Ciao, dunque, ho tentennato parecchio prima di decidermi a leggerla e non per mancanza di fiducia nei tuoi confronti, ma perché quando si parla di differenza d'età, io ci vado sempre un po' con i piedi di piombo. In generale mi dà sempre un po' fastidio quando la differenza è molto ampia, tu invece (ed è già un punto a tuo favore) hai optato per una differenza minima ovvero "solo" quindici anni. Dico solo perché sono relativamente pochi. Specie se si considera ciò che anche nella storia viene riportato dallo stesso John, ovvero che Sherlock è mentalmente molto più maturo dei suoi coetanei. Il che è una grandissima verità. Ma procediamo con ordine perché ho tante cose da dire.
La prima cosa di cui voglio parlare è dei genitori di Sherlock. Li ho visti in tutte le salse, dai due stronzi e distanti dagli interessi del figlio, fino addirittura a due spie che nascondono mitragliatrici dietro ai quadri del soggiorno. La tua versione di mamma e papà Holmes è invece quella che preferisco, perché sono due genitori anzitutto amorevoli e che tengono al benessere del figlio, ma sono anche due persone con la testa sulle spalle e non due farfalloni, diciamo così. Violet e Siger (e, perdono, ma non mi farò mai andar bene questi nomi scelti dal fandom) sono due persone straordinarie. Credo che abbiano capito benissimo, e forse ben prima di loro, cosa lega Sherlock e John. Però si fanno da parte e, anzi, sono loro per primi a incoraggiare quell'amicizia (e successivamente anche l'amore). Lo fanno in una maniera molto garbata e sottile, con lo sguardo di chi non vuol sapere i dettagli, ma di chi ha nella mente solo l'interesse del figlio... e qui veniamo al nocciolo. Sherlock è un ragazzo socialmente non inserito, a scuola lo ignorano, non ha amici... la cosa più vicina alla descrizione è John, la cui definizione cambia nel corso della storia e con la crescita di Sherlock, diventando amore. Beh, io ho trovato bellissima l'idea che una volta compiuti i diciotto anni, siano stati proprio loro a incoraggiare Sherlock a prendere le decisioni che voleva. A esser intellettualmente indipendente anche dalla loro volontà, o da quella dello stesso John Watson. Insomma, tra le tante caratterizzazioni dei coniugi Holmes, questa è quella che ho trovato più simile a ciò che si intravede nella serie.
Il secondo punto riguarda la differenza d'età. Come accennavo all'inizio di solito mi dà fastidio per come viene trattata, qui oltretutto la storia inizia che Sherlock ha tredici anni e la cosa solitamente mi avrebbe fatta inorridire e chiudere subito la pagina. Qui però non succede, complici due cose su tutto. La prima è la delicatezza con cui hai trattato l'innamoramento di Sherlock, che rende la storia molto leggera e romantica in una maniera tanto dolce. La seconda è invece per come hai scandito il susseguirsi del tempo. Hai usato una tecnica molto efficace, specie nelle one shot, ovvero mostrare degli scorci del passato, salvo poi portarci al presente in cui succede il fatto di maggior rilevanza, in questo caso Sherlock e John che fanno l'amore per la prima volta. Inizia con l'infanzia e subito ci catapulti in un'altra epoca, mesi più tardi. E poi anni dopo. Il susseguirsi è naturale, mai forzato. Dà un ritmo particolare all'intera storia, l'ho trovato piacevole da leggere e anche molto leggero. Anche per questo complimenti, perché la struttura non fa neanche pesare i davvero troppi errori che ci sono (a questo proposito, credo ti convenga trovare qualcuno che ti dia una mano a notarli tutti).
In ultimo, il vero punto di forza è la caratterizzazione di John. Ci sono diversi elementi che mi preme sottolineare, il primo riguarda il fatto che è pur sempre una Johnlock romantica e che leggendo, specie nei periodi che riguardano l'infanzia, fa quasi già capire come si svilupperanno le cose nel loro futuro. In un certo senso ce lo fai prevedere, mostrandoci uno Sherlock che mal sopporta la gente, ma tollera unicamente John e che crescendo non cambia di una virgola se stesso. Si intuisce fin dalla prima scena, quel che sarà e questo mi è piaciuto perché ci fai percorrere una via tranquilla. Il secondo punto riguarda l'amore di John. Ora, nelle storie di questo tipo è sempre tutto un po' delicato. Può esser considerato più naturale, per via della giovane età e dell'inesperienza, che un ragazzo come Sherlock si prenda una cotta per un uomo più maturo come John (insomma, è successo a tutti!). Ma quello che mi è piaciuto è come succede l'inverso. Ovvero come John si innamora di Sherlock. Lo ha sempre trovato straordinario, anche quando era solo un collaboratore del padre e frequentava la casa per lavoro. Ma crescendo il suo affetto ha cambiato forma e quel sentimento che vedeva e riconosceva nel giovane Sherlock e che gli faceva provare un po' di dolcezza, cambia così come cresce Sherlock. Giustissimi i dubbi che gli hai dato, le riserve sull'innamorarsi di un ragazzo tanto giovane di età. Non ne ha invece sul "Personaggio Sherlock Holmes". Anzi, Sherlock gli piace anzitutto per come è fatto, per le cose che dice, per il carattere che ha e in questo rispecchia assolutamente la serie. Un dato di fatto è che, Johnlock o non Johnlock, John straveda per le doti di Sherlock. Per la sua intelligenza e io credo anche per la sua stronzaggine innata. Qui è esattamente la stessa cosa, la differenza è che si vede distintamente la fratellanza diventare amore. Mi è davvero molto piaciuto, specie perché hai descritto John come un vero cavaliere, attento e premuroso. Quasi stupido nelle cose che non dice, dandole per scontate e creando in Sherlock uno scontento evidente.
Ecco, ho fatto benissimo a leggerla e sono contenta di averlo fatto perché la storia è bella, molto piacevole e decisamente ben pensata.
Koa |