Recensioni per
Rudy.
di PathosforaBeast
La prima cosa che mi colpisce di questa storia è il tuo stile, pressante, perfetto, non c'è nulla da rimarcare, è lo stile di chi ha talento e sa come rendere una situazione evidentemente delicata. Purtroppo mi mancano dei pezzi, perché non conosco la serie, ma ci sono risalita dal gruppo che abbiamo in comune su fb e fin dalle prime righe mi ha intrigato, così l'ho letta da cima a fondo, senza fermarmi un attimo e l'ho divorata, perché ogni riga spinge ad andare verso la prossima. Devo ringraziare la tua scrittura per questo, degna di un romanzo, davvero. I miei complimenti |
Mi piace molto la doppia interpretazione di prigione che hai scelto: una prigione fisica (l'ufficio così simile alla cella di Euros) e una psicologica (il dovere verso la famiglia). Bellissime anche le immagini: Mycroft che nota ogni dettaglio e fa deduzioni, la luce e l'ombra associata all'idea di scacchiera, la poltrona che viene regolata all'altezza giusta come palese e concreto emblema della successione del potere e della responsabilità. |
Ciao, devo ammettere che hai interpretato il prompt in una maniera che non mi sarei aspettata. Una prigione non fisica e per certi versi nemmeno psicologica, non per Mycroft almeno. C'è quell'elemento lì, rappresentato dalla citazione a Eurus e alla sua condizione, ma se ci riferiamo soltanto a Mycroft la sua prigione è il dover portare da solo un peso tanto grande, il dover gestire non uno ma ben due fratelli problematici. Il cui uno è il problema dell'altro. Senza avere un confidente, senza averlo detto nemmeno ai suoi genitori. La mote dello zio Rudy rappresenta un po' questo nella vita di Mycroft. Non solo ha perso una persona cara, un parente al quale magari era anche affezionato e che ha fatto di tutto per far sì che la sua adolescenza fosse il più normale possibile. Ma anche e soprattutto una persona che conosceva il suo stesso segreto. Ora Mycroft è solo e tu hai descritto perfettamente la sua prigione, rappresentata anche in buona parte da quell'ufficio silenzioso nel quale entra, e che emana una certa tristezza (almeno stando a come lo hai descritto). L'ho trovata la tua storia più intimista, quella più psicologica dove il lettore si ritrova immerso nella profondità dei tormenti di Mycroft, dentro al suo dolore e alla solitudine che prova. Addirittura arriva a maledire se stesso per aver desiderato di vivere un'esistenza il più serena possibile, e di aver permesso a Rudy di fargliela vivere. Significativa la metafora del miele, che è dolce e denso ma che finisce per soffocarlo. L'ho trovata una similitudine molto efficace e che descrive perfettamente come si sente Mycroft. |
Hai scritto una storia che mi é piaciuta molto per vari motivi. Non è una pura successione di eventi, è la rappresentazione precisa e lucida di un percorso psicologico complesso, data anche la difficile interpretazione di un personaggio come Mycroft. |