Recensioni per
D'Amore, di Morte e di altre sciocchezze
di LaCittaVecchia

Questa storia ha ottenuto 29 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
25/09/21, ore 18:11

Una persona che, a quanto pare, ben conosce i miei gusti, mi ha suggerito di leggere questa tua opera, LaCittaVecchia, e ha fatto bene.

Non so se ancora leggi le recensioni e se ancora bazzichi da queste parti, ma volevo scrivere qui il mio apprezzamento.
Il tuo esperimento è raffinato e nient'affatto banale, né puro esercizio di stile ma si sente che c'è qualcosa di forte che vuoi dire.

A parte "Animula blandula", una vera chicca, ho tanto apprezzato la variante "al tempo dei Lumi falsi e bugiardi": una sostituzione non solo lessicale, una sostituzione che apre un mondo se si ha presente che cosa hai sostituito.
E poi lo stile, la ricerca delle rime "aspre e chiocce" (senza terzina incatenata, omaggio alla poesia moderna?), l'uso della citazione anacronistica (per la prospettiva dantesca, intendo) come Foscolo nella parte seguente, tutto bellissimo.

Sulla collocazione all'inferno di André e di madamigella non ho proprio niente da dire: non è la collocazione che fa la grandezza del personaggio, e Dante osa mettere all'inferno anche persone da lui amatissime come il maestro Brunetto, per dirne una. E chi si ricorda che Ulisse è all'inferno perché consigliere di frode? Quanti credono che sia lì per il folle volo?

Insomma, tutto questo per dirti che hai fatto un gran lavoro e che l'ho tanto apprezzato, hai saputo rispettare il padre Dante e Madame Ikeda con un incontro davvero raffinato.

Un saluto,
Settembre

Recensore Junior
05/09/21, ore 20:12

Caro amico,

si sa, la fretta […] l’onestade ad ogn’ atto dismaga; giungo senza fretta, per tua grazia, ove incomincia la Commedia di LaCittaVecchia nato d’italiaco suolo.

La commedia vede due viandanti scendere le piagge infernali – al momento, il più giovane immagino essere LaCittaVecchia narratore e personaggio, l’accompagnatore, il duca suo, lo ignoro, potrei dire Dante come madame Ikeda.

Incontro un bestiario infernale, mettendomi sulla scia di questi due. Sparvieri grifagni (Cesare armato, con gli occhi grifagni , mormoro) e maiali. Il mio sempre personale e primo rimando va a Circe, che trasformava gli uomini in porci e forse non aveva torto, se ne metteva a nudo l’essenza.

Bellissimo il passo di raccordo, improntato alla cortesia, tanto difficile da trovare all’Inferno – te lo dico per esperienza diretta, va da sé –

Viaggiator, che carico del corpo vai
sicuro ad altri lidi, sian cortesi
i tuoi passi e non rechino danno
al nostro qui povero restare."

Resto perplesso un istante: Farinata degli Uberti, mio caro amico, non si trova nella ghiaccia ma fra gli eretici, nelle tombe infuocate. “Ma è forse il mio Inferno, questo?” subito mi chiedo. Non lo è, magari l’avessi scritto io, questo testo, e mi taccio.

Si palesa un’Ombra, un’anima di Francia, nata “al tempo dei Lumi falsi e bugiardi” – geniaccio, l’autore. E nervo scoperto per chi si dichiara l’ultimo degli Illuministi, oltre all’ultimo dei Templari, certo, ma cosa siamo senza le nostre contraddizioni?

“Per lei fui roccia, torre, porto e specchio” – geniaccio, l’autore. Ecco tratteggiato André Grandier in quattro sostantivi; “pur se un giorno le fui troppo molesto” – ed ecco tratteggiato l’episodio dello ‘strappo’, un verso, un endecasillabo. Son costretto, a forza, all’ammirazione, io che non so far nulla in due parole.

La storia di Lady Oscar riscritta in linguaggio di sapore dantesco, in un aldilà oscuro in cui, unica stella, brillano i personaggi.

Amico mio, sto scrivendo questo commento come se fosse la prima volta che leggo la tua storia: non è così, ma facciamo what if, hai diviso a capitoli e io commento a capitoli. Trovo superba l’idea e la realizzazione.
Cos’è una fanfiction? Una scrittura in cui personaggi non propri vivono ancora, a cui si intreccia la (alta) fantasia, così che il Secondo autore possa lasciare la propria impronta. Scegliere il genere impegnativo della poesia – e Poesia in questo caso non vuol dire andare a capo tante volte – è un’impresa che restituisce un impegno gravoso, tanto più divertente quanto più gravoso.

Il lettore (io, in particolare) resta ammirato e a bocca aperta. Il lettore diffidente (io, in particolare) quasi non ci crede, che davvero il testo sia riuscito.

Caro LaCittaVecchia, non solo l’acume dell’idea, dato che la famosa ‘ispirazione’ vale sempre il due per cento al massimo, ma l’eccezionale ricercatezza della realizzazione dell’inventiva mi obbligano a stringerti la mano; forma e contenuto, e punto di vista straniato rispetto alla modernità, conferiscono un sortilegio alla storia e alla scrittura, che decisamente si staglia, intatta, in un universo tutto suo.

Nei 700 anni dalla morte di Dante, credo che questo possa esser considerato anche un omaggio a lui, perché ci sono dei momenti in cui c’è solo Dante. Io, che come i vecchi d’un tempo ne imparo a memoria le terzine che posso, che nutro ammirazione sconfinata per lui esule ma anche per il suo “De Monarchia” che fu messo all’Indice dei Libri proibiti e che è prova di una libertà di pensiero superiore a quella di, direi, ogni altro uomo del suo tempo; io che davanti al suo coraggio mi sento misero, Dante che crede in Dio ma mette all’inferno più di un papa e di un chierico, ti devo ringraziare per avermi dato l’occasione di parlarne.

E ti devo ringraziare per la lezione di scrittura: col tuo dono della frase icastica e della sintesi non banale, di cui spero di far tesoro.

E ti devo ringraziare del viaggio con madame Ikeda, viaggio nel quale lei stessa sarebbe sorpresa, incantata e lusingata di accompagnarti, felice come ogni autore che apre ventagli di possibilità.

E infine grazie per il titolo, rimando caro.

In chiusa, caro amico, spero di aver compreso l’intento del testo, e anche il suo Spirito.

Omaggi devotissimi,

Sacrogral

Recensore Master
16/07/18, ore 08:42

Ah, questi riposi forzati. A volte generano cricche di invasati. Altre, come in questo caso, producono risultati ben più deliziosi e dilettevoli.
Può sembrare coraggioso misurarsi con la Divina Commedia, ma io credo che quando si padroneggiano gli strumenti che si utilizzano tutto diventa non solo possibile, ma giusto.
Spero di non dover attendere un’altra tua indisposizione per leggerti.
Un saluto e piacere di averti conosciuto.
Ilaria
(Recensione modificata il 16/07/2018 - 08:42 am)

Recensore Veterano
13/07/18, ore 22:29

Esperimento sui generis. Non ho controllato le terzine e contato le sillabe, immagino tu non abbia scritto di getto e che sia stato un lavoraccio. Apprezzabile di questi tempi dove tutto viene divorato all’istante e nessuno da tempo al tempo e tanto meno ad idee e pensieri di maturare. Premetto che non sono fresca di “Divina” e tanto meno di studi vecchi ormai almeno tre decenni. Mi sono ritrovata confusa e credo di aver perso “ la retta via” nel mio percorso di lettura. Ho avuto il sentore che anche Oscar fosse morta, però siamo solo(!) al 13 Luglio 1789 quindi teoricamente Oscarina dovrebbe resistere ancora per un giorno.
Andrè è, adesso, un’ombra per davvero (se non ricordo male, le anime e gli spiriti danteschi vengono definite anche ombre) ma non ho capito bene in quale girone infernale sia finito. Il ghiaccio è fuorviante e mi riconduce al cerchio IX, girone dei traditori ( ha tradito il generale che lo ha accolto come un figlio?) ma Farinata Degli Uberti è considerato un eretico e come tale è collocato nel canto X e nel cerchio sesto. Andrè forse non credeva in un possible mondo ultraterreno ? Era Epicureo? Può essere considerato eretico? E se così fosse, che senso avrebbe riunirsi con Oscar dopo la morte?? Ammesso sia questo il tuo intento, si intende.
Ci sarebbe una contraddizione di filosofie ed anche di intenti. Se Andrè non credesse in una vita ultraterrena non potrebbe mai rincontrare Oscar, e se pure fosse smentito dalla realtà dell’esistenza di una vita dopo la morte, a meno che si cambi “destinazione” e li si collochi in Paradiso, l’incontro sarebbe comunque vano.
Nell’ Inferno (e non solo dantesco) le anime non sono di supporto alle altre,vivono una dannazione eterna, sono consapevoli del passato e profetizzano il futuro ( Farinata profetizza a Dante il suo esilio) ma non hanno cognizione del presente. L’unica eccezione sono forse solo Paolo e Francesca che si presentano a Dante “svolazzanti” ed insieme, sempre però nella bufera del ciclone/girone infernale. Non so quale sia il tuo intento, perdonami non l’ho capito. Io ho sempre visto i nostri amati “amanti” dannati nella loro vita terrena, ho sempre immaginato che potessero essere felici “ altrove “ anche magari e solo dopo la morte. Forse sono una sognatrice incallita ma non li vedrei ancora all’’ Inferno dopo una vita d’Inferno. Anche il Purgatorio sarebbe più auspicabile.
(Recensione modificata il 13/07/2018 - 10:36 pm)

Recensore Junior
13/07/18, ore 19:33

Che idea originale! L'esecuzione, per quel che posso dire dall'abisso della mia ignoranza, è ottima (il linguaggio, e poi anche gli endecasillabi!!), e il fatto di avere messo André e Oscar all'Inferno è interessante.

Non saprei davvero dire che significato abbia di preciso la loro collocazione... dunque, André è lì perché la sua "religione" in vita era Oscar? (Chiedo scusa se ho frainteso tutto, vado a tentoni.) Comunque sono curiosissima di sentire cosa hanno da dirsi nel prossimo capitolo!!

Molto bello, complimenti!

Recensore Master
13/07/18, ore 15:38

Grazie, innanzitutto, di avermi citata e dei bei complimenti!

L'idea è originalissima e ben resa, addirittura con l'utilizzo degli endecasillabi!
Ci sono dei rimandi al canto di Paolo e Francesca, a quello di Farinata degli Uberti, alla presentazione di Virgilio a Dante, ma anche a una poesia dell'Imperatore Adriano.

I nuovi personaggi sono Dante e Virgilio mentre Oscar e André sono i dannati che questi incontrano.

André è morto, ma continua, pure dall'inferno, a definirsi "Ombra".

Ci troviamo, sicuramente, nel IX Cerchio dell'Inferno, quello del Cocito, che consiste in una piana ghiacciata, dove sono puniti i traditori di chi si fida. In particolare, la quarta zona del Cocito, quella dove si trovano anche Giuda, Bruto e Cassio, è la Giudecca, ove sono puniti i traditori dei benefattori, completamente imprigionati nel ghiaccio.
Questa collocazione si adatta a Oscar che ha tradito il Re e la Regina mentre André dice di avere onorato le leggi, gli uomini e il Re.
Il peccato di André sembra, più che altro, quello di avere sostituito Oscar a Dio. La collocazione di André dovrebbe essere, quindi, fra gli eretici o fra gli idolatri (ma questi ultimi ci sono nella Divina Commedia? Non ricordo).
André, invece, finisce nella Giudecca insieme a Oscar, ma Dio lo punisce meno severamente di lei.
Ho l'impressione che la dinamica del supplizio dei due sia simile a quella del Conte Ugolino e dell'Arcivescovo Ruggieri, non nel senso che uno dei due divora il cranio dell'altro, ma perché entrambi fanno parte della stessa tortura. Più in particolare, in attuazione della legge del contrappasso, potrebbe essere così: se il Conte Ugolino, morto di fame a causa dell'Arcivescovo Ruggieri, mangia il cranio di quest'ultimo, André, che ha sofferto per amore a causa di Oscar ed è stato sempre da lei respinto, adesso, le divora il cuore.

Al Generale cosa sarebbe toccato? Il cerchio dei sodomiti, per avere violato la natura? Maria Antonietta e Fersen sono fra i lussuriosi? Luigi XVI è fra gli accidiosi? I rivoluzionari sono fra i violenti contro il prossimo? Diane e Charlotte stanno fra i suicidi? Jeanne de la Motte sta fra i ladri?

Davvero complimenti!

(Recensione modificata il 13/07/2018 - 04:30 pm)

Recensore Master
13/07/18, ore 13:55

Innanzitutto un plauso al coraggio: la Divina Commedia non è esattamente facile né da approcciare né da usare come parametro con cui misurarsi. Poi un altro, di plauso, al linguaggio ed alla cura che hai dedicato nel cercare di adeguare i vocaboli allo stile che è proprio della commedia...mi è parso di riconoscere alcuni passaggi uguali all'originale ma credo che Dante nn se ne avrebbe a male. Li collochi dunque all'Inferno e se non ricordo male (ma potrebbe essere, sono passati anni dalla fine dei miei studi) mi pare di riconoscere una similitudine con il castigo somministrato a Paolo e Francesca... Mi incuriosisce molto conoscere qualche dettaglio in più della pena: per analogia o per contrappasso? E le motivazioni? Per aver tradito la famiglia? Il Re? O per aver ucciso qualcuno nei giorni concitati della Rivoluzione? Infine ho visto che tra le note hai inserito Cross Over e tra i protagonisti un nuovo personaggio e questi due particolari, uniti a questo inizio assolutamente particolare mi incuriosisce davvero molto. Per ora complimenti e, spero, a presto!

Recensore Veterano
13/07/18, ore 13:00

Però! impresa coraggiosa! ispirarsi alla Divina Commedia. Penso che come inizio non sia niente male, mi piace il linguaggio, mi piace la descrizione che Andrè fa di sè...spero tu vorrai continuare perchè ti seguirò con immensa curiosità. Per ora, complimenti!

Recensore Master
13/07/18, ore 10:24

Mi sembra un'idea originale e anche scritta bene e divertente.

Recensore Master
13/07/18, ore 08:15

Caspita che storia originale, questi sono André e Oscar che raccontano la propria storia. Mi piace l'idea, sei decisamente brava/o, il Sommo Poeta mi intriga. Sono molto curiosa di leggere ancora cose tue. A presto 💓