Dovevamo arrivarci prima o poi, e ci siamo arrivati. La fine di tutto, della storia di Alex e Albert -e dire che sei stata capace di articolarla in maniera magistrale è dire poco, perché così tante sono le scene e le frasi a uso figurato che hai scelto per la narrazione che è impossibile elaborare un commento completo tentando di citarle tutte. Eppure sappi che il risultato è inevitabilmente enorme, un rincorrersi di dramma e azione che giungono crudelmente (superbamente) al loro apice in un finale intenso e doloroso quanto lo è la storia di Alex e Albert.
Tuttavia, c’è un estratto in particolare (tra i vari degni di nota) a cui è giusto dedicare una citazione
"Ti fidi di Chris?"
"Sì."
"Ti fa sentire al sicuro? Protetta, amata?"
"Ogni giorno."
"Conosce le tue paure, le tue debolezze - le tue ferite?"
"Tutte."
"Morirebbe per te?"
"E io per lui."
poiché riassume in pochi concetti (ma profondi, terribilmente profondi) la base della relazione cruciale di cui tanto abbiamo parlato nel corso di Withering Bones, ma di cui non ci siamo mai davvero soffermati ad analizzare le ragioni.
E’ un dialogo emblematico quello tra Alex e Claire, perché evidenzia senz’altro ciò che accomuna le due sorelle ma anche ciò che le separa categoricamente. Così ne deriva un contrasto davvero eccellente, poiché imperniato sul rinforzo (la costruzione è avvenuta molto prima, lungo le pagine della storia) di un legame che, nonostante tutto, manterrà Claire unita alla Serpe Bianca anche dopo la sua morte. E’ sempre stato un personaggio sveglio la giovane Redfield, caparbia ma comprensiva, l’occhio che vede e il cuore che pensa -un carattere raro a ben pensare, una personalità capace di comprendere senza giudicare, realizzare senza inorridire. E’ diversa in questo da Chris almeno quanto Alex lo è da Albert, eppure il loro è un legame indissolubile, tale da riuscire a trascendere (come i fratelli Wesker) perfino la morte.
Al riguardo, un posto d’onore in questo capitolo e in questa tragedia è da assegnare ad Alex, che come hai saggiamente scritto è sia carnefice, sia vittima. Alexandra è un grande personaggio, tragico eppure caro nella sua fragilità -difficile e complesso, certo, ma che proprio in questo rivela un’infinita bellezza.
Sei un mostro le dice Claire, e forse in parte ha ragione -ma chi sono poi i mostri per giudicare altri mostri?
Non sei una brava persona, e forse è vero anche questo -ma ci sono talmente tanti cattivi che una volta erano buoni (o che sarebbero potuti essere buoni) che alla fine una distinzione sensata è difficile (se non impossibile), perché altrettante sono le ragioni che li hanno portati ad evolvere in mostri.
Non chiede mai comprensione Alexandra, ed è cristallina e tremendamente coerente in questo -non chiede una condivisione, perché certi drammi (esigenze) possono essere compresi solo da chi li ha veramente vissuti. Così, diventa proprio questo il principio che conduce inevitabilmente alla guerra, perché è il medesimo che ha portato Alex e Albert nello stesso letto (conosce le tue paure, le tue debolezze? Le tue ferite?). Credo tuttavia ci sia un problema di moralità di fondo che affligge questa coppia, e che ci sarà sempre finché non si avrà l’abilità di prescindere da certi concetti (o meglio dire vizi) -poiché è proprio qui che cadono Alex e Albert: osceni, senza morale, corrotti, da giustiziare; giudicati colpevoli da una commissione che si è macchiata dei loro stessi crimini ma è stata più astuta (e fortunata) da riuscire a nasconderli per più tempo (nemmeno troppo in realtà, perché non si può pensare di ingannare a lungo il fiuto del cane e tantomeno di fuggirne il morso).
E’ comunque un’affermazione in particolare ad essere tra le più crudeli
La verità è che non hanno mai avuto altra scelta
perché è dura, ed è vera. Ciò che ha avvicinato Alex e Albert della casata Wesker non è mai stato nulla di veramente sbagliato, poiché tremendamente comprensibile e una delle più ammirevoli virtù umane -ma che, nonostante le premesse, Destino ha voluto fosse causa di così tanto dolore e distruzione. E la grande tragicità del tutto è che si è davvero trattato di Destino -non si può scegliere di amare, chi amare e se amare, lo si fa e basta e Alex non fa eccezione. Destino ha voluto che l’oggetto disgraziato di questo amore fosse suo fratello, e sempre Destino ha voluto che si trattasse di un fratello e di una sorella eredi al trono di un regno tanto odiato quanto ambito -a ben pensare peggior posizione non si sarebbe potuta scegliere, e come sempre è proprio quella che ad Alex e Albert è stata assegnata. Ciò significa che non c’è scampo a una tale maledizione, non c’è via di fuga -la morte forse, oppure nemmeno quella: questi fratelli sono stati condannati non appena venuti al mondo, e come condannati hanno vissuto e sono morti -ma sempre insieme, e questa è la vitale differenza (che ha fatto e che farà la differenza).
Ora, bisogna anche riconoscere che un ipotetico commento a un capitolo del genere dovrebbe utilizzare poche parole ma ben studiate, perché non c’è bisogno di lunghe analisi quando è di un sentimento così… semplice di cui si sta trattando (reso complesso alla fine dalle altrui macchinazioni più che dai soggetti coinvolti in sé). Non c’è bisogno nemmeno di uno svisceramento assoluto di ciascuna vicenda, poiché ogni riga che hai narrato è perfetta e compie l’impresa di illustrare meravigliosamente qualsiasi aspetto fosse tuo interesse mostrare -e, personalmente, credo proprio risieda in questo la potenza di Withering Bones, che cela, nasconde e inganna pur narrando, mostrando e rivelando.
In quanto a noi, sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe potuta finire bene per Alex e Albert -o per tanti altri oltre a loro, siano essi buoni (William e la sua solitudine, Claire e la sua innocenza, Chris e i suoi sinceri ideali) o cattivi (Simmons e la sua cupidigia, Carla e la sua morte dentro, Morgan e i Gionne e i loro figli spezzati)- ma quando il momento è arrivato non siamo stati comunque pronti: è distruttiva la conclusione, atroce e insopportabile, inaccettabile perfino -eppure allo stesso tempo brilla, formidabile e indimenticabile nella propria tragedia, commovente nelle espressioni immortali di chi è stato impresso inalterato nelle ceneri. Pensare che tra di essi figurano anche Alex e Albert è straziante, eppure toccante: immortalati per sempre in quel gesto così semplice (sincero) che li ha contraddistinti, nulla di loro appartiene più davvero a un mondo tanto ingrato -solo un medaglione, per consegnarne il ricordo a chi, dopo di loro, dovrà sopportarne il fardello. Null’altro rimarrà, null’altro sarà più prigioniero: come erano inseparabili in vita Albert e Alexandra lo sono nella morte, e così sono volati via -leggeri infine, liberi da quelle catene che era stato loro imposto di chiamare vita. (Recensione modificata il 27/07/2018 - 02:37 am) |