5 - “Un sogno azzurro” di Madame_Padfoot.
Totale: 43.4/55.
1) Grammatica e ortografia: 9.4/10.
La grammatica va bene, c’è solo qualche imprecisione.
“Quel ragazzo che osservava, con aria pensosa, la lapide sotto la quale riposavano Kendra e Ariana, non poteva essere Gellert.”: toglierei la virgola dopo “Ariana” (- 0.20).
Anche qui toglierei la virgola: “gli era bastato solo vederlo, per farsi travolgere dal quel sogno troppo azzurro.” (- 0.20).
“Ma lui… /«No!»/… non era quello di Gellert.”: non capisco bene cosa intendi qui, se è come l’ho intesa io sarebbe più d’impatto “non era di Gellert”. Se invece ha un altro senso, era meglio esprimerlo con altre parole per un risultato più chiaro (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 7.5/10.
In linea di massima, il tuo stile mi piace abbastanza. Lo trovo semplice, ma scorrevole, e non mi annoia mai. Trovo che la resa emotiva sia buona: i sentimenti dei protagonisti arrivano senza problemi al lettore, che riesce ad immedesimarsi nei personaggi senza problemi – il che è un gran pregio!
Di questa storia, ho apprezzato particolarmente gradevole la struttura: ho trovato ottima l’idea di mettere tutto il testo allineato a sinistra e poche, salienti frasi in corsivo a destra – rappresentano la tentazione inconfessabile, il lato più “invitante” di Gellert, quindi hanno una rilevanza non solo tematica, ma anche emotiva.
Anche il tuo uso del corsivo mi sembra molto giusto, si vede che hai una certa dimestichezza con questo metodo di sottolineare certi concetti e certe espressioni. Io amo spassionatamente il corsivo e tu ne hai fatto un uso ottimo, molto equilibrato.
Trovo, però, che, per essere Albus e Gellert, il lessico sia un po’ troppo semplice. Vero che non sono ancora adulti, ma nel 1898 a sedici anni eri già un uomo, e loro erano geniali già allora – i sedicenni normali non progettano di rovesciare la nazione! Termini o espressioni come “picchiare” (meglio “aggredire”) o “dovevo vederti, ho bisogno di te” mi sono sembrate strane in bocca a personaggi di questo calibro.
Ci sono poi alcune frasi che presentano delle imperfezioni, secondo me.
“era scappato senza neppure voltarsi”: l’espressione intera sarebbe “voltarsi indietro”, non è una regola, ma è talmente un classico che così la frase sembra monca.
“Gellert distolse lo sguardo mentre borbottava quelle parole, quasi gli costasse fatica dirle, fuggente come sempre.”: “dirle” è molto generico, meglio qualcosa di più specifico come “pronunciarle” - sempre per la questione che stai trattando un certo tipo di personaggi – e poi non capisco se volevi scrivere proprio “fuggente” o se intendevi “sfuggente”. Io credo “sfuggente”, che vuol dire “elusivo, enigmatico, che non lascia trapelare emozioni” e non “fuggente”, che significa “che si allontana velocemente”. Non sono sicura, però, quindi non ti ho tolto punti in grammatica – tanto a livello di classica - 0.20 non fa la differenza, nel tuo caso.
“Gli voltò le spalle, il cuore traditore gli artigliava furioso il petto: non si sarebbe mostrato debole, non a lui.”: non è sbagliato, ma visto che è una ripetizione sta meglio “non davanti a lui”, che evidenzia anche meglio la distanza tra i due. Per come hai costruito la frase, così suona male, perché il collegamento tra “mostrato debole” e “a lui” è spezzato da un “non” che confonde la lettura.
“Ci stava ricascando, sciocco, ed era inutile prendersi in giro: gli era bastato solo vederlo, per farsi travolgere dal quel sogno troppo azzurro.”: io avrei messo “sciocco” in corsivo, così da dare ancora di più l’idea di un giudizio di Albus su se stesso – come le frasi a destra, per intenderci.
“Riusciva a vedere, finalmente, gli occhi, così spaventosamente azzurri, il sorriso beffardo che gli sfigurava i bei lineamenti e il fascio di luce rossa colpirlo selvaggiamente.”: ho capito cosa intendevi con “spaventosamente azzurri”, volevi dare un senso di terrificante, il problema è che l’azzurro è un colore che non fa paura a nessuno, anche quando è intenso da far male agli occhi. Diverso è se avessi scritto “un azzurro elettrico”, o “un azzurro alieno”, perché così l’immagine non rende. Inoltre, trovo che ci starebbe bene una virgola tra “lineamenti” e “e il fascio”, perché cambia proprio il campo di azione, e uno stacco sarebbe appropriato.
“Mentre cercava di rialzarsi, gli occhi rossi aggrappati ai nomi amati e la mano al fianco leso dall’incantesimo, la voce di Gellert graffiava, ancora, rabbiosamente all’orecchio.”: “arrossati” e non rossi, che fa pensare a Voldemort, in un contesto potteriano.
3) Titolo: 3/5.
Il titolo non è male, ma è un po’ generico, un po’ scialbo. Avrei preferito anche solo “Un sogno troppo azzurro”: il senso di eccesso dato dall’uso del termine “troppo” gli avrebbe dato quel guizzo in più e avrebbe tolto quel che di vago che la tua scelta possiede, rimandando ancora di più agli occhi di Gellert e all’immagine ad essi legata che si ripresenta più volte nel testo. Così l’ho trovato un po’ troppo “blando”, manca di incisività e anche di senso: non fa pensare a niente, non rimanda a qualcosa di chiaro, e il risultato è che non attira come dovrebbe l’attenzione dei lettori.
4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 7/10.
Devo dire che la tua caratterizzazione non mi è dispiaciuta, anche se ci sono degli aspetti che non condivido.
Se ho capito bene – e credo di sì – la tua storia si svolge qualche tempo dopo la morte di Ariana. Alla luce di ciò, il comportamento di Albus mi sembra troppo “impetuoso”. Se la scena si fosse svolta subito dopo la morte della sorella, non avrei avuto niente da ridire, ma così mi è sembrato troppo arrabbiato, più che altro perché sappiamo com’è Albus: riservato, non lascia trapelare nulla, “ha succhiato la segretezza insieme al latte di nostra madre”, come dice Aberforth. È una persona molto chiusa e orgogliosa, dubito che avrebbe permesso a Gellert di scorgere il dolore che gli aveva fatto provare – soprattutto perché ci vedo benissimo un retrogusto di amore masochista, nel non voler farsi vedere soffrire per non far star male Gellert, che a sua volta non può tollerare di vederlo stare male. Ok, sto divagando, parlerei di loro per ore.
Non mi è sembrato inverosimile, invece, che Gellert andasse a cercarlo e che Albus, litigando, si facesse addirittura baciare. Soprattutto, ho trovato molto giusta la tentazione che prova ancora per il loro sogno, anche se immagino sia più per Gellert – non penso volesse perdere un’altra persona che amava, e trovarselo davanti che gli proponeva di scappare con lui dev’essere stata un’ardua sfida al suo autocontrollo – che per i Doni della Morte.
La caratterizzazione di Albus, in sintesi, mi ha convinto, ma trovo che sia stata un po’ “superficiale” - non nel senso di frivola, nel senso di poco approfondita – e che manchi di sfumature, ombre delicatissime e di tutti quei sentimenti così ambivalenti e contorti che caratterizzano il loro rapporto.
Per quanto riguarda Gellert, sono meno soddisfatta. Per quanto mi piaccia immaginarlo lunatico, trovo tu abbia un po’ esagerato in questo: prima lo desidera con sé al punto di confessargli quanto abbia bisogno di lui, contro le sue abitudini (come sottolinei), e alla fine gli scaglia contro quelle parole piene di rabbia. Ci sta che sia furente, ma Gellert non è stupido, doveva immaginare una reazione simile, e questo suo repentino cambio d’umore fa pensare più alla rabbia per un capriccio non andato a buon fine, piuttosto che al dolore di aver perso per sempre l’amore della propria vita.
Anche il fatto che ferisca Albus per me resta una grande incognita: non mi pare probabile che faccia “l’offeso” - ha ucciso sua sorella o gliel’ha fatta ammazzare, insomma! -, Gellert è troppo furbo e ha un fascino troppo incantato per “cadermi” in dei modi simili. Posso capire che fosse agitato all’idea di rivedere Albus, ma Gellert è uno che scommette per vincere: se è andato fin da lui, era convinto di poterlo riavere. Da questo punto di vista, mi sarebbe piaciuto di più leggere di una certa arroganza, infranta dal rifiuto di Albus – avrebbe rispettato la concezione che hai di lui come una persona un po’ fredda, come hai scritto nelle note – e di più tenerezza. Come per Albus, trovo che in generale tu ci sia, ma che ti manchi un approfondimento, uno sviscerare i personaggi, che non è semplice quando si ha a che fare con protagonisti di questo calibro.
Un ultimo appunto: sembra una cosa stupida, ma avendo entrambi gli occhi azzurri – Albus da canon, Gellert per tua scelta – si crea confusione. Avrei caratterizzato gli occhi di Gellert con una sfumatura e delle parole più precise. Io lo immagino con gli occhi verdi, ma se vuoi restare sull’azzurro c’è “ceruleo”, “azzurro fiordaliso”, “acquamarina”, “celeste”, “indaco”, “pervinca”, per restare solo sui colori, ma le espressioni che puoi inventare sono infinite!
5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 8.5/10.
In linea di massima, anche qui non mi hai delusa: il sentimento reciproco – così sporco di rabbia, accuse, sensi di colpa – si sente certamente e la resa emotiva, da questo punto di vista, non è male. Il problema, per quanto mi riguarda, sono certi atteggiamenti dei personaggi, che non reputo adatti a loro e allo sviluppo della coppia.
Per esempio, Gellert che attacca Albus per una parola sbagliata. Non solo è inadatto per la loro caratterizzazione, ma trovo che sia proprio poco utile a livello di caratterizzazione. Penso volessi dare un tocco conflittuale al loro rapporto, ma non serve andare sul piano fisico, perché hanno già un rapporto privo di qualsiasi equilibrio.
Inoltre, vedere Gellert implorare l’amore di Albus, sentirgli dire – subito, senza nemmeno farsi pregare un po’ – quanto abbia bisogno di lui, non mi ha convinto. Gellert è un idealista e un seduttore, sa bene quanto potere abbiano le parole, e non le avrebbe sprecate così (anche questo sarebbe in linea con la tua idea di un Gellert calcolatore!). Io penso che, se il tuo – il tuo perché il mio è plateale, ma lasciamo stare – Gellert, un po’ freddo e “sfuggente”, si fosse mai lasciato sfuggire quelle parole davanti a un Albus distrutto dal dolore, ci sarebbe stata un’ottima possibilità che Albus rinsavisse e scappasse con lui.
Quando qualcuno che ti ama implora il tuo amore è difficile voltarsi dall’altra parte, più di quanto si pensi. E non importa che cosa ti abbia fatto prima.
6) Gradimento personale: 8/10.
Scommetto che sei tremante in un angolo ad aspettare il mio temibile giudizio sulla tua storia, che tratta della mia OTP, di cui io sono una maestra indiscussa... Ok, finito il prologo drammatico, posso dirti che la tua storia non mi è dispiaciuta!
Certo, ci sono degli aspetti su cui devi senz’altro lavorare, come lo stile e la caratterizzazione dei personaggi – sulla quale penso di essermi dilungata a sufficienza nell’apposito parametro -, però l’atmosfera della tua storia, le immagini che hai utilizzato, il modo in cui hai fatto interagire i due personaggi, non mi ha lasciata inviperita – com’è già successo con storie su questa coppia -, anzi, sono tutte cose che ho apprezzato.
Mi piacerebbe che scrivessi un’altra storia su di loro con una caratterizzazione più “a puntino”. Unica cosa – e mi rifaccio ai commenti di te e S.Elric_, che deve sentirsi a sua volta sgridata! -: non voglio mai più sentire l’aggettivo “malvagio” abbinato a Gellert. Gellert non è affatto malvagio, ragazze, e non assomiglia a Tom, non fatemi infuriare!
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