Recensioni per
Still Here
di calock_morgenloki

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/06/20, ore 17:10
Cap. 1:

Hola!
Premetto dicendo che sono nuova in questo fandom e che sto iniziando giusto ora a leggere fanfiction su Sherlock.
E questa mi piace un sacco.
Anche se non so ancora esattamente come vedere John e Sherlock, non so se vederli come coppia o come duo inscindibile di personaggi, questa ff mi è piaciuta davvero tanto.
Non mi metto mai a piangere per una storia, a meno che non sia scritta davvero bene.
Beh, l'hai scritta davvero bene AHAH.

Comunque.

Hai scritto due cose che spesso mi tornano in mente. Citandoti:
"Nei suoi cinquantacinque anni di vita aveva imparato che i funerali non erano certo fatti per i morti, al contrario. Erano fatti per chi restava, per coloro che in qualche modo avevano ancora una vita dopo la dipartita del defunto in questione."

"Succede sempre a quelli che se ne vanno, no? La prima cosa che vi dimenticate di noi sono i difetti."

"È questo il problema: tu non devi sopravvivere, tu devi vivere."

Ho finito il copia e incolla, ora posso disperarmi.
Credo che questi tre spezzoni siano i miei preferiti in tutta la storia. Davvero, è stranissimo leggere di cose che penso spesso. Che bello, non sono l'unica *happy noises

Tornando alla storia. Davvero, è scritta benissimo.
Broken Sherlock è uno scenario che mi entusiasma. Avevo in mente di scriverci una ff qualche tempo fa, ma non ho ancora trovato il punto da cui partire. Questa tua versione mi è d'aiuto.

Altra cosa.
Mi piace il modo in cui passa il tempo. Non mi sono mai immaginata come potrebbero essere i vari personaggi anni dopo la fine del film. È interessante come sei riuscita a mantenere la figura originale arricchendola con particolari che solo l'età può conferire.
Inutile dire che la scena finale è stata la ciliegina sulla torta per coronare tutte le righe che hai scritto.

Strana recensione, un po'scarna e molto, molto ritardataria, spero però che non ti abbia annoiata troppo.

Ci si legge!
F.

Recensore Master
20/12/18, ore 16:12
Cap. 1:

Ciao, piacere di conoscerti^^
ti faccio una confessione: di Sherlock Holmes e Watson so solo quello che dice il vecchio Conan Doyle, quindi sì, ho sempre sospettato qualcosa tra loro, ma come tutti sono sempre rimasto nel dubbio.
Il tuo Sherlock appare subito come ce lo immaginiamo tutti: distaccato, scentifico, con poca dimestichezza coi sentimenti. Tutti piangono e lui non si figura perché, tutti sembrano capire il significato dei funerali e lui invece no. Consola gente, fa discorsi, ma tutto sembra scivolargli addosso, tutte sembrano manifestazioni di qualche società tribale che lui comprende solo fino a un certo punto.
Chiaramente, questa è solo una facciata, e la cosa diventa sempre più evidente man mano che diventa chiaro chi veramente è morto, chi stavano seppellendo in quel funerale con la pioggia.
Per quanto sia un uomo razionale e scientifico, nemmeno Sherlock Holmes può superare indenne la perdita dell'amore di una vita. Anzi, forse su di lui ha un impatto particolarmente devastante, perché lui meno di altri è in grado di crogiolarsi, di auto-giustificarsi, di consolarsi come fa di solito chi ha più dimestichezza di lui con i sentimenti e le emozioni.
Nonostante tutti gli stiano vicino, Sherlock inevitabilmente di consuma come se qualcosa lo stesse mangiando dall'interno, e mentre all'apparenza è sempre il freddo e razionale detective che tutti conosciamo, il calo di peso, le notti insonni e tutto quanto ci fanno capire come in realtà la sofferenza lo stia tormentando.
Uno con un carattere diverso parelerebbe, magari, piangerebbe. Lui non riesce a fare altro che vedere Watson in ogni angolo, sentire la sua presenza e la sua voce, come se fosse ancora con lui. La sua mente fervida, analitica, in un certo senso creativa gli riproduce un'immagine di lui, ma col tempo deve rendersene conto: un'immagine non è la persona che raffigura, un simbolo non è il tutto. E la perdita va accettata ed elaborata, cosa che alla fine succede, con un senso di struggente amarezza, ma anche con la consapevolezza di aver finalmente fatto la cosa giusta.
Scusa per questo sproloquio, quando parto con le mie elucubrazioni non mi fermo più. Complimenti per questa bellissima storia e a presto!^^

Nuovo recensore
29/09/18, ore 17:08
Cap. 1:

Ciao Cami!
Ti prego di perdonare il mio spaventoso ritardo nel recensire questo piccolo capolavoro. La verità è che odio fare le cose di fretta. Se avessi scritto prima, probabilmente non sarei riuscita ad esprimere in maniera più o meno decorosa tutto quello che desidero comunicarti riguardo la tua storia. Ora però sono riuscita a trovare un po' di tempo ed eccomi qua!
Per prima cosa ho avuto gli occhi lucidi per tutta la durata della lettura. C'è solo una cosa, forse, più importante del contenuto, del lessico e di tutto quello che concerne la scrittura. Mi sto riferendo alle emozioni. Se una storia riesce a farmi sentire qualcosa dentro, mi piace.
Questo è sicuramente uno di quei casi. La storia non è perfetta solo dal punto di vista grammaticale o quant'altro, mi ha stesa anche emotivamente.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi però, purtroppo, non posso ancora giudicarne la coerenza. Non sono ancora dentro il mondo di Sherlock e, per questa ragione, sono ignorante in materia! Posso dire però che grazie a questa storia ho avuto un "assaggio" di quello che incontrerò nella serie TV. Ti ringrazio per questo.
Inoltre vorrei dirti che ho amato il modo con cui hai descritto i sentimenti di Sherlock insieme alla mal celata tristezza durante il funerale, la sua maniera impacciata ma allo stesso tempo piena d'amore nell'interagire con Rosie dopo la perdita subita, il rapporto che ancora lega indissolubilmente Sherlock all'unico vero amore della sua vita.
L'idea del fantasma di John mi è piaciuta tanto da farmi spuntare un sorriso dolce-amaro per gran parte della lettura.
Non posso far altro che farti tanti complimenti per la passione che ci hai messo e per l'abilità nella scrittura! :)

Un grande abbraccio,
Nox

Recensore Veterano
03/08/18, ore 21:50
Cap. 1:

In effetti ero prontissima a tirarti i pomodori in questa recensione, ma hai detto di aver cominciato a scrivere questa one shot a gennaio, e chi sono io per giudicare i pensieri bui e depressi che passano per la mente di una maturanda?! Ti sei salvata, per questa volta!

Btw hello Cami! Ci ho messo un po' ma alla fine ce l'ho fatta a leggere questa storia e ovviamente non potevo non lasciarti qualche parola.
Il prompt che hai usato mi piace tantissimo, perché negarlo, anche se lo avevo sempre visto (e avevo anche pensato di utilizzarlo) dal punto di vista di John, mai da quello di Sherlock, forse perché è trecento volte più sofferente - e quindi SÌ hai davvero esagerato, forse te lo ripeterò più volte nel corso della recensione, comincio ad avvisarti!!!

Posso cominciare dicendo che, appena letto che Sherlock aveva quasi sessant'anni, la prima cosa che mi sono detta è stata “uuh, come nella quinta stagione!“ una riga dopo ho capito che c'era poco da ridere e volevo sbattere la testa contro il muro. Già da quando John è comparso, dopo il funerale, al fianco di Sherlock mi sono resa conto che sarebbe stata una faticaccia arrivare sana e salva fino alla fine. I parallel con la serie in questa one shot si sprecano, il primo che salta all'occhio è Sherlock davanti la tomba di John, prima con Rosie (che ricordava la presenza di Mrs Hudson) e poi solo, ed ecco che comincia a parlare e ad aprire il suo cuore. Il modo in cui chiede a John “Resterai con me?” e la risposta dell'uomo “E dove altro potrei andare?” mi hanno spezzata, perché è così: il posto di John è sempre stato accanto a Sherlock, perfino quando Sherlock era "morto", perfino quando si era sposato e cominciava a mettere sù famiglia, perfino quando ce l'aveva a morte con lui, era lì, a guardargli le spalle, a camminare al suo fianco. Neanche la morte è stata capace di spezzare tutto ciò.

Sentivo, inoltre, delle coltellate al cuore ogni volta che John lo chiamava “amore mio”, quei momenti in cui non sai se preferisci sorridere, piangere, o urlare. Vederlo cercare, più e più volte, di convincere Sherlock a lasciarlo andare è straziante. Riflettendoci, per quanto la similitudine con Mary nella 4x02 sia forte, penso che in realtà ci sia (ovviamente per come l'ho letta io) un'enorme differenza alla base: Mary era la coscienza di John, una metafora della lotta interiore che John viveva in quel terribile periodo della sua vita, a spronarlo, ovviamente non era mai stata veramente la donna, ma lui stesso; mentre in John non ci vedo il riflesso della coscienza di Sherlock, quanto più lo spettro del suo ricordo. John era combattuto all'epoca, mentre Sherlock ha sempre avuto le cose bene in chiaro: non era disposto a voltare pagina, era pronto a non farsi vedere abbattuto, o depresso, per il bene di Rosie, ma di certo non è mai stato in conflitto con se stesso sull'argomento. Sherlock è stato capace di costruire un perfetto fantasma del suo John, con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue carezze e le sue tirate d'orecchi. Soltanto un cervello come quello di Sherlock poteva essere in grado di dar vita ad un'immagine tanto forte, e ciò ritengo sia ancora più triste rispetto a quello che abbiamo visto nella serie con John e Mary.

Ora passiamo ai personaggi che compaiono, mentre scrivo questa recensione mi sono resa conto della mancanza di Mrs Hudson: ovviamente non poteva comparire fisicamente per ovvi motivi, ma non mi sarebbe dispiaciuto sentirla nominare, magari anche da Rosie che immagino sarà cresciuta stra coccolata dalla donna. Lestrade come al solito cerca di aiutare come può, e come al solito riesce goffamente a fare danni pur non volendolo. Sherlock lo ha chiamato "Greg", sintomo che gli giochi e gli scherzi sono ufficialmente finiti, non avrebbero più senso ora. Molly è Molly, prima preoccupata e intimorita, e un attimo dopo pronta a fare un bel cazziatone a Sherlock, che però scappa via non appena capite le sue intenzione. Un dialogo vero e proprio con Mycroft non mi sarebbe dispiaciuto vederlo, ma ho apprezzato ugualmente tutti i riferimenti che fa Sherlock, quel “perlomeno io non ingrasso” mi ha spezzata. Ho apprezzato, invece, immensamente la presenza di Irene, seppur piccola. A distanza di anni è ancora in contatto con Sherlock, ancora si tiene aggiornata sulla sua vita e, soprattutto, ancora si sente legata a lui. Il tocco di stile che mi ha fatta sorridere (perché hai davvero fatto centro) e immaginarmela perfettamente, in realtà è una piccolezza: il messaggio in cui chiedendo di Rosie, la definisce “la ragazza”. Tua figlia sarebbe stato offensivo nei confronti di John, Sua figlia offensivo per Sherlock, Vostra figlia troppo smielato, Rosie troppo confidenziale e Rosamund troppo forzato. Così, invece, è perfetto. Non so se sia stato intenzionale o se invece ti è uscito totalmente di getto, ma funziona ed è super in linea col personaggio.

E qui arriviamo a Rosie, non potevo escluderla. È stato bello osservare da una parte l'avanzamento di età di Sherlock e dall'altro quello di Rosie. Il giovane detective che diventa anziano e acciaccato sotto il peso dell'età, e l'adolescente che cresce e diventa una donna. In lei ho rivisto molto John e Mary, prima quando propone a Sherlock di uscire con il successivo confronto, e poi nella loro ultima "grande" scena, dove lo becca a parlare con lo spettro del suo amore perduto. Il rapporto che ha con Sherlock è molto bello e molto verosimile a mio parere; mi è piaciuto il paragone con il suo supereroe preferito, nessun Tony Stark o Stephen Strange (ho urlato) potrà mai competere con Sherlock Holmes ai suoi occhi. Non riesco ad immaginarmi una realtà differente da questa, la bambina che ammira lo zio, divenuto poi una vera figura paterna, la ragazzina che lo guarda sognante e che lo trova invincibile, la ragazza che lo stima e lo ama come nessun altro, e la donna, preoccupata, che vuole proteggerlo e aiutarlo. Riesco a vedere perfettamente queste fasi della sua vita, sono super accuratissime.

E parlando di essere accurate, ho letto i tuoi dubbi sull'ic di Sherlock e a mio parere puoi stare tranquilla, non potrebbe essere diverso. Sherlock e le sue tendenze autodistruttive, in passato era la droga, ora è l'immagine di John, o meglio, il non riuscire ad accettare la sua morte.

Ora finisco di blaterare, ma prima lasciami scrivere un'ultima cosa! La verità sulla morte di John mi ha spiazzata, per tutta la storia ammetto di averla sempre accostata ad una qualche malattia, sapere che invece è stato colpito mentre salvava Sherlock mi ha distrutta. La scena in cui Sherlock abbraccia e piange sul suo corpo privo di vita mi ha fatto uscire qualche lacrima! Sei terribile!!!

Infine posso permettermi di darti un piccolo piccolissimo consiglio? Ho notato che c'è una forte presenza di "....beh," nella narrazione e secondo me stonano un po' con l'atmosfera, almeno in questo caso. Mi rimanda ad una sorta di dialogo con il lettore (?), mi suona molto confidenziale, mentre qui i toni sono parecchio cupi dall'inizio alla fine e, ripeto almeno secondo me, non ci sta molto bene.

Ora non ho davvero altro da dire (se non che l'idea di Sherlock nonno mi fa disperare veramente tanto!) Non vedo l'ora di avere notizie sulla tua long, complimenti per la maturità (non sono sicura di avertelo già detto!) e goditi la fine delle vacanze :*
Un bacio,


Recensore Master
21/07/18, ore 00:42
Cap. 1:

Ciao :)
Questa storia mi ha spezzato il cuore, davvero..
John è morto per proteggere Sherlock, nonostante sapesse di lasciare sua figlia..
Tutta la parte introspettiva è scritta benissimo, i sentimenti angoscianti di Sherlock, di Rosamunde..
Mi piace come hai strutturato gli anni che passavano, che nonostante i 20 anni dal funerale Sherlock continua ad avere il rimorso della morte del suo compagno..
La parte che mi ha proprio spezzato il cuore è stata quando vedeva John, a ricordargli quello che era successo, che era stato "costretto" a fare.
"Ti stanno venendo le rughe, sai? Proprio lì, attorno agli occhi."
"No, quelle sono pieghe...", "Le rughe non hanno fatto in tempo."
Qua l'angoscia ha preso il sopravvento, mi sono rattristita molto.
Hai aggiunto anche Irene, solo per qualche messaggio ma è già qualcosa. Penso che da anziana sarebbe esattamente come l'hai descritta tu..
Poi la parte finale, quando Rosamunde, con suo marito e suo figlio invitano Sherlock che se ne sta da solo in una panchina e dice addio a John beh.. un sorriso malinconico..
Mi piace il tuo stile, come spieghi le cose, come sai descriverle; non tutti hanno questa capacità, ti faccio i miei complimenti.
Non leggo spesso l'angst perchè non mi piace molto (sono peace and love), ma quando succede significa che una storia mi colpisce e con la tua è successo :)
Spero di leggere in futuro altre tue storie in questo fandom e quando succederà io le leggerò (spero non risulti come una specie di minaccia xD)
A presto! :)

Recensore Master
15/07/18, ore 22:56
Cap. 1:

"...aveva intrapreso la strada per i sessanta...": uno Sh in età matura, dunque, quello che fai agire in questa storia e ciò m'intriga molto, perché non ci sono molte ff che si occupino del consulting sessantenne, in modo decente, oltretutto.
Io preferisco stendere la recensione, appuntando idee e considerazioni "a caldo", cioè man mano che procedo nella lettura perché, così facendo, fisso subito delle osservazioni che temo di dimenticare in seguito. Dunque ancora non so chi sia il defunto, sono arrivata al discorso funebre, ma temo che in quel feretro ci sia John.
E infatti, ad appoggiarsi alla spalla di Sh c'è una Rosie, ovviamente cresciuta, con gli occhi lucidi e lo sguardo come calamitato da quella bara che viene calata lentamente nella terra.
Caspita! E invece sembra di no. Colpo magistrale di scena: John è vivo e vegeto e si affianca al consulting, regalandogli uno dei suoi impagabili sorrisi.
Ma ci sono delle cose che non mi convincono del tutto: John che non si occupa direttamente di consolare Rosie ma suggerisce a Sh il modo migliore per farlo ma è, soprattutto, quella carezza delicata, che il medico posa sul ginocchio della figlia, durante il viaggio di ritorno in auto dal cimitero, di cui la ragazza mostra di non accorgersi minimamente, a svelarmi la verità che tu illumini un po’ alla volta. Terribile verità, di una morte che lascia un vuoto ed un silenzio assordanti.
I personaggi sono da te caratterizzati senza mai tralasciare l’attenzione all’IC, a parte, ovviamente, Rosie la cui personalità hai dovuto costruire ex novo. E mi trovi perfettamente d’accordo quando, nelle “Note” alla fine, scrivi che l’hai pensata “come un mix di John e Mary, positiva, forte”. Così facendo, infatti, hai collocato al fianco di Sh una figura molto valida, credibile ed in grado di reggere lo scambio relazionale con il consulting che, per esempio, a Richard mette una grande soggezione “con quello sguardo di ghiaccio e la folta chioma di ricci”, abbinati al comportamento che rivela una non comune intelligenza ed alla fama ormai leggendaria.
John, pur nel suo ruolo inconsueto di fantasma, è il John che conosciamo, attento alle espressioni di Sh, preoccupato per lui, paziente, sempre pronto a cogliere gli stati d’animo del consulting.
E poi c’è Sh, appunto. Mi hai veramente colpito per il lavoro non indifferente di costruzione psicologica di una rielaborazione del lutto, da parte sua, che è straziante e, purtroppo, verosimile. Holmes giganteggia nella sua sofferenza, nelle sue lacrime per troppo tempo trattenute, nel disperato aggrapparsi a quell’immagine tanto amata.
Uno dei momenti più forti della storia è quando Rosie si accorge che Sh parla con “qualcuno” e comprende che è il padre defunto che ne ha occupato interamente il cuore e la mente. Hai descritto la sua reazione, così energica e credibile che l’ho riletta più volte (“…aveva una mano stretta allo stipite talmente forte da essersi sbiancata le nocche…gridò…”). Indimenticabile quello Sh abbracciato a lei, che affonda il viso nei suoi capelli e singhiozza inconsolabile. Sei stata davvero brava a rappresentare delle scene di non facile sviluppo narrativo.
Particolarmente toccante quella supplica che John rivolge a Sh, prima indistinta, poi più precisa (“…lascia andare…devi imparare a lasciarmi andare…”).
A questo proposito mi è venuto in mente che, parlando con una persona con particolari doti di conoscenza di ciò che può essere trascendente, non un ciarlatano ma attendibile, senza voli nelle sciocchezze di presunti maghi, ho saputo che, quando muore una persona cara, chi le è più vicino deve proprio “lasciarla andare” altrimenti non può essere compiuto in modo dolce e sereno il suo passaggio all’altra vita. E mi ha portato degli esempi. Naturalmente per chi ci crede. Per questo e perché ad un certo punto, nel nostro cammino, abbiamo dovuto, tutti o quasi, andare avanti senza qualcuno che ci appariva indispensabile, questa ff mi ha coinvolto tanto.
In questa tua sorprendente storia, dall’indubbio spessore psicologico ed umano, ci sono anche questi aspetti difficili da trattare. Tu ci sei riuscita, alla grande.
Davvero un brano costruito con perizia e un'originale capacità di sorprendere chi legge.
Una storia che, sinceramente, mi ha commosso e non sono facile all’emozione di fronte ad un brano che leggo. A meno che non mi parli, con uno stile decente, senza cadute nella banalità, di sentimenti veri, di perdite definitive, di vuoti incolmabili e, al tempo stesso, di speranze che rinascono ed aiutano ad andare avanti. Qui c’è tutto questo. Complimenti.

Nuovo recensore
13/07/18, ore 23:12
Cap. 1:

Avevo letto solo le poche righe dell'introduzione e ho detto: "mi sa che questa storia mi farà male"... E avevo ragione! Questa storia è scritta benissimo e mi ha fatto commuovere un sacco, pure adesso sto continuando a scrivere con le lacrime agli occhi... Questa storia mi ha fatto male, però, mi ha dato anche tanta tenerezza e amore... Grazie tante! Questa va nelle preferite!

Recensore Master
12/07/18, ore 11:40
Cap. 1:

va bene. no, va male.
da quando da ieri ho letto lo specchietto ho capito che sarebbe stato meglio restare lontana da questa storia, ma io sono un po' autolesionista.
sto piangendo sulla tastiera... sarà parzialmente impermeabile?
giuro, sono a pezzi, posso solo cercare di scherzare
tutti mi contraddicono quando sostengo che John è uscito, in qualche modo, dalla "morte" di Sherlock, mentre il contrario sarebbe stato peggio
mi sento compresa, ma col cuore a pezzi
Sherlock non è minimamente OOC, che dici? è perfetto, ha molti anni di più, ha amato John e creciuto una figlia, quel poco di cambiamento è perché non è - appunto - un pezzo di ghiaccio
l'ho adorato, la storia è stupenda, ti fa venire voglia di morire, ma tanto succederà a tutti
un bacio grandissimo,
Setsuna

Recensore Veterano
11/07/18, ore 14:49
Cap. 1:

— Prima di scrivere quel che segue mi ci son voluti tanti minuti e tanti fazzoletti. —

Ciao! Ho scoperto questa os via twitter (@acciowats0n; tvb) eee non potevo lasciarla vagare lì. 

Gesù, non leggevo un buon racconto johnlock in italiano da secoli. 
Sin dall'inizio mi ha catturato, devo ammettere soprattutto bc inizialmente non è stato menzionato il defunto e mi hai tenuto sulle spine tutto il tempo dishcuwjod
Inizialmente avevo ipotizzato che il funerale fosse di Mary, poi di Mrs H., poi Mycroft; quando capito la verità (sì, sono un po' lento) mi son sentito morire. 
Sherlock leggermente OOC (per i miei gusti) ma mi è piaciuto un sacco ugualmente: così fragile, così aperto, stanco... e John con lui. Sempre. In ogni cazzo di momento. 
Sei stat* in grado di dipingermi nella testa ogni singola scena, ogni espressione di Sherlock — “Non era più indisponente come una volta, le sue freddure e i suoi insulti erano diventati una rarità al punto che persino Donovan era sollevata nel sentirseli rivolgere“ è stata una coltellata — ogni gesto di John e povera Rosie. 
Boh, io non so che dire perché non riesco a non pensare a come sarebbe inutile la vita di Sherlock Holmes e l'aria al 221B di Baker Street senza John Watson. Il risultato oltre ad una morsa assurda nello stomaco è: ti prego, non scrivere mai più una cosa del genere. 
(No, scherzo, scrivi quel che vuoi. 
No, non farlo.)
Concludendo questa pietosa recensione: mi è piaciuta davvero tanto (il signor Melrose è un tocco di classe) anche se mi ha davvero sconvolto. Mi sento seriamente a pezzi ma giuro che ora smetto di piangere come un coglione. Giuro. 

Alla prossima, 
Marco