Recensioni per
Ricordare ciò che siamo
di Najara

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/11/18, ore 09:44

Sono così contenta che tu abbia scritto questa bella storia anche grazie ai miei pacchetti, è così semplice eppure mi è piaciuta un sacco. Mi sono commossa sul finale, la musica è la lingua universale eh? Questo è di certo un universo che ne ha passate tante, l'umanità che pur di non soffrire smette di ricordare è un concetto che in piccoli termini si può applicare su ognuno di noi, dopotutto tutti prima o poi finiamo a preferire l'oblio al dolore. Qui abbiamo proprio una rivalutazione del dolore come chiave per la conoscenza, come sosteneva Donatello. Niente, credo passerò  a leggere altro di tuo perchè scrivi molto bene e continua così! 
 

Recensore Master
25/10/18, ore 23:29

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Ciao~!! ^^

L'introduzione di questa storia mi ha intrigato molto, pone l'interrogativo di cosa rimarrà se il genere umano dovesse mai partire per lo spazio in cerca di salvezza, di una nuova casa dove poter ricominciare. Mi piace tanto il genere e per una volta sono incappata in un argomento che non viene mai trattato nella categoria.
Gli spezzoni in prima persona ci portano dentro la mente della protagonista. Sono parti molto introspettive in cui emerge tutto il suo isolamento dovuto dall'essere diversa dagli altri. Perché lei ricorda ciò che l'uomo fu quando abitava la Terra, qualcosa che le nuove generazioni non conoscono, non possono ricordare e vivono senza sapere cose bellissime sulla loro Storia. In un contesto del genere è facile e ovvio che lei venga considerata quella strana, quella malata, poiché la voce fuori dal coro; anche se in questo caso è più un'alienazione che viene da lei, gli altri non possono nemmeno concepire la sua diversità. Ed è così che lei finisce per rifugiarsi in questi diari, per mettere su carta la sua voce in modo da non dimenticarsene mai. È una situazione difficile quella in cui si trova e la domanda che mi è sorta subito spontanea era come fosse possibile che solo lei potesse ricordare, cos'è che la rendeva davvero diversa? Forse, solo uno scherzo della natura, un frutto dell'inspiegabile. Lei è nata così e basta.
Allo stesso modo giunge quella bella sorpresa che è Isbel. Con lei arriva molto di più nella vita di Abbi, che prima della piccola non aveva nemmeno un nome. Un rapporto madre-figlia tardivo, ma ugualmente speciale. Il primo incontro è stato commovente dopo tutte le premesse, perché Abbi si sentiva davvero un'estranea in quella società e ciò lo si può riconoscere dal modo in cui gli altri interagiscono e crescono: sono come delle macchine! È naturale che si sentisse esclusa, ma con Isbel tutto cambia. Gli spazi comuni acquisiscono dei nomi, possono parlare dei più svariati argomenti e Isbel è tanto curiosa e fa tante domande. E proprio le sue domande danno un punto di svolta alla ricerca di Abbi, che per amore nei confronti della piccola e dell'umanità perduta cerca un modo di rendere le persone di nuovo capaci di provare.
Mi è stato difficile staccare gli occhi dallo schermo, una volta che la lotta contro il tempo, per Abbi, ha preso il via si poteva percepire la tensione salire. È un po' come in quelle storie dove dalle azioni del protagonista dipende il futuro del mondo, eccetto che in questo caso è un po' alla rovescia. In questo senso mi è piaciuto come un'azione di per sé bellicosa, come la costruzione di un'arma per innescare dolore, fosse in realtà la cosa più positiva e giusta per giungere a un finale felice. Lo stesso fatto che l'arma servisse per veicolare un messaggio composto da un pezzo musicale storico è emozionante, credo che non solo tocchi gli umani della storia, ma anche i lettori. Sono anche andata ad ascoltarmi il pezzo per immedesimarmi meglio nell'atmosfera.
Che dire poi del finale? Forse questa 4852 aveva davvero ricevuto qualche stimolo dagli incontri e dai contatti con Abbi, purtroppo però non era mai stata in grado di processarli appieno. Dolce che alla fine l'abbia cercata per parlarle e conoscerla. Cavolo, ancora una volta quando Abbi pensava di non avere più speranza, perché troppo vecchia, viene puntualmente stupita. In fondo non è mai troppo tardi, per nulla, dico bene? ;)

Una storia davvero coinvolgente, con un significato profondo e piena di emozioni. Meravigliosa e, per quel che mi è capitato di leggere, unica nel suo genere. Tanti, tanti complimenti!

Recensore Master
13/10/18, ore 13:11

Spero che non si avverri mai ciò che hai descritto,perchè sarebbe peggio di tutte le guerre,le malattie,le calamità le peggiori situazioni che il genere umano potrebbe fare a se stesso.Dimenticarsi di gioia,dolore,amore e la musica che racchiude in se tutti i sentimenti del mondo.Tanto di cappello,anche se mi hai fatto piangere,grazie e ciao.

Recensore Junior
12/10/18, ore 14:35

Ciao!
Finora non avevo ancora letto niente di tuo di genere fantascientifico. Oltre al fantasy mi sembra che te la cavi bene anche in questo genere :)
Come sempre hai la capacità, anche nello spazio limitato di una one shot, di presentarci un contesto (ogni volta diverso nelle tue storie) nel quale si muovono i personaggi. Non sappiamo che cosa è successo alla Terra, perché è andata distrutta, ma è irrilevante; penso che il fatto che non ci spieghi come si sia arrivati alla situazione attuale rafforza questa sensazione di qualcosa legato a quella memoria che ormai l'umanità ha perso. Hai decritto bene come si vive su queste navi spaziali, sembra un'atmosfera ovattata nella quale si muovono queste persone ormai diventate dei "gusci" vuoti di emozioni, ridotti a meri numeri, tutti ingranaggi di un meccanismo più grande orientato alla mera sopravvivenza.
La protagonista invece è diversa dagli altri perché lei ricorda (mi viene in mente una citazione "life should be about more than just surviving" ;) ). Abbi, sentendosi l'unica diversa a provare certe sensazioni, vede la morte come una liberazione dalla sua condizione, prova anche ad omologarsi agli altri, finché non nasce Isbel e con quella bambina "malata" come lei riscopre vecchie emozioni e ricordi e trova anche la forza per cambiare la situazione.
Mi è piaciuta l'idea che questo cambiamento nelle persone non sia stato provocato da fattori esterni come virus, che la gente non si sia omologata perché magari sotto il controllo di qualche regime totalitario. Ho trovato interessante che invece sia stata una decisione consapevole quella di privarsi della mente, di diventare macchina invece che pensiero. Mi è piaciuto anche come possa cambiare la percezione delle cose, per esempio Abbi che è un essere umano completo come lo siamo noi oggi, invece si consideri una malata perché non è come gli altri, oppure il fatto che la musica possa diventare un'arma. Ho apprezzato la scelta di usare la musica, potente veicolo di emozioni e linguaggio universale, per risvegliare le menti dei Cervelloni.
Ora inizia una nuova fase per l'umanità che può raggiungere un nuovo equilibrio tra cervello e mente, tra elementi positivi e negativi dell'esistenza. E Abbi ritrova 4852, anche loro due come gli altri sono alle soglie di un nuovo inizio.
In conclusione, complimenti! :)