Recensioni per
It took so little
di Felpie

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/07/21, ore 16:59

Ciao Felpie!
E' da un po' che ho adocchiato questa storia e ho deciso di approfittare della fine della sessione per rileggermi gli appunti che avevo preso e lasciarti una recensione.
La domanda con cui si apre questa storia ci butta immediatamente nel mezzo della narrazione. Abbiamo subito uno scorcio dei pensieri di Remus, che ci rimandano indietro nel tempo, dove si crea un confronto inevitabile tra passato e presente. I ricordi di Remus sono carichi di amarezza che non fa altro che aumentare la sua sofferenza. Sirius che scherzava sul fatto che prima o poi avrebbe attaccato la sua fotografia ovunque, è una frase che ora fa male, sembra quasi rappresentare una profezia che si è realizzata nel modo più brutale possibile.
Sirius è un legame che rimanda al passato, ai Malandrini, ad anni che dovevano essere sereni per Remus ma è anche un costante ricordo di quello che è successo – la morte di Lily e James –, una ferita che deve ancora sanguinare.
Remus oscilla continuamente tra quello che erano – non posso usare il plurale perché i Malandrini li immagino come qualcosa di coeso, impossibile da frazionare – e quello che ora è davvero: un uomo solo. Tutto quello che aveva – famiglia e amici – sono stati spazzati via dalla guerra. Perciò mi ha stretto un po' il cuore quando Remus vede Harry per la prima volta, una bambino così simile nell'aspetto con James ma allo stesso tempo diverso, un bambino che esattamente come lui è rimasto da solo ad affrontare la vita.
Il ritorno ad Hogwarts è dolce amaro. Ho amato tantissimo il fatto che tu sia riuscita a far emergere chiaramente questa sensazione. Questa dualità tra nostalgia e sofferenza è stata inserita in maniera assolutamente perfetta! Tutto è inserito in maniera perfetta: il Patronus, le lezioni di Difesa, la Mappa del Malandrino.
Ma la cosa che più ho apprezzato sono state due: la prima è il dialogo interiore che Remus ha con se stesso – “e tu, Remus, sei cambiato?” qui, ti giuro, avevo i brividi per la meraviglia – e l'istinto di rimanere fedele al ragazzo che era stato.
Nel primo caso, ammiro tantissimo chi riesce a mostrarmi la parte introspettiva di un personaggio, permettendomi di approfondirlo e di vederlo anche con occhi nuovi. E leggere di Remus che cerca di fare i conti con quello che è diventato, mi è piaciuto tantissimo.
Dall'altro lato, non posso che commuovermi quando vedo che Remus nonostante tutto – gli anni, la guerra, il dolore – cerchi continuamente di non tradire i ragazzi che considerava come una famiglia. E questo è lampante quando decide di non dire nulla a Silente. Forse non sarebbe servito comunque – perché Sirius sembrava possedere un'abilità innata nel nascondersi – ma il fatto che lui abbia preso questa decisione, che abbia inconsciamente deciso di schierarsi dalla parte del suo amico, è stato meraviglioso.
Non so che altro dire. Questa storia mi piaciuta davvero tanto.
Alla prossima.
Un abbraccio,
Blue

Recensore Junior
17/02/21, ore 13:54

È stato strano leggere tutto questo dal punto di vista di Remus, ma è stato bellissimo. Lo sentivo dentro di me, nel mio cuore e sulla pelle. La sua solitudine, la sua maliconconia e nostalgia. E in qualche modo anche la sua rabbia. E il suo dolore.
Avrei voluto abbracciare Remus, anche se lui non se lo sarebbe lasciato fare. Però una parte di me avrebbe solo voluto consolarlo.
È proprio bella questa One shot. Complimenti.
Luce

Recensore Veterano
28/11/20, ore 13:33

Ciao cara!
In realtà, non avevo scelto questo e magari preferivi scegliessi una storia più recente per lo scambio ma, come forse avrai intuito dal profilo, la Old Generation è, da sempre, il mio punto debole e le storie di Remus Lupin alle prese con i suoi ricordi devo leggerle necessariamente.

Innanzitutto, mi è piaciuto molto il modo in cui hai costruito la storia, con un costante alternarsi tra passato e presente, accompagnando il lettore in questo viale dei ricordi. Tra l'altro, il Prigioniero di Azkaban, che qui ripercorri interamente, è uno dei miei libri preferiti, a pari merito con l'Ordine della fenice, credo, e leggere questa storia è stato un po' come rileggerlo ancora una volta.
Il richiamo a Sirius e alla foto appesa ovunque mi ha dato una stretta al cuore. È una di quelle considerazioni amare e brutali che Remus avrebbe tranquillamente potuto fare, Remus che è pienamente IC ed ho apprezzato tantissimo.
Credo che forse il mio momento preferito in assoluto sia stato quello del treno, quel ricordare lo scompartimento che occupava con gli amici, il ricordo del primo Patronus evocato, un lupo che correva insieme al cervo e al cane, il sovrapporsi eterno di passato e presente che si fa ancora più vivo nel momento in cui Remus si trova Harry così somigliante a James davanti a lui. Hai riempito ancor di più e con maggiori dettagli una scena che nel libro era già tanto tanto intensa
Il ritorno ad Hogwarts è dolceamaro, perché Hogwarts è casa ma è anche il luogo che gli ricorda quotidianamente quel che ha perduto, quanto le cose siano cambiate insieme alla scoperta vicinanza con Harry, a Sirius che si avvicina sempre di più e lui che, nonostante tutto, non riesce a denunciarlo.
Devi sapere che io ho proprio un debole più che per l'amicizia tra Remus e Sirius o quella tra James e Sirius, pur adorando entrambe, per il rapporto tra James e Remus. Ho sempre avuto la sensazione che James sia stato il perno, il cuore dei Malandrini, accomunati più da questo ragazzo con gli occhiali quadrati e la cravatta in disordine e per questo ho adorato questa frase:

"Eravate amici? No. Lui era il tuo miglior amico. L'unico che non ti avesse mai abbandonato, che non ti avesse mai tradito. L'unico che c'era sempre stato. Non era un amico. Era molto molto di più".

Insomma, come avrai capito tra me e i Malandrini c'è un amore infinito e questa storia non ha potuto non toccarmi, soprattutto nell'epilogo in cui Remus, eternamente destinato ad essere l'ultimo Malandrino, per un momento non è più tale, per un momento il passato e il presente si ricompattano ed il mondo non sembra poi così imperfetto!
Questa storia mi è piaciuta molto! Ho notato che hai scritto ancora di loro e sono curiosa di leggere altro!
Ancora congratulazioni!
Un abbraccio
Fede

Recensore Veterano
29/06/18, ore 00:13

La storia è dolce e ben strutturata: le emozioni sono palpabili, malinconiche ma molto vivide; è stata una buona scelta quella di intrecciare i pensieri con le azioni reali del racconto, così facendo ho percepito in modo nitido quanto dolore e nostalgia provasse il povero moony, i suoi ricordi rimangono presenti nella sua memoria e, per tale motivo, non riesce ad accettare la realtà dei fatti. La conclusione, poi, è meravigliosa: lupin che capisce che non tutto è perduto, i malandrini esistono ancora ma uno dei quattro è stato infedele, purtroppo. Ho apprezzato davvero questo racconto, ti faccio i miei complimenti.
Ps: wolfstar per sempre