Che bellissima sorpresa, ritrovare un tuo scritto qui, Chiara!
Ben tornata :D!
Il soggetto di questa tua one-shot mi riempie il cuore perché, non solo ho sempre amato profondamente l'Antigone di Sofocle, ma, casualmente, l'ho riletta per intero quest'estate.
Hai colto il momento di maggior angoscia di tutta la tragedia, quella in cui la giovane si rende davvero conto di quanto grande è il suo sacrificio, di quanto sia "sacrificale" in se stesso (l'acqua lustrale nella tenebra ne è una potente immagine) in quanto, forse, potrebbe essere l'atto finale di quella tragedia famigliare, quello che sigilla gli orrori che si sono succeduti nelle generazioni.
La scelta è sempre il cardine su cui gira la spirale della Tragedia e in questo Antigone è eroina fino in fondo, come lo è Oreste e come lo è Edipo: lei sceglie con cognizione qual è il sentiero; è Creonte che si accorge troppo tardi di essere stato invasato da un Dio (da un daimon...), per compiere i fati inesorabili e crudeli.
Molto bella l'immagine metaforica della cecità di Edipo con la luce della verità necessaria, che crea un' assonanza con l'angoscia di non rivedere più la luce del sole da parte di Antigone, già morta prima di morire, già "sposa in un talamo funebre" dal momento in cui sceglie di fare i sacrifici ai Mani di suo fratello Polinice.
Un bellissimo ritorno, Chiara!
Eleonora |
