "Albus... Io dovevo vederti, ho bisogno di te" o "Il tuo sogno, non il mio! Non mi interessa più nulla dei Doni, di bacchette o… di noi… Nulla! Ariana è morta! Lo capisci questo? Morta!". Non so, ma credo che certe cose le comunicherebbero senza parlare. Il tasto più dolente che ha abbassato il mio coinvolgimento emotivo sono le battute finali di Gellert: "Non pensare che in futuro avrò pietà, Albus! Tu sei niente senza me! Niente." Le trovo un po' banali, non adatte a chiudere una Grindeldore nel contesto in cui è collocata. Preferisco una resa della coppia più tormentata e malinconica, dove non è la rabbia a esplodere dopo la loro separazione, ma il rimpianto e il desiderio irrealizzabile di ottenere perdono. Purtroppo il finale ha inciso tantissimo sulla mia considerazione personale della flash, lo sviluppo della coppia mi ha un po' delusa e mi ha fatto abbassare il punteggio.

Recensore Veterano
26/04/18, ore 21:14

Ma ciao!
Eccomi qui con il mio commento! Lasciami aggiungere, comunque, delle cose:
- voglio farti i miei più sinceri complimenti, perché sei migliorata tantissimo dalla prima volta che ho letto una tua storia (credo sia stato durante il primo Flashiamo di Freya xD) e hai acquisito uno stile niente male e una grande capacità nel gestire personaggi sempre diversi tra loro!
- invidio il tuo coraggio nell'aver deciso di scrivere una Gellert/Albus, sia per la coppia in sè per sè (che io trovo lontanissima dalle mie capacità), sia perché si tratta della coppia preferita della giudicia :D
- io AMO Terry e Maggie! Non volevo sembrasse il contrario hahahaha

Detto ciò, commento sia:

Voto 7.5
Ho sempre difficoltà nell’analizzare e nel dare opinioni sulle Albus/Gellert o sulle Tom/Gellert… nonostante ormai abbia letto molte storie su di loro, ho sempre problemi a farmi un’idea chiara sulle loro caratterizzazioni, quindi vado sempre abbastanza a braccio xD
Le storie che ho letto su Albus e Gellert sono pressoché quasi tutte ambientate prima della morte di Ariana, e quindi non nego di essermi trovata un po’ spaesata, leggendo la parte iniziale, per quanto riguarda le caratterizzazioni dei due. Essendo appunto abituata a tutt’altri contesti e a essermi fatto un’idea su di loro un po’ in virtù di questo, il mio Gellert “ideale” è una persona superba e calcolatrice, un po’ come il giovane Tom Riddle, ma con più maturità e misura. Vederlo in quelle vesti “fragili” mi ha un po’ destabilizzato, non lo nego; e, di conseguenza, vedere Albus nelle vesti di quello pieno di rabbia non ha aiutato la situazione.
Ma poi ho riflettuto, ho analizzato il contesto e la situazione (nella prima scena si trovano sulla tomba di Ariana!), e ho capito che forse queste caratterizzazioni non sono tanto lontane dai loro personaggi. Dunque, ci sta che Albus, dopo la morte della sua amata sorella, dopo la fuga del suo compagno di ideali, sia così furioso ed emotivo: Albus è molto più umano di Gellert, per un certo verso, ed è quindi normale per una persona come lui, in quel momento, far cadere la maschera e cedere all’emotività.
Gellert, invece, mi ha dato l’impressione di un uomo stanco, e sono sicura che lui sia sinceramente afflitto per la morte di Ariana (al contrario di Tom, lui un’anima ce l’ha), ma non demorde e continua per la sua strada, anche da solo, anche nonostante tutto, e torna vittorioso impugnando il Dono della Morte. È Gellert in tutto e per tutto, quando alla fine rivela le sue intenzioni, quando cerca di ammorbidire Albus mettendo in mostra le sue debolezze e colpendolo al suo tallone d’Achille, quando dimostra di conoscerlo ancora bene e di sapere di essere lui stesso la sua debolezza. Per quanto possa avere un briciolo di umanità, Gellert dimostra ancora una volta di tenere di più ai suoi sogni di gloria. Forse una cosa che non mi ha convinto di lui è la sua reazione nella parte finale della storia, un po’ estrema per come vedo io il personaggio.
Nonostante i miei vari dubbi sulla caratterizzazione dei personaggi, comunque, mi è piaciuto l’andamento della storia e lo stile adottato, e la scelta di inserire pochi dialoghi e puntare tutto su introspezione e descrizioni. La cosa che ho preferito, però, è stata la (passami il termine) morale di questa storia, che ci ha permesso di analizzare l’evoluzione di due personaggi indissolubilmente legate fra di loro e da un ideale, le quali hanno poi hanno intrapreso strade diverse, ed è proprio il loro primo incontro dopo tanto tempo a rivelare ciò che poi si rivela essere la loro differenza principale: Albus sta cercando di cambiare e di prendere le distanze da quello che era, sta iniziando quell’evoluzione che lo porterà a diventare il Silente che conosciamo; d’altro canto, Gellert, nonostante le apparenze iniziali, non ha la minima intenzione di lasciarsi alle spalle tutto, non sa e non vuole perdere, e ha decisamente altre prerogative.
Ora, passiamo all’angolo di “July la rompiscatole”: il titolo non mi è piaciuto per nulla. Appena l’ho letto ho pensato al classico titolo affibbiato agli episodi dei cartoni giapponesi che davano quando ero piccola xD Hai presente “Terry e Maggie” o “Magica magica Emi”? xD A parte la sua semplicità e l’accostamento sostantivo-colore, a mio parere fa venire in mente una storia piena di sentimentalismi e sdolcinatezze, cosa che questa storia non è affatto (per fortuna :D). Trovo che sia un vero peccato, perché è un titolo che non le rende affatto giustizia.
 

Recensore Master
26/04/18, ore 12:57

Ho trovato la storia scritta bene, è scorrevole e piacevole, ma i protagonisti non mi hanno colpito molto. La coppia in sé si trova in un momento di addio, di odio, di rancori sepolti e cose non dette e questo è emerso troppo poco. Se posso, avrei preferito vedere molto più dramma, più rabbia e sentimenti, lacrime e bacchette sfoderate. Albus non mi ha convinto per niente… fa la parte della ragazza abbandonata, si lamenta e non sfodera qualche perla delle sue. Gellert anche non mi ha convinto, io lo immagino più… cattivo. Solo nella fine si legge il veleno della sua mente e infatti la frase finale è secondo me azzeccatissima: Albus ha osato respingerlo e Gellert è pronto alla vendetta: questo sì che l’ho trovato accurato e IC. Scrivere di questa coppia è difficilissimo secondo me, sono personaggio oscuri e molto ardui da trattare. Albus è per un certo verso cattivo (o almeno lo è stato a suo modo) ma anche buono, misterioso, così complicato perché ha mille sfaccettature e, secondo me, non ti è riuscito benissimo. La flash è comunque ben scritta e l’inserimento di Ariana è ben concepito per scatenare poi tutte le vicende associate alla storia.
Alla prossima!

Recensore Master
26/04/18, ore 10:05

Ciao Madame,
innanzitutto mi spiace di non aver individuato che fossi tu l'autrice di questa storia.
Ti riporto qui il mio commento e ribadisco la tua bravura nella stesura di questa storia.

Pur non amando in modo particolare la coppia Albus/Gellert questa storia mia ha davvero toccato. La descrizione è vibrante e leggendola mi sono trovata letteralmente a fare il tifo per loro, sperando che riuscissero a risolvere le loro incomprensioni ed augurandomi che Albus desse una chance a Gellert, perché quello della conquista dei Doni della Morte era il loro sogno. Purtroppo sono convinta che loro due non hanno mai avuto il tempismo giusto, si sono sempre trovati al momento sbagliato, e questo mi intristisce immensamente perché rimarranno sempre con il dubbio di ciò che sarebbe potuto essere. Il finale è struggente e la battuta di Gellert lascia decisamente l'amaro in bocca.

Sbirciando il tuo profilo ho trovato un altro paio di tue storie che mi attirano, quindi questo è sicuramente un arrivederci.

A presto,
Francy

Recensore Master
25/04/18, ore 13:08

Ciao, Madame!
Inserisco qui il mio commento alla tua storia (sei stata abbastanza difficile da riconoscere, ma sono soddisfatta di esserci riuscita alla fine!).
Scrivere di Gellert e Albus non è mai semplice, sono personaggi complessi, criptici e perennemente in bilico; di conseguenza, ho apprezzato la tua iniziativa malgrado sapessi di avere poche parole a disposizione. Nel complesso, ho trovato la storia interessante, ma non mi ha convinta del tutto.
La prima parte della storia è verosimile: credo infatti che sia credibile immaginare un ritorno di Gellert dopo la morte di Ariana, e mi è piaciuta anche la motivazione che lo convince a tornare da Albus, ossia l’aver trovato la bacchetta – il loro sogno di gloria, le loro conquiste. In questa prima parte, sono riuscita a rintracciare i dolori che li hanno allontanati e tutte le loro ambizioni gloriose, un mix che mi ha piacevolmente rimandata alla storia originale.
Di contro, la seconda parte – che è poi quella che vede lo sviluppo e l’epilogo della coppia –, non mi ha convinta. Ho una visione diversa di entrambi i personaggi e del rapporto che li lega; una reazione così istintiva e “trasparente” da parte di Albus (che è sempre allusivo) la trovo più coerente se collocata subito dopo la morte di Ariana, ma a distanza di qualche tempo (seppur esiguo) mi convince poco. Così come Albus, anche Gellert mi è parso “eccessivo” e molto poco innamorato nell’epilogo, dove tratta Albus alla stregua di un alleato perso; non sono riuscita a rintracciare amore né desiderio né affetto da parte di Gellert, che con la battuta e l’agire finale spazza via tutto quel bisogno opprimente che sembrava averlo condotto da Albus. Forse, il tuo obiettivo era quello di descriverlo rabbioso, deluso e tradito dal rifiuto di Albus, ma io non sono riuscita a cogliere questo tipo di sensazione (è probabile che sia stato un limite mio).
Dal punto di vista stilistico, trovo che la storia sia abbastanza scorrevole, seppure credo di aver notato qualche concordanza verbale non proprio convincente. Interessante l’intenzione di creare un filo conduttore tramite un elemento visivo come lo sguardo, che è “azzurro” e ingannatore, credo però che il suo inserimento potesse essere più equilibrato (è un concetto che a mio avviso ripeti troppo spesso, mentre avresti potuto “dirlo” in alcune circostanze e “suggerirlo” in altre, evitando ridondanze); si tratta comunque di un dettaglio!
In conclusione, come già detto, l’ho trovata una lettura interessante, semplicemente non ha incontrato del tutto il mio gusto per i motivi esposti.

Rosmary

(P.S. Credo ci sia un problema di codici nell'introduzione della storia, mi riferisco al codice per la chiusura del corsivo < / i > non chiuso – qui l'ho scritto con gli spazi altrimenti l'html dà problemi! –, perché se guardi la tua pagina autrice noti che tutti gli specchietti delle storie successive a questa sono in corsivo, come anche l'intero testo di questa storia.)